Anime & Manga > Lovely complex
Segui la storia  |       
Autore: Chappy_    10/06/2014    9 recensioni
Prendete un "Principe dei Nani" qualsiasi: figo, testardo e per di più idiota.
Prendete poi la solita "Dea dei Giganti": acida, bellissima, ma insicura su ogni cosa.
Prendete anche, se volete, un'"autrice": sadica, stramba e fuori di melone, quale la sottoscritta.
Incastrateli per bene tra di loro (Attenzione: l’attrito tra le loro teste potrebbe rivelarsi FATALE), in una cornice meno comica e con una spruzzata di romanticismo in più; aggiungete una carrellata di situazioni assurde, svolte inaspettate e scelte difficili, capaci di mettere a dura prova anche il rapporto più solido e, infine, amalgamate il tutto…
Il risultato? Non sarà nulla di ciò che vi aspettate! Soprattutto se si ha a disposizione un anno, nel quale ogni cosa può accadere!
Tra vecchi e nuovi ostacoli, faide familiari, gelosie e tanto, tanto love-love, riusciranno i nostri cari "All Hanshin Kyojin" a buttare giù la maschera di storica coppia comica e farci vedere un'altra faccia dell'amore?
Perché si sa, anche la testa più dura, con l'aiuto di un cuore sincero, può ammorbidirsi.
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Otani, Nuovo personaggio, Risa Koizumi, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Lovely★Idiots '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 10 Il White Day




___________________________________________________________________________________________________________________________



POV Risa




"Risa... C' è qualcosa che vorrei chiederti..."
Lo osservo chinare lo sguardo, in evidente imbarazzo, le gote graziosamente arrossate, e sento il mio cuore correre contro il mio petto.
"Dimmi..."
"Ecco, forse è un po' troppo avventato, ma... desidero stare con te per sempre. Vuoi sposarmi, Risa?"
Trattengo sonoramente il respiro, sopraffatta da mille emozioni. Sinceramente non me lo aspettavo...
Dopo essermi portata i palmi delle mani sulle mie guance rosse, rispondo in un flebile sussurro:
"Sì, mio adorato... Cain."
"Sono felice di sentirtelo dire..." risponde sollevato, l' uomo affascinante e bellissimo dentro lo schermo della TV, "Dove ti piacerebbe passare la Luna di Miele?"
"Mmm, fammi pensare... In un' isola esotica, forse..." sghignazzo, immersa nella mia fantasia di spiagge lussureggianti, e paradisi tropicali.
Lui ridacchia, e io mi imbambolo a guardare le adorabili fossette che si sono formate sul suo volto... Mio dio, quanto è sexy!
"E così sarà. Risa... sei ancora più bella oggi, lo sai?"
"Aw, me lo dici sempre, Cain..."
"Con quei capelli, e le tue labbra, e quelle... Ah! Meglio che io mi ferma qui..."
"No! Continua, ti prego!..."
"Il mio cuore brucia per te... Impazzisco solo guardando mentre ti muovi..."
"Oh, dio...!"
"Ti prego, Risa... fuggiamo insieme in un' isola sperduta. Solo noi due, e i nostri corpi che trasudano amore...!"
"Kyaaaaa!!!"
Mi sventolo freneticamente una mano sul viso ardente, nel tentativo di non svenire. Cavolo, fa improvvisamente caldo, in questa stanza. Mi sto sciogliendo... anzi, mi sto liquefando!
Caspita, questo nuovo videogioco è proprio il massimo! Cain- sama non è mai stato così hot!
Otani non sa che gioco ancora a questi videogiochi... anche perché, se lo sapesse, non credo che ne sarebbe molto contento. In questo periodo, comunque, ha avuto la testa per tutt' altre faccende.
Tre settimane sono praticamente volate, da quando è successo quel piccolo fattuccio, sul papà di Otani.Tra lui ed Otani c' è un buonissimo rapporto adesso, ed io non potrei esserne più felice. Sembra che alla fine, dopo aver incontrato il fidanzato di Midori, abbia accettato di collaborare con la Aki Company, anche se non senza riluttanza.
Nonostante la sua famiglia, ormai non sia più a rischio di bancarotta, Otani ha deciso comunque di contribuire, almeno in parte, alle proprie spese e a quelle dell' università, così si è trovato un secondo lavoro part- time in un bar come cameriere, facendo conciliare lo studio alla mattina dopo l' università, pomeriggio lavoro, e una sera con me, l' altra a studiare.
E dopo tante lacrime, sudore e agonia, le buone notizie finalmente non si sono fatte attendere: Otani ha ridato l' esame andato male a Gennaio, passandolo col massimo dei voti!
Non potrei essere più fiera di lui, davvero.
"Risa, devo chiedertelo... Il tuo cuore, appartiene a me, oppure ho un rivale in amore?" mi domanda Cain, con tono apprensivo. "Non sopporterei, l' idea che tu non sia mia..."
"Beh..."
E' dura, ma nonostante tutto, mi sono resa conto che affrontiamo le cose in modo completamente diverso. Senza pressioni, senza... angosce. Credo che in questo periodo, anche se breve, siamo maturati almeno un pochino...
Ma potrei anche sbagliarmi.
"... No no, figurati, non c'è  nessun altro!"
Ops.
Perdonami, Otani. Ma ti ho appena tradito con un videogioco.
"Sono felice di sentirtelo dire, mia bellissima Risa... L' idea di perderti è insopportabile..."
"Aw, Cain, sei così dolce..."
Beh, vorrà dire, che dopo mi fustigherò. Anzi, peggio, mi offrirò di fare i compiti di Takato per un mese intero. Tanto mi proibirà categoricamente anche solo di avvicinarmici. Non so precisamente perché, ma ogni volta che mi offro di aiutarlo con i compiti, mio fratello fa una faccia come se avesse appena visto la Morte, e mi caccia dalla sua stanza. Bah. Questi adolescenti, non li fanno più come una volta.
Comunque, fatto sta che se non ci fosse Cain a tirarmi su di morale e a tenermi occupata, starei sempre a pensare al mio test all' accademia, che ho dato da qualche giorno. E' l' ultimo del' anno accademico, e ciò vuol dire che è la mia sola possibilità di riscatto, dall' ultimo fallimento: o sono dentro, o sono fuori.
E con 'fuori', intendo davvero fuori. Ho il sinistro presagio, che questa volta non saranno così caritatevoli con me, e mi cacceranno se non prendo un punteggio decente, cosa che non si saprà almeno per un' altra settimana.
Ma non è solo questo... Mi sono davvero messa d' impegno, ho dato tutta me stessa, stavolta... e se non andasse bene neanche così, vorrà dire solamente una cosa: Che non sono portata per questa accademia. C' è in gioco tutto, il mio futuro, e i miei sogni.
Ho avuto i nervi tesi per giorni... E ho il vago presentimento che Otani pensi che io sia fuori di testa. Intendiamoci, non che lo pensasse anche prima. Diciamo che se prima lo pensava soltanto, ora ne ha l' assoluta certezza.
Ma adesso sto bene. Davvero... Sono perfettamente rilassata.
"Risaaa..." la voce squillante di mia madre si fa improvvisamente sentire dalla stanza accanto. "Hanno suonato alla porta, cara, potresti andare ad aprire tu, per piacere?"
"NO CHE NON APRO LA FOTTUTA PORTA, OKAY, PER CHI MI HAI PRESA, PER LA PORTINAIA DI CASA??!..."
"Risa, apri la porta."
"Subito, mammina."
Forse sto diventando un tantino irritante. Sono ancora un fascio di nervi...
Chiudo con un gesto secco la console, e scendo le scale borbottando, prima di aprire la porta.
Trattengo un urletto soffocato.
"Manabe- chaaan!" la accolgo, abbracciandola di slancio. La mia faccia imbronciata, ha lasciato il posto ad una festosa e sorridente.
"Buongiorno, Koizumi- san..." mi sorride lei, restituendomi un po' goffamente l' abbraccio.
"Oh, suvvia, sai che puoi chiamarmi pure Risa!"
"S-sì, lo so, Koizumi- san..."
Scuoto la nuca, sollevando gli occhi al cielo, divertita. Questa ragazza è l' Educazione in persona.
Mi sposto dalla soglia per lasciarla entrare, "Vieni, accomodati pure!"
"Grazie..."
"Niente scuola, oggi, eh?"
"Eh? Ah, no no, oggi siamo usciti prima..."
"Ah, capisco."
Osservo con attenzione la ragazza dal caschetto moro, mente oltrepassa la soglia e si infila le pantofole, e mi accorgo delle chiazze rosate ben visibili sulle sue guance.
Soffoco un risolino.
Sono felice di vederla, ma non sono affatto sorpresa da questa visita improvvisa: Difatti, Takato, in questo momento è nella sua camera, sperduto tra le coperte del letto, con la febbre a 38° e mezzo. E Manabe, ovviamente, non ha esitato a precipitarsi a casa nostra, per vedere in che condizioni è il suo ragazzo.
"H- ho portato i compiti a Koizumi- kun..." balbetta, mentre il rossore si espande su tutto il suo viso.
"Eh eh, capisco..."
"Come sta?..."
"Oh, tranquilla, è solo una linea di febbre!..." mento, per non farla preoccupare troppo. "Anzi, sarà stato ben felice, di poter stare a letto e dormire tutto il giorno!"
La giovane si copre la bocca con la mano, nascondendo un sorrisino. "Si, so quanto possa essere pigro..." il suo sguardo sembra più addolcito, che divertito.
"Chi era, cara?" chiede ad un tratto mia madre, spuntando nell' entrata, con addosso il grembiule, e con il mestolo in mano. Alla vista di Manabe, spalanca gli occhi, fermandosi di botto.
"Oh! Non sapevo che avessi invitato una tua amica, Risa..."
Il viso di Manabe si accende di cremisi, "Ah! No, no, v- veramente, io sono... eh eh... beh, salve."
Okay, diciamo che come inizio non è stato un granché.
Prima che possa spiegare a mia madre chi è Manabe, e cosa ci fa a casa nostra, mamma mi interrompe, piccata:
"Non sarai mica la ragazza di mio figlio, vero?" domanda, intuendo ogni cosa. Il suo tono è totalmente cambiato, e sta fissando Manabe con occhi ridotti a due fessure.
