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Autore: Stria93    12/06/2014    8 recensioni
Un misterioso pugnale nascosto nelle profondità del Castello Oscuro, una ragazza curiosa che ha fame di avventure, una Regina Cattiva che trama nell'ombra e un folletto costantemente in bilico tra luce e oscurità.
Cosa accade quando il più grande segreto del Signore Oscuro viene inconsapevolmente violato dall'ultima persona che egli si sarebbe aspettato?
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap.4

Il Signore Oscuro trascorse quella tempestosa nottata senza chiudere occhio.
Filò per la maggior parte del tempo, e, all'alba del mattino seguente, si era formato un alto cumulo di fili dorati, ammassati in disordine ai piedi dell'arcolaio. Di solito era Belle che, ogni giorno, si occupava di sistemarli e ricomporli in matasse ordinate e lucenti.
Il folletto aveva pensato molto alla sua domestica durante quelle ore, mentre la vecchia ruota di legno compiva placidamente il suo giro come se nulla fosse, totalmente indifferente al turbolento stato d'animo di colui che la dirigeva.
Si era ormai definitivamente convinto del fatto che la ragazza non avesse la minima idea del potere del pugnale, ma ciò non rendeva meno pericolosa la situazione che si era venuta a creare, inoltre la sua furiosa reazione doveva averle fatto intuire quanto esso fosse importante per lui.
Rumpelstiltskin gettò un'occhiata al coltello, che si era assicurato alla cintura, in modo da non perderlo mai di vista fino a quando non avesse trovato un nuovo posto dove custodirlo.
Quell'oggetto era antico quanto il primo Signore Oscuro, generato con esso dalle tenebre più fitte, dall'oscurità più impenetrabile. Alle sue spalle vantava una lunga storia scritta con il sangue di molti e pregna di dolore e sofferenza.
Chiunque fosse entrato in contatto, anche solo superficialmente, con quell'arma maledetta, aveva patito un triste destino.
Il folletto pensò ai molti nemici che, durante i suoi duecento anni di vita, si era fatto un po' in tutti i reami, ai potenti che aveva contrariato o ingannato.
Naturalmente nessuno avrebbe mai osato sfidarlo nel pieno dei suoi poteri, ma se qualcuno fosse venuto a conoscenza del segreto del pugnale e della possibilità di rendere inoffensivo il terribile Signore Oscuro e addirittura di poterlo assoggettare al proprio volere, allora egli avrebbe potuto trovarsi in una posizione alquanto sgradevole.
Questo era il motivo per il quale l'unica persona che sapesse dell'arma era suo figlio Baelfire. L'unica persona di cui Rumpelstiltskin si fidasse a tal punto.
Di nuovo, l'Oscuro provò un forte moto d'odio verso quel pugnale che aveva causato tante pene a lui e a suo figlio, e al quale, tuttavia, il suo destino era ineluttabilmente vincolato, come le fosche lettere del suo nome impresse sulla lama non mancavano mai di rammentargli.
Non poteva permettere che altri venissero a sapere del suo segreto per usarlo contro di lui e intralciare, così facendo, i suoi piani per ritrovare Bae; non poteva permettere che una tale eventualità si concretizzasse.
Ciononostante, non aveva intenzione di arrecare alcun danno a Belle, così, dopo quella lunga notte passata a meditare all'arcolaio, era giunto ad una soluzione che, tra tutte le numerose possibilità che il suo cervello aveva vagliato in quelle ore, gli era parsa la più sicura e sensata: avrebbe trovato un nuovo nascondiglio per il coltello, l'avrebbe munito di ogni sorta di protezione magica, e avrebbe fatto bere alla sua domestica una rara pozione; un particolare filtro della memoria per cancellare in lei il ricordo di quanto aveva visto nella stanza segreta e dei fatti che ne erano conseguiti.
Modificare la memoria non era cosa semplice o da prendere alla leggera. I ricordi rendono le persone ciò che sono, e cancellarli o apportarvi dei cambiamenti avrebbe potuto avere delle conseguenze considerevoli, ma Rumpelstiltskin era il mago più potente di tutti i reami, nonché il più grande esperto e praticante di arti magiche che si fosse mai visto nella Foresta Incantata, inoltre il ricordo da rimuovere copriva un lasso di tempo di poche ore. Non ci sarebbero stati rischi per Belle e il suo segreto sarebbe stato nuovamente al sicuro.


Era ormai l'alba.
La tempesta della notte aveva esaurito la sua potenza, e, nonostante il cielo plumbeo e la pioggia battente che non accennava ad arrestarsi, il vento si era placato, i lampi erano scomparsi e il sommesso brontolio dei tuoni taceva già da qualche ora.
