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Autore: Prue786    09/08/2008    5 recensioni
Il sole, il mare, il relax... ci sono davvero tutti i presupposti per una splendida crociera, ma non è così che la pensa Nathan, in vacanza con i genitori. Sarà costretto a cambiare idea quando si ritroverà a scontrarsi con qualcosa che crede al di sopra delle proprie possibilità... e allora la noiosa crociera sarà solo un bel ricordo.
Genere: Generale, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In vacanza con Isabel:

sopravvivere, collaborare, cambiare

 

 

CAPITOLO 1- Non sempre le cose vanno come vogliamo

 

“Nathan?... Nathan, sei qui?”

“Sì, mamma!” Risponde una voce annoiata: “Dove potrei essere?” Sussurra la stessa voce, questa volta stizzita.

Un giovane molto abbronzato è seduto di lato su una poltroncina gialla; le gambe su un bracciolo e la schiena appoggiata all’altro. Pigia svogliatamente sui tasti del cellulare che ha in mano e sbuffa regolarmente. Si ferma qualche attimo e fissa lo schermo come in attesa di qualcosa.

“Nathan! Che fai seduto lì sopra! Dai, vai fuori,c’è l’animazione!”

Il giovane alza di poco la testa e lancia una veloce occhiata alla madre: “Non mi va!”

La donna alza le spalle e si avvicina al figlio con un sorriso: “Avanti, Nat, è estate, siamo in vacanza! Smettila di giocare con quel telefono e prendi un po’ d’aria!” Afferra il braccio del ragazzo e tira poco convinta.

“Se ti ho detto che non mi va evidentemente non ne ho voglia!”

Un suono e il display del cellulare si illumina.

Nathan si divincola dalla presa della madre e concentra la sua attenzione sull’oggetto: nuovo messaggio, vi è scritto. Proprio quello che stava aspettando.

La donna rimane a fissarlo ancora per un po’, mentre il ragazzo segue con lo sguardo il testo, e si allontana di poco: “La prossima volta te ne rimani a casa!” Sbotta imbronciandosi: “Non è possibile pagare per qualcuno che si annoia e non apprezza nulla! E pensare che ci sono tutti i divertimenti qui!”

Il ragazzo sbuffa pigiando i tasti: “Non l’ho chiesto io di essere trascinato in crociera! Avrei preferito restare a casa e voi lo sapete!”

La donna fissa il figlio con aria innervosita e respira a fondo più volte prima di rispondere: “Non ti meriti nulla, e questa è l’ultima volta che vieni in vacanza con noi! L’anno prossimo resterai a casa e ti troverai un lavoro… non pensare che te ne starai ad oziare! Vedremo se ti divertirai di più!” Si volta afferrando con foga la borsa da sopra un tavolino ed apre la porta sostando sull’uscio qualche secondo prima di voltarsi; Nathan è ancora impegnato a scrivere messaggi con il cellulare e non sembra esser stato toccato dalla sue parole. Sospira e esce chiudendosi la porta alle spalle.

Il giovane  alza lo sguardo e sbuffa chiudendo gli occhi e alzando le braccia, stiracchiandosi: “Che pizza!”

Il suono del telefonino lo fa riprendere subito e raddrizza la schiena cominciando a leggere. Si ferma e apre leggermente la bocca con la mano che regge l’oggetto a mezz’aria: “Non puoi…” Sussurra incredulo: “Ma…” Rilegge per la seconda volta il messaggio: “Maledizione!” Sbotta alzandosi di scatto dalla poltrona e lanciandovi contro l’oggetto, con rabbia. Comincia ad  andare avanti e indietro con le mani sui fianchi e l’aria torva: “Non può farlo, non così, non ora… non… non può!” Sibila aumentando il passo.

“È finita!” Pensa all’improvviso, fermandosi.

A dispetto del suo umore, un lieve sorriso gli increspa le labbra: “Mi ha lascito… mi ha lasciato!” Sghignazza  senza allegria e si lascia cadere pesantemente sulla poltrona, nascondendosi il viso con le mani.

Rimane in silenzio, in quella posizione, per una manciata di secondi allontanando, poi, le mani dal volto.

Porta una mano dietro la schiena e cerca di prendere il cellulare, sospirando nel sentire l’oggetto sotto i polpastrelli. Se lo porta davanti gli occhi e lo fissa con sguardo vuoto prima di premere qualche tasto. Rilegge il messaggio di poco prima e al nervosismo si sostituisce la rassegnazione: “È davvero finita!” Sussurra muovendo appena le labbra come se il sentirlo potesse far sembrare meno assurda la cosa.

 

Un anno. Stavano insieme da un anno, lui ed Helen, e non se l’erano passata male, affatto. Nonostante gli ultimi due mesi non fossero stati propriamente idilliaci. Lei era diventata stranamente possessiva e lui, doveva ammetterlo, si divertiva a rendersi irreperibile uscendo con gli amici senza avvisare nessuno.

Non che non volesse bene ad Helen, però… beh, gli dava fastidio quel suo attaccamento quasi morboso. E che diamine! Non erano ancora sposati!

Convinto che il suo metodo le avrebbe fatto, prima o poi, capire la situazione, si era limitato a continuare a sparire ogni tanto senza provare a parlarle, a spiegarle che quella sua gelosia immotivata gli dava immensamente fastidio.

Sì, litigavano, ma poi finivano sempre per far pace.

Gli ultimi due mesi erano passati in questo modo, fra continui tira e molla.

Nathan era sicuro al cento per cento che avrebbero continuato in quel modo fin quando lei non si fosse stancata, lasciandolo respirare un po’. In effetti non aveva sbagliato di molto; Helen si era effettivamente stancata e l’avevo lasciato libero di respirare… ma senza di lei.

Non pensava che sarebbe andata così, ma da quando aveva iniziato quella dannata crociera, la sua ragazza non aveva smesso di chiedere cosa facesse e con chi fosse: ossessiva!

Poi ci era messa anche sua madre a dar fastidio e, non ne era sicuro, ma doveva aver risposto male ad entrambe. Per quanto riguarda una della due, l’aveva fatto senza volerlo, ma oramai era troppo tardi!

 

“Potrei provare a chiederle scusa…” Pensa Nathan guardando il soffitto bianco della cabina con aria imbronciata.

Stringe le labbra e lancia un’occhiata al cellulare, socchiudendo gli occhi, prima di spegnerlo: “Al diavolo!” Sussurra poggiando la testa alla poltrona.

Chiude completamente gli occhi: “Semmai proverò domani a farla ragionare… mi sta venendo mal di testa!” Si porta le mani alle tempie massaggiandole lievemente e finendo per alzarsi e puntare verso la porta.

Lancia un’occhiata indietro mentre una curiosa sensazione di nostalgia si impossessa di lui. Scuote la testa come per cacciarla via, ed esce dalla cabina chiudendosi violentemente la porta alle spalle.

 

   
 
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