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Autore: LightBlue97    11/06/2014    0 recensioni
Alex Cari è un diciassettenne come tutti: va a scuola, ha degli amici, una compagnia e i soliti problemi adolescenziali. Ma un giorno qualcosa cambia, e la vita del ragazzo viene stravolta completamente, costringendolo alla fuga dal suo paese per raggiungere un futuro migliore. Purtroppo, però, qualcosa di oscuro sta viaggiando in senso opposto al suo, e presto incrocerà la sua strada.
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alex Cari non si voltò indietro neanche un secondo di quelle sette ore passate a camminare.
Egli sapeva infatti che, se l’avesse fatto, avrebbe realizzato appieno cosa stava facendo e cosa stava lasciando dietro a sé, ovvero tutta la sua vita adolescenziale e la sua famiglia; avrebbe voluto trovare un modo per risolvere la faccenda, credetemi, aveva provato con tutte le sue forze a trovare una soluzione al disastro.
Alla fine, sfortunatamente, aveva solo scoperto che non ce ne era una.
Aveva sofferto preparando lo zaino mettendo dentro il minimo indispensabile, aveva sofferto quando si era svegliato il giorno dopo e aveva sofferto quando aveva salutato i suoi genitori con il solito sorriso, fingendo che sarebbe andato a scuola. Solo lì e da nessun’altra parte, come sempre.
Eppure eccolo, alle due e mezza di un afoso pomeriggio dei primi di Giugno, con zaino in spalla e abiti corti, a percorrere stradine di campagna e a rischiare la vita camminando sui bordi delle autostrade, il tutto sotto ad un Sole cocente che diffondeva così calore da togliere ossigeno all’aria che si respirava. Il sudore gli colava a litri, soprattutto quando si trovava sui sentieri nel mezzo dei campi di pannocchie, che non facevano altro che sprigionare più afa, e ogni qualvolta che vedeva un ruscello di campagna lo guardava con occhi desiderosi di fare un tuffo nelle fresche (ma non molto pulite) acque che vi scorrevano; eppure, nonostante tutto ciò, il ragazzo continuava a camminare, pensando al futuro a cui stava andando incontro, e riflettendo sul fatto che ciò che stava facendo era la cosa migliore per lui e per le persone che amava.
Quindi, ignorando la fatica, proseguiva sulle strade asfaltate bruciate dal Sole scottante, superando cascine che rilasciavano odori di letame e suoni di mucche, piccole chiesette e madonnini, paesini di campagna pieni di vecchi curiosi che lo osservavano e stando attento a non farsi prendere sotto dalle macchine in autostrada, dalla quale doveva passare quando un sentiero finiva o diveniva impossibile proseguire; un albero era una salvezza, perché gli donava ombra, e ogni biscia, nutria o altro animale che gli attraversava la strada era una distrazione dalla fatica e dalla voglia di tornare indietro.
Ma non l’avrebbe mai fatto. Se si fosse anche solo azzardato a rimettere piede nel suo paese, orribili cose sarebbero successe, e lo sapeva. Lo sapeva molto, molto bene, fin troppo.
“Ma mi ci sono cacciato io in questa situazione.” pensò “Per colpa mia ora mi ritrovo qui, tentando di arrivare più lontano possibile, sotto un Sole bastardo a respirare odore di concime. Ma vabeh, oramai il danno è fatto e devo convincermi che ciò che sto facendo è tutta un’avventura, troverò una soluzione e poi tornerò a casa.”
Casa. Già, che bei ricordi a casa…
“Avventura. “si disse scuotendo la testa “Questa. È. Una. Avventura. Passeggera. “
 