Il Signore Oscuro decise che era giunto il momento di recarsi al piano di sotto a liberare la giovane e di chiarire con lei l'accaduto.
Non sapeva cosa aspettarsi mentre scendeva lentamente le scale che conducevano alle segrete. Era consapevole di aver mostrato a Belle il suo lato peggiore e di averla brutalmente aggredita, in parte ingiustamente.
Che reazione avrebbe mai potuto avere la ragazza di fronte al mostro che le si era scagliato contro con tanta ferocia e poi l'aveva rinchiusa laggiù per l'intera notte, sola e preda del freddo e dell'oscurità?
I suoi piedi lo condussero automaticamente alla porta della cella, di fronte alla quale il folletto prese un profondo respiro prima di far scattare il chiavistello con la magia.
Quando varcò la soglia, nella penombra, intravide subito la giovane seduta in un angolo, con la testa fra le ginocchia.
Inizialmente, Rumpelstiltskin pensò che stesse dormendo, ma quando Belle si accorse della sua presenza scattò in piedi, spaventata e colta di sorpresa.
Per la prima volta, il Signore Oscuro vide i suoi occhi celesti venarsi di timore, misto a diffidenza.
Aveva paura di lui.
Questo pensiero gli fece male; un male che non avrebbe mai creduto possibile.
Buffo. Quella situazione recava in sé un'amara ironia, perché a lungo Rumpelstiltskin si era chiesto per quale ignoto motivo la sua inquietante ed eccentrica presenza, i suoi modi sgarbati, le sue battute sarcastiche di pessimo gusto e il suo aspetto mostruoso non suscitassero in quella stramba ragazzetta le consuete reazioni di orrore, spavento e disgusto alle quali era ormai avvezzo.
L'Oscuro andava fiero della sua capacità di far tremare anche il più forte e valoroso dei guerrieri, di far vacillare l'onore e la fierezza del sovrano più integerrimo, eppure il viso di porcellana e lo sguardo di cielo di quella giovane gli dicevano che non sarebbe mai riuscito ad intimidirla.
Più volte Rumpelstiltskin si era indispettito e aveva provato una certa irritazione nel constatare che tutti i suoi tentativi di intimorirla e impressionarla non andavano a buon fine e fallivano miseramente, ma, al contempo, non poteva fare a meno di nutrire anche una certa ammirazione per la sua domestica che, evidentemente, doveva essere o molto coraggiosa o molto stupida per non temere il mago più potente e malvagio di tutti i regni.
Ed ecco l'infelice ironia del caso: proprio ora, che quel tanto anelato velo di timore era calato su quelle iridi limpide come acqua di sorgente, il folletto avrebbe desiderato non dover mai assistere a tale visione.
- Belle... - Mosse qualche passo incerto verso di lei, ma la giovane arretrò e si appiattì contro la parete, guardinga. Il Signore Oscuro si bloccò immediatamente dinanzi alla sua reazione: l'ultima cosa che voleva era peggiorare le cose.
Si concesse un momento per osservare più attentamente il volto tirato e pallido della sua domestica: evidentemente neanche lei aveva dormito quella notte. Gli occhi erano gonfi e arrossati, contornati da ombre scure, e sulle guance aveva ancora i segni delle lacrime. I capelli le ricadevano scarmigliati e in disordine ai lati del viso cinereo e il vestito azzurro era impolverato e strappato in più punti. Sulle sue braccia spiccavano dei lividi violacei e gonfi.
Era stato lui. Lui l'aveva ridotta così. Era solo colpa sua.
Questa consapevolezza gli provocò le vertigini e la nausea.
- Che cosa volete? Siete venuto quaggiù per punirmi? - Nonostante la voce resa rauca dal tanto piangere, dalla stanchezza e dal timore, Belle riuscì ad infondere una certa fierezza a quelle parole fredde e taglienti, puntando i propri occhi dritti in quelli del suo padrone e sostenendone lo sguardo, senza dare alcun segno di cedimento.
Rumpelstiltskin rispose cercando di imprimere alla propria voce il tono più dolce e rassicurante possibile. - Non sono qui per farti del male, Belle. Voglio solo che mi racconti come sono andate le cose. Perché ti sei recata nell'ala ovest? Perché sei scesa per il passaggio segreto? -
L'espressione di lei si fece allora meno intimorita, ma la diffidenza non accennò a scomparire: era ovvio che non sapeva se credere o meno alle sue parole.
