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Autore: _SillyLoveSongs_    11/06/2014    4 recensioni
Che cosa ricorda a John il profilo della nuvola che li osserva da poco lontano?
Un piccolo esperimento fluff, dedicato ad un'amica altrettanto dolce.
Spero davvero che possa piacere ;)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come le nuvole

 

A lei

 

 

-Ma che stai dicendo?-

-Ma non lo vedi? È il figlio dei Clarkson! Vedi quella rientranza? E la sporgenza poco più avanti? Non riconosci il naso enorme di quello sfigato?-

Paul indicò il cielo turchino, ironicamente esasperato dalla difficoltà di comprensione di John. Per Paul associare nella propria fantasia il profilo vaporoso delle nubi a quello spigoloso di un volto conosciuto, era una pratica maturata nell’infanzia. Un’infanzia che, prima di essere bruscamente travolta dal dolore, aveva incontrato la serenità che gli si confaceva. Con l’intenzione di custodire questa condizione di spensieratezza nel figlio, James non aveva esitato a coricarsi spesso con lui fra l’erba, con lo sguardo rivolto al volo elegante delle rondini. Proprio durante un pomeriggio primaverile, James, aveva sussurrato all’orecchio di Paul un divertimento puerile che aveva intrattenuto spesso l’uomo e che ora Paul proponeva a John.

Parecchi anni erano trascorsi dall’abbondono di quel gioco che faceva arrossare le gote di Paul e assottigliare gli occhi, la mente concentrata sull’interpretazione che avrebbe potuto offrire a quella sostanza lattea ed informe.

Ma Paul aveva sentito il bisogno di condividere questo istante intimo con una persona altrettanto famigliare. Aveva alzato le spalle in un cenno indifferente nel momento in cui aveva illustrato le dinamiche di quel passatempo a un John annoiato che aveva però notato il lucore eccitato negli occhi di Paul.

 Il corpo di Paul avvolto dall’abbraccio erboso, carezzato dai refoli di un vento sempre più pacato in vista di un’estate afosa, e infastidito dal frullo delle ali delle farfalle, ritrovava la propria infanzia dopo avere incontrato i piaceri della maturità.

John aveva accettato quell’insolita distrazione, attratto dal sorriso estasiato dell’amico che non avrebbe certo desiderato spegnere con un rifiuto.  Aveva rispettato le regole, secondo cui Paul sceglieva una nuvola e chi riusciva a dedurne un lineamento avrebbe ottenuto un punto.

La nuvola in cui Paul sosteneva di riconoscere la fisionomia di Billy Clarkson, costituiva l’ennesimo tentativo vano di John di delineare fra quelle volute ricciute un volto somigliante.

Sorrise delle mani di Paul che si atteggiavo a movimenti ampi, che dimostravano l’esattezza della propria affermazione. Ma a John pareva non interessare quel naso candido che Paul sosteneva di vedere. Il ragazzo rideva sinceramente di quei gesti comici, voltando la guancia verso colui che li compiva. Il petto di John, scosso dal riso, incontrò la ruvidezza del terreno, che infastidì la sua pelle, a malapena coperta dalla camicia.

 Gli steli erbosi si curvarono contro la guancia di John, come nel tentativo di sorreggerla, mentre gli occhi del giovane vagavano sui capelli di Paul. La loro tinta bruna mal si accordava con quella vivace dei fiori che circondavano il corpo del musicista. Il suo respiro regolare sollevava le spalle con la naturalezza della risacca del mare che si abbandona sulla sabbia prima di ritirarsi con un fruscio timido. Lo stesso compiuto dal fiato di Paul, che freme contro le labbra.

John rischiarò la voce, nel tentativo di eliminare la rochezza dal suo tono, nel timore che potesse intralciare la frase che stava per pronunciare.

- Sei sleale! Scegli sempre nuvole che solo tu sei in grado di interpretare!-

-Non è affar mio se tu non sai riconoscere il naso di Billy.-

John increspò la bocca, tendendo involontariamente i muscoli facciali, e disegnando sul proprio volto un’espressione arcigna che provocò la risata improvvisa di Paul.

John soffermò la propria attenzione su una nuvola lontana, oscurata da quelle imperiose che occupavano il cielo. Abbozzò un sorriso malizioso, esclamando:

-Che ne dici se ora scelgo io la nuvola?-

Paul scosse la testa, indifferente alla decisione.

-Che ne dici di quella?- domandò John, indicando la nube che così tanto lo aveva interessato poco prima.

Paul portò le dita alla fronte, per schermare gli occhi dal sole che, incuriosito, pareva essersi avvicinato ai ragazzi.

Fece per rispondere, prima di esclamare.

-Sono curioso di sapere cosa rivedi in lei, prima di dirti che ne penso.-

Si sollevò su un gomito, scoprendo lievemente le gengive in un sorriso ampio e beffardo.

John ricambiò lo sguardo, assumendo la stessa posizione del suo sfidante.

-Le tue labbra.- rispose con convinzione. Paul inarcò le sopracciglia, perplesso, osservando i protagonisti del proprio stupore: John e la nube.

Una risata trattenuta incrinò le sue parole rendendole  acute.

-Le mie labbra? E dove sarebbero le mie labbra là in mezzo?- distese l’indice verso la nuvola –Non ci assomigliano nemmeno un po’!-

John avvicinò il volto a quello dell’amico, inclinando il capo, con espressione critica e maliziosa.

-Lasciami verificare.- sospirò, dirigendo il tepore del proprio respiro al mento di Paul, attraversato da un brivido repentino.

John abbandonò le proprie labbra sottili in quelle carnose dell’amico, modellandole sotto la guida esperta del piacere. Paul accompagnò la bocca di John in quella danza riflessiva e passionale, carezzando amorevolmente la sua mascella.

John si allontanò da Paul, solo dopo aver assaporato la ruvidezza della sua lingua con la propria.

Umettò la bocca, raccogliendo accuratamente il sapore che Paul aveva lasciato su di lui.

Fece schioccare l’interno delle guance, analizzando la nuvola lontana da loro.

-Soddisfatto?-

Chiese Paul, incitando nel ragazzo una risposta che era impaziente di ascoltare.

John imitò l’espressione indifferente che Paul aveva sfoggiato poco prima.

Paul ricoprì le membra del giovane con le proprie, allacciando le gambe alla sua vita, imprigionandolo in una morsa lussuriosa e premendo la propria fronte contro quella di John.

-Questa volta ho vinto io, McCartney.-

E per i minuti a venire a Paul non interessò esprimere la propria opinione su quella nuvola né John venirne  conoscenza.

 

 

 

 

  
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