Sapendo che Manabe (ormai paonazza e sull' orlo di una crisi), al momento è incapace di esprimersi decentemente, e notando la luce assassina negli occhi di mia madre, decido di intervenire:
"Ehm, mamma... che ne dici di abbassare quel mestolo, e tornare in cucina?..."
"Sei venuta qui per portarmi via il mio Ta- chan, non è vero?..." sibila sinistramente, ignorandomi. I suoi occhi mandano lampi a Manabe, che si rifugia dietro di me, terrorizzata.
"... Ma tu sai, almeno, che abbiamo dovuto tirargli i dentini da latte con la lenza da pesca legata al pomello della porta, per fargli provare meno dolore? O che bagnava di pipì il letto di Risa, facendole credere fosse lei, fino ad otto anni?! Eh?! Lo sai??!"
"Oookay, mamma, fine del momento horror giornaliero, ora torna in cucina, che io e lei ci facciamo quattro chiacchiere, sì?"
Sospingo non troppo gentilmente mia madre verso la cucina, mentre lei lancia imprecazioni rabbiose rivolte a Manabe, dopodiché torno nell' ingresso, asciugandomi la fronte, stremata come se avessi spostato un carro attrezzi.
Notando lo sguardo traumatizzato della mora, mi affretto a sventolare una mano, con fare noncurante.
"Ahh, non preoccuparti troppo, fa sempre così quando non prende il suo tè alle erbe la mattina, dice sempre che calma la sua parte iperattiva...  In realtà le piaci, sai!"
Manabe, ancora sotto shock per aver appena conosciuto la madre del suo ragazzo, si limita ad annuire, con sguardo vitreo.
Mi gratto la nervosamente la nuca,"Ehm... Nii- chan è sveglio, adesso. Se vuoi vederlo..."
Quelle ultime parole, sembrano risvegliarla dal suo trauma: mi guarda arrossendo visibilmente, poi annuisce.
"O-okay..."
Non riesco ad impedirmi di sfoggiare un ghigno. Già immagino la faccia di mio fratello, non appena Manabe entrerà nella sua stanza... Darà di matto, non appena la vedrà, ne sono certa!
"Allooora... "comincio, mentre precedo la mora su per gli scalini, senza più riuscire a nascondere la curiosità, "Tu e mio fratello... Eh eh..." le ammicco, con aria complice.
Lei sbatte le ciglia, un po' confusa. "Eh?"
"Ho sentito... Si, insomma, sai... del bacio."
Lei trasalisce e boccheggia stupita, avvampando fino alle orecchie. Più o meno, la stessa reazione che ha avuto mio fratello, quando ho detto la stessa cosa a lui.
"T- te lo ha detto lui?..."
"No, no... " smentisco subito, "Una mia amica vi ha visti a scuola..."
"Ah, ca- capisco..." sembra preoccupata.
"Perché? E' una storia 'segreta'?..."  scherzo, dandole una gomitata giocosa.
Lei scuote la testa, abbassando lo sguardo sui propri piedi. "N- non proprio..." sussurra con una vocina. "La verità è che preferiamo andarci piano, per adesso... N- non pensavamo che qualcuno ci stesse osservando..."
"Qual' è il problema?" chiedo, stavolta seriamente, sempre più incuriosita da questa faccenda.
"Nessuno. Solo... Takato- kun è un tipo così riservato, sai... E non vorrei che si sentisse a disagio, per questa storia..."
"Umph, che bambino..." sospiro esasperata, portandomi una mano alla tempia. "Scommetto che è stato lui a chiederti di non correre troppo, e di non dire a nessuno che state insieme, per il momento, non è vero?..."
"Beh..."
"... Senza mettere in conto, che tu avresti potuto pensare, che lui non volesse che gli altri sapessero della vostra storia, perché si vergogna di te!" sbuffo, incrociando le braccia, infastidita. "Quel ragazzo è davvero ottuso... E credimi, riguardo ad ottusità maschile, io me ne intendo parecchio!"
"E' la sua decisione... ed io la accetto." fa spallucce lei, fingendo indifferenza.
Ma in realtà, so bene che è leggermente delusa dal comportamento di mio fratello. A quanto pare ci tiene davvero a lui, tanto da assecondare la sua assurda richiesta di fare i fidanzati 'di nascosto'.
Argh! Idiota, nii- chan! Come puoi fare questo ad una persona meravigliosa come Manabe?! ...
In questo momento avrei voglia di prenderlo a calci nel sedere, anche se è malato!
Busso alla sua porta, ma senza ricevere segni di vita dall' altra parte, la apro lo stesso, annunciando la nostra presenza.
"Takatoo... E' venuta a trovarti una persona..."
Mio fratello mugugna da sotto la massa di coperte, e solleva la nuca, sbirciando nella nostra direzione.
Non appena si accorge della presenza di Manabe, riemerge bruscamente dalle coperte, tirandosi su in fretta, in allarme.
"C- che...!?" farfuglia, diventando più paonazzo di quanto già non fosse prima, coprendosi il più possibile con il lenzuolo, neanche fosse una donnicciola. Che dire... Meglio di qualunque mia aspettativa!
Mi porto un pugno alla bocca per contenere l'eccesso di risate, per la sua reazione ridicola.
"Nii- chan, da dove è uscito tutto questo senso del pudore?!"
Lui mi fulmina immediatamente con un' occhiataccia, arrossendo il doppio.
"Che co- cosa ci fai, qui?..." si rivolge poi alla mora, in tono cauto.
Manabe- chan arrossisce di rimando, mentre io alzo gli occhi al cielo, sbigottita. Ma che razza di domande fa'?...
"T- ti ho portato i compiti, come mi avevi chiesto, non ti ricordi?..."
"Ah. Ah, si. Grazie..."
Nella stanza scende un silenzio imbarazzato, mentre io lascio vagare lo sguardo dall' uno all' altra, che evitano accuratamente di guardarsi.
Capendo che sono di troppo, esclamo: "Bene! Io torno in camera mia...Takato, hai bisogno di qualcosa?"
"No."
"Sicuro? Magari ti apro la finestra...  Sai, non vorrei che la temperatura si facesse troppo alta, in questa stanza..."
I due interessati avvampano, capendo l' allusione.
"Sparisci!" sbotta Takato.
"Eh eh...!"
Detto questo, apro la porta, e la richiudo velocemente dietro di me, sbattendola quasi, e mi trascino in camera mia, buttandomi sul letto, sovrappensiero.
Trovo ironico il fatto che solo qualche settimana fa, mi sono ritrovata anch' io nella medesima situazione, con la sorella di Otani.
Ora che ci penso, mi sono trovata in una situazione simile, anche la prima volta che sono andata a casa di Otani. Anche lui aveva la febbre, ed io sono andata a trovarlo. Ci siamo messi a parlare, e poi... beh, poi è successo quel che è successo...
"Eh eh eh...!" rido come una demente, ripensando a quel giorno. Otani mi aveva baciata, senza averne coscienza...
Chissà, magari in questo momento, in camera di Takato, sta succedendo la stessa cosa...
Neanche finisco di pensarlo, che subito ritorno bruscamente con i piedi per terra. Conosco fin troppo bene le conseguenze che ha portato quel gesto avventato...  e non sono state delle più rosee, per la mia povera sanità mentale! In questo momento Takato non è del tutto in sé, e potrebbe baciarla, e poi dimenticarsene, come è successo a Otani!
Manabe- chan ci rimarrebbe malissimo, soprattutto perché penserebbe che Takato non voglia stare davvero con lei. E' una cosa terribile, difficile da mandar giù... anche senza il maledettissimo chicco di riso!
Devo fare qualcosa!
Scatto su in allarme, precipitandomi come un fulmine verso la camera di mio fratello. Ma proprio mentre sono in procinto di spalancare la porta, questa si apre, facendomi ruzzolare in avanti, e finire faccia a terra.
Ohi. Che botta...
"Koizumi- san...?"
Sollevo la nuca,incrociando lo sguardo perplesso di Manabe. Mi alzo a fatica, ridacchiando, imbarazzata per la figuraccia.
"Ehm! Stavo solo..." evitando che quell' idiota di mio fratello ti spezzasse il cuore.
"Ci stavi spiando, non è vero?" si intromette Takato, in tono infastidito e -a discapito di quanto pensassi- decisamente cosciente.
"Cosa? No! Io stavo...!"
Oh, cavolo, che situazione...
"St...avo venendo in camera tua, per chiederti se avessi preso tu il mio nuovo videogioco di Cain..." farfuglio tutto d' un fiato, cercando di cavarmela.
Takato solleva un sopracciglio. "E perché mai dovrei avertelo preso io? Detesto quel gioco, lo sai."
"Eh eh, già. Però sai, dato che Manabe- chan è qui, volevo chiederle se le andava di giocare insieme..."
Mio fratello grugnisce infastidito, mentre gli occhi di Manabe si illuminano istantaneamente: "Ehh?? Dici davvero?? Posso?!"
"Certo! E' davvero figo, sai, l' ultima versione è nettamente superiore alle altre! Adesso, invece di 'Smeeettila daaai', dice 'Uuuh, ancooora' quando gli strizzi i capezzoli, e ha anche nuove modalità di 'strizzamento' in altre zone dove-"
Vengo interrotta da Takato, che si schiarisce pesantemente la gola, decisamente scocciato. Io e Manabe smettiamo subito di saltellare eccitate sul posto, e ci voltiamo a guardarlo, ricordandoci solo in quel momento della sua presenza.
La mora avvampa dalla vergogna, mortificata.
"Ah! Ehm... Magari sarà per un' altra volta, Koizumi- san..."
Faccio spallucce, "Come vuoi."
Takato sbuffa, prima di rivolgersi alla sua ragazza: "Grazie per i compiti, Hiyori- san..."
Manabe gli sorride dolcemente, "Di niente..."
Si lanciano una breve occhiata, che tuttavia non riesce a sfuggirmi. Allora deve essere successo davvero qualcosa, prima...
Sorrido, intenerita da quella scena. Sono sicura che qualunque problema possano avere, loro riusciranno a superarlo, perché si vede chiaramente che si vogliono bene.
Le strizzo l' occhio, e non appena richiudiamo la porta alle nostre spalle, mi abbasso sul suo orecchio, sussurrando: "Se vuoi, possiamo giocare lo stesso a Cain."
Manabe scoppia a ridere, annuendo.



