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Autore: Occhi di nebbia    10/06/2014    18 recensioni
“Fu mio fratello ad insegnarmi che dalla vita ci si può aspettare tutto e fui io ad impararlo nell'attimo in cui lui morì.
È assenza ormai. La sua morte mi ha fatto assaggiare la brutalità e l’amarezza dell’assenza.
La morte trasforma ogni istante in un elemento di vuoto, assenza di qualcosa che riempiva i tuoi pensieri, ed ora non c’è più.*
E Fred non c’è più. Non c’è proprio più. Io l’ho visto morire sai, con quel sorriso congelato sul volto.
Da lontano l’ho visto cadere distrattamente in mezzo ad una battaglia che non distingueva più i buoni dai cattivi.
Ma io sapevo bene chi erano i cattivi. E loro avevano ucciso mio fratello senza che io abbia potuto dirgli addio.”
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Manchi

 

Caro Diario,
non pensavo avrei mai scritto un diario ma eccomi qui che non so fare nient’altro se non cercare di parlare ad uno stupido quaderno solo perché non ho la forza di farlo ad alta voce.
Sono passati ormai due anni da quando è morto, ma ancora mi scopro a pensare a lui come se fosse ancora vivo.
Era stato difficile da accettare e forse non l'ho ancora assorbito fino in fondo il colpo di averlo perduto così, da un giorno all'altro.
Una guerra, una fottuta guerra che gli costò la vita.
Non ci fu propriamente un momento in cui io e lui decidemmo di partecipare. Ci sembrava giusto così.
Dovevamo difendere con le unghie e con i denti tutto quello in cui credevamo.
Voldemort, sì proprio lui, ora non ha più senso averne paura, si stava prendendo il nostro mondo e noi non potevamo permetterglielo.
Non avevo però valutato le conseguenze. Non avevo affatto pensato che saremmo potuti morire.
Ma soprattutto non avevo messo in conto che uno di noi due avrebbe dovuto imparare a vivere senza l'altro.
Poi quando la guerra finì tutti erano al settimo cielo: avevamo vinto ma io no, io avevo perso quello che per me valeva di più.
Mi ero dimenticato perché valesse la pena vivere.
Fu mio fratello ad insegnarmi che dalla vita ci si può aspettare tutto e fui io ad impararlo nell'attimo in cui lui morì.
È assenza ormai. La sua morte mi ha fatto assaggiare la brutalità e l’amarezza dell’assenza.
La morte trasforma ogni istante in un elemento di vuoto, assenza di qualcosa che riempiva i tuoi pensieri, ed ora non c’è più.*
E Fred non c’è più. Non c’è proprio più. Io l’ho visto morire sai, con quel sorriso congelato sul volto.
Da lontano l’ho visto cadere distrattamente in mezzo ad una battaglia che non distingueva più i buoni dai cattivi.
Ma io sapevo bene chi erano i cattivi. E loro avevano ucciso mio fratello senza che io abbia potuto dirgli addio.
Lui mi manca e io non so cosa fare. Sono chiuso nel mio dolore e sono tutti così, non credere.
Mamma, papà, Ron, Ginny, Percy, Bill, Charlie e me.
Tutti quanti zitti per paura di scoppiare in lacrime e nessuno che ne parla, perché affrontare l’argomento renderebbe molto più vera la sua morte. E nessuno di noi pensa che Fred sia davvero morto, nessuno. Lavorando nel negozio mi guardo sempre intorno e mi sembra di vederlo dietro ogni scaffale. Non c’è.
Vorrei dirgli che mi manca, vorrei dirgli di smetterla di essere morto e di venire qui.
Vorrei tanto parlargli ancora, ma mi sentirà da lassù?
Io ci provo. Tanto cos’ho da perdere ormai?

Caro Fred, manchi, manchi troppo.
Le ore sono vuote senza te.
Dolore.
Lacrime.
Forse avresti sofferto di più se fossi morto io ma ora nulla vale la pena se non è condiviso con te.
Sai, in fondo sono quasi contento che tra noi due sia morto tu, non avrei mai voluto che tu soffrissi come so soffrendo io.
Un dolore atroce, un peso dentro il petto che non se ne va.
Tu invece sei andato via da me.
Eri tutto per me, eri la mia metà; tu e io ci completavamo, bastava uno sguardo e ci capivamo all'istante;
eravamo legati da un filo che nessuno avrebbe mai spezzato.
Ma chi immaginava di dover fare i conti con la morte, io e te, giovani come eravamo?
È difficile vivere a metà, Fred.
Non mi specchierò più in te. Mai più.
Mamma ha silenziosamente tolto tutti gli specchi da casa, per me. Non mi guardo in faccia da quando te ne sei andato.
Sarebbe troppo. Davvero troppo.
Ti ricordi quello specchio che silente ci fece vedere una volta? Lo specchio delle brame?
Ecco, per me ogni specchio è uno specchio delle brame.
Ti voglio qui, accanto a me.
Fred torna subito qui.
Per scherzare ancora una volta, per guardarti ancora una volta, per avere ancora un tuo sguardo, un tuo abbraccio.
Ancora uno.
La fatica di superare gli anniversari.
Il dolore dei "se solo".
E così, nell'anniversario della tua morte, le lacrime non bastano, non si supera il giorno.
Sai, stamani ho guardato l'orologio di mamma, te lo ricordi?
La tua lancetta punta ancora su perso.
Ti svelo un segreto: anche la mia.

Fiori sulla tua tomba e dolore, troppo dolore senza di te, Fred. 



* cit Stephen Littleword

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Questa storia ha partecipato al contest 
 “Momenti da ricordare” indetto da _kimmy_ sul forum.
L'ho modificata molte volte perchè l'avevo scritta molto tempo fa quando ancora la grammatica era un'opinione e molte idee non mi erano venute in mente. Recensioni sono sempre ben accette. =)
 

 

   
 
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