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Autore: Shiver414    11/06/2014    3 recensioni
Yuri è una strega, una strega potente che cerca di evitare che la sua vita da semplice proprietaria di un negozio di fiori e quella da cacciatrice di demoni non collidano tra loro. Ci stava riuscendo fino al momento in cui non conosce Kian, un demone dall'aspetto sublime, il carattere forte e un'indole apparentemente egoista. Da quel preciso istante tutta la sua vita precipita in un baratro fatto di morte, sangue e terrore, governato da un demone spietato, il Burattinaio. CHi si nasconderà dietro questo misterioso nome? Yuri e Kian sopravviveranno alla sua furia?
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Tadaaaaan... Ecco l'ultimo capitolo modificato (modificato è un parolone)!!
Buona lettura!
Capitolo 3.

Ero esausta e tutta bagnata. Le energie di Yuri due stavano lentamente tornando. Mi sentivo svuotata e prosciugata. Dovevo andare a dormire.
Ferma, davanti la porta di casa mia, cercavo di infilare la chiave nella toppa della porta, ma i capelli bagnati che ricadevano sul viso per colpa del vento rendevano l’impresa impossibile.
Finalmente ci riuscii, sgusciai dentro sgocciolando ovunque. Non avevo voglia di mettermi a correre per casa, se avessi bagnato tutto il pavimento si sarebbe asciugato.
Mi spogliai svogliatamente. Lasciai che i vestiti sporchi e bagnati scivolassero sulla pelle e cadessero a terra. Mi infilai nella doccia e lasciai che l’acqua calda mi sciogliesse i muscoli tesi. Cercai di evitare ogni tipo di contatto visivo con la mia pelle livida e ferita. Non volevo pensare a demoni, incantesimi e simili almeno per quei pochi minuti.
Mi insaponai per bene fingendo che il bruciore delle ferite non esistesse, mi lasciai inebriare ancora un po’ dalla fragranza delicata dei fiori di ciliegio.
Mi avvolsi in un asciugamano e scesi nello scantinato dove tenevo tutti i miei libri di magia e le mie pozioni. Ero stanca e una strana e pesante sonnolenza offuscava la mia parte razionale. Avrei potuto cercare più tardi no?! Non sarei morta per un po’ di veleno in circolo. Già solo le parole “veleno” e “in circolo” avrebbero dovuto allarmarmi e invece cosa feci? Mi sdraiai sul divanetto e mi addormentai lì, ancora tutta bagnata. Yuri due non poteva sgridarmi, né svegliarmi a suon di schiaffi quindi mi abbandonai sul divano ancora più tranquilla.
Mi risvegliai più stanca di prima. Il collo era indolenzito e mi sentivo come se mi fosse passato un treno sopra. Il mio alter ego era ancora ben assopito dentro di me. L’asciugamano si era sciolto ed era leggermente scivolato da un lato e lasciava le mie bimbe in bella mostra. Mi sbrigai a coprirle. Non so perché lo feci, tanto non poteva vedermi nessuno, vivevo sola.
«Yuri due.» Cantilenai. Finsi che stavo bene, ma anche lei sapeva che non era così. «Esci fuori?» Un debole no mi riempì la testa. Sorrisi debolmente.
Aprii il libro degli incantesimi e iniziai a sfogliarlo convulsamente, alla ricerca disperata di un incantesimo. Qualcosa mi si fermo in gola ed iniziai a tossire. Quel che vidi sulla mia mano non era affatto rassicurante. Macchie di sangue miste a qualcosa di scuro. Il veleno mi stava corrodendo dall’interno.
Mi girava la testa, forse stavo morendo, ma non demordevo. Continuavo a sfogliare e sfogliare e sfogliare il libro finchè non trovai un incantesimo. Diceva che per precauzione era meglio tenere un secchio o simili accanto.
Pronunciai l’incantesimo mentre piccoli rivoli di sangue mi scivolavano tra le labbra. Mi veniva da tossire ad ogni parola ma dovevo tenere duro. Pian piano sentivo il dolore sparire così come i giramenti. Stava funzionando. Il mio stomaco si contorse all’improvviso e rovesciai il contenuto del mio stomaco su tutto il pavimento. Era una sostanza tremendamente disgustosa, vischiosa, scura. Era il veleno. Ecco perché consigliavano un secchio.
