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Autore: telesette    11/06/2014    2 recensioni
A poco a poco, gli schiaffi di Rita si fecero sempre più inconsistenti.
Per quanto potesse dire di odiarlo, la verità era che le pesava tuttora ammettere il grave torto che aveva nei suoi confronti.
Per la prima volta, dopo così tanti anni, Rita sembrava aver compreso la fortuna che aveva avuto, l'importanza di ciò a cui aveva rinunciato, e il bisogno irresistibile di rimanere accanto a lui.
Anche solo per un giorno.
Per un'ora.
Il calore di Arthur, misto all'incredibile quanto impensabile tenerezza del suo abbraccio, era infatti il suo unico vero rimpianto...
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rita Skeeter
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
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In memoria di un'amica:

L'immagine può contenere: 1 persona, primo pianoNata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa.  

Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazione DISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore...  
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era.  
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme.  
Ciao Gina!

 

*** 

Il rimpianto di Rita
immagini tratte da internet

 

L'immagine può contenere: 1 personaGrandi festeggiamenti quella sera, nella redazione della Gazzetta del Profeta.
Rita Skeeter aveva appena ricevuto gli applausi e le congratulazioni di tutti i suoi colleghi, ignorando bellamente le invidie e il disprezzo dietro ai sorrisi di circostanza, falsi più o meno quanto lei. L'articolo-rivelazione sul celebre Harry Potter, opportunamente condito di bugie, le era valso infatti una menzione speciale dal direttore del giornale con una tiratura di stampa record in programma per le prossime settimane.
Per questo motivo, la Skeeter era diventata l'ospite d'onore, a quello sfarzoso ricevimento in grande stile.
Per l'occasione, erano state invitate molte tra le celebrità di spicco del mondo dei maghi.
Vi erano diversi nomi illustri: l'allevatrice di grifoni ultracentenaria Melissa Morge, il vicepresidente aggiunto della "Firebolt Company" Salomon Speedy, l'ex-campione del mondo di quidditch Bastian Brown, e molti altri ancora...
Praticamente metà delle persone presenti in sala, oltre ad essere state oggetto di articoli costruiti di sana pianta, avevano più volte citato Rita Skeeter con l'accusa di falsa testimonianza e danni morali.
Inutile dire che, data la sua fama come giornalista e le sue molte conoscenze in ambito legale, la Skeeter aveva sempre trovato il modo di far decadere ogni denuncia a suo carico.
Nessuna donna era più odiata e detestata di lei.
Si era costruita un'immagine davvero meschina, ottenendo fama e successo al prezzo di innumerevoli vite private sconvolte, e non c'era da stupirsi che una donna come lei vivesse solo ed esclusivamente per sé stessa.
Rita Skeeter era fondamentalmente sola.
Lo aveva scelto lei, con le sue mani, e di fatto si riteneva molto appagata della propria scelta.
Non aveva affetti.
Non aveva legami.
Niente poteva impedirle di ottenere sempre maggior successo, perché non aveva nulla da perdere e tutto da guadagnare. Il suo cuore era come una fredda boccetta di inchiostro nero, dove la sua penna poteva attingervi senza sosta, e non vi era nessuno in grado di suscitarle interesse.
Se mai la Skeeter aveva usato parole come "amore" e "sentimento", nella sua vita, senza dubbio aveva finito per cancellarne ogni possibile significato dalla sua mente.
Il direttore del giornale le sfiorò viscido la mano con la punta delle labbra, suscitandole un chiaro senso di ribrezzo, tuttavia lei si limitò a sorridergli e sollevò il calice dello champagne per brindare alla sua salute.
Si era appena voltata, gettando distrattamente uno sguardo agli ospiti presenti nella sala, quando le parve di riconoscere qualcuno di familiare.

Possibile?

L'immagine può contenere: 1 personaRita ebbe quasi un sussulto, nell'osservare l'alto individuo magro dinanzi a lei.
Costui era vestito con un elegante completo scuro su una camicia bianca, con un cravattino a farfalla e un vistoso fazzolettino candido di seta sporgente dal taschino della giacca. Il suo volto era magro e affilato, con le guance infossate dall'età malgrado i capelli scuri che non gli attribuivano più di una quarantina d'anni, e gli occhi scrutavano apparentemente impassibili attraverso un paio di grosse lenti cerchiate.

- Arthur... - mormorò la donna con un filo di voce.

