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Autore: Prue786    10/08/2008    0 recensioni
Il sole, il mare, il relax... ci sono davvero tutti i presupposti per una splendida crociera, ma non è così che la pensa Nathan, in vacanza con i genitori. Sarà costretto a cambiare idea quando si ritroverà a scontrarsi con qualcosa che crede al di sopra delle proprie possibilità... e allora la noiosa crociera sarà solo un bel ricordo.
Genere: Generale, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2- L’imprevisto

 

Nathan esce nel corridoio e con aria imbronciata e cammina guardando il pavimento borbottando qualcosa fra sé quando un rumore gli fa alzare di scatto la testa ed è costretto ad appiattirsi contro il muro con un balzo per evitare di essere investito dal porta carichi che arriva in tutta velocità: “Ehi!” Protesta con stizza.

L’uomo si ferma, voltandosi a guardarlo: “Ah… pensavo non ci fosse nessuno dentro, a quest’ora!” Esclama a mo’ di scusa, ma Nathan non è d’accordo: “E questo cosa centra? Non posso neanche rimanere in cabina?” Domanda il ragazzo accigliandosi e mettendo le mani sui fianchi.

L’altro sembra riflettere sulla risposta da dargli finendo per abbassate di poco lo sguardo: “Sì, ha ragione… mi scusi!”

Nathan non sembra soddisfatto e rimane fermo a guardare prima lui e poi il carico poco più avanti: si tratta di una mezza dozzina di casse di legno prive di qualsiasi scritta.

L’uomo sospira e muove un passo verso il porta carichi: “Mi scusi ancora, le assicuro che non accadrà più!” Borbotta prima di girarsi e proseguire lungo il corridoio nella direzione opposta rispetto al giovane.

Nathan rimane a guardarlo per qualche secondo e si gira scuotendo la testa e sussurrando: “Ma guarda un po’ che tipo!” Riprendendo a camminare.

 

“Ah, sei arrivato! Dove sei stato fino ad ora? Ti abbiamo cercato ovunque!”  

Nathan si siede senza guardare il padre, concentrandosi, invece, sul piatto davanti a sé e borbottando: “Ho preso un po’ d’aria!”

In quel momento arriva al tavolo anche la madre che si accomoda senza dire nulla.

Il ristorante della nave è pieno a metà, ma le voci dei presenti non fanno sentire la mancanza del resto dei commensali.

“Vedo con piacere che hai smesso di giocare con quel cellulare!”

Il giovane alza lo sguardo sulla madre: “Sì, ho smesso, ora sei contenta?”

“Nathan, non rispondere in questo modo!”

“Ma papà…!”

L’uomo sbatte una mano sul tavolo fulminando il figlio con gli occhi senza aggiungere altro e Nathan riesce solo ad aprire la bocca, con l’intenzione di ribattere, finendo però per  abbassare lo sguardo sul tavolo.

“No! Lasciami!”

L’urlo cattura l’attenzione del giovane che si volta di scatto.

“Vieni qui!”

“No!”

“Ti ho detto di venire qui! Ferma!” Una ragazza cammina velocemente con aria trafelata e sembra parlare da sola fin quando da dietro una sedia non spunta una bambina con due codini biondi che sembra divertirsi un mondo a farsi rincorrere dalla giovane.

“Non mi prendi! Non mi prendi!” Urla la piccola facendo la linguaccia e cominciando a correre arrivando vicino la sedia di Nathan che la guarda, mentre si allontana, spostando in automatico lo sguardo sulla sua inseguitrice che ha il volto rosso, un po’ per la corsa, un po’ per il caldo e un po’ per l’imbarazzo.

Il giovane sorride lievemente e quando le due sono lontane, ritorna a girarsi.

 

Le pietanze della cena cominciano a essere portate una dopo l’altra, ma, nonostante la grande varietà del cibo, Nathan si limita a sbocconcellare qualcosa senza entusiasmo prima di alzarsi dal tavolo: “Vado a fare un giro!” Esclama allontanandosi. Senza distogliere lo sguardo dalla porta, percorre l’intera sala ed esce fuori.

Un lieve venticello gli scompiglia i capelli portandoglieli davanti agli occhi. Con un rapido gesto della mano li allontana dalla fronte e con passi rapidi arriva sul ponte della nave che in quel momento è quasi vuoto.

Guarda il cielo colorato di blu e sta per avvicinarsi alla balaustra quando si scontra improvvisamente con qualcuno. Sorpreso, abbassa lo sguardo e vede davanti a sé una cassa di legno. Inarca le sopracciglia quando una voce esclama: “Mi scusi!”

Nathan si sposta leggermente e vede un giovane uomo che spunta da dietro il grande oggetto. Sembra stia facendo un grande sforzo per reggerlo.

“Ehm… mi- mi scusi lei… non l’avevo vista!” Borbotta il ragazzo guardando il volto rosso.

L’altro fa una smorfia: “Mi scusi ancora!” Fa un live cenno del capo e si allontana.

Nathan rimane e guardarlo ancor per qualche secondo: “Chissà cosa c’è in quella cassa…!” Alza le spalle e si volta per raggiungere la fine del ponte, ma la sua attenzione viene attirata da delle voci.

Alla sua sinistra, ad una cinquantina di metri, vi sono tre persone che sembrano discutere animatamente. Uno di loro si volta e fissa Nat per qualche secondo prima di fare segno agli altri di far silenzio. I tre parlottano ancora per qualche istante per poi allontanarsi.

