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Autore: MrAlexander    10/06/2014    0 recensioni
Questa fanfiction parla di un improbabile viaggio compiuto dai Malandrini, in giro per l'Europa durante la prima guerra magica. Si propone come una storia dalle mille sfaccetature, che vedrà lo sviluppo di relazioni, di confronti tra diversi caratteri, di pregiudizi e... tanto altro!
Genere: Avventura, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Emmeline Vance, I Malandrini, Lily Evans
Note: Movieverse | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Io credo nell’esistenza dei momenti opportuni, Emmeline Vance sicuramente no.

Me ne accorgo proprio adesso, al suo ventesimo:
“Sicura di saper guidare?” mentre siamo qui, in piena notte, sulla mia piccola Renault che attraversiamo strade deserte e poco illuminate.
Non completamente deserte, visto che dallo specchietto retrovisore vedo quei due decerebrati di Black e Potter che mi abbagliano con i fari di quella stupida moto e mi tallonano come se dovessero tamponarmi da un momento all’altro.
Questa situazione è così surreale! Cioè non capita spesso di vedere tre ragazze più Remus Lupin, stretti nei sedili come sardine, che attraversano (con una neopatentata come me) una strada sterrata e deserta in piena notte.
Credetemi, non sono il genere di avventure che una Caposcuola responsabile affronterebbe di propria iniziativa.
Era stato il grande capo, Silente, a mandare un Patronus nella nostra stanza del dormitorio per avvertire me, Emmeline e Dani che avremmo dovuto raggiungere i ragazzi presso la statua di Barnaba il Babbeo alle 23:00 in punto, arrivare ad Hogsmande e smaterializzarci davanti il garage di casa mia!
Dopo aver ascoltato il messaggio portato dalla elegante Fenice argentea di Silente, dopo una serie di improperi vari contro Salazar, mi sono vista costretta a rivedere la mia -listapersonaledicosebizzarre- e collocare questo avvenimento al primo posto.
Ed eccoci qui adesso, con un motore sofferente a causa del mio piede pesante, la paura (o meglio il terrore) scolpito nel volto giallo di Remus,  le risate (o latrati) di Sirius che mi sfotte ad ogni cambio di marcia.
Ma cosa pretende questo stupido Black?
In fondo, è solo la mia terza guida dopo l’esame vero e proprio della patente, ed è notte!
Finalmente, anche se non so come, siamo arrivati nel luogo che Silente ci aveva indicato, la marmitta della mia Renault, butta un fumo bianco che non promette nulla di buono.
Decido di non pensarci, visto che mi  ritrovo  davanti una vera e propria “horror house”, una via di mezzo tra il sotterraneo di Pozioni, la capanna di Hagrid e casa Black di Grimmauld Place.

“Questa casa mette più paura della tua guida, Evans” riesce appena a dire Black, prima di scoppiare nel suo consueto latrato-risata
“La tua ironia si spreca Black, davvero originale” lo liquido, fulminandolo con un occhiataccia.

Faccio appena in tempo ad accorgermi che manca qualcuno all’appello e Sirius, come se mi avesse letto nel pensiero, prova a competere per il primo posto contro Emmeline Vance nella sfida -scegli il momento meno opportuno-.
Con una velocità disarmante, lo si deve riconoscere, estrae un topo dalla sua tasca  e lo infila con un repentino gesto della mano, dritto dritto dentro le mutande del povero Remus Lupin.
La risata isterica del “decerebrato capo” James Potter riecheggia nel mezzo di quello spaventoso nulla, ed è l’innesco della repressa rabbia di Remus che, levatosi il povero Peter-topo dalle mutande e lanciandolo con un gesto istintivo del braccio a metri di distanza, sfodera la bacchetta e disarma con un rapido gesto i compari decerebrati ancora paonazzi dalle risate. Emmeline si tappa la bocca cercando di trattenere le risate, o forse, in segno di rispetto del povero Remus; invece l’altra insensibile gemella Dani, non sembra essere così accorta e sembra che le risate la stiano portando al collasso. Intanto, un imbarazzatissimo e paonazzo Peter, ci ha raggiunti e mette le mani avanti per scusarsi con Remus, che lo zittisce con un rapido gesto della mano.
Fortunatamente, prima che Remus pronunci un incantesimo, sicuramente una Maledizione Senza Perdono, a giudicare dalla sua rabbia, una sagoma appare in quello scuro fitto, e riesce persino a spaventarci per un momento, prima di udire il tono gentile e divertito:
“Uno scherzo tanto spiritoso, quanto subdolo Signor Black”
Il professor Silente appare sorridente, avvolto nel suo abito grigio perla che nell’oscurità riusciva persino a confondersi con la folta barba.
Remus avvampa, Sirius sorride sornione. Silente fa cenno di seguirlo dentro la casa, illuminata da poche candele, come se dentro si tenesse qualcosa di segretissimo.
 