Costui era infatti Arthur Murray, lo scrittore, autore di innumerevoli romanzi e capolavori di Storia della Magia.
Non era poi così strano che un uomo così importante fosse intervenuto di persona al ricevimento, né che lui e Rita si conoscessero di vista, ma il modo in cui la donna era scattata su al solo vederlo lasciava forse pensare che fosse più di un semplice conoscente.
Murray rimase immobile, senza dire una parola, limitandosi ad osservare Rita per alcuni istanti.
La donna sentì il bicchiere scivolarle di mano, tanto era agitata, allorché l'uomo mise subito mano alla bacchetta e la puntò sull'oggetto prima che questo finisse in frantumi.

Wingàrdium Leviòsa!

L'immagine può contenere: 1 personaIl calice si fermò a mezz'aria, rovesciando solo un po' di liquido sul pavimento, così che Rita non dovette far altro che allungare la mano per riprenderlo. Arthur Murray rinfoderò la bacchetta con noncuranza, avanzando verso di lei lentamente, così che la Skeeter non ebbe il tempo di mescolarsi al resto della folla.

- Ciao Rita - esclamò l'uomo atono.
- Sono stupita di vederti qui - fece lei confusa. - Sbaglio o eri tu che non sopportavi la "falsità" dell'ambiente giornalistico?

Per tutta risposta, Arthur tirò fuori una lettera dalla giacca.

- Mi hanno chiesto di presentare il mio nuovo libro - spiegò. - Si tratta di un invito espresso personalmente dal Ministro della Magia Cornelius Caramell, non potevo dire di no!
- Capisco - osservò Rita, cercando di mantenere intatta la sua solita aria di sufficienza. - Beh, congratulazioni allora!
- E' tutto quello che hai da dire?
- Scusa, Arthur: questa è la mia serata, non la tua, e non ho tempo di star qui a chiacchierare... Confido tu sappia come funziona!

Arthur scosse penosamente la testa con un sospiro.
L'ultima volta che si erano parlati, non meno di vent'anni addietro, entrambi si erano appena laureati a pieni voti presso la scuola di giornalismo. Allora erano molto giovani, con una visione ben più idealista della vita, ed erano soliti parlarsi in modo assai dolce e garbato...

L'immagine può contenere: 1 persona- Vedo che non sei cambiata affatto - fece Arthur con amarezza. - Devi essere molto fiera di te stessa, sei una giornalista importante ora!
- Sei invidioso del mio successo, Arthur? - cinguettò Rita con una nota piena di evidente sarcasmo. - Non saresti il primo e neanche l'ultimo, in effetti, peccato che mi sia del tutto indifferente!

Ciò detto, Rita fece per allontanarsi con una suadente scrollata di spalle.

Ne sei davvero sicura? - domandò lui secco.

Rita si fermò di scatto.
Fosse stato chiunque altro a rivolgerle una simile domanda, semplicemente avrebbe fatto finta di non sentire. Sfortunatamente, però, Arthur la conosceva troppo bene... e sapeva come far breccia dentro al muro di freddezza e cinismo che lei stessa aveva costruito attorno alla sua immagine di celebre contafrottole.
D'istinto, si voltò nuovamente a guardarlo con rabbia.
Attraverso gli stretti occhiali rettangolari contornati di rosso, Rita piantò i suoi occhi verdi in quelli scuri di Arthur. Anche lui non era cambiato di una virgola, ad eccezione dell'età, e di fatto aveva ancora quella stupida luce saccente nello sguardo.
La stessa di quella volta...

***

L'immagine può contenere: 1 persona- Andiamo, Arthur, tesoro - sussurrò Rita, in quella ormai lontana notte di tanti anni or sono. - Possiamo avere tutto, tutto quello che vogliamo... Perché porsi scrupoli, adesso?
- Rita, per favore...

Malgrado le dita morbide di lei che gli stringevano intensamente la mano, calde e avvolgenti come l'audace abito da sera che ella indossava, Arthur non riusciva ad accettare che tutti gli sforzi e i sacrifici per diventare giornalista si riducessero di fatto a quello che aveva in mente di fare lei.
Rita gli stava infatti proponendo di "inventare" delle storie assieme, tante bugie gustose e piccanti, a danno dei maghi e delle streghe più in vista della società. Secondo il suo piano, di lì a breve tempo, avrebbero potuto presentare all'attenzione pubblica innumerevoli articoli scandalistici e diventare i cronisti di punta del Profeta o di qualunque altro giornale disposto a pagare le loro storie a peso d'oro.
Tuttavia, Arthur non era assolutamente d'accordo.
Lui amava scrivere, poiché considerava l'uso della parola scritta come un "dono", e non poteva sopportare l'idea di ingannare il pubblico con delle falsità a danno di persone reali.
Rita invece, per quanto gli dispiacesse ammetterlo, era molto più ambiziosa di quanto lui non sarebbe mai stato. Non le importava di danneggiare o ferire altre persone, pur di raggiungere lo scopo che si era prefissata, ed era disposta ad improntare la sua intera vita sulla menzogna.
Era una donna così affascinante, di una bellezza addirittura pericolosa, e per anni lui aveva cercato di vedere in lei solo l'aspetto migliore della sua persona.

