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Autore: RobyLupin    10/06/2014    4 recensioni
[3+1, Malec, no spoilers oltre Città di Vetro]
Tre modi in cui Magnus e Max avrebbero potuto conoscersi, e un funerale.
"La prima volta che Max incontrò uno Stregone aveva nove anni e mezzo e si era perso."
Genere: Angst, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Max Lightwood
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Seconda shot (la mia preferita onestamente <3)ambientata in un momento imprecisato tra City of Glass e City of Fallen Angels – prima della partenza di Magnus e Alec per il loro viaggio intorno al mondo, suppongo. O magari non sono proprio partiti, I don't know, non è fondamentale comunque XD

 

Grazie a tutte colore che hanno recensito e, come sempre, a Flavia che ha betato, sopportando la sofferenza che questa storia le ha causato perché, Max.

 

 

 

 

2.

Il campanello squillò due volte prima che Magnus decidesse di aprire gli occhi. Due rumorosi, irritanti squilli, seguiti poco dopo da un terzo. Alle due del mattino. Di un giorno feriale.

Lo sconosciuto visitatore sarebbe morto tra atroci sofferenze.

Magnus si alzò di scatto dal letto e percorse l'appartamento a grandi falcate, schiacciando il bottoncino del citofono con rabbia.

SPERO PER LA VOSTRA SALUTE CHE SIA IMPORTANTE!” urlò.

Ci fu una pausa dall'altra parte.

Lo... Lo Stregone Magnus?” chiese una voce incerta; Magnus alzò un sopracciglio: sembrava un bambino. Alle due del mattino. La cosa cominciava a diventare inquietante. Cercò di ricordare quanti film horror iniziavano in questo esatto modo e si chiese se fosse il caso di evocare un crocifisso. Poi si disse che, come minimo, l'entità maligna sarebbe stata della religione sbagliata, quindi preferì evitare.

Sospirò e aprì la porta d'ingresso.

Sali,” disse, dirigendosi verso l'entrata e poggiandosi assonnato sullo stipite. Pochi secondi dopo, una figura minuta gli si avvicinò nell'ombra, e Magnus si raddrizzò automaticamente nel riconoscerla: aveva visto il fratellino di Alec solo di sfuggita quando aveva aperto il Portale per Alicante, prima della battaglia contro Valentine e quando tra loro le cose erano ancora complicate (oh, l'eufemismo!), ma l'avrebbe riconosciuto comunque tra mille: aveva la stessa espressione seria del fratello maggiore, gli stessi capelli neri e disordinati; solo gli occhi erano diversi, dietro gli occhiali, grigi dove quelli di suo fratello erano del blu acceso che Magnus amava. Si chiese se sarebbe diventato alto come Alec, o se avrebbe preso la struttura fisica paterna.

Si riscosse dai suoi pensieri quando sentì la sua manica venire tirata e abbassò gli occhi.

Alec,” disse il bambino, senza aggiungere altro. Magnus alzò un sopracciglio.

Non è qui,” rispose. “Dovrebbe arrivare finito di pattugliare le strade, però.”

Okay,” sbirciò al di là dello stregone, quindi lo fissò. “Posso entrare?”

Magnus si fece da parte, ancora confuso, e il bambino s'infilò dentro, prendendo posto sul divano e guardandosi attorno: aveva una scintilla di curiosità che gli illuminava lo sguardo, e il modo in cui si soffermò su Magnus e lo studiò gli fecero pensare che sarebbe potuto diventare uno studioso niente male se non avesse fatto parte di una razza guerriera come quella dei Nephilim.

Richiuse la porta dietro di sé e si sedette sul tavolino davanti a lui.

