CAPITOLO UNDICI
La
cosa più brutta dell’essere una studentessa,
secondo me, era l’ansia.
Quella
maledetta sensazione che mi attanagliava lo stomaco prima di un esame,
scritto o
orale che fosse, e che mi dava noia fin da quando ero una bambina.
Chissà
forse la colpa era della mia insegnate delle elementari. Era una vera e
propria
strega, e prima di un interrogazione tendeva a mettere molta pressione
in noi,
piccoli studenti.
Oggi
dovevo affrontare l’esame dal nome impronunciabile, come
diceva Rachele, con
uno dei professori più odiosi della mia facoltà.
Era alto quanto un tappo di
bottiglia, grasso e con due baffoni neri a coprirgli le labbra quasi
inesistenti. Per farla facile,
era una
specie di Maurizio Costanzo più giovane.
Prima
di me mancavano tre ragazzi, così seduta su una delle sedie
delle lunghe fila
che avevano di fronte la cattedra, diedi un’ultima ripetuta
ai paragrafi che mi
avevano dato più difficoltà e controllai per
l’ultima volta il mio cellulare.
Due
messaggi:
Forza Esmeeee!
Dimostra quanto vali a quel pagliaccio!!<3
Ti voglio bene
^^
Risi.
Era sempre la solita.
Da Gabriele
Levanti:
Buena Suerte( In bocca al
lupo) Esmeralda! Andrai benissimo, ne sono certo!
Era
stato gentile a farmi gli auguri di una buona riuscita
dell’esame. Anche se
avevo ceduto al fatto di dargli il mio numero di cellulare, solo con la
sua
promessa di non chiamarmi e mandarmi messaggi che non trattassero il
lavoro,
facevano sempre sorridere certe parole.
***
Erano già passate due
settimane!
Incredibile, avevo superato uno degli esami più brutti della
mia carriera universitaria
con un bel ventisette, avevo imparato una nuova ricetta dal padre di
Rachele e
anche alle lezioni di quest’ultima stavo migliorando.
-Esme, oggi ci sarà la
quinta lezione,
mi raccomando.- disse Rarà, aggiungendo una torta al limone
nella vetrina dei
dolci.
-Sì, tranquilla, ci
sarò.- le dissi.
-Brava, così ti voglio!
Poi oggi
balleremo il cha cha cha. – continuò girando su
stessa, e muovendo le gambe in
coordinazione con le braccia in un passo, per me difficilissimo.
-E dovremo andare prima a scuola di
ballo.
-Prima? Perché? Vorrei
ricordarti che
devo studiare per l’altro esame.- chiesi.
-Perché, a meno che tu
voglia prendere
l’autobus, se vuoi venire con me, devo andare prima per
firmare delle carte . E poi so che anche Gabriele
verrà prima.
-Gabriele? A proposito
dov’è? Oggi non
l’ho visto.
-Sì, dice di volersi
esercitare con dei
balli per delle cose sue, comunque non l’hai visto
perché oggi è il suo giorno
libero!- mi rispose prontamente, andando a sistemare delle casse di
gelato.
-Capito.- risposi pensierosa.
Erano passati quattordici giorni da
quando io e il moro eravamo andati a trovare i miei genitori.
Mi aveva invitato ad uscire con lui
al
Luna Park, ma non mi aveva fatto sapere molto a proposito del giorno e
degli
orari.
Mi sembrava distante dal giorno in
cui
quei due ragazzacci erano venuti ad infastidirci, o meglio
infastidirmi, in
gelateria. Sembrava stanco. Bah…
-Esme, tutto a posto? Ti vedo
strana…
-No nulla, solo
che…boh…lo spagnolo mi
sembra distante in questi giorni. Prima, come ti dissi giorni fa, dice
il giorno del pranzo con i miei, di volermi dimostrare di essere
diverso, bla bla bla, e poi…puff, si limita a sorridermi
ogni tanto e a dirmi
solo buongiorno e buonasera.
-E a te non dovrebbe andare bene la
cosa? Voglio dire, tu odi i ragazzi, no? Cosa ti importa se non ti
degna di
molte attenzioni?- chiese Rachele, inarcando le sopracciglia e
guardandomi con curiosità.