- Non fare lo sciocco - proseguì la donna impertèrrita. - Ti sto offrendo la possibilità di fare carriera velocemente... E' quello che vogliamo entrambi: i nostri sogni, la nostra vita, fama e successo assicurato!

L'immagine può contenere: 1 personaArthur rifletté un attimo in silenzio.
Senza dubbio, la proposta di Rita era molto più che allettante. Un altro, al posto suo, non avrebbe esitato nell'accettare al volo e schierarsi dalla sua parte. Rita sapeva sfruttare molto bene il proprio fascino, per convincere le persone ad assecondarla, ed era anche fermamente convinta che Arthur non avrebbe mai potuto voltarle le spalle.
Era troppo innamorato di lei, almeno così diceva, e in fondo anche lei credeva di fare il suo bene nel coinvolgerlo.

- E' l'occasione che bussa alla porta - sussurrò lei, sfiorandogli la punta del naso con un bacio. - Al pubblico non interessa la verità: vogliono solo la "conferma" ai propri pensieri o sospetti: scoprire che un noto eroe sia invece un codardo, o che un uomo dalla moralità irreprensibile abbia invece una mezza dozzina di amanti... Noi possiamo "crearle" queste storie, Arthur, perché ne abbiamo il potere!
- Noi abbiamo un dono, Rita - sottolineò l'altro. - Possiamo riportare la verità a chi ignora quale essa sia, facendo da tramite con le nostre parole, e non possiamo scrivere il falso solo per mero tornaconto personale!
- Che sciocchezze - sbuffò. - Chi vuoi che se ne accorga?
- E' sbagliato, Rita - sentenziò Arthur convinto. - Non importa che gli altri se ne accorgano o meno, non è questo il punto!
- Secondo me, hai solo le idee un po' confuse, mio caro!

L'immagine può contenere: 1 personaL'espressione di Rita, tanto arrogante quanto soave, era l'immagine stessa del compiacimento.
La cosa che stupì Arthur, guardando negli occhi la stessa donna che amava da sempre, era il fatto che lei ostentasse una totale insofferenza alle più elementari norme della virtù e della decenza. Un tempo, anche Rita pensava che scrivere fosse il soffio della poesia sull'inchiostro.
Quante cose avevano scritto assieme.
Quante volte, mettendo la passione e i sentimenti nel proprio lavoro, si erano amati nottetempo per poi svegliarsi nudi e abbracciati il mattino dopo... ridendo e baciandosi come dei ragazzini alla loro prima esperienza.
Dio, quanto l'amava!
Senza tutto quel trucco e il rossetto, quel suo mostrarsi oltremodo così provocante, Rita era sempre stata una ragazza semplice.
Una come tante.
Eppure qualcosa si era guastato in lei, qualcosa che Arthur non riusciva proprio a capire.
La sete di successo, forse?
Dov'era finita la dolce e romantica articolista, a volte persino un po' ingenua, che gli aveva fatto battere il cuore a prima vista?

- Rita, ti prego - sussurrò egli, quasi supplicandola. - Noi due avevamo lo stesso sogno in comune, non rovinare tutto adesso...
- Non credo che i soldi facciano male, mio caro - sorrise lei cinica. - Soprattutto per te, visto che i tuoi erano babbani... e pescivendoli al mercato!

L'immagine può contenere: 1 personaImprovvisamente, Arthur si rese conto di amare un'altra Rita.
Quella che aveva davanti non era più la stessa persona romantica e spensierata che conosceva, la fanciulla dallo spirito limpido e ricco di creatività, bensì una fredda donna arrogante e calcolatrice.
Bellissima, senza dubbio, ma arida e vuota.
Mai prima di allora, la Rita che amava si sarebbe permessa di rinfacciargli le sue origini babbane, in un modo così velenoso e tagliente oltretutto.
Arthur non riusciva a credere che lei avesse appena detto davvero quelle cose sulla sua famiglia.
D'accordo, i suoi erano babbani e ripulivano spìgole e naselli al mercato del pesce. Arthur lo aveva raccontato a Rita, quando lei timidamente gli chiese di metterla a parte delle sue origini, solo che allora lei non si era espressa in modo così sprezzante.
Fu in quel momento che, per quanto doloroso per lui, Arthur capì.
Rita Skeeter aveva già imboccato la strada che, di lì a qualche anno, l'avrebbe condotta in cima alle vette dello scandalo e del pettegolezzo. Secondo il metodo giornalistico, da lei ferocemente applicato alla lettera, non doveva far altro che tirare fuori gli aspetti più intimi di una persona... distorcendoli, se necessario, con le parole; facendo di una verità motivo di vergogna, tutto pur di screditare o di umiliare l'immagine della persona in questione.
Proprio come aveva appena fatto con Arthur.
Resasi conto di avere urtato pesantemente la sua dignità, ma senza neppure il minimo tentativo di scusarsi, Rita si alzò in piedi e si rivolse al fidanzato con gocce di miele nel subdolo veleno della voce.