Quindi... Max, giusto?” il bambino annuì e rimase in silenzio. Magnus iniziava ad innervosirsi. “I tuoi genitori sanno che sei uscito di casa in piena notte, hai attraversato mezza New York e ti sei rifugiato in casa di uno stregone che non considerano esattamente il benvenuto in casa propria?” ancora nulla. Magnus sospirò e si passò una mano sul viso. “Deduco sia un no. Diavolo, perché a me?” mormorò, quindi si alzò e recuperò il telefono. Prima che potesse iniziare a digitare il numero dell'Istituto, però, Max gli si appese al braccio. Letteralmente. Questi Lightwood non avevano davvero mezze misure.

No!” strillò il ragazzino. Magnus alzò gli occhi al cielo.

Andiamo, Max. Non sono esattamente un fan dei tuoi genitori, ma credo che nemmeno loro meritino di svegliarsi domani mattina e non trovare il loro figlio di nove anni nel suo letto.”

Per tutta risposta, Max allungò un braccio nel tentativo di strappargli il telefono di mano. Magnus si limitò ad alzare il suo oltre portata. Contando che, a nove anni, Max era ancora un nanerottolo che ne dimostrava sette, non fu esattamente difficile.

Andiamo, Max, comportati bene,” tentò; il ragazzino mise il broncio, corrugò la fronte e gli saltò sulle spalle, cercando di supplire alla mancanza di altezza.

Quel bambino era una scimmia.

D'accordo, ora basta!” Magnus schioccò le dita, da cui uscirono scintille azzurre, e Max si ritrovò improvvisamente a levitare a mezz'aria, mentre lo stregone lo guardava in cagnesco – per quanto qualcuno potesse farlo con indosso un pigiama azzurro a nuvolette rosa, almeno. “Ora stai buono. Ho una chiamata da fare.”

Non voglio che chiami i miei genitori!” era la prima frase completa che gli sentiva pronunciare da quando era arrivato. Magnus si bloccò e attese che continuasse. Alzò gli occhi al cielo quando il silenzio si prolungò più del dovuto.

Ragazzino, se devo rischiare una denuncia per rapimento di Nephilim minorenne, gradirei una spiegazione, così da avere qualcosa da raccontare alla squadra di Shadowhunters che mi piomberà in casa, spargendo polvere, detriti e chissà che altro sul pavimento appena lucidato. Ora parla,” Max lo guardava sorpreso; Magnus alzò un sopracciglio. “Allora?”

Sei truccato intorno agli occhi,” fu quello che disse invece il bambino.

E quindi?”

Sembri Isabelle quando esce la sera. Ma con più glitter.”

A me piace. E anche ad Alec,” si difese, incerto. Max non parve molto convinto.

Stavi uscendo senza di lui?”

No, dormivo,” fece un gesto vago con la mano, spedendo di nuovo Max sul divano. “Potrei essermi addormentato prima di levarmelo. E comunque sto ancora aspettando una risposta.”

Max si mordicchiò il labbro, come indeciso, quindi sospirò.

A mio padre non piaci molto.”

D'accordo, non era la risposta che si aspettava.

Non è propriamente una novità. Ma che c'entra ora?”

Il bambino fece spallucce.

Mi sono svegliato e sono sceso a prendere un bicchiere d'acqua,” iniziò a raccontare, lentamente, senza guardarlo in faccia. “E ho sentito mamma e papà che discutevano,” pausa. Se avesse continuato a tormentarsi il labbro a quel modo l'avrebbe fatto sanguinare. “Credo che papà voglia tornare ad Alicante e restarci.”

D'accordo, non si aspettava nemmeno questa. Viste le premesse, credeva che gli avrebbe detto di come considerassero Alec un traditore della sua razza e Magnus un poco di buono, corruttore di giovani Nephilim. E forse Robert almeno l'ultima parte la pensava davvero, ma era meglio evitare di parlarne con suo figlio.

Magnus non aveva mai avuto bambini, né aveva mai passato molto tempo con loro – vedere Clary una volta ogni due anni era stato il contatto più prolungato con un mini-umano che avesse mai avuto. Alec era bravo: avere tre fratelli minori – tra cui un parabatai scavezzacollo – facevano quest'effetto ad un ragazzo. Alec. Non lui. Lui non aveva idea di come parlare ad un bambino di nove anni. Nove.

