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Autore: Lady Atena    12/06/2014    2 recensioni
Mystica non si era accorta che Erik era invecchiato alla comparsa delle prime rughe attorno agli occhi o dei ciuffi di capelli sempre più chiari.
Nemmeno i movimenti più goffi, i baci sempre più stanchi e la voce via via più tenue l'avevano allertata.
A farla preoccupare, sostanzialmente, era stata la forchetta.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto, Raven Darkholme/Mystica
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mystica strinse il braccio di Erik attorno alle sue spalle, avanzò con il mento alzato salendo gli scalini. Logan guardò Ororo, lei annuì ed entrò nella scuola. Mystica raggiunse la porta, avanzò e Logan le mise una mano sulla spalla. Indicò con il capo l'elmetto di Magneto, socchiuse gli occhi.
“Deve toglierlo. Charles è troppo debole per parlare”.
Mystica assottigliò le iridi gialle, Erik tossicchiò e si mise ritto.
“Lascia stare, Mystica. Ormai non ha più importanza” disse.
Tolse il braccio dalle spalle della donna, si tolse il casco e avanzò nel corridoio; i suoi passi erano lenti e strascicati. Logan si fece di lato, Mystica lo guardò.
“È da quasi quindic'anni che sei diverso” disse.
Logan strinse le labbra, la osservò entrare e la seguì.
“Diverso come?“.
Mystica sorrise, piegò il capo di lato continuando ad ancheggiare nel corridoio. Guardò Erik osservandolo salire le scale, alzò il capo vedendo Ororo aprire una porta in fondo alla rampa di scalini. Abbassò la testa, si leccò le labbra blu.
“Charles ed Erik si comportano come se tu fossi il loro mentore” spiegò.
Logan sbuffò, tirò fuori dalla tasca un sigaro e se lo mise in bocca.
“Tu sei tale e quale”.
Mystica roteò gli occhi, poggiò le mani sul corrimano della scala e fece una serie di capriole fino alla cima. Saltò atterrando sul pavimento, porse la mano ad Erik e lo strattonò facendogli salire gli ultimi scalini. Si portò il suo braccio attorno alle spalle, lo condusse verso la stanza. Ororo li guardò entrare, lasciò la carrozzella del professore e indietreggiò.
“È molto provato. Non fatelo affaticare“ sussurrò.
Magneto annuì, si lasciò portare da Mystica fino alla sedia oltre la scacchiera al centro della stanza e si mise seduto. Si tolse il casco, lo poggiò sulle proprie gambe e si piegò in avanti.
“Certe cose non cambiano mai, Charles”.
Charles sorrise, gli occhi erano socchiusi e il corpo abbandonato. Un pedone sulla scacchiera avanzò di due caselle, il professore ondeggiò la testa.
< Tutto è cambiato, Erik. Non sempre come speravamo, ma molto meglio di quanto avrebbe potuto essere > rispose mentalmente.
Erik sollevò le sopracciglia, uno dei suoi pedoni avanzò sulla scacchiera e lui strinse i manici della sedia.
“Speranza, speranza, speranza. Alle volte mi domando dove tu sia vissuto tutto questo tempo”.
Il professore fece muovere un secondo pedone, espirò pesantemente piegando il capo pelato in avanti.
< Esattamente nello stesso luogo in cui sei vissuto tu, combattendo le tue stesse guerre. Ho solo usato metodo diversi > rispose.
Erik roteò gli occhi, mosse l'indice in avanti facendo avanzare di una casella il pedone e sbuffò.
“Metodi fallimentari!” esclamò.
Mystica alle sue spalle roteò gli occhi alzando il capo, incrociò lo sguardo di Ororo; che scrollò le spalle. Logan avanzò, guardò le due donne, osservò i due anziani e chiuse la porta rimanendo con le spalle attaccate all'uscita. Erik guardò i due X-Men, accennò un sogghigno.
“Credo stiano tutti pensando che certe cose non cambiano mai” disse.
Charles arcuò le spalle in avanti, dondolò la testa girandola lentamente verso Logan. Logan roteò gli occhi, si tolse il sigaro dalla bocca e lo premette contro la mano.
“Vi ho visti giocare a scacchi perfino quando dicevate di odiarvi”.
Charles tornò a guardare la scacchiera, fece avanzare il cavallo che mangiò il pedone di Erik. Osservò il pedone levitare fino a lui, lo fece cadere e alzò il capo.
< Le idee non sono immutabili. Mi piacerebbe che prima della fine tu accettassi la speranza > disse mentalmente.
Erik fece avanzare la torre, si leccò le labbra secche e socchiuse gli occhi percependo le palpebre pesanti.
“Non voglio speranza, vecchio amico mio. Voglio accettazione per la nostra razza. La libertà di poter essere ciò che siamo”.
Logan incrociò le braccia, fece un passo avanti.
“Gli umani ci temono, ma non come una volta. Basta con le stronzate”.
Mystica fece un passo avanti, Erik tese una mano poggiandola sul fianco di lei e alzò il capo sogghignando.
“E quando saremo di nuovo troppi, o troppo pericolosi? Pensi di essere sempre l'unico a dover risolvere le cose, ragazzo”.
Charles sospirò, fece spostare nuovamente il cavallo allontanandolo dalla torre di Erik e chiuse gli occhi chiari.
< L'età non rende il tuo carattere più mite, amico mio. Adesso siamo al sicuro. Se gli umani vorranno attaccarci, ci difenderemo. Ma non saremo noi a cominciare > rispose.
Erik sospirò, si abbandonò contro lo schienale sentendo i muscoli dolere e mosse il capo in avanti; la torre mangiò il cavallo di Charles e Erik mosse la mano libera, lo scacco arrivò sopra al suo palmo e lui la strinse.
“Non ti arrendi mai, eh?”.
Charles sorrise, mosse il pedone mangiando la torre dell'altro e riaprì gli occhi.
< Voglio godermi questi ultimi istanti. Come potrei rinunciare alla speranza, se è tutto quello che ho è proprio speranza che tu abbandoni questa guerra almeno per un po'? > chiese mentalmente.
Erik sospirò, lasciò andare il fianco di Mystica e mosse la mano indicandole l'uscita. La donna lo guardò, strinse le labbra e ancheggiò verso la porta. Logan aprì l'uscio, guardò Mystica uscire seguita da Ororo. Osservò i due anziani, sospirò e chiuse gli occhi.
< Non gli resta molto > pensò.
Aprì gli occhi, vide Charles annuire e strinse i pugni. Osservò Magneto, ringhiò dilatando le narici.
“Cerca di essere meno stronzo, sul finale”.
Uscì dalla stanza, la porta si chiuse con un forte tonfo che riecheggiò nella scuola insieme al suono della campanella.
  
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