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Autore: Novalis    11/06/2014    2 recensioni
Quando il cuore ti viene spezzato in mille pezzi, non puoi far altro che raccogliere i cocci e provare a rimetterli insieme, con la speranza che la prossima volta sarà migliore! Ma a non pensarla così c'è Esmeralda, pasticcera studentessa in giurisprudenza che ha un solo obiettivo: evitare i ragazzi! Non a caso il genere maschile è da lei considerato peggio della peste.
Ma se un bel giorno, un paio di occhi neri, e un accento spagnolo si intrufolassero nella sua vita, iniziando a rompere lo scudo che si è costruita attorno al suo cuore?
Seguire il cervello e le proprie convinzioni o il proprio cuore? Ah...questo è il dilemma!
Dal testo:
"-Uff tu e la matematica. La matematica è una materia perfetta, l’amore non lo è. L’amore è pazzia, sogno, lacrime, litigi, sorrisi, farfalle nello stomaco, battiti accelerati, occhi lucidi, sorrisi stupidi e tanto altro, ma non di certo formule, numeri e perfezione. Sei un essere umano Esmeralda, non una macchina. Non puoi programmarti ogni cosa! Gabriele è un ragazzo bellissimo, dolce, gentile ed educato e pian piano ti ha fatto riscoprire quelle sensazioni che avevi sepolto nel tuo cuore da più di due anni."
Spero che la storia vi piaccia! :)
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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CAPITOLO UNDICI

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La cosa più brutta dell’essere una studentessa, secondo me, era l’ansia.

Quella maledetta sensazione che mi attanagliava lo stomaco prima di un esame, scritto o orale che fosse, e che mi dava noia fin da quando ero una bambina.

Chissà forse la colpa era della mia insegnate delle elementari. Era una vera e propria strega, e prima di un interrogazione tendeva a mettere molta pressione in noi, piccoli studenti.

Oggi dovevo affrontare l’esame dal nome impronunciabile, come diceva Rachele, con uno dei professori più odiosi della mia facoltà. Era alto quanto un tappo di bottiglia, grasso e con due baffoni neri a coprirgli le labbra quasi inesistenti. Per farla  facile, era una specie di Maurizio Costanzo più giovane.

 Avevo paura, paura di sbagliare, di fallire, di non riuscire ad avere il risultato desiderato. Puntavo ad un ventotto perlomeno per avere un buon voto finale alla laurea.

Prima di me mancavano tre ragazzi, così seduta su una delle sedie delle lunghe fila che avevano di fronte la cattedra, diedi un’ultima ripetuta ai paragrafi che mi avevano dato più difficoltà e controllai per l’ultima volta il mio cellulare.

Due messaggi:

 Da Rarà:

Forza Esmeeee! Dimostra quanto vali a quel pagliaccio!!<3

Ti voglio bene ^^

 

Risi. Era sempre la solita.

Lessi anche l’altro.

 
Da Gabriele Levanti:

Buena Suerte( In bocca al lupo) Esmeralda! Andrai benissimo, ne sono certo!

 

Era stato gentile a farmi gli auguri di una buona riuscita dell’esame. Anche se avevo ceduto al fatto di dargli il mio numero di cellulare, solo con la sua promessa di non chiamarmi e mandarmi messaggi che non trattassero il lavoro, facevano sempre sorridere certe parole.

 Okay, ora che mi sentivo più carica, ero pronta. A noi professor Salvemini.

***

 

Erano già passate due settimane! Incredibile, avevo superato uno degli esami più brutti della mia carriera universitaria con un bel ventisette, avevo imparato una nuova ricetta dal padre di Rachele e anche alle lezioni di quest’ultima stavo migliorando.

-Esme, oggi ci sarà la quinta lezione, mi raccomando.- disse Rarà, aggiungendo una torta al limone nella vetrina dei dolci.

-Sì, tranquilla, ci sarò.- le dissi.

-Brava, così ti voglio! Poi oggi balleremo il cha cha cha. – continuò girando su stessa, e muovendo le gambe in coordinazione con le braccia in un passo, per me difficilissimo.

-E dovremo andare prima a scuola di ballo.

-Prima? Perché? Vorrei ricordarti che devo studiare per l’altro esame.- chiesi.

-Perché, a meno che tu voglia prendere l’autobus, se vuoi venire con me, devo andare prima per firmare delle carte . E poi so che anche Gabriele verrà prima.

-Gabriele? A proposito dov’è? Oggi non l’ho visto.

-Sì, dice di volersi esercitare con dei balli per delle cose sue, comunque non l’hai visto perché oggi è il suo giorno libero!- mi rispose prontamente, andando a sistemare delle casse di gelato.

