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Autore: Abby_da_Edoras    12/06/2014    3 recensioni
Autrice: Lady Arien. Trama: ho messo tutte insieme le storie scritte due anni fa sugli X-Men come capitoli di una long e adesso sto aggiungendo nuovi capitoli. All'inizio mi sono ispirata a una bellissima ff di Lara D_Amore, Logan si trova a occuparsi di Scott, sperduto e addolorato per la morte di Jean, e nasce così una strana relazione tra i due. In seguito, il professor X incaricherà Bobby di recuperare Pyro finito dalla parte di Magneto e nascerà pian piano anche un pairing fra loro; in seguito, alla scuola arriveranno dal lontano 1973 anche i giovani Erik e Charles... insomma cerco di destreggiarmi tra ben tre pairing!!!XD
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby Drake/Uomo Ghiaccio, James 'Logan' Howlett/Wolverine, John Allerdyce/Pyro, Scott Summers/Ciclope, Un po' tutti
Note: Lemon, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Charles Xavier aveva incaricato Bobby Drake di seguire Pyro nel suo “reinserimento” alla scuola per giovani mutanti; al figliol prodigo in questione aveva tolto l’accendino e teneva lontana da lui qualunque fonte di fiamme, privandolo quindi della capaci

Charles Xavier aveva incaricato Bobby Drake di seguire Pyro nel suo “reinserimento” alla scuola per giovani mutanti; al figliol prodigo in questione aveva tolto l’accendino e teneva lontana da lui qualunque fonte di fiamme, privandolo quindi della capacità di usare il proprio potere. Bobby, però, era molto preoccupato per la sparizione di Rogue e non aveva poi tanta voglia di monitorare John, ma il Professor X non se n’era dato per inteso. Anzi, aveva stabilito che i due dormissero nella stessa camera affinché il ragazzo fosse sorvegliato anche di notte.

“Già che c’era poteva anche farmi ammanettare al letto, tanto per stare sul sicuro!” aveva brontolato John quando l’aveva saputo. In realtà, però, mascherava con l’abituale strafottenza e arroganza un nuovo e sconosciuto turbamento che non voleva ammettere neanche con se stesso.

Cosa c’è di strano a condividere la stanza con Bobby? Non era quello che facevo anche quando eravamo ragazzini?

Un vago ricordo affiorò alla mente del ragazzo…

 

Era una delle prime notti che John trascorreva alla scuola. Quella notte in particolare aveva avuto un incubo, retaggio degli anni passati vivendo di espedienti, sulla strada, da emarginato…si era svegliato gridando e tremando, ma quella volta non era solo. Si era trovato davanti due occhi azzurri, dall’espressione amichevole e preoccupata, e aveva udito la voce del suo nuovo compagno di stanza, pacata e serena.

“Tranquillo, John, tranquillo, non è niente, è solo un sogno. Qui sei al sicuro, nessuno ti farà del male.”

Quell’inaspettata tenerezza aveva colpito John che, pian piano, aveva dimenticato il suo incubo e si era calmato. Bobby era rimasto accanto al suo letto finché non l’aveva visto riprendere sonno e così era stato in tutte le notti successive in cui il ragazzino era caduto preda di incubi.

 

John si sforzò di scacciar via quel ricordo di un tempo in cui aveva pensato di poter essere felice. Ma non era solo quello. Ripensare a quei momenti, adesso, lo turbava; la vicinanza di Bobby gli provocava qualcosa che non era più solo invidia o rivalità, qualcosa che…

Mi sono completamente fritto il cervello, questo è ufficiale, dev’essere un effetto collaterale del mio potere! Che accidenti vado a pensare? Va bene, Bobby sembra più grande rispetto a quando me ne sono andato, più maturo e anche più forte fisicamente, più solido…e allora? Che me ne dovrebbe fregare?

 

Quella stessa notte, però, era accaduto. John si era di nuovo risvegliato in preda a un incubo, ma questa volta nessuno si era avvicinato al suo letto per vedere come stava e per tranquillizzarlo. Il giovane mutante si era sentito incredibilmente vuoto e, vincendo con uno sforzo titanico il suo considerevole orgoglio, era sceso lui dal letto per avvicinarsi a quello di Bobby. Il compagno di stanza pareva addormentato, ma di sicuro stava fingendo. Cavolo, nessuno avrebbe potuto continuare a dormire accanto a un invasato che gridava e si dibatteva nel letto! Probabilmente il suo grido aveva svegliato mezza scuola, ma non Bobby “Iceman” Drake che gli voltava le spalle e pareva immerso nel più profondo dei sonni.

“Bobby… ehi, Bobby, vuoi rispondermi? Guarda che lo so che non dormi…” gli disse allora, scuotendolo.

Il giovane non poteva più fingere di dormire a quel punto. Si voltò e puntò su John due occhi freddi come il ghiaccio che il mutante era in grado di creare.

