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Autore: Tom Kaulitz    10/06/2014    0 recensioni
"Mi guardò coi suoi occhi color del ghiaccio. Se non lo conoscevi, dentro ci vedevi una durezza quasi aliena. Una durezza bella, una bellezza di pietra, perfetta. Se guardavi meglio riconoscevi un angelo, un angelo dalle bellissime ali bianche che si sedeva accanto ad una tigre, bianca anch'essa, fiera. A quel punto lui di solito distoglieva lo sguardo. Ma quel giorno decise di aprirsi a me e mi fissò le pupille, come fulminato. Ebbi modo di vedere l'angelo scoppiare in lacrime e la tigre che lo guardava dall'alto. D'un tratto, la tigre si trasformò in un angelo dalle ali più piccole, che fece alzare quello piangente. Si guardarono negli occhi. In quel momento il Tom del presente mosse il piercing con la lingua e mi ridestai."
Per ora la storia è ferma, ma rispondo sempre a messaggi e recensioni per chiarimenti, scusate :(
Genere: Azione, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Salve a tutti! Oggi capitolo da cui parte tutta la storia. ♥:D
Buona lettura ♥



Lass dich zu mir treiben,
Ich lass mich zu dir treiben.

(Fatti portare da me,
Io mi faccio trascinare da te.)

-1000 Meere (1000 Oceans)

 

 

 

Tom era sempre stato diverso da lui, pensò Bill mentre leccava la sua opera d'arte: un segno rosso quasi viola impresso sulla pelle della ragazza sotto di lui.
Era più riflessivo, meno impulsivo, ma allo stesso tempo più malizioso e più, come dire, pervertito. Bill non lo era perché si sfogava portandosi in camera qualche ragazza. Tom, invece, da quella volta..

*Flashback.
-Ria, ti prego- cercò di fermarla Tom, mentre lei lo portava al muro per baciarlo. -Ria, Ria, fermati- Accidenti, da sobria era un tantino meno forte. -Ria non qui! No!- Ma lei gli aveva già rotto la maglietta, buttandola per terra. Anche se coi sensi annebbiati, le vide subito, la bocca spalancata dallo stupore. In un vortice di piume dorate Ria perse i sensi e cadde a terra. Tom era sparito, riapparve in un bosco a lui sconosciuto. Imprecò in tedesco un paio di volte prima di rialzarsi dalle ginocchia. Quando un ultimo -Scheisse- squarciò il silenzio un tuono illuminò il cielo.
Fine Flashback*

 

Da allora si era promesso di rimanere casto e puro, in attesa. Come faceva, pensò Bill percorrendo con la mano tutto il ben di Dio sotto di lui, non l'avrebbe mai capito. Per lui non era un problema.

Bill, sei sempre il solito, pensi solo a QUELLA COSA.

Fece una breve risata, per poi rispondergli.
Devi capirmi, sopravvivenza. Gli umani in questo frangente sono quasi meglio di noi.
Parola all'intenditore.
Stai zitto, mi distrai. Abbi rispetto di lei.
Certo, fai pure, ma non voglio vedere immagini sconce perciò tieni a freno la mente, grazie.
Bill alzò gli occhi al cielo sorridendo.

 


Era da tutta la mattina che Medea aveva mal di schiena, fra le scapole in particolare: Sembrava esserci del marmo all'interno..
Seduta com'era sulla sedia sembrava aver inghiottito un bastone. Leslie le chiedeva ogni 10 minuti se stesse meglio, e Jessica, una compagna di classe, approfittava dell'intervallo di tempo per chiederle esattamente la stessa cosa.
Leslie, da parte sua, era molto impaziente di arrivare al cambio dell'ora perchè avrebbero avuto Latino (materia tanto affascinante quanto utile, a detta di Medea), dato che segretamente era innamorata di Bill, col quale avrebbero avuto la lezione in comune, assieme a suo fratello, di cui in realtà non sapevano ancora il nome.

La campanella suonò, e tutti uscirono velocemente.

Era una bella giornata, perfetta per uscire...La mora sospirò entrando in classe, e una fitta la fece gemere, e Leslie la guardò carica di preoccupazione.