-A me? Proprio niente! Dicevo solo
che,
come volevasi dimostrare, avevo ragione! E’ uguale a tutti
gli altri.- risposi
prontamente.
-Perché avevi pensato il
contrario?
-No, cioè…no!
Ma perché mi fai queste
domande? Non eri tu a difenderlo sempre?!
Mi stava mettendo in
difficoltà, cavoli!
-Sì…ma
infatti io la penso in un modo,
tu in un altro e le tue osservazioni mi suonano strane…
-Non lo so Rachele…non
so nemmeno io
cosa mi stia prendendo. Hai proprio ragione, cosa mi importa se non mi
degna
più di tante attenzioni come prima…
-Hai provato a chiedergli il
motivo?- mi
interruppe, sistemando dei menù su i tavoli interni.
Eravamo abbastanza indaffarate
questa
mattina, ma nonostante tutto, trovavamo il tempo di parlare.
Per fortuna che al momento
c’erano solo
quattro ragazzi seduti all’esterno che stavano mangiando dei
coni gelato.
-Di cosa?
-Del fatto che ti sta dedicando
meno
tempo, ovvio!
-No…ti ho detto che non mi
interessa…anzi cancella quello di cui ti ho
parlato…chissà da dove mi è venuto di
pormi certe domande o fare certe
osservazioni.
-Dal tuo cuore…ecco da
dove ti è
venuto.- disse sparendo nel magazzino delle spezie.
-Che dici Rarà, non dire
scemenze…se
fino a venti giorni fa non lo sopportavo come può venirmi
dal…
-Cosa hai provato quando ti
baciò? Non
me lo dicesti…- mi interruppe di nuovo uscendo con un sacco
di farina che portò
in laboratorio.
-Niente, assolutamente niente.-
risposi
deglutendo, e sparendo dietro la cassa.
-Sì e io non sono
innamorata di Emanuele
Salvatore! Perché non ti vuoi aprire a me? Siamo o no
migliori amiche?
-Sì, ma…
-Non c’è ma
che tenga! Ti posso aiutare
e consigliare, avanti spara. Sicuramente un qualcosina l'avrai provato.
Un bacio è sempre un bacio!- disse in tono autoritario.
A quel punto cedendo alla sua
espressione seria, iniziai a raccontarle tutte le sensazioni post bacio.
-Mhm…interessante!
Verdetto finale: ti
piace!- concluse sorridendo a trentadue denti.
-No…Rac ma è
impossibile, è
matematicamente certo che non è così.
-Uff tu e la matematica. La
matematica è
una materia perfetta, l’amore non lo è.
L’amore è pazzia, sogno, lacrime,
litigi, sorrisi, farfalle nello stomaco, battiti accelerati, occhi
lucidi,
sorrisi stupidi e tanto altro, ma non di certo formule, numeri e
perfezione.
Sei un essere umano Esmeralda, non una macchina. Non puoi programmarti
ogni
cosa! Gabriele è un ragazzo bellissimo, dolce, gentile ed
educato e pian piano
ti ha fatto riscoprire quelle sensazioni che avevi sepolto nel tuo
cuore da più
di due anni. Lasciati andare e vivi la tua vita così come
viene. Se andrà male
di nuovo? So che farà male, ma devi cambiare. Devi pensare
“E chi se ne frega
morto un papa se ne fa un altro”, come diceva mia nonna.
-Può essere,
perché no? Non capisco cosa
ci sarebbe di sbagliato! E poi…a dirla tutta, lui mi sembra
cotto di te. Lo
vedo io che mentre sei intenta a lavorare, ti osserva con una strana
espressione.
-Ma come può essermi
accaduto…voglio
dire mi ha semplicemente sfiorato le labbra e poi…BOOM, il
mio cuore ha iniziato
a battere più velocemente…
-Esmeralda, te lo
ripeto…ci sono cose
che non si possono controllare. Alle volte basta un semplice gesto, un
bacio,
uno sguardo, un tocco di mani per far sì che il mondo
attorno a noi cambi. Cosa
credi che io non le sappia queste cose?! Mi sono innamorata del mio
alunno,
semplicemente con uno scambio di sguardi…una frazione di
secondo che ha
cambiato la mia vita.