 
***



 
POV Otani




"Chappi!"
Sento qualcuno chiamarmi da dietro le spalle e mi volto, riconoscendo Emi Fujiwara corrermi incontro per tutto il giardino del campus, con le sue trecce rosse tutte disordinate, e gli occhiali storti sul naso, per via della corsa.
Benché la trovi piuttosto buffa in questo momento, mi esce un sorriso forzato. Emi mi sta simpatica, ma quando mi chiama 'Chappi', anche lei diventa insopportabile come tutti gli altri.
"Ehi, Emi..."
"Tieni..." farfuglia, ancora col fiato corto, porgendomi un fermaglio per capelli dall' aria familiare: "E' quello... che... mi ha prestato... la tua ragazza... qualche tempo fa... Scusami se te lo restituisco solo oggi, ma sono una tale rimbambita, mi dimenticavo sempre, e... A proposito come sta Risa- chan?" finisce la frase tutta d' un fiato, per poi sorridermi, rossa in viso.
Rimango a fissarla accigliato, e un attimo dopo non posso fare a meno di scoppiare a ridere. Questa ragazza è proprio bizzarra!
"Ma dai, figurati, per una sciocchezza simile!" ridacchio, intascandomi il fermaglio, prima di risponderle:
"Tutto apposto con Koizumi. In questo periodo si sta dando da fare con lo studio in accademia. Ha da poco dato un test, ed è un po' agitata..."
In realtà, 'agitata' è un eufemismo. L' ultima volta che siamo usciti insieme, stava talmente tra le nuvole, che è inciampata un paio di volte -il che non sarebbe affatto fuori dalla norma, se non per il fatto che si rialzava ridendo come una demente, blaterando che il marciapiede era guasto- e ha persino scambiato una cassetta delle lettere per me, urlandole contro come una pazza da manicomio, in mezzo alla strada: "Quindi tu sei convinto che un Takuan non possa essere granchio, SOLO perché non hai mai visto un Takuan diventare granchio?! Bhe, sappi che i Takuan non hanno niente da invidiare ai granchi, anzi sono felici di essere giganti anziché granchi, SI! Giganteschi Takuan felici di non essere granchi, sai che c' é, vattene al diavolo nanerottolo insensibile...!!"
Una giornata memorabile, sul serio.
Emi annuisce, comprensiva. "Che accademia frequenta?" chiede, incuriosita.
"La 'Bunka Fashion College'..."
"Oh!" la ragazza si porta una mano alla bocca, evidentemente sorpresa. "Oh mamma, dici sul serio?! Ma è la famosa accademia per aspiranti stylist...!" i suoi occhi luccicano di ammirazione.
"Ehm, già..." confermo, grattandomi la nuca. Più che imbarazzato, mi sento in soggezione...
Sembra che ogni volta che dico a qualcuno che Koizumi frequenta quella scuola, è come se dicessi di stare con una star famosa... Il che, mi fa pensare, che probabilmente, un giorno, sarà anche peggio. Perché, se davvero conosco Koizumi, so che ce la metterà tutta, per diventare una famosa stilista, un giorno. Con la testardaggine e la determinazione che si ritrova, può fare qualsiasi cosa.
So che riuscirà a realizzare i suoi sogni. Non ho il minimo dubbio, su questo.
"E' una scuola molto impegnativa... Non riuscite a vedervi molto spesso, vero?" mi domanda la rossa, ed entrambi cominciamo ad incamminarci verso l' uscita del campus, pieno di studenti seduti sul verde brillante dell' erba, sotto i raggi tiepidi del sole primaverile.
"Diciamo che non è più come una volta..." rispondo, alzando gli occhi sul cielo limpido di Marzo, ormai sgombro di nubi.
"Al liceo stavamo sempre insieme, raramente ci separavamo, e ritrovarsi in questa nuova situazione ci ha un po' spiazzati, all' inizio... Ma ci stiamo facendo l' abitudine." concludo, facendo spallucce.
"Capisco..." dice Emi, osservandomi attentamente in viso, un po' sorpresa dalle mie parole. "E tu, invece? Hai già dato quell' esame?..."
"Oh, sì." rispondo, senza riuscire a nascondere un sorriso di fierezza. "E' andato tutto bene, ho preso il massimo."
Emi sbarra gli occhi e mi sorride, sorpresa. Io sollevo gli occhi al cielo, fingendomi offeso.
"Perché, avevi forse dei dubbi?..."
"Ah! No, no!..." si affretta a dire lei, arrossendo dalla vergogna, "Non intendevo...! Voglio dire, era ovvio che tu riuscissi...! Ahh, scusami, non ho idea di cosa io stia dicendo...!!" si copre il viso con le mani, imbarazzata.
Scoppio a ridere, e le arruffo affettuosamente i capelli, facendola impietrire dallo stupore.
"Ahahah, sei tenerissima...!" mi lascio sfuggire, senza accorgermene.
Il fatto che Emi sia dolce, minuta, carina, a volte timida altre esuberante, risveglia in me un po' l' istinto fraterno che non sono abituato ad avere, essendo cresciuto come il 'piccolo' di casa, da una sorella un po' maschiaccio. Mi ricorda un po' Chiharu, o ancora di più Manabe- chan, che io sento ormai come una sorellina più piccola, da proteggere.
E pensare che, fino a qualche anno fa, consideravo questo tipo di ragazze come il mio genere... se ci penso adesso, mi viene da sorridere.
A quanto pare, invece, sono attratto dalle gigantesse pazzoidi, e dalla personalità equivalente a dodici uragani insieme... Dubito fortemente, che ci sia più di un' esemplare del genere, in questo pianeta! Per questo motivo, sono convinto che non mi potrà mai piacere nessun' altra. Solo Koizumi.
Emi sbuffa, ma sorride, ancora rossa in viso. "Non prendermi in giro..."
"Ahah, non lo sto facendo!... Ah, prima che me ne dimentichi..."
Apro la tracolla, estraendo i quaderni dei gattini con gli appunti che mi ha prestato, e glieli porgo, facendole l' occhiolino, riconoscente.
"Grazie davvero per questi, mi sono stati utilissimi."
Emi arrossisce, per poi aprirsi in un sorriso radioso, e lanciarsi, come suo solito, a capofitto sul mio collo, stringendomi in un abbraccio soffocante.
"Congratulazioni, Chappi!!"
"E-Emi, non respiro...!"
"Eh?.. Oh! Oh, scusami...!"
Si stacca da me, arrossendo ancora di più, guardandosi i piedi, imbarazzata. 
"Davvero, scusami..."
Mi acciglio, leggermente confuso dal suo cambiamento d' umore.
"Eh?... M- ma no, figurat-"
"Ehi, Chappi, come andiamo?!"
La manata scherzosa del mio amico Kyo mi arriva dritta dietro le spalle come al solito, così come la presenza di Shiozaki, la sua inseparabile ragazza: "Oh, c è anche Emi- chan...!"
"Ciao ragazzi..."
"Come mai stavate esultando, voi due?" chiede la mora, incuriosita, per poi rivolgere un sorrisino in direzione dell' amica. "La piccola Emi si è finalmente dichiarata?!..."
Le gote della riccia prendono subito fuoco, diventando dello stesso colore dei suoi capelli. "M- ma... Shiozaki- san!"
"Uh?" faccio, senza capire. "Dichiarata? Perché, ti piace qualcuno, Emi?"
Lei arrossisce il doppio, farfugliando qualcosa di incomprensibile, mentre gli altri due ridacchiano sotto i baffi.
"No! No, davvero, nessuno!... Lascia perdere, okay?!" strilla, agitata come non l' ho mai vista. Mi limito a fissarla accigliato, ancora senza capire, mentre lei riprende fiato e contegno, prima di rivolgersi agli altri due.
"Ehm... Chappi ha superato l' esame, per questo stavamo festeggiando... p-prima."
"Davvero?!" domandano entrambi, stupiti.
Roteo gli occhi, spazientito. "Ma perché avete tutti questo tono sorpreso?..."
"Ti sbagli, amico, io non lo sono affatto!..." esclama Kyo, avvicinandosi a me, sovrastandomi con il suo abbondante metro e novanta. "Nelle botti piccole, ci sta il vino buono, eh Chappi?!" mi batte con un po' troppa enfasi un pugno giocoso sul petto, mozzandomi il fiato. Forse non si rende conto, che un pugile professionista come lui, deve controllare la propria forza, quando vuole fare scherzi del genere!
"Dovremo festeggiare!" annuncia Shiozaki, allegra e spumeggiante come sempre. Per certi versi mi ricorda Nobu, con la differenza che la mora non cerca di staccarmi la testa, ogni volta che pensa che io stia dicendo o facendo qualcosa di stupido.
"Chappi si è impegnato tanto per raggiungere questo traguardo, e si merita un po' di svago!"
"Sono d' accordo." dichiara il fidanzato. "Per Chappi questo ed altro!"
"Ma insomma, volete smetterla di chiamarmi con quel nomignolo del cavolo?!"
Gli altri mi ignorano totalmente.
"Io e Kyo non abbiamo preso impegni per oggi pomeriggio, se vi và possiamo farci un giro tutti assieme..." propone la mora.
"Per me va bene. " accetta Emi, voltandosi incerta nella mia direzione. "Ma non credo che Chappi sia dei nostri, oggi..."
"Perché?" mi domanda Kyo, mentre io rivolgo un' occhiata interrogativa alla riccia.
"Beh... " Emi mi lancia un' occhiata esitante. "Immagino che oggi, tu voglia stare insieme alla tua ragazza, dico bene?"
Ho come l' impressione di essermi saltato qualcosa.
Corrugo la fronte, voltandomi verso gli altri due, perplesso. "Uh? Perché, che giorno è oggi?"
Il trio rimane a fissarmi per qualche istante con una strana espressione, come se stesse valutando l' ipotesi che io stia scherzando.
"Ma come...?" mormora Shiozaki, lanciando un' occhiata incerta a Kyo. "E'il 14 Marzo, no? E'..."
"... Il White Day (*)!!" finisco la frase per lei urlando, afferrandomi i capelli, sconvolto.
Merda! Possibile che io sia così rimbambito?! Mi sono dimenticato che oggi è il White Day, come minimo Koizumi mi farà a fettine!!...
"Ehm... qualcosa mi dice che ti sei dimenticato di che giorno è oggi, vero?..." domanda Emi, in un bisbiglio appena udibile.
Fisso con aria spaesata i miei amici uno ad uno, prima di dire: "Va- vado un attimo a fare una telefonata... Torno subito..."
Shiozaki fa spallucce. "Okay. Salutami... Aspetta, com' era che si chiamava?... Ah si, salutami Risa!"
Arrossisco controvoglia, mentre mi allontano da loro, cercando il mio solito posto appartato, una panchina all' ombra di una quercia, dove solitamente mi rifugio a ripassare, o a parlare al telefono con Koizumi.
Ad essere onesto, sono un po' in ansia, nel chiamarla...
Non voglio che gli altri pensino che io non sia in grado di prendere decisioni, senza prima chiedere il permesso alla mia ragazza, ma ultimamente penso che non sia troppo saggio, far arrabbiare Koizumi... Potrebbe anche non prenderla bene, che abbia scelto proprio oggi, per uscire con gli amici. Ha ancora i nervi piuttosto tesi per via del test, quindi non so come reagirà.
Prendo un grosso respiro, prima di estrarre il cellulare dalla tasca dei pantaloni.




 
***



 
POV Risa




"Wooow..." sussurra Manabe, con occhi lucidi dalla commozione, stringendo tra le mani il videogioco di Cain- sama, quasi fosse il biglietto vincente della lotteria.
"Grazie davvero per avermelo prestato, Koizumi- san..." mormora, tirando su col naso, realmente commossa, "Ci giocherò sicuramente..."
"Ma figurati, per me è un piacere!" ridacchio, sentendo un moto d' affetto per lei: Manabe mi sta sempre più simpatica. E' una ragazza davvero unica e simpaticissima!
E' la prima volta, che ho un' amica con cui mi trovo ad avere così tanti interessi in comune.
"Anzi, tienilo e giocaci pure quanto vuoi!"
"Non dirai niente a K-Koizumi- kun, vero?" domanda, un po' preoccupata.
"Ma certo che no!..."
"E' solo... Non vorrei che se la prendesse. Sai..."
Sbuffo, alzando gli occhi al cielo: Oh, eccome se lo so!
"Credimi, so quanto possano rompere i fidanzati, per queste cose... L' ultima volta che Otani ha saputo che ci giocavo ancora, mi ha riempito la testa di domande del tipo: 'Ma se hai scelto me, perché giochi ancora a quel clone di Maity?' e 'Dì la verità, mi vorresti come lui, vero?', ed io ho dovuto inventarmi una piccola bugia, assicurandogli che non ci avrei più giocato, e che in realtà avevo ordinato un videogioco simile online, solo che aveva come protagonista un tappetto come lui, così si è zittito!"
"Ahahah! Davvero?!"
"Sì! Mica potevo dirgli la verità, no? Cain è Cain!" puntualizzo, come per dire che la questione è chiusa.
"Sono d' accordo..."
"Oh... Ma, aspetta, quello ce l' avevi anche prima?" domando, indicando il ciondolo con una chiave bianca, al suo collo.
Manabe arrossisce. "Ehm... veramente, no. Me lo ha appena dato Koizumi- kun..."
Strabuzzo gli occhi, sbalordita. "Sul serio??!"
"Già... Rappresenta il simbolo di un' anime che adoro, e che lui sapeva, dato che glie ne parlo sempre..."
"Caspita..." commento, osservando meglio da vicino il ciondolo, sentendo una fitta di nostalgia al cuore: Mi ricorda tanto il primo regalo che mi fece Otani.
"E' un pensiero davvero carino." dico sincera, piacevolmente colpita, "Mio fratello che fa regali... E' un avvenimento storico, ritieniti privilegiata!"
Manabe ridacchia, un po' in imbarazzo,"Beh, è per via dell' usanza, non credo ci siano altre ragioni particolari..."
"Eh? Usanza?"
"Certo... Non si usa che si regala qualcosa di bian-?"
"Oh, porca miseria!!" esclamo, afferrandomi i capelli, esterrefatta. "Ho avuto così tanti pensieri, che... Che mi sono dimenticata che oggi è il White Day!"
"Oh..."
"Non so neanche se Otani abbia intenzione di portarmi da qualche parte, oggi. Non lo ho ancora sentito da stamattina..."
"Beh, se non hai impegni, possiamo sempre uscire noi due, andare a fare shopping... Che ne dici?" propone, con un gran sorriso.
Waah, che carina... penso, mentre mi si illuminano gli occhi. E' stata davvero gentile ad invitarmi ad uscire. L' idea di andare a fare shopping non mi dispiace affatto!...
Ad un tratto, sentiamo un ringhio provenire da vicino, ed entrambe ci voltiamo verso la porta della cucina, da dove fa capolino mia madre, che sembra aver abbandonato il mestolo, e regge in mano un coltello da cucina, la cui lama emana un sinistro bagliore, i capelli davanti al viso stile Samara di The Ring, e gli occhi che luccicano spietati, mentre fissano con insistenza maniacale la povera Manabe, che si ritrae immediatamente, terrorizzata. Un brivido gelido ci attraversa le membra, dopodiché mamma scompare dietro la porta come un fantasma, facendoci accapponare ancora di più la pelle.
Manabe si porta una mano sopra il cuore, tremando tutta.
"Brr... E' stato davvero agghiacciante..."
"Io l' ho sempre detto che è un' attrice di horror mancata..."
Lei e Mimi andrebbero d' amore e d' accordo.
Proprio in quel momento sento il cellulare squillare, e lo estraggo dalla tasca dei jeans.
E' Otani. Tempismo perfetto!
Faccio segno a Manabe di attendere un attimo, e rispondo:
"Pronto, Otani..."
"Ehi. Sono uscito adesso dall' università..."
"Oh, bene..."
"E... alcuni miei amici mi hanno chiesto se mi và di uscire insieme a loro." mi informa, lievemente titubante. "Per te è un problema?..."
"Eh? Oh, no... No, no, va' pure... Esci pure con i tuoi amici."
"Sicura?..."
"Si, non preoccuparti. Manabe- chan mi ha appena invitata a fare shopping assieme..." gli dico, sollevando il pollice in su in direzione di Manabe, che sorride, contenta.
"Oh. Allora apposto..."
"Divertiti!"
"Anche tu... Saluta Manabe- chan da parte mia..."
"Lo farò! Ci sentiamo stasera?"
"Sì, a stasera..."
"Ciao!" lo saluto, prima di staccare la chiamata.
Anche se oggi è il White Day, non mi dispiace non poterlo passare insieme ad Otani. Mica dobbiamo impedirci di uscire anche con i nostri amici, durante i pochi momenti liberi che abbiamo a disposizione. Insomma, lo amo, ma la storia del test mi sta mandando ai pazzi, e ho proprio bisogno di uscire con qualcuno che non parli costantemente del suo esame andato alla grande.
Un' uscita tra ragazze mi farà senz' altro bene.
Faccio l' occhiolino a Manabe.
"... Dammi cinque minuti e sono pronta!" 