Medea si sedette lasciando un posto libero accanto a sé per Leslie, che preferì mettersi nel banco davanti a lei facendole l'occhiolino. Medea sapeva che stava pensando tutto il tempo ai due gemelli, cosa che del resto non riusciva a non fare neanche lei. Come l'aveva guardata il rasta... Aveva fatto qualcosa di sbagliato?
In quel momento entrarono. C'erano giusto due posti liberi: Bill si sedette più avanti, e l'altro...
Medea si girò. Le prese un colpo: c'era il rasta accanto a lei che prendeva i libri dallo zaino, lo sguardo basso. Appena percepì di averla spaventata la guardò e sorrise.
-Oh, scusa, non mi avevi visto?- Medea sorrise arrossendo -Già-
-Mi chiamo Tom- le sorrise porgendole la mano. -Oh, io Medea.- sorrise anche lei stringendogliela.
-Hum.. Medea non era quella strega che per vendetta regalò a colui che aveva amato una corona che prese fuoco? Tutto ciò per vendetta?-
-Oh, io non credo a queste cose..- Ammiccò.
-Dovresti scegliere in cosa credere e in cosa no, sai?- Medea lo guardò, sopracciglia alzate. -Ci penserò-. Lui sorrise timidamente guardando contorcersi le sue mani, le braccia poggiate al banco.
-Come mai stai così innaturalmente dritta?-
-Mh, mi fa male la schiena, in mezzo alle scapole in particolare.. Mi ci sento dentro come pietre..-

Tom giocò col piercing, la fronte aggrottata.
-Dopo mi fai vedere- le disse. Lei, incredula, si girò verso di lui mormorando un -Okaay- Tom, notando la sua frase ambigua di prima si mostrò imbarazzato e aggiunse:
-Beh sai è che... Ho avuto anche io la stessa cosa e ci sono alcune cose da cui si può riconoscere cosa è precisamente a farti male, e io lo so.. Ti aiuto.. Se sei d'accordo..-
-Certo- Lui involontariamente sorrise malizioso guardandosi le mani.

Tom, stai attento.

Ma cosa dici Bill! Voglio vedere se è quello... Si insomma QUELLO!

Medea fu turbata, riusciva, come sempre, a sentire tutto. Tom lo notò. Non le disse nulla.
-Medea- la chiamò -Stai bene?- Lei scrollò le spalle. Nel farlo, una fitta la prese e si lamentò sorridendo: -A parte questo mal di schiena bene-
Tom abbassò gli occhi e sussurrò -Ti capisco-. Stettero per un po' in silenzio ad ascoltare la lezione (o a far finta di) fino a quando la campanella suonò e si alzarono. Rimasero a mettere a posto gli zaini fino a quando furono soli nella stanza lei, Tom e Bill. Allora Tom iniziò: -Vieni che devo vedere.- Lei si girò, preoccupandosi se dovesse togliersi la maglietta davanti a due ragazzi che aveva conosciuto da poco, anche se non sembravano molto pericolosi in quel senso. Tom sorrise e disse -Non ti preoccupare posso anche solo alzartela la maglietta- Bill guardò da un'altra parte e rise il silenzio.

Tom alzò la maglietta di Medea, che indossava una gonna di pizzo nera con sotto delle calze a rete fitte, la solita felpa larga e i capelli lunghi sciolti. Dovette spostare i capelli, cosa che fece con attenzione. Si avvicinò anche col corpo per esaminare meglio l'area, Medea poteva sentire il suo respiro caldo sulla schiena che le fece venire la pelle d'oca, una piacevole sensazione, constatò lei. Tom, come se l'avesse capito, espirò più forte sorridendo.

D'un tratto il suo sorriso si spense, restò immobile, chiamò Bill mentalmente. Lui venne, e rimase fermo a fissarle la schiena. -Cosa c'è?- chiese lei. Quando il silenzio si prolungò, prese l'iniziativa e si toccò il punto dolorante per poi sobbalzare e girarsi di scatto, un dolore improvviso l'aveva colpita. Rimase lì a fissarli con gli occhi spalancati, una piuma blu scura in mano. Loro fecero lo stesso. Un silenzio imbarazzato e gelato s'impossessò della stanza. Bill fu il primo a riprendersi e a parlare. -Dovrai sapere un po' di cose, prima che crescano del tutto e tu non possa tornare indietro. Puoi scegliere.-