«Ti avevo detto che dovevamo scappare.» Yuri due era partita all’attacco. «Pensa se fosse finita male? Sei un’incosciente.» Alzai gli occhi al cielo. Mi sentivo rinata.
Andai in cucina. Fuori era ancora buio. L’orologio segnava le quattro e venti di notte. Alle sette dovevo aprire il negozio, ma non avevo più sonno. Che avrei fatto per tre ore? Andai in camera e mi sistemai i capelli, indossai i miei jeans preferiti e la maglia bianca con il logo del mio negozio. Preparai una tazza di latte caldo in cui versai una manciata di cioccolato in polvere.
Scesi di nuovo nello scantinato dove iniziai a sfogliare il libro degli incantesimi.
«Che pensi di fare con il Burattinaio?» Yuri due era seduta accanto a me e sbirciava il libro assieme a me. «Cerchiamo qualche informazione utile.» Scossi la testa.
«Direi che il Burattinaio è un problema che non avevo considerato possibile. I Burattinai sono potenti e soprattutto ce ne sono pochi in giro.» Riflettei su quello che avevo sentito dire da mia nonna. «Yuri.» Mi voltai verso di lei. «Abbiamo un grosso problema. Il Burattinaio è un demone che può controllare ogni essere con dei poteri, che sia questo vivo o morto, li manovra da lontano ed è pressoché impossibile riuscire a trovarlo.» Continuai a sfogliare il libro, il mio alter ego era seduto accanto a me con le braccia incrociate sul petto. D’un tratto mi imbattei in un incantesimo scritto in una lingua antica e incomprensibile. Era l’antica lingua delle streghe, i simboli erano contorti e difficili da leggere. Provai a leggere. Emisi i suoni a mezza voce, pensando che tanto la pronuncia era totalmente sbagliata. Yuri due accanto a me si irrigidì. Sentii la sua inquietudine.
«Yuri, credo che non sia una buona idea.» In genere pronunciare incantesimi mi provocava una scarica di adrenalina, sentivo il potere sgusciare dentro di me, condensarsi nella mia mano, pronto per essere utilizzato. Quella volta non avevo sentito nulla. Nessun formicolio o simili.
Qualcosa inaspettatamente successe. La stanza si riempi di fumo e degli strani rombi, come di tuoni, riempirono il silenzio. Mi rannicchiai spaventata sul divanetto, chissà cosa avevo combinato. Il mio alter-ego mi colpì il braccio infuriata e mi fulminò con lo sguardo.
«Che accidenti hai combinato?» Era pronta ad aprire lo scudo per proteggerci, ma finché non si fosse diradata tutto quel fumo non avremmo capito l’entità del danno.
Una figura scura avanzò nella nebbia. Chi era? Oh mio Dio, avevo evocato un demone? Possibile? Nessuno poteva evocare demoni.
«Chi sei?» Un ragazzo nudo era in piedi davanti a me. La nebbia stava andando via e finalmente riuscivo a vedere quasi ogni cosa, e sottolineo, ogni singola cosa. Yuri due era terrorizzata. Quello era un demone. Sentivo la forte aura malvagia che appestava l’aria.
«Tu piuttosto chi sei?» Chiesi cercando di non scendere troppo con lo sguardo. «Da dove sei spuntato fuori?» Mi guardava con aria di sufficienza quasi fosse un principino altezzoso. Però era bello, diamine se era bello. Era bello quanto forte. Dovevo temerlo? Avevo paura. Yuri due si era ritirata dentro di me. Sentivo la forza del suo scudo fremere, voleva erigere la barriera protettiva attorno a me ma qualcosa la tratteneva dal farlo.
«Io sono Kian e tu puzzi di strega.» Mi annusai stupidamente. Rise arrogante quando vide il mio gesto.
«Yuri.» Dissi semplicemente. Forse non era pericoloso.
