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Autore: Sethmentecontorta    09/06/2014    4 recensioni
|Shirou Fubuki|Oneshot|882 parole|si spera non OOC|
[dal testo]
– Guarda mamma, questa sei tu! – gridò quello dai capelli rosa salmone.
– E questo è papà! – continuò l'altro, diverso dal fratello solo per i capelli del colore dell'argento più puro. I due genitori risero dell'innocenza dei loro figli, e dissero loro che erano proprio dei bellissimi pupazzi di neve.
I piccoli, gratificati, ne fecero due più piccoli, l'uno vicino all'altro.
– Lasciatemi indovinare, quelli siete voi due, giusto? – disse la donna, ricevendo in risposta grandi sorrisi e due testine che annuivano simultaneamente.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Shawn/Shirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Snowmen

A child who used to loved and a man who continued to~

 

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Un uomo dall'aria triste, lentamente, si era recato nei pressi di un parchetto coperto dalla neve. Per lui quel posto era pieno di ricordi, ricordi di un passato felice mai dimenticato, di una perdita e di nostalgia. Poteva sentire un'anima vagare tranquillamente per quel luogo, teatro di fratellanza e di perdita, un'anima irrequieta ed energica, che non voleva essere dimenticata.

L'adulto accarezzò il tronco di un grande albero che campeggiava tranquillamente sulla candida coltre che ricopriva il suolo, se lo ricordava più piccolo, ma poco importava.

–Atsuya... – sussurrò accarezzando la ruvida corteccia con la mano diafana, e i ricordi lo assalirono come se li riguardasse passivamente, come fosse al cinema, e la sua vita fosse solo un triste film non molto piaciuto, di cui lui era l'unico spettatore.


Due adulti sedevano su una panchina sotto un albero non molto grosso, abbracciati, osservando i due bambini che ridendo allegramente costruivano dei pupazzi di neve.

– Guarda mamma, questa sei tu! – gridò quello dai capelli rosa salmone.

– E questo è papà! – continuò l'altro, diverso dal fratello solo per i capelli del colore dell'argento più puro. I due genitori risero dell'innocenza dei loro figli, e dissero loro che erano proprio dei bellissimi pupazzi di neve.

I piccoli, gratificati, ne fecero due più piccoli, l'uno vicino all'altro.

– Lasciatemi indovinare, quelli siete voi due, giusto? – disse la donna, ricevendo in risposta grandi sorrisi e due testine che annuivano simultaneamente.


Neve, non c'era altro. Neve, neve ovunque. In qualsiasi direzione guardasse non vedeva altro che neve, cielo grigio chiaro, o altra neve ancora. Era avvolto dal bianco più assoluto, dello stesso colore delle morbide piume delle ali degli angeli. Angeli come sua madre, suo padre, e il suo amato fratello gemello.

– Atsuya-chan...

Lui sarebbe stato probabilmente quello che gli sarebbe mancato di più. Non che non volesse bene ai suoi genitori, gliene voleva eccome, ma senza il bambino dai capelli color salmone chi avrebbe giocato con lui? Avrebbe mai trovato qualcuno in grado di ricostruire quella coppia perfetta che erano sempre stati? Loro due dovevano essere perfetti, dovevano diventare i migliori del mondo nel gioco del calcio, ma ora? Probabilmente Atsuya avrebbe voluto che lui continuasse a giocare, ma dove trovare la forza? Vide l'ennesima cosa bianca volare in cielo, ma non sembrava avere la stessa consistenza della neve, e con gli occhi annebbiati dal dolore e dalle lacrime non riusciva a distinguere cosa potesse essere. Allungò una manina tremante e l'afferrò, era la sciarpa di Atsuya. Se la portò al viso e sentì il calore del corpo familiare emanato da quel piccolo ed insignificante pezzo di stoffa, ma che per lui costituiva un'ancora di salvataggio da tutto quel dolore. Se l'avvolse attorno al collo e sentì dentro di lui la presenza del fratello. Non era da solo. Lui viveva in lui. Sarebbero sempre rimasti insieme, fratello e fratello, attaccante e difensore, una coppia perfetta.