Cazzo, non immaginavo che sapesse congelare anche con un’occhiata…Il suo potere dev’essersi esteso!, ironizzò il ragazzo dentro di sé, ma in realtà non aveva nessuna voglia di scherzare. Bobby era arrabbiato con lui, era seccato perché doveva sorvegliarlo quando invece avrebbe voluto soltanto mettersi a cercare l’amata Rogue ed era questo a congelare John fin dentro il cuore.

“Che cosa vuoi, John?” gli chiese con tutta la freddezza che riuscì a infilare in quattro parole.

“Ho avuto un incubo.”

“L’ho sentito!”

“Allora lo vedi che avevo ragione? Eri sveglio!” ribatté in tono trionfante il ragazzo. “Non sei nemmeno venuto a chiedermi se stavo bene…”

“Evidentemente stai bene, visto che sei qui a chiacchierare alle tre di notte” tagliò corto Bobby, intenzionato a non dargli spago.

Quando eravamo ragazzini, eri tu che venivi a tranquillizzarmi… avrebbe voluto dire John, ma se ne guardò bene e soffocò l’amarezza che lo invadeva.

“Non mi hai lasciato finire: ho avuto un incubo, ma la cosa importante è che il sogno mi ha fatto ricordare chi ho visto quando ero… insomma, chi c’era tra le fila di Magneto oltre a me” disse invece, parlando in fretta e sperando di attirare l’attenzione dell’amico di un tempo.

“Senti, John, è molto tardi e domani avremo tutti una lunga giornata. Non ho né tempo né voglia di ascoltare le tue chiacchiere, ho già abbastanza problemi per conto mio” replicò bruscamente Bobby. “Lasciami dormire in pace.”

“Non sono chiacchiere, è tutto vero!” protestò il ragazzo, sentendosi accusato ingiustamente. “Va bene, magari seguire Magneto non è stata la più brillante idea della mia vita, ma io l’ho fatto solo perché voi mi trascuravate e invece lui sembrava apprezzarmi! Invece non so perché lo abbia fatto lei… non ne aveva certo motivo!”

“Chi sarebbe questa lei? Se credi di incuriosirmi facendomi pensare che Rogue sia una traditrice come te…”

“Non sto parlando della tua preziosa Rogue!” esclamò John, più seccato che mai. Sentiva una curiosa punta di qualcosa che poteva somigliare alla gelosia attaccarsi al suo cuore per tormentarlo, ma no, non poteva essere, che diamine! “Io mi riferisco a Jean Grey.”

“Jean è morta, non lo sapevi? Oh, beh, non potevi saperlo, visto che quando si è sacrificata per salvarci tu eri già andato da Magneto…” rispose caustico Bobby.

“Morta? Sei tu che ti sbagli, allora, perché quella che ho visto io era ben viva e vegeta e sembrava aver addirittura accresciuto il suo potere! Anche lo stesso Magneto pareva quasi intimorito dalla sua forza e dall’odio che dimostrava contro il Professore e tutti voi…” insisté il ragazzo, offeso dall’incredulità e dal sarcasmo di Bobby. “Che motivo avrei di inventare una storia simile?”

“Questo lo sai solo tu, ultimamente non mi stupisco più di nulla che ti riguardi, sei diventato persino un terrorista” disse lapidario il giovane mutante, ma stavolta le parole del compagno l’avevano colpito. Perché mai John avrebbe dovuto accusare Jean Grey di una cosa così grave? Forse per minimizzare quello che lui stesso aveva fatto? Ma non aveva senso…perché proprio Jean? Se avesse voluto calunniare qualcuno, se la sarebbe presa con Rogue, tanto per fargli dispetto. Ma Jean…

“Un terrorista… quanto ti piace quella parola” sibilò irritatissimo il ragazzo. “Vabbè, ho già capito, tanto non te ne frega un cazzo di me e non credi a una sillaba di quel che ti dico. Dormi e sognati la tua principessa con la ciocca bianca, io questa cosa la racconto domattina al Professor X e poi vedremo. Anche lui se ne sbatte di me, ma perlomeno può indagarmi in testa e lo saprà che non sto sparando balle!”

Con un sospiro rassegnato, Bobby si tirò su e si mise seduto sul letto, facendo cenno a John di sedersi accanto a lui.

“E va bene, vieni qui e raccontami più chiaramente. Dove hai incontrato Jean, che cosa faceva e cosa c’entra lei con il tuo incubo?” disse, in tono più amichevole e quasi intenerito. John era proprio un ragazzino, non era cambiato per niente, sempre permaloso e pronto a offendersi…

“Ah, ora ti preoccupi perché non vuoi che il Professore sappia questa notizia da me senza che tu ne sia al corrente? No, certo, il grande Bobby Drake, il cocco del Professore…”

S’interruppe di colpo quando Bobby lo prese per il polso e lo tirò a sedere accanto a sé. Queste mosse decise e questo spirito d’iniziativa gli risultavano nuovi, evidentemente Bobby era maturato davvero tanto mentre lui era assente e ciò lo turbava non poco. Non riuscì a protestare e si sedette docilmente al fianco dell’amico. In fondo aveva ottenuto la sua attenzione, era quello che voleva, no?