Alla fine parlò con un filo di voce stanca. - Io stavo aspettando il vostro ritorno. Non avevo nulla da fare e così ho iniziato a passeggiare per il castello, finché non mi sono ritrovata in quella torre e ho scoperto il tunnel dietro l'arazzo. Non volevo fare niente di male, davvero. Ero solo curiosa di sapere dove quel corridoio mi avrebbe condotta. -
Rumpelstiltskin la scrutò, assumendo un cipiglio serio e severo. - La curiosità può essere una pessima consigliera, dearie. Pensavo lo sapessi. Credevo che i tuoi amati libri te l'avessero insegnato. -
Belle non poté fare a meno di arrossire. - Mi dispiace. Quando ho visto quel pugnale sono rimasta molto sorpresa di trovarvi il vostro nome, così l'ho preso per osservarlo meglio ma vi assicuro che non intendevo assolutamente rubarlo o usarlo contro di voi. Avrei voluto spiegarvi tutto questo ieri sera, ma voi non me ne avete dato la possibilità... - Sottolineò con una lieve nota di rimprovero quell'ultima frase.
Il Signore Oscuro non rispose alla sua sottile provocazione, ma si limitò a sospirare. - Ti credo, dearie. Ma resta il fatto che dovresti stare più attenta. Questo castello nasconde molti segreti oscuri e tu faresti bene a seguire i miei ordini, per il tuo bene. Le conseguenze di ciò che hai fatto e che hai visto avrebbero potuto essere molto pericolose sia per me che per te. -
- Sì, capisco. - Belle si sentiva una stupida per essersi lasciata trascinare dall'entusiasmo come una bambina imprudente, senza valutare bene la situazione.
Sapeva di aver sbagliato, almeno in quel senso, ma ciò non giustificava l'aggressività e la violenza con cui il suo padrone l'aveva aggredita.
Ci fu un istante di silenzio, poi Rumpelstiltskin tentò di nuovo di avvicinarsi a lei, con cautela.
Stavolta la ragazza non si ritrasse.
Lui le mise una mano sotto il mento e le fece sollevare il viso con delicatezza, in modo da poterla guardare negli occhi, che ancora non avevano perso quella vena di timore e indecisione.
- Mi dispiace, Belle. Non avrei dovuto reagire così. Perdonami. -
Quelle parole aleggiarono nell'aria tra il folletto e la giovane, come se a pronunciarle fosse stata una presenza estranea e senza corpo.
Perfino il Signore Oscuro stentò a riconoscere la propria voce. Non era da lui ammettere apertamente di aver sbagliato e scusarsi, ma non voleva mai più rivedere quel manto di paura e sospetto oscurare il serafico volto della ragazza.
A quel punto, Belle avrebbe voluto fargli pesare il modo in cui l'aveva trattata; avrebbe voluto assumere un atteggiamento freddo e duro, dimostrandogli che non aveva intenzione di perdonarlo così facilmente, invece sentì gli occhi inumidirsi e lo strinse forte a sé, nascondendo il viso nella sua casacca e piangendo silenziosamente, dando sfogo al sollievo che sentiva esploderle nel cuore.
Era tornato!
Il “suo” Rumpelstiltskin era di nuovo accanto a lei e del mostro adirato del giorno prima era rimasto solo un brutto ricordo che sarebbe sbiadito sempre di più con il passare del tempo.
Il folletto non si sarebbe mai aspettato una simile reazione da parte della sua domestica e non ricambiò subito la stretta.
Il suo corpo venne percorso da un caldo e piacevole formicolio, proprio come quando Belle gli aveva fugacemente gettato le braccia al collo nella Foresta di Sherwood, mesi addietro.
Ma, a differenza di allora, dopo qualche secondo di esitazione e smarrimento, Rumpelstiltskin avvolse la giovane tra le sue braccia e le accarezzò piano la testa, come per rassicurarla e farle capire che la Bestia della sera prima se n'era andata e lei era al sicuro.
In ogni caso, Belle non avrebbe ricordato nulla di tutto ciò una volta bevuta la pozione, quindi lui non avrebbe dovuto giustificare quel moto di umanità e quell'inconsueta dolcezza.
Quando la giovane si fu un po' ripresa, il Signore Oscuro le passò un mano su una guancia, asciugandole le ultime lacrime. - Ora vai a darti una ripulita, poi raggiungimi nella sala dell'arcolaio per la colazione. Penso io a preparare il tè. -
Belle annuì e abbozzò un sorriso, lievemente imbarazzata, poi s'incamminò fuori dal sotterraneo, felice di poter finalmente lasciare la cella dove, in quella notte di tempesta, ansie e paure erano state le sue uniche compagne.