 
***



 
POV Otani




Wow, non mi aspettavo la prendesse così bene.
Beh, se non altro, dato che ho tutto il pomeriggio per decidere, posso approfittarne per comprare qualcosa di carino a Koizumi... Anche se le ho già regalato il cd di Umibozu a S. Valentino, sento di volergli regalare qualcosa di nuovo. Tra il fatto della riconciliazione e il resto, e anche perché lei mi ha aiutato tantissimo, con mio padre...  si merita un regalo speciale.
Mi rimetto il cellulare in tasca, e mi avvicino ai miei amici, annunciando la mia presenza:
"Ehi, ragazzi... Sono dei vostri."
"Ah! Perfetto." sorride Kyo.
Solo in quel momento, mi accorgo che nel frattempo, una persona si è unita al nostro gruppo. Notando la mia espressione perplessa, il mio amico aggiunge:
"Oh, lui è Motoharu, un nostro amico dell' ultimo anno." spiega, presentandomi il tipo che gli sta accanto, un gigante biondo -probabilmente straniero- persino più alto di lui, e grosso il doppio.
"Ohi, ma come ha fatto un ragazzino delle medie ad entrare nel campus?" esordisce quello, dopo aver studiato bene la mia fisionomia, con un sopracciglio sollevato.
Una smorfia si accende automaticamente sul mio volto: Mossa sbagliata, amico.
Emi gli dà uno schiaffetto sulla spalla, "Moto, non è carino...!"
"Simpatico..." borbotto rivolto a Kyo, fingendomi indifferente alla provocazione.
"Oh, andiamo! Stavo solo scherzando, amico!" scoppia a ridere quel bisonte, rivelandosi tutt' altro che snob, come mi aveva dato l' impressione di essere.
"Non l' avrai mica presa sul personale!" esclama, schiaffandomi una manata dietro il collo, talmente forte, che per un attimo sento la mia mascella distaccarsi dal cranio, per la potenza dell' impatto.
Lo fulmino immediatamente con un' occhiataccia minacciosa: Non sopporto i tizi che si prendono subito troppo di confidenza.
"Eravamo nella stessa squadra di pugilato, al liceo." mi informa Kyo, ridendo della mia espressione furiosa.
"Non so perché, ma l' avevo intuito..." borbotto sarcasticamente a denti stretti, massaggiandomi il collo indolenzito.
Quel tipo, Motoharu, non sembra per niente scalfito, e continua a scherzare, imperturbato.
"Ehi, posso scattarti una foto? Sai, è raro trovare qualcuno così basso all'università!"
"E smettila, Moto...!" cerca di riprenderlo nuovamente Emi.
Lo osservo con aria annoiata, "Sì? Beh, neanche tizi con il cervello meno sviluppato di un gorilla, si trovano in posti simili, sai?"
I miei amici scoppiano in una sonora risata, e con mia grande sorpresa anche quello scimmione sembra prenderla a ridere.
"Sei simpatico piccoletto, lo sai? Come hai detto che ti chiami?"
"Sono Otani." mugugno, passandomi nuovamente una mano sul collo dolorante.
"Otani?... Ahahah!! Stai scherzando?!"
"No, lui è Chappi!" si intromette Shiozaki, con tono petulante. "Qui lo conosciamo tutti quanti così!"
Il mio grugnito seccato, viene sovrastato dalla risata fragorosa dell' energumeno.
"Ahahahaha!! In effetti gli si addice di più!..."
Sospiro, elevando gli occhi al cielo, esasperato.
Sarà una lunga giornata.




 
***



 
POV Risa




Sacchetti pieni di roba e sorrisi soddisfatti, io e Manabe ci aggiriamo per il centro commerciale, dopo un sostanzioso pranzo in uno dei fast food, chiacchierando del più e del meno, su quanto sia meraviglioso il periodo dei saldi, e del fatto che il compleanno di Otani è alle porte, e che dovrei cominciare a pensare ad un regalo da fargli. In questo periodo ha dimostrato di essere un bravissimo fidanzato e un ottimo studente, visto che ha superato l' esame... Si merita proprio qualcosa di speciale.
Il problema è che non ho la più pallida idea di cosa regalargli! Non sono mai stata un asso con i doni... Di solito so quello che gli piace, e sono andata sempre sul sicuro, con lui. Ma adesso, sembra che io abbia esaurito le idee...
Un cd di Umibozu? Troppo scontato, e comunque ce li ha tutti -tranne l' ultimo, con le canzoni smielate, e quello che mi ha regalato a S. Valentino-, non sono neanche previsti concerti a breve, perciò non posso nemmeno optare per dei biglietti... Scarpe nuove da basket? Non sono un regalo 'speciale', e comunque ce le ha già, a cosa può servirgli un nuovo paio? E poi, questi sono regali da amici, e non da fidanzati... Stavolta, voglio regalargli qualcosa che gli ricordi me.
"Beh, allora... che ne pensi della tua lingerie?" suggerisce maliziosamente Manabe, facendomi arrossire, "Non c' è niente di meglio, per un ragazzo della sua età, che ricevere un paio di mutande provocanti della propria fidanzata!" scoppia a ridere, notando la mia faccia sconvolta.
"M- ma... Manabe- chan!"
Sono sbalordita. Ed io che pensavo che Manabe fosse un clone di Chiharu!
"Perché, che ci sarebbe di male, scusa?"
"Tanto per cominciare io non indosso quella roba!... E poi, va bene che Otani é un tipo che é felice con poco... ma io voglio davvero regalargli qualcosa che lo faccia rimanere a bocca aperta, stavolta."
"Mettiti in intimo tu, allora... vedrai che lo farai rimanere a bocca aperta di sicuro!"
A quel punto, non posso fare a meno di scoppiare a ridere anch' io.
"Manabe- chan, sei peggio di Nobu!"
"Risa- chan...?"
Sento d' improvviso qualcuno chiamarmi, ed entrambe ci voltiamo, notando la sorella di Otani a qualche passo da noi, che sorride nella nostra direzione.
"Ciao, Midori- san!"
La bionda ci raggiunge, "Che piacere vederti!"
"Anche per me!" sorrido e mi rivolgo ad entrambe, facendo le dovute presentazioni:
"Manabe, lei è la sorella di Otani, mia cognata Midori; Midori, lei è... beh, mia 'cognata' Manabe, eh eh..."
A quell' appellativo, la moretta arrossisce, "P- piacere..."
"Piacere mio, Manabe! Anche voi shopping, eh?" domanda, indicando gli innumerevoli pacchetti che teniamo tra le mani.
"Già... Stavo cercando di capire cosa regalare ad Otani, dato che il suo compleanno si avvicina..."
"Mmm... Hai già pensato di metterti in intimo?"
"M- ma-!..." farfuglio nuovamente, avvampando. "Midori- san ti ci metti anche tu, adesso??"
La bionda sbatte stupidamente le ciglia. "Eh? Perché che ho detto?"
"Glie l' ho suggerito anche io, ma pensava che scherzassi." spiega Manabe, facendo spallucce.
"Davvero? Mi stai già simpatica, ragazza!" esclama Midori, battendo il cinque alla moretta.
"Beh, grazie mille, eh!" sbuffo sarcasticamente, incrociando seccata le braccia al petto.
"Su su..." fa la bionda, con aria altezzosa, "Non è mica una cosa fuori dal mondo... Conosco abbastanza il mio piccolo fratellino, da sapere cosa gli interessa e cosa no. E scommetto che una foto mezza nuda della sua ragazza, lo renderebbe felice... Anzi, di presenza è meglio!" mi strizza l' occhio, enigmatica.
Sento il mio viso ardere, e boccheggio come una stupida.
"M-ma... I-io non potrei mai fare qualcosa del genere!"
"Era solo un suggerimento..." fa spallucce la bionda.
"Co- comunque..." mi affretto a cambiare discorso, ancora piena di imbarazzo, "Come mai sei qui, Midori- san?"
"Beh, sono alla prese con i preparativi del matrimonio, sai..."
"Ti sposi? Congratulazioni." le sorride Manabe.
"Oh, grazie!"
"Quindi avete già deciso la data?" domando.
"Si, il 18 Maggio di quest' anno. Non potevamo più aspettare." spiega, con sguardo sognante, "Dopo la Luna di Miele ci trasferiremo a Tokyo, dove Suiji comincerà a lavorare per una filiale dell' azienda, lasciando a mio padre le redini qui, ad Osaka."
"Capisco. Quindi sei venuta qui, per fare acquisti per il matrimonio?"
Midori soffoca una risata, guardandomi come se fossi matta.
"Pft, non essere sciocca... non comprerei mai qualcosa per il mio matrimonio, al centro commerciale nel periodo dei saldi... Sto già girando per le migliori boutique della città!"
Beh, era scontato. Stupida io che gliel' ho chiesto.
"Ah, certo..."
"In realtà questa organizzazione è davvero stressante, mi sta facendo uscire fuori di testa. Così ho pensato di fare una pausa... e quale modo migliore per rilassarsi, se non con del sano shopping!?"
"Giusto..."
"Ho già programmato praticamente tutto: Per la musica suonerà la famosa band The Voices -Suiji è un loro fan sin da ragazzino-, sono sicura che li conoscete anche voi, poi si mangerà da dio, ci saranno tonnellate di calle bianche, e la location è la più in voga e richiesta di tutto quanto il Kansai!"
Ho già gli occhi che brillano e la bava alla bocca.
"Wow... si preannuncia davvero in grande!"
"Ci puoi scommettere, ragazza! Sarà l' evento dell' anno... E preparati, perché sarai una delle damigelle, mia cara!" mi annuncia, strizzandomi l' occhio.
I miei occhi si espandono, increduli, "Stai.. Stai scherzando??"
"Ma certo che no!"
"Che bello, Koizumi- san!" Manabe mi stringe il braccio, contenta per me.
Rimango a bocca aperta per dieci secondi buoni. Essere una delle damigelle di Midori, il giorno del suo matrimonio?... Che onore!
"E'... è fantastico..."
"Ahah... Ma ti sei commossa?!"
La bionda scoppia a ridere, notando i miei occhi lucidi, "Aw, che carina!... Per me è un onore averti come damigella, davvero, Risa- chan. E sai che ti dico?: Sentiti libera di invitare chiunque tu voglia!"
Accenno un sorriso tra le lacrime, "Ve- veramente?"
"Ovvio!"
Tiro su col naso, e mi rivolgo immediatamente a Manabe: "Vorresti venire?"
Presa alla sprovvista la mora sobbalza, "I... Io??"
Midori annuisce, d' accordo. "Ma certo, perché no? Ovviamente, potrai portare anche il tuo fidanzato."
"M- ma, non so se posso accettare..."
"Tranquilla, il mio futuro marito è una persona importante dell' alta società, e inoltre è schifosamente ricco." ammette, senza la minima traccia di vergogna. "Ci sarà praticamente mezzo Giappone al nostro matrimonio, qualche posto in più non farà alcuna differenza, credimi."
"Io... Okay." accetta infine, con un gran sorriso.
"Bene! Ora, se non avete altri impegni, fra mezz' ora avrei un appuntamento in un atelier per provare degli abiti da sposa, e mi farebbe piacere se mi accompagnaste voi due."
Io e Manabe ci guardiamo con occhi luccicanti, eccitate all' idea di vedere abiti da sposa. Vorrà dire che per il regalo di Otani, me la sbrigherò un' altra volta.
"Accettiamo l' invito!!" esclamiamo all'unisono.
"Okay, allora! Su, in macchina!"
Questa giornata sta andando sempre meglio!




