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Autore: TheMadDollhouse    10/06/2014    4 recensioni
Il figlio di Ade e il figlio di Poseidone. Nico di Angelo e Percy Jackson, non sarebbero dovuti mai nascere, e probabilmente non avrebbero neanche dovuto incontrarsi. Invece si troveranno a passare insieme un Natale pieno di sorprese.
Ecco una fanfiction su un OTP che non viene, stranamente, shippata troppo: la Pernico (Anche detta Percico). La storia è ambientata più o meno dopo la Battaglia del Labirinto, ma ovviamente è solo ispirata alla storia originale e mi sono permesso di cambiare un paio di cose. È la mia primissima fanfiction, non lapidatemi.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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So a cosa avete pensato, ma tranquilli, per la maggior parte del tempo abbiamo parlato del più e del meno. Una volta, invece, abbiamo avuto una conversazione seria

"Senti Percy...stavo pensando ad una cosa"

Cominciò Nico.

"Cosa?"

"Non credi che forse stiamo correndo troppo?"

Non sapevo cosa dire, così continuò

"Sì insomma, io non sono bravo in queste cose, ma credo che dovremmo conoscerci meglio, e poi c'è anche il fattore Annabeth"

Annabeth. Era vero. Cosa le avrei detto? Avrebbe capito? Cercai di togliermi quel pensiero e risposi

"Ok, Nico, una cosa per volta, neanche io sono bravo con le relazioni, per niente. Credo che potremmo cominciare col parlare di noi"

"...Ok, fammi pensare. Ahn ecco, come vai a scuola?"

"Cambiamo argomento, per favore?"

"Perché?"

"No, niente. Solo che sono stato espulso da tutte le scuole in cui sono andato"

Nico si mise a ridere

"Ehi!"

"Scusa Percy, perché?"

"Risse, esplosioni, battaglie con le professoresse di matematica. Roba da poco"

Continuò a ridere, ma non mi arrabbiai, finalmente eravamo riusciti a non parlare del tempo. E vederlo ridere era davvero una cosa stupenda. Quando rideva gli occhi sembravano illuminarsi.

Poi sentii un rumore

"Hai sentito Nico?"

"Ehm, sì. Era il mio stomaco che brontolava"

Guardai l'ora

"Sì in effetti è ora di pranzo, ti va se usciamo a mangiare qualcosa?"

"Percy, non sarà mica un appuntamento?"

Chiese Nico con un sorrisetto malizioso che non mi piaceva per niente

"No! Solo due amici che escono a mangiare"

"D'accordo"

Stava ancora sorridendo.

*

Uscimmo di casa e ci fermammo in un McDonald's. Presi hamburger e patatine fritte per entrambi, Nico aveva l'aria di uno che non mangiava certe cose da tanto tempo, infatti si ingozzò, io non fui da meno. Dopo che i nostri stomaci furono pieni di quel cibo sano, uscimmo dal Fast Food e camminammo fino a Central Park. Anche senza il discorso sull'andarci piano, non ci saremmo MAI tenuto per mano, era fuori discussione. Ci sedemmo su una panchina, dall'altra parte c'era un gruppetto di ragazzine che ridevano come oche, forse di noi, ma sinceramente non me ne importava, dovevo chiedere una cosa a Nico.

"Ehm Nico, so che questo NON è un appuntamento, ma ti stai divertendo?"

"Sì, quell'hamburger era delizioso"

"Sai, avrei una cosa da chiederti..."

Nico non rispose, così continuai il mio discorso

"Che ne dici di passare il Natale con la mia famiglia? Sono sicuro che ti divertiresti"

Nico sembrava abbastanza scettico, lo guardai con gli occhioni più dolci che riuscii a tirar fuori

"Percy, sei sicuro che ai tuoi vada bene? Loro non sanno cosa c'è tra noi"

Poi sembrò che Nico avesse detto la cosa più strana del mondo, e si corresse

"Non che ci sia qualcosa!"

"Non c'è bisogno che lo sappiano, ti presenterei come amico, tanto a mia madre farà piacere avere un ospite in più"

Non lo avevo ancora convinto, glielo leggevo negli occhi. Quelle oche continuavano a ridere. Di solito non mi fanno i complimenti per l'autocontrollo, perché sono abbastanza impulsivo. Abbracciai Nico forte, lui sembrò confuso poi mi baciò.

"E va bene, basta che non ti metta a baciarmi davanti ai tuoi genitori"

"Non ti prometto niente."

Mi alzai dalla panchina e aiutai Nico a rialzarsi porgendogli la mia mano, lanciai un'occhiata a quelle ragazze. Avevano tutte la bocca aperta e gli occhi sgranati, probabilmente perché stavo ancora tenendo la mano di Nico, ma ripeto, non me ne importava.

*

Arrivammo a casa e dato che ormai si era fatta ora di cena, ordinai una pizza. Sì, diciamo che a mia madre non avrebbe fatto piacere  che mangiassi tutte quelle schifezze. Ma ehi, lei non c'era!

Dopo aver finito ci mettemmo a guardare la TV, anche se in realtà ci guardavamo più di quanto guardassimo lo schermo. Ad un certo punto Nico mi disse

"Senti Percy, so che questo non era un appuntamento, ma mi sono divertito tanto con te"

Gli brillavano gli occhi mentre lo diceva, e mi scappò un sorriso

"C-che c'è? Perché ridi Percy?"

"Mi fai ridere tu"

"COSA!?"

continuai a ridere

"Non ti arrabbiare Nico, è solo che vuoi passare per duro, ma sei un pezzo di pane"

Il figlio di Ade brontolò.

"Posso farti una domanda, Nico?"

"...ok"

"Da quant'è che hai una cotta per me"

Il sugo di pomodoro della pizza era meno rossa del viso di Nico in quel momento.

"B-beh, da un po'"

"Cosa vuol dire un po'?"

"Sei insistente"

"Lo so, dai dimmelo"

"DALLA PRIMA VOLTA CHE TI HO VISTO COMBATTERE, sì insomma mi sei sembrato forte...e carino"

Dissi una cosa molto intelligente

"Oooh"

"Non fare il baccalà, Percy, che nel tuo caso non sarebbe impossibile, me lo hai chiesto, e io ho risposto"

"Dai Nico, non prendertela"

Ma prima che finissi la frase, Nico se n'era già andato in camera mia, lo seguii di corsa, lui si voltò e , ovviamente, inciampai e caddi su di lui.

Mi ritrovai a 2 centimentri dal suo viso

"Ti avverto Percy, abbiamo detto di andarci piano, quindi non osare bacia..."

Lo stavo già bafiando, mi spinse via, ma non con rabbia.

Era già tardi ed ero stanco

"Nico, io vado a dormire, ho un sacco a pelo, se vuoi puoi dormire nel mio letto"

"Oppure..."

Non capivo a cosa si riferisse

"Oppure cosa?"

"Potremmo dormirci in due in quel letto, è abbastanza grande, insomma non sono mica Clarisse"

"Hahahah, va bene, se ti va dormiamo insieme, anche se potrebbe compromettere il concetto dell'andarci piano"

"E chi ha detto che dobbiamo fare qualcosa?"

"No, niente"

Mi misi a ridere.

Gli passai il pigiama più piccolo che avevo, gli stava comunque un po' largo. Ci mettemmo comodi sul letto. Pensai che dovessimo rimanere davvero nell'idea di andarci piano, alla fine fu Nico a baciarmi, e io non potei fare a meno di rispondere al bacio. Non ho intenzione di parlarvi di lungue danzanti o cose del genere, perché non saprei come farlo. So solo che quei baci mi piacquero molto.

   
 
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