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Autore: TeskY    09/08/2008    3 recensioni
Alessia, Giada e Talia sono tre amiche conosciutesi su internet e insieme vedranno spettacoli magnifici e incontreranno i loro idoli, beh è ancora tutto da decidere...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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~ Give Me A-A-Attention! ~


''No aspetta ripeti? Che diavolo vuol dire che il volo è stato rimandato? Ma io devo dare da mangiare al mio cane!!'' strillò Ryan nell bel mezzo dell'aereoporto, quasi sembrava una donna con tutto quel cicerare. ''Ah certo poi son io che faccio fare brutte figure a lui...'' disse Brendon a una decina di metri dal primo ragazzo, anche senza sforzarsi riusciva a sentire i ridicoli discorsi dell'amico, ''ci penso io!'' disse poi rivolto a Jon che già si gustava la buffonata che avrebbe fatto.
''Signo Ross, mi scuso a nome di tutto l'aereoporto ma... vedere come piove? non potete partire con questo tempo e poi, penseremo noi stessi a trovarvi un albergo quà vicino, non dovrete nemmeno scomodarvi a pagare o cercare un hotel e...'' d'un tratto nella discussione si infiltrò anche Brendon che col suo solito sorrisetto da ''si parlava di me?'' si schiarì la voce pronto a dire la cosa più ragionevole che serviva appunto in quel momento: ''perchè in italia date del lei? ci sono pochi uomini quì?''
Appunto... ''Bre ma sei scemo o mangi sassi in mezzo a quella cazzo di insalata? non vedi che stavo discutendo col signore?'' rispose acido Ryan.
''Ma noi siamo una band! dobbiamo prendere decisioni tutti assieme! come quattro bei fratellini intorno al fuoco che cantano con una chitarra in mano! Beh forse evitiamo il fuoco...E LEI non mi HA ancora risposto!'' rispose il ragazzo pronunciando le parole ''lei'' e ''ha'' guardando il rappresentante dell'aereoporto, eppure suonavano così male in inglese quelle parole! Come potevano portare rispetto ad una persona cambiandogli il sesso nelle frasi? Che strana l'italia...
''Beh signore non saprei... ma comunque, tornando a noi, questo è l'indirizzo dell'hotel, lì vi daranno la suite migliore che hanno, ci rendiamo conto che non è molto ma... beh è il massimo che possiamo fare per non scomodarvi...'' e detto questo il signore si sfilò dalla manica sinistra della giacca un biglietto bianco con delle rifiniture grigie, forse in rilievo, e lo porse con un gesto quasi fulmineo al ragazzo davanti a lui.
''Grazie, sono sicuro che andrà bene... a tutti e quattro'' rispose Ryan, che aveva riacquistato il suo normale tono di voce.
''Hai visto come ha tirato fuori quel coso? Bellissimo! Secondo me quello quando gioca a carte bara benissimo... Devo imparare a farlo!'' Disse euforico Brendon, possibile si divertisse con così poco? intanto da un altra parte dell'aereoporto qualcun altro aveva ricevuto la brutta notizia e non ne era rimasto tanto contento da poter scherzare allegramente su pezzi di carta tirati fuori da maniche...


''No no no no NO! Eh ma che palle!'' Strillò Alessia, quasi sbattendo i piedi a terra come un bambino.
''Eh pesciolina mi dispiace... non possiamo farci niente... hai visto che tempo fà! per lo meno hanno trovato un albergo... e ci portano pure loro con il bus! Dai domani mattina partiremo, tanto questa sera non facevi in tempo ad uscire'' La consolò sua madre, passandole una mano tra i capelli. Erano entrambe sedute su una valigia e Alessia era perfettamente a suo agio, mentre Teresa si sentiva come una bambina un pò cresciuta nel seggiolino del carrello, ri-di-co-la.
''Beh questo lo dici te... vabbè dai andiamo...'' Disse infine rassegnata la ragazza, in effetti non si perdeva niente in una sola notte, così si rialzò dalla valigia arancione e si caricò lo zaino sulle spalle per salire su quel maledetto bus che l'avrebbe portata in quel maledetto hotel.
Ok rassegnarsi ma non vuol dire che non dovesse tenere il muso.

Cinque minuti dopo Alessia, Teresa e Severino erano davanti al bus. Era di un orribile colore blu con l'enorme stemma della compagnia aerea con cui sarebbero dovuti partire ventisette minuti e nove secondi prima. Ecco un altro motivo per cui arrabbiarsi, quel blu era dello stesso colore del cielo che continuava ad illuminarsi a causa dei fulmini per poi tornare blu scuro. ''Ma che bel blu...'' disse ironica, ''scommetto che stai contanto i minuti di ritardo che faremo'' disse per cambiare discorso la madre.
''Anche i secondi se è per questo...'' rispose Alessia con un tono di voce uguale per ogni singola lettera che aveva pronunciato, se esisteva un modo per definire quel modo di intonare le parole, ''musicale'' sarebbe stato il meno adatto.
''Guarda! lo guida un fantasma!'' esclamò Severino indicando un'area simile ad una piccola stanza di vetro dove sarebbe dovuto essere il guidatore della vettura. ''Scemo ci son due posti per quidare, uno è quello e l'altro è dall'altra parte, come le metro'' disse la ragazza a pochi centimetri da lui con lo stesso tono ''non-musicale'' che aveva usato prima.
Indossava jeans neri a sigaretta strettissimi, una maglietta grigia con scritte colorate e scarpe personalizzate da lei stessa con lacci diversi l'uno dall'altro e scritte un pò ovunque, i colori predominanti erano comunque il nero e il bianco. E sicuramente non erano quei jeans stretti a darle quella sensazione di soffocamento che si ha in un posto troppo piccolo per muoversi come si vuole, infatti dall'inizio del viaggio qualcuno continuava ad urtarla e ad ogni contatto Alessia rigirava gli occhi come per dire ''E che palle! ma le mani in tasca no?''.
Gliene avrebbe dette tante di quelle che si sarebbe messo a quattro zampe per farla sedere sopra.
Un altra gomitata, ed un altra ancora, e che cavolo! ''Qustu busca botte!'' disse infine in sardo [trad. questo cerca botte] e sua madre le rispose con un'occhiada senza un espressione precisa, aveva davvero parlato in sardo? forse stava impazzendo lei... e se aveva parlato in sardo aveva davvero detto quello che aveva capito?
Quasi intendendo lo sguardo confuso di sua madre come uno sguardo di consenso Alessia si girò ed.... Ecco il finimondo.



  
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