-Io...ho...le ali...? Blu scure, per di più?- Annuirono, ancora scioccati. -Vedi, dappertutto si trovano angeli: Alcuni lo sanno, altri no. Quelli che lo sanno è perchè sono spuntate, quelli che non lo sanno erano come te prima.. di questo. Quando un angelo già formato si è trovato nelle tue vicinanze, il tuo spirito l'ha percepito e ha fatto crescere le ali. Adesso non sono del tutto cresciute, puoi scegliere da che parte stare.- Le porse la mano -Se vuoi essere un angelo devi sapere alcune cose, che possiamo dirti. Se no, ti aiutiamo a tornare come prima.-
Lei, prima di prenderla chiese: -Ma voi...siete..?- -Si, lo siamo anche noi.- Risposero mestamente.
Lei lentamente prese la mano di Tom stingendola e guardando le loro mani unite che combaciavano perfettamente. -Okay, sono pronta. Ma sappiate che leggo anche io nelle vostre menti e sento cosa pensate-

Bill e Tom si sorrisero, fieri.

 

 

-Ahia!- Si lamentò Medea -Sembra mi stai spulciando!- Tom rise, le mani nelle sue ali, intento a mettere a posto le piume che, ribelli, sarebbero se no cresciute storte.
Era seduta sul letto di Tom, a casa sua e di Bill, mentre lui era a gambe incrociate dietro di lei per poter accedere meglio alla sua schiena.
-Dai ma essere angelo non è così male come pensi tu... Puoi volare, leggi nella mente della gente...Puoi comunicare con noi tramite pensiero, puoi fare foto artistiche e poi dire che è stato photoshop...-
Medea rise -Ah, tu l'hai fatto?- -Beh, è sexy vedere un ragazzo senza maglietta e con le ali..- -Presuntuoso.- Lo canzonò lei, girandosi per guardarlo mentre stuzzicava con la lingua il labret, cosa che mostrava quanto fosse concentrato. Però se lo faceva sorridendo era veramente sexy, anche con la maglietta. Si ricordò che sentiva i suoi pensieri e le andò la saliva di traverso, dovette tossire un paio di volte per poi girarsi a guardare male Tom che rideva sotto i baffi.
-Senti, sarebbe carino se uno avesse un po' di privacy nei pensieri. Dopotutto, non è colpa mia se vengono fuori certe frasi.- - Ovvio- rispose lui -E non puoi farci niente- le fece l'occhiolino.
-Sai, sentivo i vostri pensieri anche prima di rendermi conto di ..questo. Pensavo di essere pazza.-
-Immagino quante figure avremo fatto, siamo gli unici qui in zona.-
-Ma perché siete qui? Voglio dire, non esiste una specie di quartier generale...?- Si dette mentalmente uno schiaffo per il paragone orrendo che aveva fatto e vide Tom incupirsi leggermente -Tutto a suo tempo Medea, tutto a suo tempo- sussurrò concentrato.

-Finito!- annunciò poi abbracciandola da dietro. Lei sorrise teneramente e si alzò non appena lui fece lo stesso. -Sono già un po' cresciute, lo sai?- Le sorrise con quel suo sorriso da bambino che Medea iniziava ad amare. -Non so se essere contenta o no.. Come le nascondo?- -Beh, in inverno ti metti le felpe larghe, cosa che fai già, in estate devi andare in spiagge deserte, apposta per noi, e quando vai in giro per la città ci sono dei tempi limitati in cui puoi renderle invisibili. Dai, per tutti i vantaggi che ti ho elencato prima nevale la pena, no?- Le spiegò Tom.
-E come si sceglie il colore delle ali? Voglio dire, tu oro, Bill nere e io blu scuro..- Tom s'illuminò, come preso da un'idea. Corse verso la libreria – come minimo del Settecento – e ne estrasse un libro polveroso che aprì alle prime pagine.

Ammiccò, guardò Medea per poi farle vedere la pagina sorridendo malizioso. C'era scritto:

"Il colore delle ali viene assegnato in base al carattere e alle caratteristiche fisiche della persona, se ha i capelli scuri è più probabile le ali siano di un colore scuro che s'intoni. Le femmine hanno le ali leggermente più piccole e più delicate dei maschi.