-Mhm…boh…ho
paura Rachele! Paura perché
io non voglio che mi piaccia, non voglio che il mio cuore si muova
troppo velocemente
se sono vicina a lui, non…posso permetterlo.
-Ma non sei tu a decidere certe
cose,
bellezza! Al cuor non si comanda, mai sentito questa frase?
-Sì…e ora che
faccio?
-E cosa fai…non
trattarlo male
innanzitutto, sii gentile e accetta volentieri i suoi inviti.
-Scusate, possiamo chiedere?-
chiese,
entrando una signora con due bambini.
Era il momento di tornare a lavoro,
per
i problemi di cuore ci sarebbe stato tempo.
***
-Allora Esme, io vado a firmare delle
carte, tu togliti il giubbotto e fatti un giro, fra una
mezz’oretta iniziamo a
ballare, ok?- mi chiese Rarà varcando la soglia della sua
scuola di ballo.
-Sì, sì.-
risposi, andando nello
stanzino dove la prima volta mi mostrai con la maglia di Spongebob.
Finalmente oggi indossavo una
t-shirt
più carina e dei pantaloni più alla moda.
Dopo qualche secondo iniziai a
girovagare per i corridoi della scuola di ballo, con la speranza di non
perdermi.
Tutù rosa, tulle e
scarpettine di raso
mi passarono davanti, così come top colorati, e pantaloni da
hip hop, finché la
voce di Anastacia, una delle mie cantanti preferite, non mi fece
fermare
davanti ad una porta semichiusa.
Oh cavoli…ma quello
era…Gabriele stava
ballando sulle note di I’m outta
love?
Wow…era… bravissimo.
Rachele mi aveva detto, che
‘per delle
cose sue’ ci sarebbe stato anche lui prima.
Rimasi incantata a guardarlo,
cercando
di rimanere nascosta.
Quindi non solo era bravo con i
balli
latino americani, ma lo era anche con la danza moderna.
Dopo qualche secondo, un applauso
proveniente da una
porta in fondo alla
stanza, colpì la mia attenzione così come quella
dello spagnolo, che
prontamente andò a spegnere la radio posta
nell’angolo della saletta.
-Bravo, bravo. Tu chi sei?- chiese
una
ragazza dai lisci capelli castani raccolti in un’alta coda di
cavallo, che
indossava un top verde evidenziatore che le lasciava
l’ombelico scoperto.
Wow era magrissima…
-H-ho chiesto il permesso.- disse
il
moro prontamente, con il suo fare timido.
-Lo immagino, ma vorrei sapere il
tuo
nome. Io sono Angela e sono un’allieva della maestra di danza
moderna, la
signorina Clara. Sei proprio bravo, lo sai?!- chiese sorridendogli
maliziosamente.
-S-sono Gabriele e grazie.
-Mi insegni quei passi che stava
ballando?- chiese…Angela.
-Ma non sono nulla di che, sono
cose che
vengono dalla mia testa, le improvviso al ritmo della musica.
-Ti prego!- continuò la
ragazza.
Chissà come, ma sentii
un certo nervoso
farsi strada in me. Che cavolo voleva quella
dallo spagnolo?
-Va bene…mettiti accanto
a me e
guardami.
-Con piacere.- rispose sempre
maliziosamente, facendogli l’occhiolino.
-Allora appena comincia la musica
metti
la gamba destra davanti a quella sinistra , poi fai il contrario , poi
ritorna
con le game dritte e batti le mani, poi…
A quel punto iniziò a
spiegare la
coreografia alla ragazza bruna.
Decisi di andarmene, ero uno
spettacolino a cui non mi andava di assistere.
Ma poi perché mi
comportavo così? Cosa
interessava a me se lui ballava con un’altra ragazza?
Niente…
“Non sei una macchina, non puoi
programmare tutto”
Passeggiai per i corridoi della scuola, con
le parole di Rachele che mi rimbombavano nelle orecchie,
finché non vidi
Michelle e altri ragazzi del mio corso venirmi incontro salutandomi.