Nathan si massaggia il collo: “Ma che ha l’equipaggio, oggi?” Scuote la testa e raggiunge la balaustra poggiandogli le mani sopra e respirando l’aria salmastra socchiudendo gli occhi e assaporandola a fondo.

Quando riapre completamente gli occhi si ritrova a scrutare la superficie nera del mare.

Lievi schizzi biancastri si alzano dalla parete della nave, ma a parte quelli, l’acqua dell’oceano è calma e le luci della nave si riflettono sulla sua superficie, riempiendola di luccichii.

Nathan si appoggia con entrambe le braccia rimanendo a fissare l’orizzonte per diversi minuti prima che il chiacchiericcio degli altri partecipanti alla crociera non lo distragga facendolo voltare e rimanere a fissare le persone che lentamente vanno ad occupare il ponte.

Il suo sguardo vaga con rapidità da una persona all’altra e gli viene spontaneo sorridere nel vedere la bambina di poco prima che viene tenuta per mano da un giovane uomo.

La sua attenzione, però, viene catturata da un gruppo di ragazze che parlano allegramente ridendo con aria spensierata. Le osserva per un po’ prima di pensare: “Potrebbe essere un buon diversivo…” Si allontana di qualche passo dalla balaustra e si ferma sospirando: “Forse è meglio di no… dopotutto ho rotto con Helen da neanche un giorno!” Inarca le sopracciglia e incrocia le braccia al petto: “Ma, in fondo, è stata lei a lasciarmi! Sono in vacanza… sono qui per divertirmi, quindi non c’è niente di male se cerco una distrazione!” Annuisce con aria soddisfatta e punta verso il gruppo di giovani con passo sicuro.

“Sì, certo! Avete visto la sua faccia?”

“Povera me credevo volesse cominciare ad urlare!”

“Ma ci pensate! Che figura!”

“Ehm-ehm!” Nathan guarda le ragazze con aria allegra e le quattro si girano contemporaneamente al sentire la sua voce.

“Ciao!” Esclama il ragazzo sorridendo con tutta l’aria di essere a proprio agio.

Le giovani lo squadrano per qualche istante con aria perplessa prima di accennare qualche sorriso incerto: “Ciao…” Dicono insieme ancora poco convinte.

“Non vi sembra che sia un po’ noioso qui?” Chiede l’altro con fare sicuro.

Una di loro alza le spalle: “Qui un po’, ma ogni tanto fa bene un po’ di tranquillità, no?”

Nathan la guarda con interesse: “Vuoi dire che da quando siete qui vi siete sempre divertite?”

Le ragazze si lanciano un’occhiata e annuiscono.

“È strano!” Il giovane incrocia le braccia al petto, inarcando un sopracciglio: “Allora come mai sono tre giorni di seguito che mi annoio?”

“Si vede che non hai la compagnia giusta!” Esclama la ragazza di prima.

Nathan sorride leggermente: “Mi stai dicendo che con voi mi divertirei?” Il sorriso si allarga.

L’altra si raddrizza in tutta la sua altezza: “Dammi due ore e conoscerai tutti i pub e le discoteche presenti su questa nave!”

“Sembra interessante…” Nathan sembra riflettere sull’offerta.

“Cos’è, mamma e papà  non ti fanno fare tardi?” Domanda l’altra, con aria di sfida, beccandosi un’occhiataccia dal giovane.

“Questo è l’ultimo dei miei problemi!” Risponde piccato.

“Quindi verrai con noi?” Chiede la ragazza con un lieve sorriso.

Nathan la guarda: i capelli castani tagliati corti le incorniciano il viso dandole l’aria da ragazzina, ma lo sguardo deciso sembra pronto a sfidarlo. Il ragazzo accenna un sorriso: “Puoi scommet…”

Uno scoppio improvviso interrompe la frase e il giovane si volta di scatto verso la fonte del rumore imitato dagli altri passeggeri.

Si sente qualche urlo in lontananza e poi più nulla.

Ricomincia a sentirsi un leggero mormorio dopo l’improvviso silenzio seguito al rumore.

Q

 

 

 

 

Qualche secondo e il brusio aumenta e anche Nathan è in procinto di parlare quando si sente un secondo scoppio, più forte del precedente.

Il ponte esplode subito dopo gettando nel panico i presenti.

Questa volta sono più persone ad urlare e la gente comincia a correre in tutte le direzioni mentre le fiamme fuoriescono dallo squarcio lambendo il ponte.

Nathan rimane immobile per qualche istante prima di sussultare insieme all’intera imbarcazione rischiando di perdere l’equilibrio. È costretto ad indietreggiare e a mantenersi al parapetto mentre gli occhi fissano le fiamme che si alzano illuminando lo spazio circostante.

Si avvertono altre esplosioni e le luci sulla nave si spengono facendo aumentare le urla dei passeggeri che non hanno smesso di correre da una parte all’altra alla disperata ricerca di familiari e amici.

È sul punto di precipitarsi anche lui alla ricerca dei genitori quando l’ennesimo scoppio fa tremare la nave e il giovane non sente più un appoggio sotto i piedi.

All’improvviso il mondo va sottosopra e Nat ha solo il tempo di urlare prima di essere scaraventato in acqua.

  

   
 
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