 
***



 
Luce naturale e lampadari luccicanti ci accolgono, non appena entriamo nell' atelier più in voga della città. L'ambiente è etereo, le pareti bianche rendono lo spazio fresco e pulito, e la moquette sotto in nostri piedi è morbida e confortevole... Sembra quasi di galleggiare in Paradiso!
Due delle signorine che fanno parte dello staff, fanno accomodare me e Manabe su di un candido sofà, bianco anche quello -sarà perché è il White Day, ma oggi il bianco è dappertutto!-, invitando Midori a provarsi alcuni abiti in camerino. Io e la mora ci guardiamo, emozionate e incapaci di esprimerci, totalmente rapite e incantate da quel luogo da sogno.
Non posso fare a meno di pensare a quando tutto questo accadrà anche a me...
Quando la futura sposa esce dal camerino, vestita di tutto punto, si piazza davanti a noi, salendo su di un piedistallo circolare, osservandoci con un sorriso gioioso.
Io e Manabe ci osserviamo nuovamente.
"Allora?" domanda, con sguardo carico di aspettativa.
"Ehm..."
Oh, santo cielo. Da che parte si guarda?... Sembra un cavolfiore capovolto!
"Ehh..."
Io e la mora indugiamo, non sapendo davvero cosa dire. Siamo in difficoltà, perché dall' espressione euforica dipinta sul viso della bionda, sembra che l' abito le piaccia parecchio. Non vorremmo urtare i suoi sentimenti...
"Ehm... " riprovo incerta, cercando le parole giuste, "N- non ti sembra un po' eccessiva la gonna?..."
Il sorriso di Midori si sgretola immediatamente. Osserva la parte sotto dell' abito, con aria smarrita.
"Ora che me lo fai notare, forse sì..."
"Potremo provarne altri..." interviene una delle commesse.
Midori accetta di buon grado, ed io e Manabe ci lasciamo andare ad un sospiro di sollievo.
Ma purtroppo, va' di male in peggio: Se il primo abito l' ha fatta sembrare un cavolfiore, col secondo pare che stia indossando il centrino della nonna, il terzo la fa sembrare un pollo impagliato, e il quarto ha la gonna talmente piena di volant e sbuffi, da dare l' idea che sia ricoperta di fazzoletti usati per soffiarsi il naso!
"Ce ne fosse almeno uno, che le stesse bene..." sussurra Manabe, sconfortata, mentre la futura sposa è in camerino a provarsi il quinto abito di fila. Non sta andando per niente bene.
"Infatti..." mormoro, accasciandomi sullo schienale del sofà, esausta. "E pensare che Midori ha un fisico da modella, non dovrebbe avere problemi a trovare un abito che le calzi a pennello!..."
Io e Manabe ci zittiamo, non appena scorgiamo Midori uscire dal camerino, indossando un abito bianco e ampio, stile principessa delle fiabe, pieno di luccichio sul corpetto, e salire sul piccolo piedistallo davanti a noi, per la quinta volta:
"Come vi sembra, questo?..."
Io e la mora sbarriamo gli occhi, contemplandola. Questo non è affatto male!
"Ma... è stupendo, Midori- san!"
"Sei splendida."
"Sicure? A me non convince un granché..."
"Cos' è che non ti piace?" le domanda pazientemente la commessa.
"Beh..." comincia Midori, prima di interrompersi di botto: Un singhiozzo le sfugge dal petto, ed io e Manabe sussultiamo, prese in contropiede.
"... TUTTOO!!" piagnucola Midori, scoppiando in un pianto a dirotto.
Oh, cavolo.
"Va...vado a chiamare la stilista..." biascica la commessa, in preda al panico.
"S- sono orribile, non mi sta b- bene nullaa!..." continua a singhiozzare la futura sposa, in crisi. "Questi abiti sono orribili s- solo se li indosso i- iooo...!"
"Ma cosa dici, Otani- san?!..."
"Sei stupenda!"
"Me lo dite s- solo perché vi faccio c- compa- assion- nee...!"
"Assolutamente no!" a quel punto mi alzo risolutamente dal divanetto. Non lascerò che si rovini questo momento speciale!
Midori smette di frignare e mi osserva, sconvolta.
"Questo abito ti sta bene, te lo assicuro io." affermo, sicura.
Senza alcuna esitazione mi avvicino a lei, studiando la sua figura, e le parti che la valorizzano di più dell' abito.
"Dovresti solamente togliere la parte di tulle sopra, levare le spalline, e modificare la scollatura..."
In un battibaleno, le sollevo la stoffa ingombrante che ricopre l' abito (e che a mio avviso la fa sembrare una meringa), le nascondo le spalline dentro il decolleté, e con una forcina rimediata dai miei capelli, le sistemo la scollatura, in modo da farla diventare a cuore, come la preferisce lei.
"Ecco fatto... Come ti sembra, adesso?"
"Ma... sembra un altro abito!" esclama incredula Midori, rimirandosi allo specchio, emozionata, mentre io le sorreggo il tulle ingombrante, nascondendolo sul retro dell' abito.
"Ma come hai fatto?..." mi chiede, con un sussurro carico di ammirazione.
"Beh, ho solo..."
Prima che possa finire di esprimermi, una donna annuncia la sua presenza:
"Salve, sono Samantha Jones, la stilista..." si presenta la giovane signora slanciata e elegantemente vestita, dalla chioma castana e fluente, stringendo la mano alla sposa.
"Ma... che cosa è successo al mio abito?" domanda poi, assottigliando lo sguardo.
Mi raggelo sul posto, sudando freddo. Oh mamma, che figura!...
"G- giuro che non volevo mancarle di rispetto, ho solo cercato di valorizzare al meglio la mia amica...!" balbetto, in preda al panico.
"E' lui!" esclama Midori, decisa. "Lo voglio a tutti i costi con queste modifiche!"
La stilista si avvicina, valutando le migliorie del vestito, con sguardo critico e attento.
"Mmm... è possibile apportare le modifiche richieste all' abito, non c' è problema." afferma infine, sistemandosi gli occhialetti sul naso.
"Evviva!" esulta Midori, "Oh, ma... sbaglio, o manca il velo?" fa notare poi, ricordandosi dell' accessorio importante.
Ad uno schiocco di dita della stilista, le due commesse si precipitano a recuperare delle scatole con vari tipi di veli.
"Secondo te quale le starebbe meglio?" domanda Samantha Jones, reggendo un velo lungo di pizzo color avorio nella mano sinistra, e un altro corto di tulle bianco, nella destra.
Mi guada, come in attesa.
Non appena capisco che si sta rivolgendo a me, sussulto, presa totalmente alla sprovvista.
"I- io??!" farfuglio, come un' idiota.
La stilista solleva un sopracciglio, come per dare conferma che vuole davvero conoscere il mio parere.
Mi tormento le dita, agitata. "Beh, n- non saprei..."
Samantha assottiglia gli occhi, in segno di disappunto,"Hai modificato un intero abito in un batter d' occhio, e non sai quale velo può andar bene?"
Okay, probabilmente vuole farmela pagare per il fatto di averle stravolto l' abito,  facendomi fare una figuraccia davanti a tutti.
"Risa- chan, io mi fido del tuo parere, quindi... Quale velo starebbe bene?" mi domanda Midori, con sguardo pieno di aspettativa.
So che probabilmente dirò la cosa sbagliata, come sempre... Ma non voglio deludere Midori.
"Io... c- credo questo." ammetto infine, indicando il velo nella mano destra della stilista. "E' d- dello stesso colore del vestito, e inoltre non è eccessivamente lungo... L' abito è già abbastanza di per sé vistoso, e penso che il velo non debba essere altrettanto pretenzioso, altrimenti visto nell' insieme, risulterebbe eccessivo... M- ma questa è solo una mia opinione!" mi affretto a specificare, in soggezione sotto i loro sguardi accigliati e indecifrabili.
Midori e Manabe si lanciano un' occhiata d' intesa, mentre la stilista sorride, piacevolmente colpita.
"Interessante... Per caso sei del settore anche tu?" mi domanda, composta e professionale.
"V- veramente sto studiando per diventare una stilista... E' ciò che mi piacerebbe diventare, un giorno." ammetto, non riuscendo a guardarla.
La donna annuisce, "Si vede. Come hai detto che ti chiami?..."
"R- Risa Koizumi."
"Bene, Koizumi- san. Lavoro nel settore da anni, e ti posso assicurare che poche volte sono stata a contatto con studentesse sveglie e capaci come te."
Sento Manabe e Midori trattenere il respiro, colpite, mentre io arrossisco furiosamente. Non riesco a credere alle mie orecchie: Sbaglio, o una nota stilista mi ha appena fatto un complimento?... Forse non faccio poi così tanto schifo, dopotutto!
Dopo che la stilista le sistema il velo, la sposa torna ad ammirarsi allo specchio, scoppiando nuovamente a piangere, commossa.
"Ho trovato il mio abito dei sogni... E tutto grazie a te, Risa- chan!" singhiozza, abbracciandomi di slancio.
Mi lascio andare ad una sonora risata, restituendole l' abbraccio.
"Quindi il tuo è un pianto di gioia?!..."
La bionda annuisce, staccandosi da me, sorridendo tra le lacrime.
"Sei bellissima, con questo vestito..." le sorrido di rimando, sincera.
La stilista annuisce, "Sono d' accordo, le sta proprio bene. La sua amica è stata un' ottima consigliera."
Sento le mie guance scottare. "La ringrazio molto..."
"Grazie a te. Mi auguro di rivederti, un giorno." mi sorride, prima di allontanarsi, facendo cenno alle due commesse di accompagnare Midori in camerino per cambiarsi.
"A- anch' io!"
Incapace di contenermi, gongolo soddisfatta per tutto il tempo, mentre Midori si cambia e stabilisce l' ordinazione dell'abito, con le opportune modifiche.
Quando finalmente ci apprestiamo ad uscire dall' atelier, felici e soddisfatte, osservandomi attorno, improvvisamente mi accorgo di qualcosa di inaspettato. Anzi, di qualcuno.
Mi blocco sul posto, spalancando gli occhi, stupita:
"K... Kanzaki??"
"Koizumi!"
"Che cosa ci fai-?!" mi interrompo, capendo di stare per porle una domanda stupida: Cosa può mai stare facendo in un atelier, con addosso un abito da sposa?
Notando il mio sguardo stralunato fisso sul vestito bianco che indossa, lei arrossisce, accennando un sorriso.
"Non so, se lo sai... Alla fine ho deciso di accettare la proposta di Takeru. Ci sposiamo tra un anno!"
"Oh..." dico solo, ancora un po' scossa.
Notando il mio sguardo, lei aggiunge, più seria, "Io... Glie l' ho detto. Sai... ciò che è successo a Gennaio." mi fa sapere, abbassando la nuca, piena di rimorsi. "Ma alla fine ha deciso di perdonarmi." conclude, tornando a sorridere.
"Capisco...Beh, congratulazioni."
"Ti ringrazio... E tu come mai sei venuta qui? Aspetta..." si immobilizza, guardandomi incredula, "Non mi dire che... ti sposi anche tu!" esclama, sgranando gli occhi.
Arrossisco furiosamente, "Ve- veramente, io..."
 