L'immagine può contenere: 1 persona- Non fraintendermi, Arthur - disse. - Molti maghi provengono da umili origini, specialmente oggigiorno, ma tu puoi cambiare tutto questo: sei uno scrittore, uno tra i migliori di quest'epoca, e io sono tanto tanto orgogliosa di te...

Arthur strinse gli occhi.
Non aveva mai sentito la sua Rita parlare con un tono di voce così falso e irritante.
Se credeva di abbindolarlo così, ritenendolo stupido al pari di chissà quanti, forse era il caso di troncare seduta stante sia la conversazione così sgradevole che tutto il loro rapporto.

- Basta!
- "Basta" - ripeté lei incrèdula. - Basta cosa?
- E' finita!

Rita scosse la testa, convinta di avere sentito male.

- Scusa, non ho capito bene...
- Ho detto che è finita - puntualizzò l'altro. - Qualunque cosa tu abbia deciso per il tuo futuro, non mi riguarda più!
- Spero tu stia scherzando!

Silenzio.

- Arthur, guardami negli occhi: è uno scherzo, vero ?!?

Nessuna risposta.
Arthur si limitò a fissare il vuoto, per non guardare lei, in preda ad un dolore fortissimo e all'angoscia che provava dentro al suo cuore. Per anni aveva creduto in lei, nel suo amore, per rendersi conto dello sbaglio più grande di tutta la sua vita.
Se Rita aveva inteso mentire sulle persone, anche solo una volta, nulla le impediva di mentire su tutto quanto il resto.
Arthur non poteva più credere ad un sorriso così falso, per quanto abbellito da cipria e fondotinta, e men che meno era disposto ad assecondare il suo gioco.
Ritenendo inutile discutere, forse per orgoglio, Rita fece dunque per andarsene e scomparire per sempre dalla sua vita.

L'immagine può contenere: 1 personaCredevo fossi diversa - sentenziò Arthur a voce alta. - Purtroppo mi sbagliavo...
- Scusami, se sono fatta così - replicò lei acida, voltandogli le spalle. - Tutti scelgono le scorciatoie, le strade più facili, per avere tutto e subito; evidentemente però, per te, dovrei essere l'unica stupida a comportarmi onestamente... Beh, mi dispiace, non ci sto!
- Pensi forse di trovare la felicità, in questo modo?
Io voglio tutto - scattò Rita, guardandolo nuovamente, con un lampo di collera negli occhi. - Non voglio ridurmi a pulire le rotative magiche, né fare da supporto a qualcuno meno in gamba di me; voglio la fama, la celebrità, voglio che il mondo intero riconosca quanto valgo come giornalista!

Se Arthur si era offeso, dalla chiara manifestazione di cinismo di lei, anche Rita sentiva di avere i suoi motivi e le sue valide ragioni per sentirsi oltraggiata dalla sua incapacità di capirla.
Probabilmente Arthur non si era reso conto di come girava il mondo, e forse non voleva neppure capirlo, ma lei era troppo orgogliosa per umiliarsi davanti a chiunque.
Aveva solo ventidue anni, ventidue anni e la possibilità di fare carriera più in fretta di chiunque altro, ma doveva fare una determinata scelta. Non poteva più essere la "dolce bambolina" romantica, solo per compiacere quell'inguaribile idealista del fidanzato.
Sapeva di rinunciare a qualcosa, adottando questo odioso comportamento come stile di vita, ma continuava a ripetersi che era un sacrificio necessario in nome di ciò che aveva sempre sognato per sé stessa.
Fama.
Successo.
Celebrità.
Sarebbe diventata la giornalista d'assalto di tutto il mondo magico, una vera e propria penna demolitrice, e nessuno poteva permettersi di impedirglielo...
Neppure lui.