Un bambino e un fantasma. Entrambi sotto le fronde dello stesso albero ricoperto dalla neve, quello dove molte volte avevano giocato insieme, nel parchetto dove i genitori li portavano spesso nei giorni in cui non dovevano lavorare. Il bambino aveva costruito tre pupazzi di neve, due più grandi, ai lati, e uno più piccolo, al quale aveva calcato in testa un cappello e vicino al quale si era seduto. Si tolse la sciarpa che portava e l'avvolse intorno al collo proprio e del piccolo pupazzo di neve.

– Mi mancate tanto, vi voglio bene – mormorò, prima di addormentarsi con la guancia contro il pupazzo e le lacrime agli occhi.

Il fantasma lo osservò triste.

– Mi manchi anche tu, Shirou-chan... Un giorno ci rincontreremo, vedrai, speriamo solo non avvenga così presto – disse, pur conscio di non poter essere udito né tanto meno visto da nessuno.


L'uomo tolse la mano dal tronco dell'albero, e la lasciò ricadere lungo il fianco come se fosse priva di vita.

Sentendosi chiamare si voltò, e incontrò gli occhi glaciali di Yukimura. Era per lui che era venuto fin lì, in quel luogo che gli riportava alla mente tanti ricordi.

Quel ragazzo, l'aveva incontrato nella sua vecchia scuola, la Hakuren, dove aveva iniziato ad allenare la squadra del club di calcio, e lui gli aveva chiesto di farlo diventare forte, il migliore. Nel suo sguardo l'uomo aveva trovato la stessa determinazione del fratello defunto, e aveva subito acconsentito ad allenarlo privatamente. Presto si era affezionato a lui in una maniera incredibile. Sembravano fossero padre e figlio, o forse sarebbe meglio dire fratelli, data la differenza di età tra i due di dieci anni.

Grazie al ragazzo dai capelli del colore dell'oceano, l'albino aveva superato definitivamente il dolore per la perdita dei familiari. Non che l'avesse dimenticata, questo no. Solo, era riuscito finalmente a trovare qualcuno che riempisse il suo tempo come prima faceva Atsuya. Non voleva dire che l'avesse sostituito, perché questo per lui era impossibile, nessuno mai sarebbe stato come il fratello gemello perduto, per lui. Però era diventato come un secondo fratello più giovane a cui insegnare tutte le cose che lui aveva precedentemente imparato dal bambino dai capelli color salmone.

Salutò il ragazzo, gli pose una mano sulla spalla, e insieme a lui si diresse verso un campo da calcio poco distante, per poter giocare ancora insieme. 




Quando le graminacee avranno la decenza di smettere di pollinare e Seth sarà molto più felice e non continuerà a starnutire come una dannata, forse avrà la decenza di scrivere qualcosa~
Konnichiwa minna! ^^
Finalmente con la fine della scuola pubblico qualcosa, vi sono mancata? (tutti: lol, no)
Questa fic l'ho scritta di getto guardando quell'immagine di Shirou trovata su una delle tante pagine di Facebook su Inazuma Eleven alle quali ho messo pollicione in su, e neanche l'ho ricontrollata, quindi potrebbe fare (anzi, fa di sicuro) abbastanza schifo. 
Shirou è il mio personaggio preferito, non si era capito? ^^' (tutti: noooo, per niente, guarda -.-) E' così dolce, lo adoro. 
Spero che questa... cosa(?) vi sia piaciuta almeno un po', se sì (ma anche se no) lasciatemi un commentino dai, che non si sentire mai nessuno, mi pare di fare schifo (come di certo faccio) TT-TT
Kisses!! ;3

Seth ^^
   
 
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