-Capito.- risposi pensierosa.

Erano passati quattordici giorni da quando io e il moro eravamo andati a trovare i miei genitori.

Mi aveva invitato ad uscire con lui al Luna Park, ma non mi aveva fatto sapere molto a proposito del giorno e degli orari.

Mi sembrava distante dal giorno in cui quei due ragazzacci erano venuti ad infastidirci, o meglio infastidirmi, in gelateria. Sembrava stanco. Bah…

-Esme, tutto a posto? Ti vedo strana…

-No nulla, solo che…boh…lo spagnolo mi sembra distante in questi giorni. Prima, come ti dissi giorni fa, dice il giorno del pranzo con i miei, di volermi dimostrare di essere diverso, bla bla bla, e poi…puff, si limita a sorridermi ogni tanto e a dirmi solo buongiorno e buonasera.

-E a te non dovrebbe andare bene la cosa? Voglio dire, tu odi i ragazzi, no? Cosa ti importa se non ti degna di molte attenzioni?- chiese Rachele, inarcando le sopracciglia e guardandomi con curiosità.

-A me? Proprio niente! Dicevo solo che, come volevasi dimostrare, avevo ragione! E’ uguale a tutti gli altri.- risposi prontamente.

-Perché avevi pensato il contrario?

-No, cioè…no! Ma perché mi fai queste domande? Non eri tu a difenderlo sempre?!

Mi stava mettendo in difficoltà, cavoli!

-Sì…ma infatti io la penso in un modo, tu in un altro e le tue osservazioni mi suonano strane…

-Non lo so Rachele…non so nemmeno io cosa mi stia prendendo. Hai proprio ragione, cosa mi importa se non mi degna più di tante attenzioni come prima…

-Hai provato a chiedergli il motivo?- mi interruppe, sistemando dei menù su i tavoli interni.

Eravamo abbastanza indaffarate questa mattina, ma nonostante tutto, trovavamo il tempo di parlare.

Per fortuna che al momento c’erano solo quattro ragazzi seduti all’esterno che stavano mangiando dei coni gelato.

-Di cosa?

-Del fatto che ti sta dedicando meno tempo, ovvio!

-No…ti ho detto che non  mi interessa…anzi cancella quello di cui ti ho parlato…chissà da dove mi è venuto di pormi certe domande o fare certe osservazioni.

-Dal tuo cuore…ecco da dove ti è venuto.- disse sparendo nel magazzino delle spezie.

-Che dici Rarà, non dire scemenze…se fino a venti giorni fa non lo sopportavo come può venirmi dal…

-Cosa hai provato quando ti baciò? Non me lo dicesti…- mi interruppe di nuovo uscendo con un sacco di farina che portò in laboratorio.

-Niente, assolutamente niente.- risposi deglutendo, e sparendo dietro la cassa.

-Sì e io non sono innamorata di Emanuele Salvatore! Perché non ti vuoi aprire a me? Siamo o no migliori amiche?

-Sì, ma…

-Non c’è ma che tenga! Ti posso aiutare e consigliare, avanti spara. Sicuramente un qualcosina l'avrai provato. Un bacio è sempre un bacio!- disse in tono autoritario.

A quel punto cedendo alla sua espressione seria, iniziai a raccontarle tutte le sensazioni post bacio.

-Mhm…interessante! Verdetto finale: ti piace!- concluse sorridendo a trentadue denti.

 Ecco era tornata la pazza Rachele, quella di prima era troppo seria.

-No…Rac ma è impossibile, è matematicamente certo che non è così.

-Uff tu e la matematica. La matematica è una materia perfetta, l’amore non lo è. L’amore è pazzia, sogno, lacrime, litigi, sorrisi, farfalle nello stomaco, battiti accelerati, occhi lucidi, sorrisi stupidi e tanto altro, ma non di certo formule, numeri e perfezione. Sei un essere umano Esmeralda, non una macchina. Non puoi programmarti ogni cosa! Gabriele è un ragazzo bellissimo, dolce, gentile ed educato e pian piano ti ha fatto riscoprire quelle sensazioni che avevi sepolto nel tuo cuore da più di due anni. Lasciati andare e vivi la tua vita così come viene. Se andrà male di nuovo? So che farà male, ma devi cambiare. Devi pensare “E chi se ne frega morto un papa se ne fa un altro”, come diceva mia nonna.

Ascoltai attentamente ogni parola. Questo discorso  me l’aveva fatto già altre volte, ma era come se questa volta apparisse alle mie orecchie con un suono diverso. Non ero una macchina, ero un essere umano…quindi potevo essermi innamorata benissimo…

 -Quindi tu dici…che potrei essermene innamorata?!- chiesi attendendo curiosamente una sua risposta.