Alle sette di sera, con le gambe a pezzi e la schiena dolorante, Alex giunse a Costalatte, un paesino di campagna molto distante da casa sua, e decretò che per quel giorno aveva percorso abbastanza strada.
“Devo trovare un posto dove dormire.” pensò “Dunque … dove posso stare per stanotte … “
Camminando per il paese il ragazzo giunse nella piazza, dove alcuni vecchi giocavano a briscola ai tavolini di un bar, urlando fragorosamente in dialetto e godendosi il venticello serale: molto probabilmente tutti gli altri abitanti a quell’ora erano andati a mangiare con le loro famiglie, e infatti un suono di posate, televisioni accese e discorsi faceva da colonna sonora ai passi del ragazzo, facendogli sentire ancora di più la nostalgia di casa. Il fatto che c’era ancora luce nonostante l’ora serale, poi, non fece altro che ricordare ad Alex che l’Estate stava arrivando, e con essa i momenti delle giornate passate fuori casa, delle gite nei parchi e delle vacanze al mare o in montagna.
La nostalgia lo stava uccidendo, ma ancora una volta si ricordò che non poteva voltarsi indietro.
“Allora, potrei chiedere a uno di quei vecchi di ospitarmi, ma nessuna persona sana di mente farebbe entrare in casa propria un diciassettenne sconosciuto, puzzolente e con la faccia stravolta, o quantomeno non senza prima chiedere informazioni sulla provenienza.” rifletté il ragazzo “Però … Io ho un’arma segreta. Mi è costata cara, tanto vale usarla!”
Quindi, Alex si portò i palmi delle mani uno difronte all’altro, chiuse gli occhi e si concentrò. Una luce bianca comparve fra di essi, e lui pensò “Mi serve un uomo che mi ospiti, senza far domande e senza problemi, almeno fino a domattina.”; la luce cambiò colore e divenne azzurra, quindi allontanò le mani e fece disperdere ciò che aveva creato, per poi avvicinarsi al tavolo dei vecchi.
-Scusatemi! – esordì il ragazzo –Sono un ragazzo diciottenne, vengo da lontano … qualcuno può ospitarmi per stanotte? –
Tutti e quanti gli uomini rimasero zitti in uno stato catatonico. Uno di essi si alzò in piedi e parlò ad Alex lentamente e con lo sguardo vuoto: - Io. Seguimi. –
“Perfetto.” pensò il ragazzo, sorridendo soddisfatto.
Dopo cinque minuti furono a casa dell’uomo che, sempre con lentezza e con un’espressione vacua e morta, gli aprì la porta della sua abitazione e gli disse di fare come se fosse a casa propria; poi, egli chiuse la serratura, si sedette sul divano e rimase a fissare lo schermo nero della tele in stato di trance, mentre Alex lo osservava e pensava “Wow, devo aver desiderato proprio ardentemente di trovare un posticino per la notte. Il cervello di quest’uomo sembra essersi spento. “
Ma, in fin dei conti, non gli importava davvero. Tutto ciò che gli interessava era solo lavarsi e dormire, per riprendere il cammino il giorno dopo e dirigersi verso una nuova meta sempre più lontano da casa.
Dopo essere stato sotto alla doccia, il ragazzo aprì il suo zaino ed estrasse un morbido pigiama, che indossò e che gli fece ricordare ancora una volta tutte quelle volte che l’aveva messo in camera sua, nel suo paese, quando tutto era normale. Noiosamente, prevedibilmente, meravigliosamente e perfettamente normale.
“Meglio che dormo, o domani non avrò abbastanza energia, né per camminare né per usare il mio dono.” pensò “Ma prima …”
Allungò la mano e frugò nello zaino, tirando fuori il suo diario. Sulla copertina c’erano attaccate le foto dei Red Hot Chili Peppers, dei Nightwish e di altri suoi gruppi preferiti, ma non erano essi che lui voleva vedere; piano piano, quasi come se avesse paura di aprire un baule pieno di serpenti, Alex spalancò il libretto e lesse le prime frasi che gli capitò di vedere.
“Com’ ero coraggioso …” rifletté “Come avevo voglia di scoprire, imparare … rischiare … giocare con il fuoco.”
La nostalgia si armò di rimorso e senso di colpa, per poi tornare a colpirlo violentemente. Rimise nello zaino il diario, si buttò sul letto e chiuse gli occhi, cercando di scordare che non era a casa propria e che il giorno seguente si sarebbe dovuto rimettere in cammino.
 
Nel frattempo, al suo paese, i suoi genitori avevano chiamato la polizia disperati e angosciati, e un mandato di ricerca era stato fatto circolare per tutto il territorio. I suoi amici, quella notte, avevano pregato Dio di non subire interrogatori dai genitori di Alex, perché quelli che fra di loro sapevano non avrebbero saputo restare indifferenti al dolore della famiglia dell’amico. E qualcuno, appresa la notizia della scomparsa del ragazzo, si era molto, molto arrabbiato.
   
 
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