L'immagine può contenere: 1 persona- Non hai diritto di giudicarmi, Arthur - esclamò. - Non ne hai alcun diritto!
- Voglio solo che non butti via la tua vita - spiegò lui. - Ho visto tante sciocche opportuniste, convinte di essere arrivate dove volevano, ma tu non sei tenuta a comportarti come loro... Tu sei diversa, Rita!
- Certo che sono diversa - rispose lei sprezzante. - Sono più intelligente, più furba, e riuscirò a farmi strada col mio talento!
- Scrivendo bugie per tutta la vita? E' questo che intendi, è così che vuoi fare carriera?
- Lo fanno tutti, a questo mondo, perché io non dovrei ?!?
- Rita, pensaci... Sei ancora in tempo, prima di rovinarti per sempre!

Pur consapevole di non poter fare o dire nulla per convincerla, Arthur sentiva comunque il bisogno di mettere in guardia Rita sulla gravità della sua decisione.
Per quanto la logica mostrasse chiaramente come entrambi non fossero in grado di stare insieme, il cuore di Arthur Murray non se la sentiva di spazzare via d'un colpo gli anni di amore e di passione vissuti assieme a lei.
Arthur voleva solo proteggerla da sé stessa, anche se era inutile.
Rita era troppo ostinata, per tornare sui propri passi.
Una volta che si era messa in testa qualcosa, niente e nessuno poteva farle cambiare idea.
E se Arthur non voleva più avere niente a che fare con lei, tanto peggio, sarebbe andata avanti ugualmente e da sola.
Non aveva paura.
Non poteva permettersi simili debolezze sentimentali, se voleva raggiungere il suo obiettivo, perciò doveva "dimenticare" Arthur.

Nessun testo alternativo automatico disponibile.- Lascia che ti dica una cosa - fece Arthur col cuore in mano. - Non so quanto conti questo per te, forse tutto o forse niente, però voglio dirtelo lo stesso: io ti amo, Rita Skeeter, e il mio amore è tutto ciò che sono in grado di offrirti; l'amore che ho per te, per la ragazza semplice che ho conosciuto e che non riesco a vedere adesso; l'amore che è passato sulle tue labbra, sulla tua pelle, sul tuo seno... Quell'amore è tuo, è sempre stato tuo, dimmi solo che non lo vuoi ora e non dirò più nulla!

Rita tacque.
Sapeva che, dalla sua risposta, dipendeva tutto ciò che aveva avuto sino a quel momento.
Per quanto cinica e ambiziosa fosse destinata a diventare in futuro, anche Rita Skeeter era stata capace di amare ed essere riamata.
Il suo cuore aveva conosciuto amore e calore umano, comprendendone l'importanza e il valore, ma solo la sua mente pareva dominarla adesso.
L'amore di Arthur o la sua carriera?
Anche se in seguito avrebbe preso le sue decisioni senza porsi alcun tipo di scrupolo, rigettando la coscienza assieme ai sentimenti, quella fu l'ultima volta che Rita ebbe ancora un forte brivido di dubbio e incertezza.
Arthur le stava offrendo un'ultima possibilità, in virtù del suo amore e dei suoi sentimenti per lei, sperando con tutto il cuore che non la rifiutasse. Era l'ultima debole speranza, molto più esile delle ali sottili di un boccino d'oro in effetti, ma era tutto quello che gli restava.

L'immagine può contenere: 1 persona- Non puoi dimenticarlo, Rita, a meno che tu non voglia rimpiangerlo per sempre!

Nessuna risposta.
Rita aveva già deciso, in realtà. Il pensiero aveva già preso forma, nella sua mente, ma le labbra non riuscivano ad articolare il suono delle parole.
Per un attimo, fu come se il tempo si fosse fermato, dandole modo di vedere con chiarezza le conseguenze della sua scelta.
Avrebbe ottenuto la fama, la gloria e la celebrità.
Di questo ne era sicura.
Ma era davvero disposta a perdere Arthur, per questo?
Era davvero pronta a chiudere il proprio cuore, per diventare la giornalista più cinica e spietata che il mondo dei maghi avesse mai conosciuto?
Quale risposta sarebbe uscita dalle sue labbra?
Al momento, un piccolo barlume di umanità pareva ancora ricordarle il misto di gioie e di sensazioni, al pensiero delle mani di Arthur su di lei: amore e passione, parole e silenzi, baci e carezze...
Dall'altra parte, una carriera che nessuna donna al mondo avrebbe mai potuto anche solo sperare di ottenere.
Una risposta, e tutto si sarebbe concluso nello stesso istante.

