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Autore: thankyouzayn    12/06/2014    0 recensioni
"Fumava, aveva notato Niall, e anche abbastanza a dirla tutta, le piaceva il
posto in cui lavorava aveva anche pensato e, si ritrovò ad ipotizzate, che
fosse di buona compagnia dato le risate della gente che le stava accanto.
Aveva una voce roca, bassa ed estremamente sensuale e, si, era riuscito a
catturare anche questo particolare perché sebbene Niall fosse il ragazzo
allegro che sembrava non avere difficoltà nel intraprendere una
chiacchierata con chiunque era invece molto di più."
© thankyouzayn | 2014
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note autore:
Allora eccomi qui con un'altra storiellina, -ina perché è veramente piccola.
Questa volta si tratta del nostro caro Niall. Fondamentalmente è un insieme di parole a cui ho cercato di dare un senso quindi mi scuso se non vi piace. L'idea è partita da sabato, quando sono andata in discoteca ed il giorno dopo ho cominciato subito a scrivere; a volte la discoteca può risultare utile.
Non c'è tanto da dire e quindi non mi dilungo molto. Volevo solo avvertirvi che per vostra sfortuna o fortuna, dipende da come la vedete, quest'estate pubblicherò numerose cose simili dato che devo occupare il mio tempo in piscina o in spiaggia.
Bene vi mando un bacio a tutte e vi auguro di passare una buona giornata. Come di norma mi scuso per eventuali errori grammaticali. Baci. xx
-Micol :)


 

Sunset
 
Marciava con decisione su quel tratto di strada che lo avrebbe portato dove desiderava arrivare il prima possibile. Le mani in tasca a giocherellare con le piccole monetine che tintinnavano ad ogni passo, la testa china ad osservare, con gli occhi coperti da scuri occhiali da sole, le Vans mal conciate che calzava ai piedi ed i capelli, con la ricrescita castana sempre più evidente, scompigliati dal vento. Era stanco, stufo e forse, ragionò, era meglio prendere la macchina ma Niall era troppo testardo e ostinato da voler raggiungere a piedi il posto tanto agognato.
Quando finalmente le sfumature azzurre dei suoi occhi intravidero ciò che aspettava sorrise apertamente e più allegro del solito.
Il parco, ormai vecchio e meno frequentato rispetto ad anni fa, si estendeva davanti a lui.
Lo scivolo giallo, imperniato di scritte di pennarelli indelebili, era agganciato ad una struttura di legno che, probabilmente, un tempo i bambini si divertivano a scalare per poter raggiungere il loro punto di divertimento. Le due altalene malridotte con le catene arrugginite pendevano da un'asse di legno che scricchiolava e ciò non giovava per niente al ragazzo che con noncuranza si sedette sopra una.
Afferrò il cellulare dalla tasca destra attirato dal rumore che aveva appena emesso: l'ennesima notifica di twitter. Normalmente gioiva e si divertiva a schiacciare qualche tasto sulla piccola tastiera ma quel giorno era troppo esausto ed impegnato a cercare di recuperare un pizzico della propria vita privata sfuggitagli dalle mani troppo velocemente. Fu per questo che il mucchietto di foglie ai suoi piedi si abbassò sotto il leggero ma comunque presente peso del cellulare, ultimo modello, che, fino a qualche secondo prima, stringeva tra le dita.
Il silenzio aleggiava nell'aria, il tramonto con le sue sfumature padroneggiava sulla piccola città di Mullingar e Niall sorrise nuovamente. Il leggero e fastidioso, come l'aveva descritto lui, vento annunciava l'arrivo, sempre più imminente, dell'autunno. Gli alberi ormai spogli e qualche gatto che aveva deciso di fare una possibile breve passeggiata prima di rifugiarsi nel famigliare caldo della propria abitazione donavano un'aria cupa e desolata al luogo ma niente era in grado, in quel momento, di scalfire il suo stato d'animo.
Mosse le gambe giusto un paio di volte per cominciare a dondolarsi leggermente. Si strinse nella giacca di pelle e arricciò il naso per impedire agli occhiali di abbassarsi troppo sul suo naso. Il leggero mal di testa si stava facendo sentire ancora e le tempie che pulsavano con regolarità glielo ricordavano costantemente. La scorsa serata, trascorsa in uno dei tanti pub nelle vicinanze della casa dei suoi genitori, non era stata una grande idea ma, poco importava quanti erano i bicchieri di birra condivisi con i suoi amici che giacevano sulla superficie liscia e lucida del piccolo tavolo, la musica troppo alta per il posto: avrebbe fatto di tutto pur di scambiare qualche parola con la ragazza dietro il bancone che si occupava degli alcolici. 
Era l'unica donna in mezzo ad una dozzina di uomini ma, a lei, questo non sembrava importare. Conosceva chiunque entrasse nel locale e con un gesto euforico della mano li salutava e preparava ciò che più desideravano.
Era allegra, solare e probabilmente anche simpatica. Aveva lunghi capelli castani legati in una treccia disordinata e sfatta, un sorriso contagioso. Le gambe magre erano strette in un paio di jeans chiari, rotti in diversi punti che mostravano la pelle con ancora qualche traccia dell'abbronzatura, una maglia bianca in pizzo le copriva il busto minuto ed entrambe le braccia fino ai polsi. Neanche una goccia di sudore le bagnava la fronte o qualche altra parte del viso leggermente truccato e affascinate.
Fumava, aveva notato Niall, e anche abbastanza a dirla tutta, le piaceva il posto in cui lavorava aveva anche pensato e, si ritrovò ad ipotizzate, che fosse di buona compagnia dato le risate della gente che le stava accanto. Aveva una voce roca, bassa ed estremamente sensuale e, si, era riuscito a catturare anche questo particolare perché sebbene Niall fosse il ragazzo allegro che sembrava non avere difficoltà nell'intraprendere una chiacchierata con chiunque era invece molto di più. Era attento ai particolari e non si faceva mai sfuggire niente; scopriva il più possibile con i suoi occhi e cercava di capire la maggior parte delle cose con la sua testa. Era un insieme di ragionamenti, anche contorti, e numerose ipotesi ma era così che giudicava una persona, che decideva se valeva la pena di scavare più a fondo e, magari, intraprendere una conversazione.
E solo quando il sole fu completamente tramontato e gli occhiali da sole che era abituato ad indossare nelle occasioni più stravaganti, non servivano più a nulla si rese conto di aver osservato un po' troppo. Sapeva bene che il giorno dopo sarebbe ripartito per Londra e quel 
pub sarebbe stato solamente un vago ricordo di una brevissima pausa dalla vita che lo stava richiamando a gran voce e, se non fosse stato proprio per questa vita magari avrebbe ignorato il mal di testa ed il leggero giramento provato una volta alzato, avrebbe spento il cellulare che lo stava martellando di notifiche, avrebbe ignorato le chiamate perse dei suoi amici, avrebbe ignorato qualsiasi cosa e sarebbe corso lì, da lei, dato che l'orario era quello giusto e la strada non era cambiata ma, come sapeva bene anche lui, non poteva ignorare nessuna di queste cose, non poteva.
  
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