-Può essere, perché no? Non capisco cosa ci sarebbe di sbagliato! E poi…a dirla tutta, lui mi sembra cotto di te. Lo vedo io che mentre sei intenta a lavorare, ti osserva con una strana espressione.

-Ma come può essermi accaduto…voglio dire mi ha semplicemente sfiorato le labbra e poi…BOOM, il mio cuore ha iniziato a battere più velocemente…

-Esmeralda, te lo ripeto…ci sono cose che non si possono controllare. Alle volte basta un semplice gesto, un bacio, uno sguardo, un tocco di mani per far sì che il mondo attorno a noi cambi. Cosa credi che io non le sappia queste cose?! Mi sono innamorata del mio alunno, semplicemente con uno scambio di sguardi…una frazione di secondo che ha cambiato la mia vita.

-Mhm…boh…ho paura Rachele! Paura perché io non voglio che mi piaccia, non voglio che il mio cuore si muova troppo velocemente se sono vicina a lui, non…posso permetterlo.

-Ma non sei tu a decidere certe cose, bellezza! Al cuor non si comanda, mai sentito questa frase?

-Sì…e ora che faccio?

-E cosa fai…non trattarlo male innanzitutto, sii gentile e accetta volentieri i suoi inviti.

-Scusate, possiamo chiedere?- chiese, entrando una signora con due bambini.

Era il momento di tornare a lavoro, per i problemi di cuore ci sarebbe stato tempo.

***

 
-Allora Esme, io vado a firmare delle carte, tu togliti il giubbotto e fatti un giro, fra una mezz’oretta iniziamo a ballare, ok?- mi chiese Rarà varcando la soglia della sua scuola di ballo.

-Sì, sì.- risposi, andando nello stanzino dove la prima volta mi mostrai con la maglia di Spongebob.

Finalmente oggi indossavo una t-shirt più carina e dei pantaloni più alla moda.

Dopo qualche secondo iniziai a girovagare per i corridoi della scuola di ballo, con la speranza di non perdermi.

Tutù rosa, tulle e scarpettine di raso mi passarono davanti, così come top colorati, e pantaloni da hip hop, finché la voce di Anastacia, una delle mie cantanti preferite, non mi fece fermare davanti ad una porta semichiusa.

Oh cavoli…ma quello era…Gabriele stava ballando sulle note di I’m outta love? Wow…era… bravissimo.

Rachele mi aveva detto, che ‘per delle cose sue’ ci sarebbe stato anche lui prima.

 Era solo in una stanza da ballo con una parete coperta da un grande specchio che lo fronteggiava e da altre tre in legno chiaro rispettivamente dietro, alla destra e alla sua sinistra.

 Era vestito con dei bermuda alti fin sopra il ginocchio neri come la t-shirt a maniche corte.

 Stava ballando su una coreografia tutta sua, canticchiando con la cantante.

Rimasi incantata a guardarlo, cercando di rimanere nascosta.

Quindi non solo era bravo con i balli latino americani, ma lo era anche con la danza moderna.

Dopo qualche secondo, un applauso proveniente  da una porta in fondo alla stanza, colpì la mia attenzione così come quella dello spagnolo, che prontamente andò a spegnere la radio posta nell’angolo della saletta.

-Bravo, bravo. Tu chi sei?- chiese una ragazza dai lisci capelli castani raccolti in un’alta coda di cavallo, che indossava un top verde evidenziatore che le lasciava l’ombelico scoperto.

Wow era magrissima…

-H-ho chiesto il permesso.- disse il moro prontamente, con il suo fare timido.

-Lo immagino, ma vorrei sapere il tuo nome. Io sono Angela e sono un’allieva della maestra di danza moderna, la signorina Clara. Sei proprio bravo, lo sai?!- chiese sorridendogli maliziosamente.

-S-sono Gabriele e grazie.

-Mi insegni quei passi che stava ballando?- chiese…Angela.

-Ma non sono nulla di che, sono cose che vengono dalla mia testa, le improvviso al ritmo della musica.

-Ti prego!- continuò la ragazza.

Chissà come, ma sentii un certo nervoso farsi strada in me. Che cavolo voleva quella dallo spagnolo?

-Va bene…mettiti accanto a me e guardami.

-Con piacere.- rispose sempre maliziosamente, facendogli l’occhiolino.

-Allora appena comincia la musica metti la gamba destra davanti a quella sinistra , poi fai il contrario , poi ritorna con le game dritte e batti le mani, poi…

A quel punto iniziò a spiegare la coreografia alla ragazza bruna.