Il fatto che immediatamente entrata mi stupisce di più, non è vedere tutto l’Ordine della Fenice al completo (che mi aspettavo di trovare, data l’ora e il posto così improbabili) ma sono  i miei genitori babbani seduti tranquillamente a bere un caffè e a conversare con un sempre più stravagante Elphias Doge, faccio per avvicinarmi a loro ma il professor Silente prende subito la parola:

“Cari ragazzi, scusateci se non vi diamo nemmeno il tempo di discutere con i vostri cari ma aspettavamo proprio voi per iniziare. Purtroppo le notizie che devo riferirvi non sono delle migliori.
Il Ministero della magia sta cadendo, i Mangiamorte sono infiltrati ovunque. Sono riusciti ad infiltrarsi al Wizengamot, al Ministero e persino ad Hogwarts”

 
Un brusio di assensi, fa da eco alle parole del preside, Silente aspetta qualche secondo e continua:

“L’ordine ha una missione molto importante da affidarvi cari ragazzi, che dopo moltissime consultazioni ci sembra la più consona, anche se non la meno stravagante, devo ammetterlo. Dovrete affrontare con mezzi di trasporto babbani un lungo viaggio per l’Europa, con delle mete già prefissate da me ed Alastor, per incontrare dei nostri vecchi amici alleati e reclutare giovani maghi che possono esserci utili per questa guerra; sono ragazzi proprio come voi che hanno studiato magia con insegnanti privati ma validissimi, che conoscono Hogwarts e il suo sistema, ma che non hanno avuto la fortuna di farne parte per vari motivi, soprattutto geeografici. Ormai fate parte dell’Ordine da quasi un anno, sapete i criteri di scelta per essere dei nostri, purtroppo noi dell’Ordine non possiamo spostarci per non dare troppo nell’occhio, ma questo reclutamento è ormai necessario. Pensiamo che Voldemort stia facendo lo stesso tramite i suoi, e che i metodi non siano dei più ortodossi quindi, ragazzi miei, siate più veloci di loro e siate più convincenti, perché se qualcuno dovesse rifiutarsi di schierarsi dalla loro parte, non esiterebbero ad uccidere. Tenete gli occhi aperti, se riceverete dei no come risposta limitatevi ad obliviare la loro memoria. Questa guerra, riguarda tutto il mondo magico, non solo i maghi vicini alla sede del Ministero.”

Silente appare calmo come al solito, però il suo tono è deciso e consapevole, come se dall’esito della nostra risposta dipendesse qualcosa di veramente importante, qualcosa che non può più essere rimandato.
Che  Voldemort divenisse ogni giorno più forte, bastava leggere la Gazzetta del Profeta per capirlo, dove le uccisioni e le scomparse di babbani erano ormai all’ordine del giorno. Guardo per un attimo mia madre, che caccia indietro le lacrime ma riesce a mantenere il suo sguardo  orgoglioso su di me, ed in questo momento è come se fosse una Leggilimens potentissima.
Riesce a leggermi dentro, a guardare e scrutare in silenzio senza spostare e fare niente, lasciarmi libera scelta se combattere questa battaglia o no. Proprio questo sguardo mi da la forza di parlare per prima. Mi chiedo, per quanto tempo ancora, lei e papà saranno al sicuro con le risorse che l’Ordine ha adesso?


Quindi sì, questa battaglia deve avvenire adesso ed io la combatterò, la combatterò fino alla fine:
“Io ci sto professore.”
Ci sto per mia madre, per mio padre, per Petunia, per lo stupido fidanzato di Petunia che lavora nella ditta di trapani e si crede il re del mondo. Ci sto perché noi Sanguesporco, che abbiamo ricevuto il prezioso dono della magia, non dovremmo vergognarci della nostra bacchetta.


Lo sguardo stupito di James credo che non lo dimenticherò, anche se dura effettivamente un secondo, prima di urlare:
“Anche io!”
“Naturalmente, anche io” dice Sirius , dando una pacca poco amichevole a James e continuando a dondolarsi sui due piedi della sua sedia.
 “Ci stiamo anche noi!”  trilla un pò troppo euforicamente Emmelline.
Resta un titubante Remus, che però sembra meno restio dopo lo sguardo dei Malandrini che intendeva, senza mezzi termini, qualcosa tipo
-se dici di no ti ammazziamo-
, ed il mio sussurro: “Non azzardarti a lasciarmi sola con quelli lì”.
Ed, in un tempo minore del previsto, riesce a sussurrare un impercettibile:
“Andata.”  
Seguito da un cenno di assenso di Peter.

