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Autore: Mely_Watson    11/06/2014    8 recensioni
A volte si finisce nell’oscurità, e quando questo accade, è davvero difficile uscirne.
Michael e Luke erano caduti in quel vortice di malinconia.
Erano caduti nell'oscurità. Quest'ultima si era attaccata alla loro anima, e li stava distruggendo lentamente.
Calum e Ashton rappresentavano per loro la salvezza.
Ma i due riusciranno a tornare a galla dalle tenebre?
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Tratto dalla storia :
“Che c’è?” Chiese l’amico.
Dato che non arrivava nessuna risposta da parte del biondino, Michael decise di seguire il suo sguardo.
Si ritrovò a fissare una ragazza. Bella, ma invisibile.
Se ne stava in piedi in un angolo del corridoio, con gli occhi sul suo orario senza però guardarlo davvero.
Era come se volesse scomparire. Come se volesse fondersi con il muro dietro di lei.
“E’ lei” Disse Luke.
In quel momento Allyson alzò gli occhi, gettandoli in quelli di Michael, che ebbe un impercettibile tremito.
“Dobbiamo proprio aiutarla” Sussurrò piano, rivolto a Luke.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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                                                                                         NON SONO GELOSO



 
                                                                                                   ASHTON


 
Il ragazzo dai profondi occhi verdi naturalmente non prestava attenzione alla lezione.
Quella professoressa era troppo noiosa, e lo era anche la sua spiegazione.
Quindi iniziò a guardare fuori dalla finestra.
I suoi occhi verdi galleggiavano nel prato dello stesso colore e nel limpido cielo.
E successe così, improvvisamente, senza nemmeno un attimo di preavviso.
Nella mente di Ashton la voce della professoressa era stata sostituita da delle urla.
Urla miste a pianti. Urla che conosceva benissimo. Urla che lo spaventavano.
Urla che erano l’oscurità.
E il ragazzo, senza rendersene nemmeno conto si portò le mani ai capelli, cercando di tappare le orecchie con i palmi. Ma non si può smettere di sentire delle voci che provengono dall’interno del tuo corpo. E Ashton questo lo sapeva bene, ma sperava comunque di creare il silenzio nella sua mente.
E chiuse i suoi splendidi occhi. Per qualche istante vide il buio, che si trasformò in un preciso luogo di un preciso momento.
Imprecò mentalmente, perché sapeva perfettamente che l’oscurità si stava prendendo gioco di lui, e che tra poco sarebbe arrivato uno di quei flashback tremendi. Uno di quelli che ti fanno tremare e sudare. Uno di quelli che ti fanno piangere e urlare dalla disperazione. Ma le uniche urla che ora lui sentiva erano nella sua testa. Quelle di sua madre.
 