#"Sogna, gigantessa. Dovrà passare ancora tanto tempo, per quello... Ma proprio tanto, eh. Ma taaaaanto, ma taaaanto, ma taaaanto…"#
 
"... No, decisamente no." mormoro, depressa. "In realtà..."
"... Mi sposo io." interviene Midori.
Avvampo dalla vergogna: Solo in quel momento mi ricordo della sua presenza e di quella di Manabe, che mi sono rimaste accanto per tutto il tempo, osservando un po' perplesse la scena.
"Oh! Scusate ragazze... Kanzaki, loro sono Manabe e Midori. Lei è la sorella di Otani." specifico, indicando la bionda.
"Piacere."
"Ciao..."
"E' una tua amica, Risa- chan?"
Vado nel pallone, non avendo idea su come dire che in realtà non lo è.
"Ehm... Lei è Kanzaki, la ex di Otani..."
"COSA?!" urla sbalordita Midori, "M-ma non sapevo avesse... Cioè, pensavamo che Risa- chan fosse la prima, dato che mio fratello non ci ha mai palato di te... senza offesa."
"Ehm... ma no, figurati."
Così Otani non ha mai portato Kanzaki a casa sua, per presentarle Midori e i suoi genitori...
Al pensiero che abbia permesso solo a me di conoscere la sua famiglia, non riesco a nascondere un sorriso di felicità.
"Beh, piacere di averti conosciuto, Kanzaki. Ti aspettiamo fuori, Risa- chan..."
"Okay..."
Le due si allontanano, e rimaniamo solo io e Kanzaki, immerse in un pesante, quanto imbarazzante silenzio.
"Ehm..." comincio, sentendo già un groppone in gola, "Senti..."
Lei mi interrompe subito, "Scusami, mi dispiace tanto per quello che è successo, lo giuro, Koizumi- san!" mi dice a raffica, prendendomi alla sprovvista.
Mi mordicchio le labbra, agitata, "Io... Okay."
"... Ero molto confusa, l' ho spiegato anche a lui... Ti ha detto che abbiamo chiarito?"
Annuisco cautamente, "Si... ma avrei preferito essere presente anch' io." ammetto, in tutta franchezza.
Lei spalanca gli occhi, mortificata. "Oh, anch' io avrei voluto! Quando gli ho detto che avevo intenzione di parlarne anche con te, lui mi ha assicurato che non ce n' era bisogno, e che lo avrebbe fatto lui, al posto mio!"
Sospiro, alzando gli occhi al cielo. Evidentemente si sarà immaginato una lotta stile wrestling, capelli strappati, e scarpe volanti, e ha voluto evitare che ci incontrassimo, cercando di mettere le cose a posto da sé. Tipico di Otani.
"Immagino che tu sia contenta che io mi sposi, non è così?" mi domanda tutt' ad un tratto lei, con un sorrisino amaro, evitando di incontrare il mio sguardo.
"Non vedrai l' ora che io mi tolga definitivamente di torno... Non potrei biasimarti, sai?"
Rimango ad osservare la sua aria sconsolata per qualche attimo, pensando che l' espressione dipinta sul suo viso, in questo momento, stona davvero con quell' abito bellissimo e luccicante che indossa.
Infine rispondo, con un sospiro, "No, non lo penso. Vederti o non vederti più, sarebbe lo stesso, a questo punto. E sì, sono contenta, ma perché adesso potrai essere felice anche tu."
Kanzaki solleva lo sguardo stupito su di me, e abbozza un sorriso, quando d' un tratto una delle sarte dello staff si avvicina, tenendo tra le mani un paio di scarpe bianche col tacco, per poi rivolgersi a Kanzaki:
"Ecco, queste sono tacco dodici. Le provi, così sistemiamo l' orlo..."
"Okay..."
Dopo aver indossato le scarpe, Kanzaki torna ad osservarmi, sorridente:
"Allora... Come và con Otani?" mi domanda, voltandosi di lato, lasciando che la sarta le controlli l' orlo dell' abito.
In realtà, non so se ho voglia di dirle i fatti miei, soprattutto se chiede del mio ragazzo. Ma il fatto che abbia detto 'Otani'e non 'Atsushi', non mi è sfuggito.
Mi esce un mezzo sorriso, neanche troppo forzato: "Bene."
"Sembri più sincera, di qualche mese fa'..." mi fa notare con un risolino, "Comunque mi fa piacere."
"Anche tu mi sembri sincera, adesso." puntualizzo, sollevando un sopracciglio, prima di tornare seria: "Io... vorrei chiederti una cosa..."
Voglio chiarire questa faccenda una volta per tutte. Meglio togliersi questo sassolino dalla scarpa, giusto per essere certi di non avere altri episodi come quello, in futuro. 
Kanzaki mi guarda, in attesa.
"Ecco... Vorrei sapere se provi ancora qualcosa per Otani." concludo, bene attenta alla sua reazione.
Con mia sorpresa, Kanzaki sorride. Sembra quasi sollevata dalla domanda.
"Se provo ancora qualcosa per lui?... Beh, sì."
Alla mia espressione furiosa, quasi scoppia a ridere; "... Ma non provo amore, te lo assicuro, e neanche qualcosa di vagamente simile. Non so nemmeno se lo abbia mai amato davvero...  Eravamo troppo giovani, e l' amore è un' altra cosa, adesso l' ho capito. Ciò che provo per lui, ad oggi, è solamente un profondo affetto."
Assottiglio gli occhi, "Quanto profondo?"
Kanzaki si lascia andare ad una risata cristallina. Sembra davvero un' altra persona, rispetto a qualche mese fa. Sembra... felice.
"Non così profondo perché tu debba preoccuparti, perciò sta pure tranquilla."
Lascio andare l' aria che non mi sono neanche accorta di aver trattenuto, sentendomi sollevata.
Poi sollevo un sopracciglio, e la fisso con aria scettica:
"Mmm, non so se dovei crederti... Non è che per caso dici così, solo per evitare che io ti metta le mani addosso?"
A quel punto, Kanzaki scoppia a ridere, capendo che sto scherzando.
"In quel caso avresti la peggio, cara!"
"Ah ah... Non credo, cara. Ti stenderei ancora prima che tu possa sfiorarmi!"
Kanzaki soffoca una risata. Ci osserviamo per un istante, prima che lei mi tenda il palmo della mano, guardandomi dritto negli occhi con risolutezza.
"Senza rancore?"
Rimango a fissare la sua mano per qualche attimo, prima di sorridere, stringendogliela.
"Senza rancore."
E' inutile a questo punto trascinarsi all' infinito questa storia. Otani è mio, adesso lo so, e non ho ragione per avercela ancora con lei.
"Buona fortuna, Koizumi."
"Anche a te, Kanzaki."




 
***



 
POV Otani




Merda! Sono le 18:40, e sono di malumore perché non ho trovato ancora nulla da comprare a Koizumi. In più, quel tipo me le sta davvero tirando dalle mani: Ho il collo indolenzito, per quante volte lo ha scambiato per una palla da volley!
Per tutto il pomeriggio non ha fatto altro che tormentarmi, con battute sulla mia bassezza. Se non ci fosse stato lui, mi sarei senz' altro goduto di più la giornata... E' davvero insopportabile!
Ogni tanto però, ho notato che si zittiva, lanciando sguardi maliziosi ad Emi. Probabilmente gli piace.
Devo metterla in guardia... penso immediatamente. Lei è una tipa intelligente, non è assolutamente adatta ad un cavernicolo del genere.
"Ehi, ragazzi, io e Shiozaki dovremo andare, adesso..." ci informa Kyo, stringendo in modo complice la sua ragazza.
"Sì, abbiamo programmato una cenetta romantica, per stasera..." gli sorride lei di rimando, con aria sognante.
"Beh, vorrà dire che staremo in giro noi tre." dice Motoharu, stringendo la spalla a me, e facendo l' occhiolino ad Emi.
"Veramente, anch'io dovrei andare, adesso..." lo contraddice lei, osservando l' orario sull' orologio.
Motoharu sembra rimanerci male. "Oh... Hai programmato una serata romantica anche tu, Emi- chan?"
Lei arrossisce, "Eh? Ah, no no, in realtà, io..."
Capisco al volo cosa frulla nella testa della mia amica: Sta cerando disperatamente di scappare da quell' energumeno, che l' ha assillata per tutto il pomeriggio.
"Se dice che deve andare, deve andare, no?" intervengo, salvandola in calcio d' angolo. "Ci vediamo lunedì, comunque."
Emi mi sorride riconoscente, mentre Moto sbuffa, deluso.
"Okay. A lunedì, ragazzi."
"Ciao!"
Dopo gli ultimi saluti, i tre si allontanano, e rimaniamo solo io e Motoharu. Non ho alcuna intenzione di rimanere in giro con questo tizio.
Guardo l' orologio, impaziente: Sono quasi le 19:00, il che significa che non ho molto tempo per cercare qualcosa da regalare a Koizumi...
"E così rimasero in due, eh?" dice tutt' ad un tratto lui, passandomi amichevolmente un braccio attorno alle spalle. "Beh, meglio così! Sai come si dice, in queste situazioni, meglio avere una sola spalla che una palla al piede... E tu, amico, sei la spalla che stasera mi farà cuccare alla grande!"
Ma che diamine sta dicendo?... Questo tipo, secondo me, ha qualche rotella fuori posto.
"Dall' altra parte della strada, c' è un locale che ha aperto da poco, I soldati dell' Eros."
"I soldati... che?"
"Vedrai, è un posto da paura, è davvero unico! Ed è aperto a qualunque ora, e..."
"No, mi spiace, ho un impegno." taglio corto.
"Oh, andiamo, non volevi festeggiare per il tuo esame?... E' proprio qui, tanto vale entrare, no?"
"No, sul serio, devo proprio andar-!"
Ma neanche finisco di parlare che lui mi ha già sospinto dall' altra parte della strada, trascinandomi all' interno del locale, con un laconico:
"Solo cinque minuti, okay?"