Rumpelstiltskin rimase per un po' immobile davanti allo spoglio muro di pietra, sfiorando con le dita le macchie umide che le lacrime della ragazza aveva lasciato sui suoi vestiti, poi si diresse a grandi passi al suo laboratorio.
Aveva un lavoro da portare a termine.


Il folletto aprì l'armadio nero nel quale conservava le pozioni più rare e preziose.
Afferrò una fiala contenente un liquido incolore, denso e lattescente, poi tornò al piano di sotto, nella sala dell'arcolaio, e fece apparire il solito servizio da tè di porcellana decorato con fini ed eleganti motivi blu.
Versò la bevanda ambrata e fumante nelle tazze, riservando per sé quella sbeccata, poi stappò la provetta e lasciò che una singola goccia di quel potente filtro magico scivolasse in quella destinata a Belle.
Giusto pochi minuti dopo, la domestica fece il suo ingresso nella stanza: indossava un abito pulito color pesca, i capelli erano di nuovo in ordine e i segni delle lacrime erano svaniti. Le lunghe maniche del vestito, tuttavia, non riuscivano ad occultare del tutto i segni sulle sue braccia.
Rumpelstiltskin cercò di non indugiare con lo sguardo su quei lividi che deturpavano la sua pelle lattea e delicata e invitò gentilmente la giovane a sedersi, porgendole la tazza.
- Grazie. - La voce di lei tradiva un leggero disagio, probabilmente a causa degli eventi del giorno prima, che, nonostante tutto, ancora incombevano tra loro, e del modo in cui gli si era gettata tra le braccia, piangendo come una bambina.
Il Signore Oscuro osservò di sottecchi la giovane mentre sorseggiava con grazia il tè, attendendo che la pozione facesse il suo effetto.
Non dovette aspettare a lungo, perché dopo pochi minuti Belle iniziò ad avvertire le palpebre farsi pesanti e una specie di torpore l'avvolse, come una fitta nebbia. I suoi arti sembravano essersi tramutati in piombo e, all'improvviso, si ritrovò a provare una gran voglia di dormire.
Presto gli occhi le si chiusero, incapaci di resistere a quella forza misteriosa, ed ella perse conoscenza, abbandonandosi completamente contro lo schienale della sedia.
Rumpelstiltskin sorrise: il filtro aveva funzionato, ma presto la ragazza si sarebbe ridestata e lui doveva fare in modo che ogni cosa fosse al suo posto per quel momento, così da non suscitare in lei alcun sospetto a proposito di ciò che era accaduto.
Si alzò in piedi e la sollevò con garbo tra le braccia, dopodiché la portò in biblioteca e l'adagiò sulla poltrona.
Molto delicatamente, sfiorò i suoi polsi e gli avambracci tumefatti e praticò un incantesimo di guarigione.
Le ecchimosi scomparvero completamente e la sua pelle tornò candida e immacolata.
Infine, l'Oscuro agitò elegantemente una mano e, al posto del nuovo abito color pesca, Belle tornò ad indossare il grazioso vestito celeste che s'intonava alla perfezione con il colore, quasi surreale, dei suoi occhi, senza la minima traccia del più piccolo granello di polvere ad intaccare il tessuto.
Il folletto attese qualche minuto, trepidante, poi finalmente l'espressione di lei prese a mutare e le sue palpebre si sollevarono piano.
La giovane si portò una mano alla testa e prese a guardarsi intorno, smarrita e confusa. Sussultò quando si accorse che il suo padrone era in piedi di fianco a lei e la studiava intensamente, come in attesa di qualcosa.
- Rumpelstiltskin? Ma cosa...cos'è successo? Quando siete tornato? - Si sentiva spaesata e non aveva la minima idea del perché si trovasse sdraiata sulla poltrona della biblioteca, con il Signore Oscuro che la fissava in quel modo così strano.
- Qual è l'ultima cosa che ricordi? - Il tono di lui, mentre, senza preamboli, le rivolgeva quell'insolita domanda, lasciava trasparire una lieve nota di urgenza, quasi di apprensione.
Belle corrugò la fronte, riflettendo, poi rispose. - Stavo aspettando il vostro ritorno... credo. Ricordo che stavo scegliendo un libro da leggere e poi... più nulla fino ad ora. -
A quel punto, il folletto sembrò rilassarsi un poco e sfoderò il solito ghigno divertito. - Ti sei addormentata, dearie. Quando sono arrivato, ieri sera, ti ho trovata qui e, per tua fortuna, ero particolarmente di buon umore così non ho voluto svegliarti. Ero giusto venuto a vedere se eri ancora nel mondo dei sogni. -
Tuttavia, la domestica non sembrava del tutto convinta di quella spiegazione. Si sforzò di ricordare altro ma pareva che nella sua memoria si fosse formato un insondabile buco nero.