Decisi di andarmene, ero uno spettacolino a cui non mi andava di assistere.

Ma poi perché mi comportavo così? Cosa interessava a me se lui ballava con un’altra ragazza? Niente…

 
“Non sei una macchina, non puoi programmare tutto”

 
Passeggiai per i corridoi della scuola, con le parole di Rachele che mi rimbombavano nelle orecchie, finché non vidi Michelle e altri ragazzi del mio corso venirmi incontro salutandomi.

-Ciao Michelle, ciao Johnny, ciao Sasha.- dissi loro sorridendo.

-Oggi si balla il cha cha cha, sei gasata abbastanza?- mi chiese Johnny.

Risi.

-Voglio sperarlo…frana come sono, non so come farò.

-Nah, è tutta questione di coordinazione…se vuoi oggi fai coppia con me…- disse mettendosi le mani nelle tasche dei suoi jeans.

-Va bene, ma Gabriele…?

-Viene con me.- rispose Michelle.

-D’accordo.- dissi sorridendo.

 Tanto non credevo che allo spagnolo sarebbe dispiaciuto…stava già ballando con una bella ragazza…

 Dopo qualche minuto, entrammo tutti nella saletta dei balli latino americani. Rachele non era ancora venuta, ma nel frattempo anche altri allievi arrivarono, ad eccezione di Gabriele, Bobby e un altro paio di ragazzi.

 -Vieni Esmeralda, ti faccio vedere qualche passo, così quando viene Rachele sei già pronta.- disse Johnny.

-Va bene.- risposi.

-Allora la tua mano destra va nella mia sinistra, e la mia destra va qui. La nostra distanza deve essere pari, circa alla lunghezza del braccio.- disse.

-Poi io faccio un passo sinistro indietro e tu metti il piede destro in avanti e questo passo sarà uno…poi riportiamo il peso sull’altro piede e …due.- spiegò.

-Sinistro mio e destro tuo vanno leggermente a lato…così- mi fece vedere.- uniamo il piede rimasto libero, cioè il mio destro e il tuo sinistro e allontaniamo l’altro, e quindi questo sarà tre, quattro, e cinque. Rimaniamo così, ora io vado indietro con il destro e tu ti fai avanti con il sinistro.- parlava come si parla con i bambini, molto lentamente e ciò mi fece sorridere.

Johnny era bravo a spiegare e i suoi capelli rossi erano luminosi.

A dirla tutta non mi sembrava vero, ma stavo facendo bene i passi, quando un saluto mi distrasse.

Lo spagnolo.

-Oh ciao Gabriele.- disse il mio compagno di ballo.

-Ciao Giovanni, mi hai rubato la dama?- chiese il moro ridendo.

Si vedeva che si era già allenato. Era stanco e i suoi capelli erano leggermente bagnati.

-Gliel’ho chiesto, caro mio! Oggi ti cedo la dolce Michelle.- rispose il rosso ridendo.- E comunque poi ci saranno gli scambi di partener, quindi potrebbe ricapitarti Esmeralda.- continuò Giovanni, o meglio Johnny.

Gabriele mi guardò con una strana luce negli occhi.

-A dopo allora, Esmeralda.- disse.

Annuì con il capo e tornai a guardare il rosso davanti a me.

***

 

-Ma che brava, ma guardala…Giovanni sei un mito!- disse Rachele avvicinandosi a noi.

Dopo essere tornata dalle pratiche da firmare, la mia amica ci aveva fatto fare degli esercizi di riscaldamento e ci aveva mostrato le basi del cha cha cha, una ripetizione per chi frequentava il corso già dall’anno scorso e una lezione nuova per me e Gabriele, anche se, secondo me,quest'ultimo era già bravo a ballare tutte le danze sudamericane e non.

-Merito tuo che mi hai insegnato bene.- disse il rosso alla mia amica.

-Oh quanti complimenti, mi fate commuovere quando dite così…dai su ora con la musica.

-Che ci metti oggi Rachele?- chiese una ragazza.

-Oye como va di Carlos Santana. L’ho pronunciata bene Gabry?

-Algunos.- rispose sorridendo il moro.

-Bene, allora uno, due, tre, cha cha cha.

 La lezione stava proseguendo abbastanza bene. Mi capitava di fare qualche errore ma mi stavo divertendo, la ragazza che tendeva a ridere ogni secondo stava tornando, e questo grazie a dei semplici passi di danza e un paio di occhi neri, ora concentrati su Michelle.