 
***



 
POV Risa




"Bene... Dove si va', adesso?" domando, mentre io e le altre due passeggiamo allegramente per la città, ormai all' imbrunire.
"Ovunque... ma non casa tua, ti prego." mi supplica la moretta.
"Perché?" domanda Midori.
"Sua madre sta cercando di uccidermi." spiega Manabe, rattristata, "Probabilmente non le piaccio..."
"Ma noo, mia madre fa sempre così, quando incontra persone nuove..." mento spudoratamente, cercando di tirarle su il morale. "Quando è contenta esce fuori il suo bel coltellino e terrorizza la gente, si diverte così..."
"Esatto!" mi da' man forte Midori, notando che il mio intervento non ha sortito alcun effetto, "E poi bisogna pensare positivo! Sfatiamolo questo mito che le suocere sono intolleranti alle fidanzate dei propri figli!"
"Tu hai già conosciuto la tua futura suocera, Otani- san?"
"Sì, ha tentato di buttarmi giù dalle scale un paio di volte, e mi ha dato della puttanella puritana. Ma, ehi, almeno rispetta il fatto che faccio sesso con suo figlio, e non è una cosa da poco!"
"Midori- san, non credo che per 'puritana' intendesse di uno soltanto..."
"Dannazione!"
Manabe sospira, ancora più depressa, proprio mentre il mio cellulare mi informa che mi è arrivato un messaggio.
"E' Otani, dice se possiamo passarlo a prendere adesso. Si trova al locale I sodati dell' Eros."
"E dov' è?"
"Mai sentito."
"Non lo so, ma ha detto di sbrigarci, c' è un energumeno che lo sta infastidendo."
"Argh, che fratello inutile! Dovremmo prima capire dove si trova questo posto..."
"Cercalo su Google Maps." propongo a Manabe.
"Lo farei, ma il mio cellulare è completamente scarico..."
"Il mio non ha neanche una tacca... E il tuo, Risa- chan?"
"Nada."
"Va bene, allora arrangiamoci, e chiediamo a qualche passante."
"Giusto!"
Noto un vecchietto che passeggia tranquillamente sul marciapiede, e gli vado subito incontro.
"Mi scusi, signore... Per caso, sa dirmi dove posso trovare il locale I soldati dell' Eros?"
"Eh?"
"I soldati dell' Eros!" ripete più forte la bionda, nel tentativo di farsi sentire.
"I soldati dell' Eros?... Oh, certo, ci sono stato due sere fa."
"Oh, grazie al cielo..." sospira Manabe, sollevata.
"E' proprio qui dietro l' angolo, a soli due isolati." spiega il gentile vecchietto.
"Grazie infinite, signore."
"Oh, di niente... Ma, aspettate, voi lavorate lì per caso? Non ricordo di avervi viste... Tre gnocche del genere me le sarei ricordate, anche se avessi avuto novant' anni!"
Io e le altre ci lanciamo sguardi interrogativi. Sbaglio o quel vecchio signore ci ha appena definite tre gnocche?
"Ah, se solo avessi cinquant' anni di meno!... Complimenti, verrò a trovarvi domani sera!" esclama, prima di allontanarsi sghignazzando, lasciandoci completamente di stucco.
Dopo un attimo di sbigottimento, tutte e tre scoppiamo a ridere.
"Ma che problema aveva quel vecchio?!" esclamo, allibita.
"Ma che ne so... Ah, aspettate, qui c' è campo!" esclama Midori, maneggiando il cellulare.
"Vediamo di preciso su internet dov' è questo posto..."
"Povero Otani, l' unica cosa che mi preme adesso è salvarlo da quell' energumeno..."
"Aspettate..." ci interrompe Midori osservando il cellulare, con occhi fuori dalle orbite.
"Oh. Mio. Dio."
"Eh?"
"Venite a vedere, presto!"
Ci affrettiamo a raggiungerla, osservando da sopra la sua spalla lo schermo, curiose di sapere cosa avesse visto di così grave da scatenare quella reazione.
Rimango inerme per un paio di secondi, nei quali sono certa che le altre due mi stanno osservando, dopodiché mi volto, marciando speditamente dalla parte opposta, con le mie amiche che arrancano, cercando di stare al mio passo.
"Risa- chan, aspetta...!"
"Dove stai andando...?!"
Non mi volto neanche, e con gli occhi che mandano scintille, rispondo, con un sibilo:
"A commettere un nanocidio."