 

Ali Nere → Misteriosità, Timidezza, Impulsività.
Ali Bianche → Semplicità, Bontà, Allegria.
Ali Oro → Malizia, Sensualità, Riflessione, Egocentrismo.
Ali Rosse → Ira, Irascibilità, Ali tipiche dei paesi nordici.
Ali Blu Scuro → Fedeltà, Sincerità, Perseveranza, Ottimismo.
..."

 

Lei lesse e poi scoppiò a ridere -Tu sei.. vediamo... Egocentrico... in realtà mica tanto questo..è più Bill..Sensuale... - Sbirciò la sua reazione, Tom aveva un sorriso malizioso in faccia. -Riflessione... sei riflessivo, beh questo può darsi... Malizia. Basta guardare il sorriso che hai e si capisce che questo libro ha azzeccato.-
Lui incrociò le braccia facendo finta di essere irritato -Allora? Tu sei.. Fedele, Sincera, Perseverante, Ottimista.- Rimase in silenzio.
-Aaah non sai cosa dire eh?- Tom si vide sconfitto e divenne tutto rosso.
Che carino... pensò Medea.
Si lo so sono carino. Pensò lui.
Medea arrossì a sua volta.
Che carina...
Si lo so sono carina. Rispose lei.
Tutto questo successe in silenzio, tramite pensieri. Dopo poco scoppiarono a ridere.

Prima che Tom se ne potesse rendere conto Medea lo abbracciò teneramente e gli sussurrò nell'orecchio -Grazie per tutto ciò che fai per me-
Tom la strinse forte e rispose anche lui sussurrando -Ti voglio bene- e la annusò, i suoi capelli neri profumavano come sempre. Anche lei lo annusò, aveva un odore tutto particolare, tutto di Tom. Rimasero un pò così, i corpi vicini, fino a quando si staccarono sorridendosi e scesero le scale per andare in salotto, dove Bill guardava la tv a gambe incrociate sul divano. Medea colse la palla al balzo e si sedette accanto a lui rubandogli una patatina dalla ciotola che teneva in grembo. Bill gli sorrise e chiese a loro -Crescono bene le ali?- -Oh si, lo spulciamento è andato a buon fine.- Rispose Tom ironico soppesando la parola “spulciamento”. Medea gli tirò un pugno amichevole sul braccio.

Dal giorno in cui aveva scoperto di essere un angelo a tutti gli effetti, cioè il giorno prima, si era trasferita dai ragazzi e ormai sembrava che si conoscessero da una vita, erano tutti completamente a proprio agio, sapendo che “tra angeli avevano talmente tante cose in comune..” come aveva detto Bill quella mattina.
Medea si chiedeva se uno di loro avesse una ragazza, e la risposta venne subito dopo, via pensiero. (Lei doveva ancora abituarsi al fatto che tutti i pensieri erano in comune)..

No, Medea. Fece Bill, incantato dalla tv.
Ma perchè? Voglio dire... piacete a mezza scuola..
Tom sogghignò e rispose.
Ti pare facile nascondere le ali in OGNI MOMENTO? Medea capì e sorrise guardandosi le mani. Non ci aveva pensato...
Solo Bill lo può fare, ma sarebbe un colpo per la sua ipotetica fidanzata sapere che è un angelo.. la maggior parte della gente – come te prima – non sa e non crede che noi esistiamo. Aggiunse Tom poi.
-Come, Bill lo può fare?- disse a voce alta Medea, stupita.
-Vedi, ogni angelo ha un potere particolare, lui ha la rara facoltà di potersi traformare in qualsiasi cosa voglia. E diventa semplicemente sé stesso senza ali. Pratico, no?- Disse Tom invidioso.
-Di solito il potere viene fuori dopo un bel po' di tempo, e arriva un arcangelo in sogno che te lo spiega... Perciò per il tuo bisogna aspettare- Le sorrise.
-Il tuo quale è?-
-Io posso muovere le cose senza toccarle.-
-Utile.- disse Medea.
-Aspettiamo di vedere il tuo e poi si vede quale è meglio.-
-E' una sfida?- Medea ridusse gli occhi a fessura.
-Credo di si.-
-Accetto-.

Bill intanto cercava di trattenere una risata e gli altri lo guardarono male.

  
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