-Ciao Michelle, ciao Johnny, ciao
Sasha.- dissi loro sorridendo.
-Oggi si balla il cha cha cha, sei
gasata abbastanza?- mi chiese Johnny.
Risi.
-Voglio sperarlo…frana
come sono, non so
come farò.
-Nah, è tutta questione
di
coordinazione…se vuoi oggi fai coppia con me…-
disse mettendosi le mani nelle
tasche dei suoi jeans.
-Va bene, ma Gabriele…?
-Viene con me.- rispose Michelle.
-D’accordo.- dissi
sorridendo.
-Va bene.- risposi.
-Allora la tua mano destra va nella
mia
sinistra, e la mia destra va qui. La nostra distanza deve essere pari,
circa
alla lunghezza del braccio.- disse.
-Poi io faccio un passo sinistro
indietro e tu metti il piede destro in avanti e questo passo
sarà uno…poi
riportiamo il peso sull’altro piede e …due.-
spiegò.
-Sinistro mio e destro tuo vanno
leggermente a lato…così- mi fece vedere.- uniamo
il piede rimasto libero, cioè
il mio destro e il tuo sinistro e allontaniamo l’altro, e
quindi questo sarà
tre, quattro, e cinque. Rimaniamo così, ora io vado indietro
con il destro e tu
ti fai avanti con il sinistro.- parlava come si parla con i bambini,
molto
lentamente e ciò mi fece sorridere.
Johnny era bravo a spiegare e i
suoi
capelli rossi erano luminosi.
A dirla tutta non mi sembrava vero,
ma
stavo facendo bene i passi, quando un saluto mi distrasse.
Lo spagnolo.
-Oh ciao Gabriele.- disse il mio
compagno di ballo.
-Ciao Giovanni, mi hai rubato la dama?- chiese il moro ridendo.
Si
vedeva che si era già allenato. Era stanco e i suoi capelli
erano leggermente
bagnati.
-Gliel’ho chiesto, caro
mio! Oggi ti
cedo la dolce Michelle.- rispose il rosso ridendo.- E comunque poi ci
saranno
gli scambi di partener, quindi potrebbe ricapitarti Esmeralda.-
continuò
Giovanni, o meglio Johnny.
Gabriele mi guardò con
una strana luce
negli occhi.
-A dopo allora, Esmeralda.- disse.
Annuì con il capo e
tornai a guardare il
rosso davanti a me.
***
-Ma che brava, ma
guardala…Giovanni sei
un mito!- disse Rachele avvicinandosi a noi.
Dopo essere tornata dalle pratiche
da
firmare, la mia amica ci aveva fatto fare degli esercizi di
riscaldamento e ci
aveva mostrato le basi del cha cha cha, una ripetizione per chi
frequentava il
corso già dall’anno scorso e una lezione nuova per
me e Gabriele, anche se,
secondo me,quest'ultimo era già bravo a ballare tutte le
danze sudamericane e non.
-Merito tuo che mi hai insegnato
bene.-
disse il rosso alla mia amica.
-Oh quanti complimenti, mi fate
commuovere quando dite così…dai su ora con la
musica.
-Che ci metti oggi Rachele?- chiese
una
ragazza.
-Oye
como va di Carlos Santana. L’ho pronunciata bene
Gabry?
-Algunos.- rispose sorridendo il
moro.
-Bene, allora uno, due, tre, cha
cha cha.
-Bravo
Claudio,vai Sandra…sì…sinistro in
avanti, non destro.- ammonì Rachele.
Era proprio brava come insegnante.
-Ora cambio, vediamo come ve la
cavate
con altri partner.
-Posso?- mi chiese Gabriele,
guardando
Johnny.
-Certo.- rispose Giovanni,
facendomi l'occhiolino e andandosene.
-Come stai Esmeralda?- mi chiese
ora, lo
spagnolo sostituendo il rosso e mettendosi nella posizione di ballo.
-Bene. – risposi,
guardando un punto a
caso del pavimento.