 
***



 
POV Otani




Scrivo precipitosamente il messaggio a Koizumi, sperando mi raggiunga in fretta. Sono solamente dieci minuti che sto qui dentro, e già ho la nausea...
Il mio sguardo cade su Moto, intento a sorseggiare avidamente tutto d' un fiato il suo drink, per poi schioccare la lingua con aria soddisfatta.
"Vacci piano, sono le sette di sera.." gli faccio notare, con un sospiro. Questo è già il terzo shortino che manda giù come se fosse acqua gassata.
"Ah!" si passa la lingua sulle labbra. Qualcosa nel suo sorriso, mi dice che è già mezzo brillo.
"Ogni ora è buona per un bicchierino! E poi questa è una serata speciale!" esclama, sollevando il bicchierino vuoto, per attirare l' attenzione di una delle cameriere. "Ehi, bellezza! Un altro giro per me, ed il mio amico!"
"Per me no."
"Perché? Dai, offro io!"
"Grazie, ma non bevo."
"Tsk. Non sapevo fossi una donna incinta!"
Scuoto la nuca, roteando gli occhi, annoiato.
Seduto ad un tavolino rotondo, mi guardo attorno in quel pub dall'atmosfera purpurea e soffusa. I tavolini sono addossati l' un l' altro, quasi riesco a toccare la schiena del tizio dietro di me. Le pareti bordeaux appesantiscono l' ambiente, rendendolo più piccolo e soffocate di quanto non sia già, e il piccolo palco allestito in fondo alla sala per gli spettacoli, occupa gran parte dello spazio. L' aria poi è irrespirabile, perché a quanto pare in questo locale non è vietato fumare.
Una parola per descrivere il tutto?: Pacchiano.
Puah. Questo posto non mi piace per niente. Ma perché ho accettato di perdere tempo dietro a questo tizio?...
"Ehi..."
D' un tratto mi sento chiamare, e mi volto verso Moto, perplesso: Sta fissando con sguardo vitreo e appannato il tavolino, e sembra aver perso il suo solito brio e l' esuberanza di prima. Mi limito ad osservare confuso la sua espressione seria, quando improvvisamente mormora:
"Senti... Ho notato che tra te ed Emi..."
"Eh?" faccio, senza capire. E' così, non capisco il motivo per il quale si sia fatto improvvisamente così serio. Cosa c' entra Emi?
"Si, beh..." riprende lui, torcendosi le dita. Sembra quasi intimidito. Il che, fa un effetto piuttosto bizzarro, vista la sua stazza.
"... Ecco, il fatto che lei ti guarda e tutto, cioè..."
"Scusa, ma non sto capendo." ammetto, in tutta franchezza. Dove vuole andare a parare questo tipo?
"Insomma, per caso, non è che... Ecco, che tu ed Emi, state.... Come dire... insieme?"
Oh!
"Aspe... Che?! No!" sbotto, sbalordito dalla sua domanda.
Lui solleva di scatto lo sguardo su di me, rosso in volto. Non so se per via dell' alcol o no.
Si affretta a riabbassare gli occhi sul tavolino. "Ah. S- sicuro?..."
"Ma certo che sì, che domande! Guarda che io-!"
Ma non ho il tempo di terminare la frase, che improvvisamente tutte le luci della sala si spengono di colpo, facendoci rimanere nel buio più totale.
"Ma che-?! Un black out?..."
La mia esclamazione di sorpresa, viene sovrastata da un boato di urli e fischi che si eleva nel buio. In un primo momento penso che siano di protesta, fino a quando non sento Moto, dal posto di fronte al mio, ridere sguaiatamente, emozionato.
"Wow, evviva!!" esulta, insieme al coro di voci euforiche dell' intera sala. Sembra essersi completamente ripreso.
"Finalmente comincia lo show!"
"Eh? Show? Quale show?!..."
Neanche finisco di chiederlo, che all' istante le luci sul palcoscenico si accendono di una luce scarlatta, illuminando due pali disposti proprio a centro.
Mentre Moto ride e schiamazza, insieme al coro di voci maschili che rimbomba nelle mie orecchie, parte una musica lenta, dal ritmo incalzante.
Ormai totalmente sconvolto, mi guardo spaesato attorno, cercando di capire cosa diamine stia succedendo!
"Te l' avevo detto che stasera ci si divertiva!!"
"Ma cosa significa tutto questo?!" urlo, cercando di farmi sentire, nonostante quel frastuono assordante.  "Io non ho idea di cosa diavolo sta-!..."
Non sono più in grado di emettere neanche mezza sillaba, poiché per lo shock le parole mi si bloccano in gola: Due delle cameriere della sala, sono salite sul palco, e muovendosi seguendo il ritmo lento e suadente della musica, hanno incominciato a sbottonarsi la divisa, sotto gli occhi del pubblico maschile in sala, che impazzisce in evidente apprezzamento.
Boccheggio come un pesce fuor d' acqua, incapace di articolare un fiato, e noto altre tre 'cameriere' imitare le altre due, strappandosi la divisa di dosso, restando solamente in intimo, danzando e ancheggiando per i tavoli. Le due donne ormai mezze nude sopra il palco, iniziano a dondolarsi e ad aggrapparsi ai pali, inscenando una lap dance.
Non ci sono più dubbi... Questo tizio, mi ha portato in uno squallido Streep Club!
Sento il mio viso incendiarsi, quanto un'intera foresta che va' in fiamme. Ma non ho neanche ilo tempo di sentirmi in collera con lui, poiché, giusto per mettere altra benzina sopra il fuoco, ecco che accade qualcosa di inaspettato: Una delle cameriere, che nel frattempo si è accostata al nostro tavolo, si aggrappa improvvisamente a me, avvicinando le sue labbra rosse, e prima che me ne renda pienamente conto, a tradimento, mi stampa un bacio dritto sulla guancia.
Sento Moto nel posto a fianco esultare, su di giri, mentre la donna si stacca da me, e passa al tavolo accanto.
Apro e richiudo la bocca come un emerito imbecille, completamente paralizzato dallo stupore, rossissimo sin dalla cima dei miei capelli, fino alla punta dell' alluce.
Non credo di essere mai stato tanto shockato in vita mia... Per la prima volta, sono senza parole!
"Tu... Tu mi h-hai..."
"Uohooo!! Vai così, tesoro!! Otani, hai visto quella!?... Otani?"
Moto si volta verso di me, ma io mi sono già alzato e lanciato verso l' uscita del locale, alla velocità della luce, districandomi tra la folla esultante ed arrapata, tra lo stupito e l' indignato.
Una volta fuori, l' aria fresca mi punge il viso, facendomi riacquistare un po' di lucidità.
Respiro profondamente, ancora leggermente scosso, impaziente di allontanarmi da quel maledetto postaccio, quando sento la voce affannata di Moto chiamarmi:
"Ehi, amico...!"
Il tizio mi raggiunge, poggiandomi una mano sopra la spalla, ansioso.
"Io non sono tuo amico, chiaro?!" sbotto, scansando in malo modo la sua mano.
"Ehi, si può sapere che ti è pres-?"
"Che mi è preso??!"sbraito a quel punto, voltandomi a guardarlo, furioso. "Dove accidenti mi hai portato?!"
Moto aggrotta le sopracciglia, confuso, "Pensavo che fosse una buona idea..."
"Beh, pensavi male! Anzi, malissimo!"
L' altro solleva un sopracciglio, "Perché? Che problema c' é?"
"Che problema-?...Ma come, non lo sai?!"
"Cosa?"
"Io ho-!... Sono impegnato."
"Impegnato?"
"Sì!" esclamo, ormai al limite della sopportazione. "Impegnato, fidanzato..."
"... MORTO!!"
Il ruggito di Koizumi raggiunge le mie orecchie, e con orrore, mi accorgo della mia ragazza che mi viene incontro con passo inferocito, insieme a mia sorella e Manabe, che cercano faticosamente di trattenere la sua furia omicida, che traspare persino dai suoi occhi.
Raggelo all' istante, terrorizzato. Koizumi sembra veramente, ma veramente incazzata!
"Sei morto, Atsushi Otani!!"
"Oh, merda!"
"Aspetta, non dirmelo!.. Quella lì è la tua ragazza??!" chiede stupidamente Motoharu, indicando Koizumi, con aria a dir poco sbalordita.
"Koizumi, non è come pensi!" mi affretto a dire, ignorando il biondo. Sollevo istintivamente le mani per autodifesa, notando che lei si sta pericolosamente avvicinando sempre di più.
Per una volta, ho seriamente paura di Koizumi. Non l' ho mai vista così furiosa.
"E quello cos' é?! Eh??! Cos' é??!" strilla istericamente, indicando la mia guancia con occhi assassini.
Oh, cavolo! La cameriera deve aver lasciato il segno del rossetto quando mi ha baciato!...
Mi affretto a strofinarmi la guancia con la manica, farfugliando qualcosa di incomprensibile, mentre Manabe e mia sorella trattengono entrambe il respiro, inorridite.
"Non pensavo di avere un fratello simile!" esclama Midori, indignata, ancora intenta a trattenere Koizumi, che scalpita furiosamente tra le sue braccia, come una tigre affamata in gabbia e ansiosa di uccidere.
"Lasciami, ti prego, voglio ammazzarlo...!!"
"Koizumi calmati, stai facendo una scenata!..." sbotto, notando dei passanti che osservano la scena, indignati.
"Calmarmi??! Mi dici anche di... MI CALMERO' SOLO QUANDO RIUSCIRO' A METTERTI LE MANI AL COLLO, RAZZA DI PERVERTITO BASTARDO...!!!"
"Ti ho già detto che non è come-!"
"Tranquilla Risa- chan! Avrai modo di riscattarti al mio addio al nubilato...!" mi ringhia contro mia sorella.
Mi blocco, avvampando, "Cos-?... NON CI PROVARE NEANCHE!!"
"Aaarghhh!!! Io ti accoppo, ti uccido nanerottolo!! Ti annego, ti affogo, ti strozzo...!!"
Sento Motoharu ridacchiare. "Eh eh... Ti ha appena chiamato nanerottolo..."
"Tu sta zitto!!" mi rivolgo a lui, con aria minacciosa. "E' soltanto colpa tua, se adesso mi ritrovo in questo casino!!"
"Sai che ti dico, non voglio rovinare i tuoi piani per la serata!!" sbotta Koizumi, districandosi brutalmente dalla presa delle due ragazze, e girando i tacchi."Tanto non me ne importa più niente di te!!"
"No aspe-... Koizumi!"
"Rientra pure dentro, e buon divertimento!... Addio!!"
"Koizumi...!!"
"E non provare a seguirmi!!"
Dopodiché se ne và via, furente, insieme alle altre due, che mi lanciano sguardi di fuoco.
Sono ancora intento ad osservarla allontanarsi, con un braccio alzato e l' espressione del mio viso angosciata.
Ha frainteso tutto di nuovo...
"Amico, posso dirtelo in tutta franchezza?..." esordisce dopo un po' Moto, nel tentativo di alleggerire la tensione. "... Quella ragazza, è fuori dalla tua portat- Ahio!!"
L' ho zittito, tirandogli un bel pugno, dritto in quella testa di cazzo che si ritrova!
"Ti sembra il momento di fare dell' umorismo??! Hai visto che cosa hai combinato?!... E ti ho già detto di  non chiamarmi 'amico'!"
"Guarda che io ero serissimo..." blatera lui, massaggiandosi la nuca.
"Adesso Koizumi è arrabbiata con me, ed è solo colpa tua!"
"Oh, andiamo... Mica state per lasciarvi per questo!" sbuffa lui, con aria da intenditore, "Sai come sono fatte le donne, no? Uno sfogo e poi tornano a fare le fusa come gattine miagolanti. Vedrai che le passerà prest-"
"Non certo grazie a te!!" sbraito, dopodiché lo pianto lì, allontanandomi, imprecando sottovoce.
Lui rimane un istante a guardare mentre mi allontano, dopodiché sospira, scuotendo la nuca, prima di rientrare nel locale.
Ma tu guarda che casino... penso, infilandomi bruscamente le mani in tasca, furente. E' mai possibile che io non possa passare una giornata tranquilla??
Adesso Koizumi penserà che io sia un depravato che frequenta certi postacci! Ho davvero paura che per vendicarsi, faccia qualche sciocchezza all' addio al nubilato di mia sorella...
Immagino Koizumi che fa la stupida, circondata da centinaia di stripper uomini, e all' istante il mio viso si accende di rabbia, e le mie orecchie fumano dalla gelosia. Il solo pensiero è... Argh! Davvero opprimente. Orribile! Mi darebbe fastidio... molto, molto fastidio. Certo, non posso biasimarla, che si sia arrabbiata in quel modo...
Non appena ho compreso cosa stava accadendo, il mio primo istinto è stato quello di uscire immediatamente da lì. Ho pensato subito a Koizumi e alla sua reazione, che era uno sbaglio restare in quel posto, una mancanza di rispetto nei suoi confronti. Anzi, nei confronti delle fidanzate in generale.
Mettersi a danzare in quel modo, per stuzzicare le fantasie di un uomo, è una cosa... una cosa... Aaahh, non so neanche io cosa!
Fatto sta che Koizumi non farebbe mai qualcosa del genere... Assolutamente no!
Chi, Koizumi?... Pfft, andiamo! Sarebbe ridicola... Già! Assolutamente e totalmente... ridicola. Non ce la vedrei affatto a danzare in quel modo, spogliarsi, sorridere ammiccante, e...
Aspetta... Spogliarsi?
Mi paralizzo in mezzo alla strada, bloccato dalla chiarezza dei miei stessi pensieri. Sento le mia gambe molli, e la mia faccia và a fuoco, non appena mi rendo conto di stare immaginando il viso di Koizumi, che sostituisce quello della cameriera dal rossetto rosso sgargiante.
Oh, no. No, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no... NO!!
Non posso pensare a questo, okay?! Perché sto pensando a questo, comunque!? E' assurdo!
Probabilmente sono ancora un po' scosso da quanto è accaduto prima, e dalla giornata in generale. Traumatizzato, è la parola esatta... L' aria di quel posto, mi ha dato alla testa.
"Ritorna in te, santo cielo...!" borbotto tra me e me, battendomi i pugni sulla nuca, cercando disperatamente di fare uscire quella scena.
Eppure, nonostante tutto, nella mia mente, cominciano a formarsi delle immagini simili, vivide, assurdamente realistiche e soprattutto pericolose, di questa nuova Koizumi, che non ho mai visto prima d' ora, tutt' altro che ridicola, e che non riesco a frenare... Non voglio frenare...
Mi copro il viso, sentendo le mie guance roventi da sotto le dita.
Per quanto stia tentando, con tutto me stesso, mi rendo conto di non riuscire a scacciare via dalla mia testa quelle immagini. Il ricordo di Koizumi sopra di me nella mia stanza, che mi tormenta da allora, ritorna prepotente e indelebile: il peso del suo corpo a contatto col mio, il suo viso, le sue palpebre che si abbassano lentamente, e il calore della sua bocca così vicina alla mia...
Mi afferro i capelli, frustrato. "Gaaaah, uscite dalla mia testa, dannazione...!"
Merda... Non può stare succedendo davvero. Non posso pensare a Koizumi, in quei termini... Non posso. Se lei lo sapesse, mi ammazzerebbe di sicuro. Oh, se mi ammazzerebbe!
E poi è... troppo strano. Scandaloso, riprovevole, viscido... sbagliato.
Koizumi è meglio di qualunque 'cameriera' al mondo, e non si merita di essere paragonata a quel genere di ragazza. Nessuna di loro potrà mai competere con lei, né piacermi di più. Questo è quanto.
Però, mi chiedo... è poi così sbagliato, pensare solo a Koizumi, e solo a lei, in quel modo?...
Ho proprio bisogno di fare quattro passi e schiarirmi le idee... E di prendere un po' d' aria fresca.
Così, preso da emozioni contrastanti, comincio ad incamminarmi per la città ormai buia, in balìa dei miei stessi pensieri. Quando d' un tratto, sollevando lo sguardo, mi accorgo distrattamente di un negozio di bigiotteria ancora aperto.
Controllo nuovamente l' orario sull' orologio al polso: Le 19:45. Forse, ho ancora tempo per comprarle qualcosa... anche, se probabilmente, me la tirerà in faccia.
Ora dovrò anche trovare qualcosa con cui farmi perdonare, anche se non ho nulla da farmi perdonare. Tanto, ormai ci sono abituato.
Con Koizumi, mi devo rassegnare a non avere mai ragione.
Sospiro, estraendo dalla tasca dei pantaloni l' anello tutto spiegazzato, rigirandomelo tra le dita e rimirandolo, come faccio spesso, ogni volta che penso a lei.
Me lo porto dietro da quel giorno, non come portafortuna, ma piuttosto in ricordo di quel periodo, degli sbagli che ho commesso, e che non ho intenzione di ricommettere mai più.
In qualche modo, è come se avesse simboleggiato il mio cuore. E voglio che lo tenga di nuovo lei...
Arrossisco vergognosamente per aver pensato ad una cosa così melensa. Ormai comunque è troppo tardi, per oggi... Vorrà dire che glielo darò un altro giorno. Spero solo che Koizumi non voglia tirarmelo addosso, come l' ultima volta.
Un sorrisino mi esce spontaneo, e mentre varco la soglia della bigiotteria, una sola immagine, la stessa che mi ha fatto innamorare, la sola capace di trasformare il mio cuore in un tamburo ogni volta, mi appare impressa in modo vivido e chiaro, nella mia testa: Ed è il viso gioioso, sorpreso e sorridente, di Koizumi.
"Scusate... Per caso, riparate anelli?"






__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________





Il mio allegro angolino (?)


Ehilà, come andiamo? :D Vi sono mancata?
*schiva una vagonata di coltelli volanti*
Aw, anche voi. (?)
Questo capitolo è idiotissimo, non so neanch' io con quale coraggio lo stia pubblicando. XD Difatti ho appena inserito il genere 'Demenziale', ma immagino che avrei dovuto farlo già da tempo. :')
Spero almeno, come sempre, di essermi fatta perdonare per l' attesa, avendovi regalato un' emozione, o perlomeno strappato un sorriso. ;)
 
(*) Per chi non lo sapesse, il White Day è un' usanza tipicamente giapponese, che ricorre esattamente un mese dopo S. Valentino, il 14 Marzo, in cui i ragazzi "restituiscono" il pensiero della cioccolata, regalando alle ragazze qualcosa di bianco, o chiaro.
 
Vi anticipo qualche cosuccia del prossimo capitolo, dai u.u : Ci sarà una piccola sorpresa di compleanno per il nostro At- chan (eh sì, piccoli idioti crescono *-*), ma anche per Risa ci sarà qualche sorpresina... E poi tanto, tantissimo fluff! :3
 
Colgo l' occasione, dato che è da un po' che non lo faccio a dovere, ringraziando cordialmente vecchie e nuove recensitrici, i click nelle seguite/preferite/ricordate, e chi è stato così gentile da inserirmi tra le proprie autrici preferite. *-*
Ma soprattutto, ringrazio voi che recensite, poiché è gran parte per merito vostro, delle vostre gentilissime parole, e del vostro sostegno, che questa storia sta andando avanti.
Sappiate che vi adoro, tanto.
Un enorme e sentito GRAZIE, e... Buone vacanze! ;)


Chappy_


 
 


 
 
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lovely complex / Vai alla pagina dell'autore: Chappy_