                                           
                                                                                            *FLASHBACK*

 
In quella casa c’era una tranquillità assoluta.
Un bel ragazzo dal ciuffo biondo e riccio se ne stava beatamente sdraiato sul divano, guardando la televisione.
In una poltrona lì vicino era felicemente seduta sua madre. La donna più bella del mondo, secondo il suo parere.
Ed era così bello vederla assorta mentre leggeva.
Chissà che storia aveva fra le mani. Magari quella di un marinaio alla ricerca di una gigantesca balena. O quella che raccontava un giro per il mondo lungo ottanta giorni.
Ashton si ripromise di chiederle quale fosse il titolo del libro.
Ma ora era meglio non farlo: non voleva interrompere la madre.
E il ragazzo poteva sentire il suo battito cardiaco, che formava una melodia fantastica se era unito a quello della donna.
Ma quella musica fu interrotta da una porta sbattuta con foga. Pochi passi pesanti raggiunsero la porta del soggiorno dove si trovavano mamma e figlio.
E quei passi Ashton li avrebbe riconosciuti fra mille. Era suo padre.
Questo era entrato nella stanza con talmente tanta foga da distruggere l’atmosfera tranquilla che si era creata.
“Anne” Disse l’uomo, andando verso la moglie.
Aveva la voce impastata, e Ashton capì subito che era stata alterata dall’alcool. Non era la prima volta che suo padre tornava a casa ubriaco fradicio. Ma questa volta il ragazzino ebbe paura.
E non si spiegava da dove veniva questo timore, semplicemente aveva paura e basta.
Anne si girò di scatto, capendo che suo marito aveva bevuto troppo. E i suoi occhi erano spaventati, perché sapeva quanto poteva diventare aggressivo quell’uomo quando veniva offuscato dall’alcool .
“A-Ashton.. Vai nella tua cameretta, tesoro” La donna che ora balbettava, aveva implorato con gli occhi il figlio, sperando che lui capisse che se ne doveva andare via immediatamente.
E il ragazzo capì. Ma non se ne sarebbe andato via. Questa volta no. Doveva aiutare sua madre, qualsiasi cosa sarebbe successa.
E così rimase immobile, sedendosi sul divano rigidamente.
“Amore.. ascolta la mamma”
Ma niente da fare. Il ragazzo se ne stava fermo come una statua di marmo.
“Tu ora stai zitta” L’uomo si era avvicinato sempre di più alla donna prendendole il viso fra il pollice e l’indice, e stringendolo come se volesse schiacciarle la mandibola.
“John, John lasciami, mi fai male!” Anne con una mossa svelta del braccio si era riuscita a liberare dalla presa di suo marito, e si era alzata di scatto dalla poltrona, indietreggiando lentamente.
“Puttana” Disse John a denti stretti andando dalla donna e immobilizzandola per le braccia.
Poi le diede uno schiaffo sulla faccia, talmente forte da far lacrimare gli occhi della moglie e da lasciarle il segno rosso sul viso.
Ashton voleva alzarsi. Voleva andare da quell’essere schifoso e dargli un pugno. Voleva buttarlo fuori di casa, dopo avergli sputato in faccia. Perché era questo il trattamento che si meritava. Ma non fece nessuna di queste cose, perché si accorse di essere davvero immobilizzato sul divano.
Non riusciva ad alzarsi in piedi. Era come se il cervello non mandasse gli impulsi al resto del corpo.
E così Ash rimase seduto, con gli occhi che bruciavano.
L’uomo buttò la donna per terra. Quest’ultima riuscì a non sbattere la testa, ma si fece comunque male dato che il marito l’aveva spinta giù molto forte.
“John! John.. smettila ti prego..” Supplicò la donna, quando vide il corpo di quel mostro che si sedeva a cavalcioni su di lei.
“Ti ho detto che devi stare zitta, stronza” Rispose lui, assestando un altro schiaffo sul viso della donna, che ora era rigato da alcune lacrime.
Poi l’uomo fece la cosa più orrenda che potesse fare.
Iniziò a togliersi la cinta dei pantaloni, e Ashton sapeva perfettamente cosa sarebbe successo ora. Così chiuse gli occhi, che erano l’unica parte del corpo che riusciva a muovere.
E sentì i grugniti di quell’uomo, che non poteva nemmeno essere definito tale.
Grugniti che si univano a urla, a lacrime.
“Ashton.. Ash va via!” La donna, con l’unico briciolo di forze che le rimanevano in corpo supplicò suo figlio di scappare da quella orrenda visione. La visione di sua madre stesa sul freddo pavimento, con suo marito sopra che la stava violentando.
E Ashton voleva farlo davvero. Voleva correre via. Voleva fuggire. Da quella casa, da quella città, da quell’orrendo mondo.
Ma gli impulsi nervosi non arrivavano ai suoi muscoli, e il ragazzo rimase seduto. E l’unica cosa che era riuscito a fare era rannicchiarsi portando le mani sulla testa, come se volesse difendersi.
Da cosa si stava proteggendo? Ovvio, dall’oscurità. Ma evidentemente il suo corpo non aveva funzionato a dovere, lasciando il ragazzo scoperto, senza nessuna protezione.
E il buio entrò dentro di lui, unendosi alla sua anima.
E quella stanza che fino a pochi minuti fa era il posto più bello dell’intero universo, ora si era trasformato in un incubo vero e proprio.
E urla, urla, urla.
E lacrime sul suo viso e su quello di sua madre.
E urla, urla, urla.

 
                                                                                          *FINE FLASHBACK*


 
E quelle grida rimbombarono ancora un po’ nella sua mente anche quando Ashton tornò alla realtà.
Il biondo si asciugò in fretta una lacrima che gli stava ricadendo sul viso e fu scosso da un tremito.
Erano passati tre anni. Tre fottutissimi anni, e il suo corpo era ancora inutile.
Lo era stato quella sera di tre anni fa, e continuava ad esserlo ora.
E lui si malediceva. Si malediceva ogni volta che respirava per non essersi mosso. Per essere rimasto lì, senza fare niente.
Ed era tutta colpa sua, lui lo sapeva.
Anche se gli altri gli dicevano che lui non aveva colpe, Ashton sapeva perfettamente che era lui la causa di tutta quella sofferenza.
Avrebbe potuto picchiare a sangue quel mostro. Avrebbe potuto asciugare le lacrime di sua madre.
E invece no, era rimasto immobile, mentre l’oscurità si fondeva alla sua anima.
 