Si chinò davanti a lui, sospirando.

Sai che non è colpa tua, vero?”

Max fece spallucce, ma non rispose.

Davvero, ragazzino,” insistette. “Non sono abituato a mentire per far star meglio la gente, nemmeno ai bambini,” bugia: Magnus era un bugiardo seriale se voleva. La maggior parte delle sue conoscenze ancora credeva che avesse quasi mille anni, per esempio. Al momento era onesto, però; forse era l'effetto di stare con Alec, che viveva con la verità costantemente scritta sul viso.

Papà ha detto che avrebbe dovuto andare via anni fa, che restare per me è stato un errore,” lo guardò con i suoi enormi occhi grigi. “Secondo te gli dispiace che sia nato? Avrebbe potuto lasciare la mamma altrimenti.”

Ecco, quello era uno di quei momenti in cui avrebbe tanto voluto che un fulmine lo colpisse e incenerisse.

Si schiarì la gola.

Dubito intendesse questo, Max. A volte la gente dice cose che possono essere fraintese, ma ho conosciuto tuo padre e, per quanto possa non essere d'accordo con lui la maggior parte delle volte che parla, o pensa, o semplicemente respira troppo forte,” un sorriso minuscolo comparve sul volto del bambino, e Magnus la considerò una vittoria non indifferente. “Tuo padre ti vuole molto bene. Sarebbe devastato se ti succedesse qualcosa, così come lo sarebbero tua madre e i tuoi fratelli. Ecco perché non dovresti andartene in giro per New York da solo e in piena notte: qualcosa avrebbe potuto attaccarti, e non parlo solo di demoni e Nascosti.”

Max assunse il colore di un pomodoro maturo, e si infossò nel divano, cercando di farsi il più piccolo possibile.

Alec mi faceva stare con sé quando... quando non riuscivo a dormire. Da quando passa le notti qui, lo fa Isabelle, ma non c'è nemmeno lei stasera e poi-”

E poi hai pensato che i tuoi genitori un po' se lo meritassero?” Max arrossì ancora di più, e annuì. Magnus ridacchiò, e la cosa parve sorprenderlo: probabilmente si era aspettato una sgridata epocale. Lui, invece, gli scompigliò i capelli e premette il tasto numero uno delle chiamate rapide sul suo cellulare.

Alec?” cinguettò – letteralmente. Poteva sentire Max giudicarlo.

Magnus? Per l'Angelo, che è successo? Stai bene?”

Sì, tutto bene, non preoccuparti. No, prima che tu lo dica, non sono stato attaccato da un demone. Che diamine, sono uno stregone serio, la casa è protet-”

Ah-ah, certo, certo.”

La tua mancanza di fiducia nelle mie capacità di autodifesa mi ferisce nel profondo, fiorellino.”

Chiamami ancora così e brucerò la tua sciarpa nuova appena arrivo a casa.”

Oh, mi piace quando tiri fuori il tuo lato di deciso e rude Shadowhunter, sai?disse. Sentì Alec sospirare, e vide Max guardarlo improvvisamente sconvolto.

Magnus, perché mi hai chiamato?”

Oh, tuo fratello vuole parlarti, credo.”

... Jace? Ma li ho appena lasciati-”

Non Jace. Quello adorabile che non vorrei affogare un giorno sì e l'altro pure.”

... Max è da te?! Per l'Angelo, sta bene? Hanno attaccato l'Istituto? Perché è lì?”

L'unico e solo. E sta bene, non preoccuparti, l'Istituto è tutto intero. Te lo passo, credo abbia un po' di cose da dirti,” gli diede il telefono, e Max lo prese titubante, mormorando un “Pronto?” incerto. Magnus si alzò, deciso a prepararsi una tazza di latte caldo per concedere loro un minimo di privacy.