L'immagine può contenere: 1 persona- Dimmelo, Rita - la esortò Arthur. - Dimmelo e non ti chiederò più niente finché vivrò!

Di nuovo esitazione.
Rita stava passando mentalmente le uniche due possibili risposte sul piatto della bilancia.
Per quanto strano a dirsi, per chiunque non l'avesse mai conosciuta prima di allora, c'è stato un tempo in cui Rita Skeeter aveva effettivamente amato Arthur Murray con tutta sé stessa.
Lo aveva amato, come ogni donna può forse dirsi innamorata di un uomo.
Con la mente.
Con il cuore.
Con tutto ciò che, in natura, può indurre due corpi alla passione reciproca.
Ciò che Rita sentiva di provare per Arthur, a dispetto delle parole che proprio non volevano uscirle, era lo stesso che avrebbe continuato a rimpiangere negli anni a venire.
Pensare che sarebbe bastato dire la verità, mettendo da parte tutte le sue ambizioni, per poter vivere la propria felicità assieme a lui...
Ma, ormai, era troppo tardi.
Ormai, la decisione era già stata presa.
L'amore per Rita finì, nello stesso momento in cui le sue labbra pronunciarono la prima di una lunga serie di bugie.

L'immagine può contenere: 1 personaAddio Arthur - fece socchiudendo gli occhi. - Come hai detto tu, è finita!

Era proprio così.
Arthur accettò quella risposta, come ulteriore conferma di ciò che tristemente già sapeva, ma non aggiunse altro.
Non avrebbe più tentato di convincerla, mai più, il destino di Rita Skeeter era già scritto.
Sarebbe diventata famosa, proprio come lei voleva.
Ma a che prezzo?
Giorno dopo giorno, bugia dopo bugia, falsità dopo falsità...
Dopo aver mentito a sé stessa e al suo cuore, più nulla poteva intralciare il cammino della strega sempre in cerca di nuovi scandali da raccontare.
La dolce tenera fidanzata di Arthur Murray, colei che un tempo rimpiangeva di non avere parole sufficienti per descrivere l'amore, era scomparsa per sempre dietro alla maschera di colei che aveva appena generato.
Quella donna era diventata Rita Skeeter, il "mostro" senza cuore del giornalismo, senza anima né sentimenti.
Le sue bugie, facendo il giro del mondo su tutte le prime pagine dei giornali, avrebbero segnato la vita di molte persone famose. Nessuno avrebbe mai potuto provare pena o compassione, per una donna del genere, augurandole di fatto tutto il male possibile.
Nessuno, tranne Arthur.
L'unico uomo che avesse mai dichiarato a costei il proprio amore, portandone con sé ugualmente il ricordo, scomparve in silenzio dalla sua vita...

***

L'immagine può contenere: 1 persona- E' passato molto tempo, Rita - commentò dunque Arthur, tornando al presente. - Sei felice, ora? Hai avuto quello che desideravi dalla vita?
- Solo uno sciocco come te può farmi una simile domanda - fece Rita, sorseggiando il proprio champagne con noncuranza.

Arthur non reagì.
Ormai era troppo vecchio, per non accorgersi quanto fosse evasiva quella risposta. Evidentemente Rita, avendo rinnegato praticamente tutto del proprio passato, preferiva mantenere il suo personaggio fino alla fine.
Costei aveva scelto di vivere da sola, senza legarsi a nessuno.
Non aveva bisogno di felicità, bensì di trovare ogni giorno il modo per distruggere quella degli altri.
Questo era il suo compito, come giornalista d'assalto, il resto erano solo chiacchiere.
Che Arthur, a distanza di così tanti anni, potesse dirsi ancora dispiaciuto per lei non aveva molto senso.
Nessuno aveva condotto Rita su quella strada. Lo aveva scelto lei, di sua volontà, dunque doveva esserne valsa davvero la pena.