“L’incubo mi ha fatto ricordare Jean” iniziò a spiegare. “Nel sogno ero qui, alla scuola, e lei era venuta e aveva…”

Per John era stato davvero un incubo terribile, pensò Bobby vedendo che il ragazzo aveva perso tutta la sua arroganza e petulanza, ora parlava con voce strozzata ed era diventato pallidissimo, i suoi occhi erano fissi nel buio come se seguissero immagini che lui non poteva vedere.

“Il potere di Jean era cresciuto moltissimo, riusciva a assorbire l’energia degli altri per poi scagliargliela contro… aveva ucciso il Professore, Scott e Tempesta… nel sogno la vedevo uccidere Tempesta scagliandola contro la parete in una specie di ciclone… le spezzava il collo. Io correvo in camera, ma lei mi inseguiva. Nel sogno avevo il mio accendino, cercavo di colpirla con il fuoco, ma lei lo assorbiva tutto e poi…e poi…”

Il ragazzo tremava al solo ricordo e Bobby non poté trattenersi dall’abbracciarlo, come faceva quando erano più piccoli. Solo che sentire il corpo fragile, esile e tremante di John tra le braccia gli fece provare una strana sensazione, qualcosa che andava oltre il desiderio di calmarlo. Gli parve di volerlo tenere stretto a sé per il resto della vita…

“E’ veramente un incubo spaventoso, ma che cosa ti fa pensare che possa diventare reale?” gli domandò poi, cercando di scacciare gli assurdi pensieri e emozioni che gli si agitavano dentro.

“Te l’ho detto, Jean era tra i seguaci di Magneto e ha dimostrato di avere davvero questo potere… l’ha fatto vedere a Magneto stesso e ha detto che l’avrebbe usato per i suoi scopi, insomma, qualcosa del genere…” rispose confusamente John. Non gli sembrava appropriato ricordare che, in quell’occasione, era stato lui stesso a minacciare Xavier e la sua scuola per farsi notare davanti a Magneto e che il mutante, invece, l’aveva rimproverato con violenza.

“Allora domattina racconterai questa storia al Professor X” disse Bobby, con decisione. Cercava di non pensare alla sensazione provata stringendo il fragile e tremante corpo adolescenziale di John… “Farai bene a raccontargli anche il tuo sogno. Potrebbe essere solo suggestione, ma, se ci fosse anche una sola remota possibilità che Jean sia un pericolo per la scuola, il Professore deve saperlo.”

John annuì. Era insolitamente docile e remissivo, ma dopo tanto tempo si sentiva così bene, tranquillo e sicuro, stretto tra le forti braccia di Bobby e con la voce pacata dell’amico che gli infondeva calma e… e altre cose a cui preferiva non pensare!

“Pensi di riuscire a dormire, adesso?” gli chiese premuroso Bobby.

Altrimenti potresti anche restare a dormire nel mio lett… ma che accidenti vado a pensare? No, stiamo calmi, probabilmente sento troppo la mancanza di Rogue…

“Sì, ora mi sento meglio, almeno credo… mi ha fatto bene parlarne e anche pensare che domani potrò avvertire il Professore” rispose John, scostandosi un po’ e cercando di riprendere il controllo. Tentò una battuta scherzosa. “Proprio come quando eravamo ragazzini, no? Bello che almeno certe cose non cambino mai!”

Rialzandosi di malavoglia, John tornò lentamente verso il suo letto. Bobby continuava a seguirlo con lo sguardo. Era proprio vero che certe cose non cambiavano? Qualcosa era passato tra loro e non c’entrava nulla con il legame che avevano da bambini…

“Beh, suppongo che sia meglio provare a dormire, adesso” riprese John, mentre si coricava.

“Penso anch’io” disse piano Bobby.

Per qualche tempo ci fu silenzio, poi fu John a parlare di nuovo.

“Ah, e… Bobby, senti… insomma, grazie, grazie perché mi hai ascoltato e… sì, anche perché mi hai riportato qui” fece il giovane mutante, sentendosi profondamente imbarazzato.

“Figurati. La scuola era noiosa senza uno come te a combinare casini!” ribatté scherzosamente Bobby per stemperare l’atmosfera.

Calò di nuovo il silenzio. Prima di riprendere sonno, Bobby considerò che c’era anche un’altra cosa molto diversa: John lo aveva ringraziato invece di accettare il suo aiuto come qualcosa di dovutogli. Forse anche lui era cresciuto, almeno un po’. O forse… ma Bobby preferì non approfondire quel pensiero.     

 

   
 
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