Quando tornò in salotto alcuni minuti dopo, Max aveva posato il cellulare sul tavolino davanti a lui, e guardava lo stregone con espressione indecifrabile.

Ha detto che sarà a casa in pochi minuti.”

Perfetto, no?”

Ha chiamato qui, casa,” disse; Magnus si chiese se la cosa avesse peggiorato il suo umore.

Non credere che tenga meno a voi per questo,” si sedette di nuovo davanti a lui, offrendogli la tazza. Max la prese e bevve in silenzio, senza staccargli gli occhi di dosso. “Non vi sta abbandonando o che so io. Vi ama in maniera pazzesca.”

E allora Max fece una cosa che lo sorprese: alzò gli occhi al cielo e sbuffò con il tono che solo un bambino poteva avere. Come se quello ingenuo tra i due fossi tu, per intenderci.

Certo che lo so, non essere ridicolo. È solo che- beh, Alec non era mai stato molto felice prima d'ora,” lo guardò con quella che, credeva, dovesse essere un'espressione minacciosa. Magnus pensò che, in pochi anni, ne avrebbe avuta una meravigliosa. “Meglio per te che continui così.”

... Non credevo sarei mai stato minacciato da te, tra tutti, sai? Jace, probabile. Isabelle... beh, la davo per scontata – quella ragazza sa essere terrificante quando vuole. Ma tu... non me l'aspettavo, ecco.”

La gente tende a sottovalutarmi perché ho solo nove anni.”

La gente sbaglia enormemente, direi.”

Il bambino sorrise per davvero allora, e Magnus riuscì a vedere la somiglianza con Alec ancora più che quando era serio.

I geni Lightwood erano davvero di un altro mondo.

In quel momento, Alec spalancò la porta d'ingresso e corse verso suo fratello, controllando centimetro per centimetro che fosse incolume.

Alec, andiamo, sto bene!”

In giro per New York da solo. Di notte. Ringrazia l'Angelo che non spetti a me metterti in punizione, Max, o non metteresti più piede fuori di casa fino ai diciotto anni!”

Ma!”

Jace e Isabelle sanno che sei qui, avvertiranno loro mamma e papà. Per stanotte starai qui con noi, ma domani preparati alle pene dell'inferno.”

Max mise un broncio che avrebbe convinto Magnus a fare praticamente qualunque cosa per il senso di colpa (lo stesso che aveva Alec, e sperò che nessuno dei due fratelli si rendesse mai conto del potere che aveva, o sarebbe stata la sua fine). Alec continuò a guardarlo con severità, la fronte aggrottata e gli occhi sottili.

Magnus fu improvvisamente certo di chi tra i due sarebbe stato il genitore responsabile se mai avessero avuto figli. Non che ce ne fosse bisogno, ma era un bel pensiero, denunciatelo per averlo avuto.

Batté le mani per attirare la loro attenzione e si girarono all'unisono.

Bene, ora che Alec è qui, io me ne torno a dormire. Ho bisogno di riposo per mantenere questa pelle perfetta com'è,” si chinò su Alec, baciandolo velocemente, quindi si voltò e s'incamminò verso la camera da letto, fermandosi sulla soglia per gettare loro un'ultima occhiata. “Scegliete pure la stanza che preferite, e non svegliatemi a qualunque orario osceno decidiate di alzarvi per tornare all'Istituto. Max, spero di rivederti presto, magari in circostanze migliori e con la luce del pomeriggio fuori dalle finestre,” intercettò lo sguardo di Alec, che gli sorrise con gratitudine, quindi s'infilò nella stanza e si unì a Chairman che, incurante di tutto, era ancora acciambellato sul materasso, profondamente addormentato.

Sperò solo che i coniugi Lightwood non decidessero di appenderlo a testa in giù per sport quando avessero scoperto dove loro figlio minore aveva passato la notte. Visto l'amore che nutrivano per lui, non lo avrebbe affatto sorpreso.

 

  
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