Rumpelstiltskin notò l'atteggiamento dubbioso della ragazza e tentò subito di cambiare argomento e di dissuaderla dai suoi pensieri. - Be', direi che hai poltrito fin troppo, dearie. Sono già le otto e mezza ed è ora che tu inizi a dedicarti alle tue faccende. La mia collezione non si spolvererà certo da sola, non credi? -
Ma Belle non diede segno di aver udito le sue parole. Sembrava tutto perfettamente normale, eppure il suo istinto le suggeriva che qualcosa non andava. Si sentiva strana, ma non era in grado di rintracciare la causa di quella sensazione.
Il Signore Oscuro sapeva che la mente arguta della sua domestica stava lavorando febbrilmente alla ricerca di quei ricordi che la pozione aveva cancellato dalla sua memoria. Doveva assolutamente trovare un modo per distrarla, poi ebbe un'idea.
Senza farsi notare dalla giovane, schioccò lievemente le dita dietro la schiena e un istante dopo, dal corridoio, si udì l'inconfondibile suono di un cagnolino che abbaia allegramente.
- Avete sentito? -
Prima che Rumpelstiltskin potesse rispondere, nella biblioteca entrò, trotterellando sulle quattro zampette, un candido cucciolo dal pelo bianco e morbido. La sua codina saettava freneticamente da destra a sinistra.
Sul viso di Belle si aprì un luminoso sorriso stupito. La ragazza s'inginocchiò immediatamente a terra e prese ad accarezzare il nuovo arrivato e a parlargli con voce dolce. - Ciao piccolo! E tu chi sei? Come hai fatto a finire qui? -
Il Signore Oscuro tirò un sospiro di sollievo: il suo piano aveva funzionato.
- L'ho trovato ieri sera fuori dal portone del castello. Deve avermi seguito quando sono entrato. - Improvvisò, sperando che quella debole scusa reggesse; ma Belle sembrava troppo occupata a vezzeggiare il cagnolino per prestargli attenzione.
Rumpelstiltskin venne colto da una lieve fitta di gelosia.
Stupido! È solo un cane!
La ragazza rise quando il cucciolo prese a leccarle affettuosamente le mani.
Il folletto sospirò: grazie a quell'espediente era riuscito a distrarre Belle dal vuoto di memoria, ma ora non sarebbe stato facile liberarsi di quella palla di pelo scodinzolante. Si era messo proprio in un bel guaio.
Te la sei cercata, mio caro.




Da Stria93: Eccomi qui, meraviglie!
Al riparo dal caldo soffocante di questi giorni, chiusa nella mia camera fresca (sia benedetto l'inventore dell'aria condizionata!) ho finalmente portato a termine questa mini-long. :)
Dopo l'angst dei capitoli precedenti avevo proprio bisogno di aggiungere un po' di fluff e di tenerezza a questa storia e non potevo negare un lieto fine ai nostri poveri RumBelle che sono già abbastanza tartassati nello show.
Ad ogni modo, come sempre ho cercato di restare fedele ai personaggi e di evitare il tanto temuto OOC. Questa volta i miei timori riguardano in particolare il confronto tra Belle e Rumpel nella cella e lo sfogo finale della ragazza.
Vi prego di non trattenervi e di dirmi tutto ciò che pensate di questo capitolo, inclusi ovviamente eventuali critiche e consigli.
In questo periodo di “studio matto e disperatissimo” e altre mille cose da fare, la scrittura è una delle attività che più mi aiutano a distrarmi e a rilassarmi un po'.
Detto questo, lascio a voi la parola, sperando che la conclusione di questa breve storia sia stata di vostro gradimento.
Un ringraziamento grandissimo va alle care claraoswald, dagaz, Euridice100, gionem, LadyViolet91, padme83, PoisonRain per aver recensito il capitolo precedente; annachiara27, Araba Shirel Stark, AthenaKB, Beabizz, claraoswald, dagaz, Euridice100, gionem, kittyonce, LadyViolet91, La Lady, padme83, PoisonRain, Rumple_bumple, S05lj, seasonsoflove per aver inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate; e, come sempre, anche a tutti i lettori silenziosi. :)
Concludo con un enorme “in bocca al lupo” a chi quest'anno affronterà gli esami di maturità e anche a tutti coloro che, come me, se la dovranno vedere con la sessione estiva.
A presto! Un bacione a tutti quanti! :*

  
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