 -Bravo Claudio,vai Sandra…sì…sinistro in avanti, non destro.- ammonì Rachele.

Era proprio brava come insegnante.

-Ora cambio, vediamo come ve la cavate con altri partner.

-Posso?- mi chiese Gabriele, guardando Johnny.

-Certo.- rispose Giovanni, facendomi l'occhiolino e andandosene.

-Come stai Esmeralda?- mi chiese ora, lo spagnolo sostituendo il rosso e mettendosi nella posizione di ballo.

-Bene. – risposi, guardando un punto a caso del pavimento.

-Ne sono contento. Mi scuso se ultimamente non ti ho più parlato di appuntamento o altro, sicuramente avrò dato più punti alla tua concezione negativa su tutti i ragazzi, no?

-Sì…ma non c’è bisogno di scusarsi…

-Sono molto impegnato con l’università e …ops, passo sinistro adesso.- disse correggendo un mio passo e stringendo la mia mano, quando stavo per cadere.

-Ho detto tranquillo, ti sembro la tipa che sente la mancanza dei ragazzi?- gli chiesi, guardandolo con un sopracciglio alzato.

-Oh no…n-non intendevo dire questo, solo che…mi rendo conto di essermi comportato con più freddezza con te, e visto che sono stato io stesso a dirti di volerti dimostrare che c’erano delle brave persone anche nei ragazzi…

-Capisco…tranquillo, ho accettato la sfida e hai più di due mesi e mezzo per dimostrarmi ciò che vuoi.

-Bene.- mi sorrise  e poi riprese a ballare in silenzio.

-Come mai eri a scuola prima degli altri?- gli chiesi sorprendendolo.

-Me l’ha detto Rachele.- lo precedetti, prima che potesse chiedermi come facevo a sapere che era venuto prima.

-Oh no niente, volevo esercitarmi perché ho un provino per un esibizione teatrale tenuta da degli amici degli amici dei miei genitori…

-Ma tu come fai a gestire tutto? Voglio dire l’università, la gelateria, la scuola di ballo e ora persino il teatro?- chiesi curiosamente.

Intanto la lezione stava continuando e per fortuna la mia amica non mi aveva ripreso neanche una volta.

-Nello stesso modo in cui fai tu, solo che tu non hai l’esibizione teatrale ma un affitto da pagare e anzi…mi chiedo io come tu faccia a mantenere i conti…

-Beh, direi che mantengo una vita normale, senza sprechi o vizi di qualche tipo. Non fumo e non mi piace bere quindi…

-Capisco…sei una ragazza da ammirare Esmeralda.- disse, guardandomi seriamente.

-Grazie.- risposi, guardandolo con la stessa intensità.

-Visto che sei molto bravo a ballare, dai lezione a qualche persona?- chiesi, ostendando nessun interesse.

-No, le prendo io figurati se le do.- mi fece l’occhiolino.- comunque prima una ragazza mi ha visto ballare e mi ha chiesto di insegnarle dei passi.

 Angela pancia piatta!

 -Oh…capisco…- dissi con nonchalance.

-Ma era troppo appiccicosa, mi ha perfino chiesto di uscire con lei.

A quel punto alzai di scatto il volto verso di lui. Uscire? Aveva fatto colpo Levanti.

-E tu?

-Ho rifiutato. Mi sono preso un impegno con te Esmeralda, e poi non mi piacciono quelle come lei.

Sollievo? Ero forse sollevata da questa risposta? Ma soprattutto la mia, era forse gelosia?

 

TO BE CONTINUED…

 

L’ANGOLINO DI NOVALIS

Ciaoo ragazzi! ^^

Come sta andando questo primo periodo di Giugno? Caldo, eh? Menomale che la scuola è finita!:)

Che dire, sebbene abbia avuto solo una recensione allo scorso capitolo, non cancellerò la storia, come avevo scritto! Mi piace come si stanno evolvendo le cose tra i protagonisti e mi piace scrivere, quindi continuerò a farlo indipendentemente da chi vorrà seguirmi. A tal proposito volevo ringraziare di cuore Sun_Rise 93 che con le sue splendide parole mi ha dato l’incentivo a continuare Bailamos e mi ha fatto capire che non devo abbandonare la scrittura, perchè prima o poi, a qualcuno interesserà la mia storia^^ Grazie <3

Grazie anche alle undici persone che seguono la mia storia e le tre che la preferiscono ^_^

Alla prossima ;)

Ah quasi dimenticavo...per gli insegnamenti di Johnny sul cha cha cha, ho visto un video insegnamento di cha cha cha su youtube, spero di aver scritto i giusti passi xD

 

 

   
 
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