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Autore: Kistys    10/06/2014    1 recensioni
Noi due facevamo davvero invidia al mondo, e di risposta il mondo ci ha separati.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Cancello di scuola. Cavolo quanti ricordi mi fa raffiorare in mente questo cancello. Eppure è solo un pezzo di metallo, un pezzo di metallo che mi costringe a ricollegare eventi, brutti e bellissimi, come quando ho visto lui la prima volta. Mi ricordo tutto come se fosse stato solo ieri; lui, con il vento di settembre che gli scompiglia i capelli sul viso, mi sorride, e penso che la reazione di entrambi nel vederci quel fatidico giorno sia stata più o meno la stessa. Lui, un Dio greco, e io, la sua ninfa. “Elena?” Una voce familiare mi risveglia dai ricordi, mi giro ed è lei, la persona che adoro di più a questo mondo. Bisogna sapere che Chiara, malgrado il fatto che ad un occhio estraneo può sembrare brusca, antipatica, stronza, arrogante e magari pure pure cattiva, è la persona più dolce e carina del mondo. Lei è come una mamma, c’è sempre per me, infatti anche quando quest’estate stavo male per Matteo, quella che mi mandava i messaggi, che veniva a casa mia per sorbirsi i miei pianti isterici, che mi ha detto di andare avanti è stata sempre soltanto Chiara. “Elena, non guardarmi così mi fai venire i brividi” mi dice lei, e io non posso fare a meno di scoppiare in una risata. “Invece di ridere come una scema, guardami negli occhi e assicurami che non ti importa più niente di quell’idiota” “Non lo so. Credo di sì, credo. Cioè…” “Devi essere sincera, Elena”. Arrivata definitivamente al cancello mi fermo, e le faccio segno di stare zitta. Già, perché nel frattempo avevo visto, con la coda dell’occhio, arrivare lei e lui, mano nella mano, e in quel momento mi si strinse il cuore da diventare delle dimensioni di un insetto. Cazzo, cazzo, cazzo. Elena, mantieni il controllo e distogli lo sguardo da quei due. Ma mi è impossibile, come mi è impossibile anche non incontrare i suoi occhi, che quando incontrano i miei mi trasmettono come un senso di malinconia, e proprio nell’istante in cui ci guardiamo lui stacca la mano da quella di lei. Giuro, per un attimo ho pensato che lui l’avesse fatto per me. Dio, come sono idiota. Una bambina di undici anni è molto più matura, Elena. Distolgo lo sguardo da lui, non ho nessuna intenzione di dargli la soddisfazione di poter fare il goliardico. E dopo questa mia patetica scena si uniscono a noi un mare di persone, e, tra abbracci e battutine, mi dimentico dell’accaduto, ma solo per un istante, perché ben so che mi toccherà dividere con lui la stessa aria, la stessa classe, le stesse materie, le stesse lezioni e tutto per un anno intero, ed io ho una paura folle di ciò, ho una paura folle di lui, ed ho una paura folle di ricadere nel buio, solo per due paia di occhi. Due splendidi occhi.
  
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