-Ne sono contento. Mi scuso se
ultimamente non ti ho più parlato di appuntamento o altro,
sicuramente avrò
dato più punti alla tua concezione negativa su tutti i
ragazzi, no?
-Sì…ma non
c’è bisogno di scusarsi…
-Sono molto impegnato con
l’università e
…ops, passo sinistro adesso.- disse correggendo un mio passo
e stringendo la
mia mano, quando stavo per cadere.
-Ho detto tranquillo, ti sembro la
tipa
che sente la mancanza dei ragazzi?- gli chiesi, guardandolo con un
sopracciglio
alzato.
-Oh no…n-non intendevo
dire questo, solo
che…mi rendo conto di essermi comportato con più
freddezza con te, e visto che
sono stato io stesso a dirti di volerti dimostrare che
c’erano delle brave
persone anche nei ragazzi…
-Capisco…tranquillo, ho
accettato la
sfida e hai più di due mesi e mezzo per dimostrarmi
ciò che vuoi.
-Bene.- mi sorrise
e poi riprese a ballare in silenzio.
-Come mai eri a scuola prima degli
altri?- gli chiesi sorprendendolo.
-Me l’ha detto Rachele.-
lo precedetti,
prima che potesse chiedermi come facevo a sapere che era venuto prima.
-Oh no niente, volevo esercitarmi
perché
ho un provino per un esibizione teatrale tenuta da degli amici degli
amici dei
miei genitori…
-Ma tu come fai a gestire tutto?
Voglio
dire l’università, la gelateria, la scuola di
ballo e ora persino il teatro?-
chiesi curiosamente.
Intanto la lezione stava
continuando e
per fortuna la mia amica non mi aveva ripreso neanche una volta.
-Nello stesso modo in cui fai tu,
solo
che tu non hai l’esibizione teatrale ma un affitto da pagare
e anzi…mi chiedo
io come tu faccia a mantenere i conti…
-Beh, direi che mantengo una vita
normale, senza sprechi o vizi di qualche tipo. Non fumo e non mi piace
bere
quindi…
-Capisco…sei una ragazza
da ammirare
Esmeralda.- disse, guardandomi seriamente.
-Grazie.- risposi, guardandolo con
la
stessa intensità.
-Visto che sei molto bravo a
ballare,
dai lezione a qualche persona?- chiesi, ostendando nessun interesse.
-No, le prendo io figurati se le
do.- mi
fece l’occhiolino.- comunque prima una ragazza mi ha visto
ballare e mi ha
chiesto di insegnarle dei passi.
-Ma era troppo appiccicosa, mi ha
perfino chiesto di uscire con lei.
A quel punto alzai di scatto il
volto
verso di lui. Uscire? Aveva fatto colpo Levanti.
-E tu?
-Ho rifiutato. Mi sono preso un
impegno
con te Esmeralda, e poi non mi piacciono quelle come lei.
Sollievo? Ero forse sollevata da
questa
risposta? Ma soprattutto la mia, era forse gelosia?
TO BE
CONTINUED…
L’ANGOLINO DI NOVALIS
Ciaoo ragazzi! ^^
Come sta andando questo primo
periodo di
Giugno? Caldo, eh? Menomale che la scuola è finita!:)
Che dire, sebbene abbia avuto solo
una
recensione allo scorso capitolo, non cancellerò la storia,
come avevo scritto!
Mi piace come si stanno evolvendo le cose tra i protagonisti e mi piace
scrivere, quindi continuerò a farlo indipendentemente da chi
vorrà seguirmi. A
tal proposito volevo ringraziare di cuore Sun_Rise 93 che
con le sue splendide
parole mi ha dato l’incentivo a continuare Bailamos e mi ha
fatto capire che non devo abbandonare la scrittura, perchè
prima o poi, a qualcuno interesserà la mia storia^^ Grazie
<3
Grazie anche alle undici persone
che
seguono la mia storia e le tre che la preferiscono ^_^
Alla prossima ;)
Ah quasi
dimenticavo...per gli insegnamenti di Johnny sul cha cha cha, ho visto
un video insegnamento di cha cha cha su youtube, spero di aver scritto
i giusti passi xD