L'immagine può contenere: 2 persone- Se hai altre domande premurose, mio caro, puoi risparmiartele - sentenziò la Skeeter tagliente. - A quanto vedo, neppure gli anni hanno cambiato quella tua insopportabile indole da bravo ragazzo; ho letto i tuoi libri, storie piene di sciocchi insegnamenti e inutili moralismi, e li ho trovati davvero deprimenti...
- Posso immaginarlo - ammise l'altro impassibile. - La politica di questo giornale è piuttosto, come dire, "allergica" al mio genere di letteratura!
- Dimmi, Arthur: come fai a definire te stesso un esponente della letteratura, dal momento che tutti i tuoi scritti insieme non raggiungono la tiratura media di UNA mia singola biografia?
- Chissà - sospirò lui con una smorfia. - Probabilmente perché la mia verità non vende quanto le tue menzogne!
Non ricominciare con questa storia - sussurrò Rita tra i denti, assicurandosi che nessuno lo avesse sentito.
- Tranquilla, non intendo rovinarti la reputazione, specie dopo tutta la fatica che hai fatto!
- Ho solo dato al pubblico ciò che voleva!
- Ah, certo - borbottò Arthur, sfogliando dinanzi a lei una delle copie della Gazzetta del Profeta. - Immagino che speculare sul dramma e sul dolore di un ragazzino quattordicenne ti faccia sentire davvero realizzata!
- Cosa vorresti insinuare?
- Andiamo, Rita, persino i giornalisti babbani si rifiuterebbero di pubblicare certe balle!

Prima che Arthur potesse finire la frase, Rita gli strappò di mano il giornale con violenza e lo sfidò a provare coi fatti le sue affermazioni.

- Hai proprio un bel coraggio - sibilò. - Ti ricordo che, quando entrambi studiavamo giornalismo, una nostra collega scrisse un articolo di fuoco su un gruppo di adolescenti vittime di pozione d'amore che avevano subìto abusi sessuali... presentandole tutte come ninfòmani, d'accordo coi loro molestatori, e triplicando le vendite in men che non si dica!

Nessun testo alternativo automatico disponibile.Arthur annuì gravemente.

- Me lo ricordo - disse. - Ma ricordo anche che, quando lo commentasti tu, eri indignata tanto quanto me!
- Per favore - mentì Rita, ostentando il solito cinismo. - Ero solo furiosa perché, per colpa di quella streghetta da quattro soldi, il mio articolo speciale sulle scommesse clandestine dei folletti alla Gringott con i soldi dei clienti fu cestinato dal redattore-capo come spazzatura...
- Logico - osservò Arthur tranquillo. - Avevi scritto solo e semplicemente la verità, non avrebbe mai potuto reggere il confronto!
- Appunto, per questo mi sono fatta furba!
- "La verità non rende quanto la bugia" - citò Arthur. - Temo che non ci troveremo mai d'accordo, almeno su questo punto!

Rita aggrottò le sopracciglia, sistemandosi meglio gli occhiali sul volto, rivolgendo ad Arthur un'occhiata più feroce che mai. Non era assolutamente disposta a tollerare i suoi patetici sermoni sulla presunta correttezza professionale, né tantomeno sulla cosiddetta dignità morale di un giornalista.
Piuttosto che ascoltare altre sciocchezze, preferiva mettere le cose bene in chiaro.

L'immagine può contenere: 1 persona- Ti avverto - sentenziò minacciosa. - Prova solo a dire mezza parola sui miei articoli, e puoi star certo che ti caverò gli occhi con le mie stesse mani...

Arthur sospirò rassegnato.

- Non hai già fatto abbastanza?
- Questi non sono affari che ti riguardano, Arthur, si tratta della mia vita non della tua!

Naturalmente, non c'era bisogno di specificarlo.
Ormai, Arthur non aveva più nulla a che spartire con Rita e viceversa.
A dire la verità, nemmeno lui sapeva cosa lo avesse spinto ad accettare l'invito di Caramell, pur sapendo che la serata di ricevimento sarebbe stata in onore di Rita.
Da una parte, gli piaceva pensare di essere solo molto contento di rivederla.
Dall'altra, si sarebbe sempre guardato bene dal dirglielo.
Per quanto invecchiata ed inacidita, dagli anni e da tutto il rancore accumulato nei suoi innumerevoli servizi di cronaca, Arthur riusciva ugualmente a scorgere in lei parte della donna affascinante che era... e che poteva ancora essere, se non fosse stato per quegli occhiali che le conferivano un'aria ancora più insopportabile.

L'immagine può contenere: 1 persona- Mi piacerebbe che parlassimo di te, Rita - disse Arthur sinceramente. - Di te, della lontananza, o di quello che preferisci... Solo avrei piacere a parlare con te, non importa di cosa!
- Se vuoi elemosinare un'intervista, rivolgiti alla segreterìa del Profeta - tagliò corto lei, facendo per andarsene. - Non ho tempo da perdere, sono una donna molto occupata, e detto tra noi... non ho alcuna voglia di mescolare il mio nome con quello di uno scrittore fallito!