 

                                                                                                             LUKE

 

La porta dell’aula di inglese di aprì di scatto, mostrando Calum sulla soglia della porta.
Il biondo si gettò negli occhi del moro e capì che qualcosa non andava. Erano lucidi, come se avesse pianto e avevano un impercettibile velo grigio. Luke si chiese cosa fosse successo, ed era davvero preoccupato per il suo amico.
“Hood, è in ritardo” La voce della professoressa era irritante.
“Sì, lo so. Mi scusi”
“Si vada a sedere”
Calum camminò in mezzo ai banchi, e non sorrideva come al solito. Luke ebbe la conferma che era successo qualcosa solo quando il moro si sedette al suo fianco, sussurrando :” Ho parlato con Allyson”
Allyson. Insieme a quel nome arrivarono un mare di emozioni positive e negative.
E Luke non poté fare a meno che incupirsi.
“Che significa che ci hai parlato?” Soffiò.
“Pensavo che sapessi il significato del verbo ‘parlare’” Il solito Calum che faceva il coglione.
“Deficiente. Ti decidi a dirmi di cosa avete parlato?” Il ragazzo era sempre più impaziente di sapere cosa era successo.
“Te lo racconterò più tardi, ora non è il caso” Disse rivolgendo lo sguardo all’insegnante, che lo stava pietrificando con gli occhi. “Ti dico solo che l’ho convinta a stare con noi oggi”
Cazzo. Cazzo. Cazzo.
Luke stava per esplodere. Mille sentimenti si rimescolavano all’interno del suo corpo, e per un attimo giurò di avere gli occhi che brillavano.
Uscire con Allyson equivaleva a scoprire il suo segreto. E una volta che quest’ultimo fosse venuto a galla, Luke avrebbe potuto aiutarla a sconfiggerlo.
“Calum, ti adoro” Queste poche parole uscirono dalla morbida bocca di Luke in un sussurro.
Il moro sorrise, dando una pacca amichevole al biondino.
E Luke se ne accorse. Vide che quel sorriso era diverso da quelli che di solito Calum sapeva fare. Era un sorriso turbato.
“Cal, che hai?”
“E’.. è che.. Allyson mi fa paura. Mi fanno paura i suoi occhi. E ..” Il moro esitò per un attimo, per poi continuare abbassando il tono di voce. “Senti Luke io non so se sia un caso, ma quando parlavo con quella ragazza.. sono riuscito a sentirla.”
“Sentire cosa ?”
“L’oscurità rivoltarsi dentro di me Luke, il buio.”
E il biondo si incupì ancora di più. Non sarebbe dovuto succedere una cosa del genere, dato che lui era convinto che all’interno di Calum non ci fosse più il nero.
Ma evidentemente si sbagliava.
Luke l’aveva sempre saputo che l’oscurità non la si può sconfiggere del tutto.
Quella ti rimane dentro. Anche se buona parte se ne va via, comunque alcuni pezzi restano.
E quelli non se ne vanno, assolutamente no.
Ma in fondo un po’ ci sperava che almeno Calum si fosse salvato.
Purtroppo non era così.
Calum era ancora intrappolato nelle tenebre della sua anima.
 