«Perché mi hai evocato?» Io? Io non volevo evocare nessuno. «Vuoi fare un patto con me?» Sgranai gli occhi. Un che? «Sei stupida o cosa?» Sbuffò prendendo il libro accanto a me. «Sei stata tu a fare questo incantesimo, no?!» Annuii. Effettivamente si mi sentivo stupida. «Questo serve ad invocare un demone. Quando una strega invoca un demone è per fare un patto di collaborazione, io ti aiuto ad uccidere i demoni e tu dividi i tuoi poteri con me.» Io cosa? Non avevo la minima intenzione di rendere quel demone abbastanza forte. Se lo avessi fatto sicuramente mi avrebbe uccisa.
«Yuri non puoi accettare.» L’alter-ego si era manifestato accanto a me. «Sai che è pericoloso. Non mi piace questa storia.» Sbuffai.
«Lo so.» Qualcosa però mi rendeva ancora incerta. Ogni cosa accade per un motivo. Se lo avevo invocato, forse, avrei dovuto prendere in considerazione almeno l’idea. «Che tipo di demone sei?» Rise. Mi stava prendendo in giro? «Puoi per cortesia prendermi seriamente? Non sono una strega esperta, ho solo letto quello che c’era scritto, non so nemmeno che lingua è.» Rise ancora più forte. Mi alzai in piedi e preda della rabbia mi avvicinai a lui senza nemmeno pensare alle conseguenze. Era alto, molto alto. Forse un metro e novanta. Yuri cercava di trattenermi da ogni gesto avventato, ma sentivo in lei la stessa incertezza che provavo io. Stava pensando anche lei che, forse, quel che era accaduto aveva un determinato scopo.
«Che hai intenzione di fare?» Si piegò in avanti per arrivare alla mia altezza. Continuavo a fissarlo senza parlare, non sapevo come rispondergli. «Allora lo facciamo o no questo patto?» Tese la mano verso di me senza distogliere lo sguardo dal mio. Vagliai in quel momento tutti i pro e i contro.
«Se accetto corro dei rischi?» Scosse la testa.
«Solo se mi fai arrabbiare.» Sorrise pericolosamente.
«Yuri stai giocando con il fuoco. Smettila e rimandalo dove è venuto.» Sentivo nella sua voce una nota di panico che non avevo mai sentito. C’era tensione nell’aria, era quasi palpabile.
«E questo che vuol dire?» Ci pensai un po’. «Se tu volessi, potresti prenderti tutti i miei poteri e uccidermi?»
«Purtroppo no.» Si allontanò da me e si accomodò sul divanetto dove ero seduta fino a poco prima. «Abbiamo bisogno di due bracciali. Tramite quelli tu puoi darmi e riprenderti la dose di potere che preferisci, ma io non posso prendere nulla deliberatamente.» Sembrava sincero.
«Come faccio a sapere se sei sincero?»
«Prova e vedrai.» Un sorriso sghembo affiorò sul suo viso. Era davvero troppo bello.
«Perché un demone dovrebbe essere contento di fare un patto con una strega se non può ricevere da lei alcun vantaggio?» Sorrise ancora. Perché continuava a sorridere così? C’era sotto qualcosa.
«Non ho detto che non avrò dei vantaggi.» Questo mi spaventava.
«Quali sono questi vantaggi?»
«Se accetti li scoprirai.» Ero ancora indecisa. Dovevo accettare? Se quel che aveva detto era vero mi avrebbe aiutata e non poco.
«Yuri, non puoi farlo. È pericoloso, non ci si può fidare dei demoni. Ricorda che il tuo compito è uccidere i demoni, non stringere patti con loro. Devi farcela con le tue forze.» In quel momento mi resi conto che io da sola, apprendendo nuovi incantesimi con quella lentezza, non avrei mai ucciso il Burattinaio.
«Accetto.» Strinsi la sua mano. Yuri due urlò. Forse avevo fatto un errore, o forse no.
«Pronuncia insieme a me queste parole.» Seguii l’incantesimo che stava invocando e un lampo di luce investì i nostri polsi. Era fatta. Il braccialetto era al mio polso e la mia vita era legata indissolubilmente alla sua.
   
 
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