Quindi il professor Silente, allargando ancora di più il suo sorriso, riprende a parlare con fare calmo:

“Bravi ragazzi, io conto su di voi. Sappiate che vi aspettano dure prove, e dovrete mimetizzarvi con i babbani, cercando di non far mai saltare la vostra copertura. So che la signorina Evans e il signor Black sono gli unici ad avere la patente di guida babbana e confido che si organizzeranno al meglio nella guida del veicolo che vi abbiamo assegnato. Cioè una roulotte, a cui è stato applicato un Incantesimo di Estensione Irriconoscibile, ognuno quindi avrà i suoi spazi, viaggerete comodi e non darete nell’occhio. E’ fondamentale che il viaggio si svolga durante le vacanze di Natale che inizieranno domani e che voi, siate di ritorno per giorno 4 gennaio direttamente a Hogwarts.”

Ora, non so spiegarmi se la botta più forte provenisse dalla notizia che Black abbia conseguito la patente di guida babbana e quindi dobbiamo “organizzarci” con i turni di guida, oppure l’idea del viaggio in roulotte, che comporta la malsana idea di condividere gli spazi vitali con 4 ragazzi, fatto sta che questo discorso non mi piaceva affatto. A tagliare corto, come al solito, è Alastor Moody che con il suo occhio rotante stava benissimo con l’effetto tetro delle candele che aleggiavano alle sue spalle.

“Partirete domani mattino, 21 dicembre, VIGILANZA COSTANTE!”

Appena finita la riunione, corro ad abbracciare forte mamma e papà:
“Mi mancherete questo Natale…. anche Petunia”
“Tu mancherai a noi piccola, ma facendo quello che stai per fare, renderai migliori i Natali che verranno, non solo i nostri, ma quello di migliaia di persone, questa guerra è anche un po’ nostra…” dice mio padre abbracciandomi.
Mio padre è sempre stato convinto che la guerra di Silente per proteggere i babbani è l’ultimo baluardo della speranza, e quindi vuole essere partecipe di ogni cosa, informarsi e conoscere, perché dice che il genere umano è tutto uguale quando si tratta di crudeltà.
Così li abbraccio per l’ultima volta, e sopra la spalla di mia madre, vedo Remus che sta facendo lo stesso con la sua di madre, che piange come se non potesse fermarsi.
La madre di Remus, ormai vedova da quasi un anno, sa anch’essa che la battaglia che Remus combatte è necessaria; necessaria per il futuro di suo figlio affinché non venga considerato un reietto, affinché possa avere una famiglia e un lavoro dopo la maledizione che gli toccò in sorte, ha esattamente la stessa consapevolezza di mio padre, che anche se le cose vanno malissimo, bisogna credere che cambieranno, che esistono sempre due strade e spesso la strada giusta coincide con la più dolorosa. In questo preciso momento, la  strada giusta è fidarsi.
Fidarsi di Silente, che aveva fornito al suo Remus le aspettative di qualsiasi altro ragazzo, che era riuscito ad andare oltre le apparenze e a guardare dentro l’animo di un ragazzo che dentro ha tanta poesia e tanta sofferenza.
Anche il viziatissimo Potter abbraccia sua madre, che lo riempie di soldi babbani e gli fa delle raccomandazioni che sa di certo, verranno puntualmente ignorate.
Si sa che Potter, essendo figlio unico, è viziato fino al midollo, però oltre tutti i suoi difetti, Potter ha il pregio di pensare oltre ciò che giova a se stesso. L’ha fatto con Remus sette anni fa, quando seppe il suo segreto, continua a farlo oggi in una battaglia che non lo tange data la sua condizione di Purosangue. Black stringe la mano al signor Potter, ormai suo “padre putativo”.
Le gemelline Vance, più in la sono impegnate in un abbraccio di gruppo con loro padre - vedovo ormai da quasi un anno e due mesi a causa del Mangiamorte  Macnair- lo sguardo del signor Vance, il ricco Purosangue filantropo non è più lo stesso da quando sua moglie è stata assassinata. Peter invece, riesce a suscitarmi un sacco di tenerezza, è solo, mi rendo conto solo adesso di sapere poco e niente sul suo conto, so che suo padre era un mago che spezzò la bacchetta in un momento di ubriachezza e sua madre una casalinga babbana disperata che passa le giornate davanti il televisore a guardare “Streghe per amore” infischiandosene di sapere se suo figlio respira ancora.
Potter deve aver notato la solitudine dell’amico e passandogli un braccio intorno al collo, tra tutte le frasi che potrebbe scegliere per consolarlo, dice solamente:
“Andiamo a fare le valigie topastro, porta la tua chitarra, ci sarà da divertirsi”
 
E mentre lo trascina con sé, mi riserva il solito odioso occhiolino. Ma sono davvero sicura di poter affrontare questo viaggio?
  
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