Le ore scolastiche passarono velocemente per il biondo, che in testa aveva un unico pensiero: un pomeriggio con Allyson. Un intero pomeriggio passato con quegli occhi.
E ogni volta che ci pensava, sentiva il suo corpo diventare sempre più caldo.
Quando finalmente un’altra pesante giornata di scuola terminò, Luke uscì da quell’orrendo edificio aspettando i suoi amici.
Vide arrivare verso di lui un ragazzo dai capelli bianchi.
“Mi hanno stancato.”
“Chi?” Luke odiava quando il suo amico iniziava un discorso senza nessun soggetto.
“I miei capelli. Pensavo..”
“Di cambiare colore” Il biondo terminò la frase di Michael.
“Esatto”
“Dio Michael, se continui così ti cadranno tutti, e rimarrai pelato” Calum si era avvicinato al gruppo, seguito da Ashton.
“Non mi dire che adesso vuole cambiare colore dei capelli !” Disse quest’ultimo.
“Sei un vero stress” Commentò Luke, con un leggero sorriso in faccia.
“Porca puttana. Avete fatto di darmi addosso?” Michael invece di essere incazzato, rideva. Rideva perché sapeva di essere il più eccentrico del gruppo, e che se avesse continuato così, li avrebbe fatti uscire fuori di testa.
Fu seguito dalle limpide risate degli altri, fino a quando fra di loro arrivò il silenzio.
“Andiamo a casa mia?” Propose come al solito Michael, che sapeva che la risposta sarebbe stata affermativa, come sempre.
“Per oggi c’è un piccolo…” Iniziò Calum
“Cambio di programma” Terminò Luke, posando il suo sguardo su Allyson.
La ragazza stava uscendo dalla scuola, a passo lento.
Calum la raggiunse, sotto gli occhi increduli degli altri ragazzi.
“Ma che cazzo..” Disse Michael, continuando a fissare la scena che gli si parava davanti.
Il moro stava sorridendo alla ragazza, e lei ricambiò.
Cazzo che sorriso  fu la prima cosa che invase i pensieri di Luke.
Avevano iniziato a parlare e la ragazza annuì leggermente. Poi il moro le mise un braccio intorno alla spalla e la fece avvicinare agli altri.
“Allyson, loro sono i miei amici” Disse Calum, senza spezzare quel contatto che li univa. E Luke lo stava fulminando con lo sguardo.
“Luke già lo conosci” Disse Calum che era al corrente di quello che era successo poche ore prima nel corridoio della scuola. E Allyson sorrise timidamente al biondino.
“Lui è Ashton” Indicò con un cenno del capo il riccio, che mostrò un sorriso a quaranta denti.
“E lui è Michael” Il ragazzo dai capelli tinti disse a Allyson “Ciao” con un tono a metà fra il dolce e lo spaventato. La ragazza rispose al saluto con un cenno del capo.
E Luke vide gli occhi di Michael, che erano davvero colmi di paura.
Molto probabilmente si era accorto di quanto gli occhi di Allyson fossero impregnati di oscurità. E come si fa a non essere terrorizzati dall’oscurità?
“Vieni con noi a casa di Michael?” Chiese Ashton, con il suo solito sorriso impresso sul volto.
Allyson si voltò verso Calum che le sorrise incoraggiante, e la ragazza si girò verso Ashton dicendo “Va bene” con un tono non del tutto convinto.
Luke vide la ragazza tirare fuori dalla tasca il suo telefono, per inviare un messaggio a sua madre.
Probabilmente per dirle che non sarebbe tornata a casa.
E tutti e cinque si incamminarono per andare a casa di Michael.
“Allyson, secondo te..” Disse il ragazzo tinto, interrompendo l’imbarazzante silenzio che si era creato.
Allyson lo incitò a continuare, sorridendo lievemente nella sua direzione.
“Come starei con i capelli verdi?”
Che domanda stupida. Era talmente idiota che provocò le risate di tutti, compresa la ragazza.
“Verdi?” Chiese lei, con voce più acuta del solito.
“Che avete da ridere?” Affermò Michael, fingendo di essersi offeso.
“E’ solo che ci hai rotto le palle con questi capelli” Affermò Ashton.
“Sai, Michael è molto… eccentrico, diciamo” Disse Calum rivolto a Allyson.
E Luke sentì una fitta nello stomaco.
Come mai quei due avevano questo legame? Si conoscevano da pochissime ore, ma si guardavano come se fossero amici d’infanzia.
Che diavolo. Perché Allyson lo stava guardando in quel modo?
Il biondino si stava tormentando con tutte queste domande. Era forse gelosia?
Non sono geloso.
Continuava a ripetersi, accompagnato da un la voglio solo salvare. Se c’è qualcosa fra lei e Calum, a me non importa.
Si rese conto che erano arrivati a destinazione solo quando Michael suonò al campanello, e la porta venne aperta da sua madre.
“Ciao ragazzi” Li accolse con il solito sorriso.
“E tu chi sei?” Chiese dolcemente, rivolta a Allyson.
“Una nostra amica” Disse Calum, sottolineando l’ultima parola.
E la donna annuì, continuando a sorridere. Mutò espressione quando incontrò gli occhi della ragazza.
E per un solo istante Luke vide il terrore negli occhi della madre di Michael.
E sapeva che lo aveva visto anche lei. Aveva visto il grigio negli occhi della giovane.
Quegli occhi erano davvero troppo simili a quelli di suo figlio. E capì che Allyson aveva anche lei un problema.
Li fece accomodare a casa sua, dicendo “Se avete bisogno di me sono di sopra, a studiare.”
La donna era un’infermiera e a quanto pare doveva dare degli esami. La salutarono e si sedettero tutti sul divano.
Quando Calum affiancò Allyson, Luke li fulminò con lo sguardo.
Il biondo sapeva che questa giornata aveva un unico scopo.
Dovevano fare in modo che la ragazza si fidasse di loro.
Questo era il primo passo verso il suo segreto.
 
 



 
 

Hola gentee <3
Ed eccomi qui, dopo un interminabile periodo di pausa.
Dio, mi scuso per avervi fatto aspettare così tanto!
Parlando della storia, in questo capitolo abbiamo il flashback tanto atteso di Ash, e finalmente abbiamo svelato anche il suo segreto.
Allyson passerà un intero pomeriggio con questi problematici ragazzi, e vedrete cosa succederà nel prossimo capitolo.
Perdonatemi se non aggiornerò in fretta, ma sono nello stress che precede gli esami.
Infatti domani ho lo scritto di italiano. Fatemi gli auguri <3
Ora vi lascio, ringraziando come sempre chi recensisce, mette la storia tra preferite\seguite\ricordate, e a chi legge in silenzio.
Al prossimo capitolo <3
  
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