Era troppo.
Arthur non si rese neanche conto di averlo fatto. La sua mano era scattata in avanti, priva di controllo, facendo volare via gli occhiali dal volto di Rita. La donna accusò molto duramente quello schiaffo, malgrado questo mancasse di vera violenza, e si sfregò la guancia rossa e livida.
Subito la collera prese a schizzarle in corpo, accendendo tutte le sue pulsioni di nervi, e d'istinto levò a sua volta un sonoro ceffone contro Arthur.
E poi un altro.
E un altro ancora...

L'immagine può contenere: 1 personaBastardo - prese a strillare Rita istericamente, senza smettere di colpirlo.

Sorpresi dal suono di quelle grida, gli altri invitati puntarono tutti lo sguardo all'indirizzo della coppia. Rita Skeeter stava imprecando volgarmente, prendendo a schiaffi nientemeno che Arthur Murray in persona.
Incurante del pessimo spettacolo che stava dando, la donna seguitò a colpire le guance dell'altro come un tamburo. Arthur non si sottrasse in alcun modo, serrandole la vita morbida e sottile con le braccia, allorché lei prese gridare ancor più aspramente contro di lui.
Ritenendo opportuno sottrarsi agli sguardi indiscreti del pubblico, Arthur si spostò assieme a Rita in una saletta vuota adiacente quella del ricevimento. Qui, pur senza farle del male, cercò in tutti i modi di fermare i suoi schiaffi.

- Ti odio - gemette lei, sentendosi trattenere dall'altro per i polsi. - Ti odio, hai capito? Ti odio!
- D'accordo, odiami - soffiò Arthur debolmente. - Da qualche parte, bisognerà pure ricominciare...

A poco a poco, gli schiaffi di Rita si fecero sempre più inconsistenti.
Per quanto potesse dire di odiarlo, la verità era che le pesava tuttora ammettere il grave torto che aveva nei suoi confronti.
Poteva dirgli di tutto, urlargli contro e rinfacciargli colpe inesistenti, ma stavolta non avrebbe funzionato per allontanarlo.
Stavolta, Arthur non l'avrebbe lasciata andare.

L'immagine può contenere: 1 persona- E' veramente me che odi, oppure odi quello che sei diventata?

A quella domanda, Rita fermò di riflesso la mano.
Arthur la stava guardando, non con disprezzo bensì con pietà, e lei non aveva fiato per dirgli che aveva ragione da vendere.
Vent'anni fa, tessendo la prima grande bugia della sua carriera, si era convinta di avere imboccato la via del successo. Nel giro di poco tempo infatti, era diventata il nome più importante tra gli inserzionisti, scrivendo menzogne e falsità spesso terribili.
Ma che cosa aveva davvero ottenuto, in cambio di questo?
Niente...
All'infuori del giornale e dei suoi libri, Rita Skeeter non era niente.
Arthur era l'unico a non guardarla con disprezzo, malgrado tutto.
Non la odiava, sebbene avesse tutte le ragioni per farlo, né intendeva farle in alcun modo del male.

- Perché? - domandò lei tra le lacrime, trasformando d'istinto i propri schiaffi in morbide carezze.

Agli occhi di Arthur, la Rita che egli amava era ancora lì, da qualche parte. Poteva vederla negli occhi, nel suo debole pianto sommesso, o nel tono sconvolto della sua voce che pure continuava a domandarsi il perché di tutto questo.

- Perché sei tornato, Arthur, dopo tutto quello che ti ho fatto? Come puoi amare una donna "cattiva" come lo sono io?

Arthur non disse nulla.
Ormai non era più tempo per certe dichiarazioni sentite e romantiche, lo sapeva bene, e tuttavia Rita sentiva il forte bisogno di accarezzarlo e di sentirsi accarezzata da lui ancora una volta. Arthur le sfiorò piano la fronte con le labbra, riaccendendole il ricordo lontano di vari sentimenti mai del tutto dimenticati, cercando per quanto possibile di tranquillizzarla.
Per la prima volta, dopo così tanti anni, Rita sembrava finalmente comprendere la fortuna che aveva avuto, l'importanza di ciò a cui aveva rinunciato, e il bisogno irresistibile di rimanere accanto a lui.
Anche solo per un giorno.
Per un'ora.
Il calore di Arthur, misto all'incredibile quanto impensabile tenerezza del suo abbraccio, era infatti il suo unico vero rimpianto.

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FINE

NOTA:
Il nome di "Arthur Murray", non è altro che la fusione tra Arthur Miller ( celebre scrittore e drammaturgo statunitense, noto per essere stato il primo marito dell'attrice Marilyn Monroe ) e il nome legale di Joanne Rowling in Murray.
Tutto quanto concerne la caratterizzazione di questo personaggio, semmai ci fosse bisogno di sottolinearlo, è puramente opera di fantasia.

   
 
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