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Autore: Megan Alomon    12/06/2014    1 recensioni
"A metà strada mi sono fermata a vomitare ancora ma avevo lo stomaco vuoto e a parte saliva, sul marciapiede non è finito altro. Mi è tornata l’ansia. È cominciato tutto daccapo e non riuscivo a stare in piedi. Il caldo era diventato il problema minore."
Sì, Megan è in ansia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spietatezza, caldo e ansia
 
“Gli spietati salgono sul treno e non ritornano mai più,
non sono come noi,
perduti antichi eroi,
noi due che al binario ci diciamo addio.”
 
-Baustelle, Gli spietati-

 
 
 
 
 
“Dovrà dirti che ti odia perché nessuno può amare una come te.”
 
 
 
Ho così deciso di andare a correre alle dieci e venti di sera. Tornata ho vomitato anche l’anima. Vedi, l’ansia mi uccide, peggio dell’afa di questi giorni di giugno.
Non so se io abbia vomitato per la corsa di quaranta minuti a una velocità superiore a quella a cui vado di solito o per l’ansia, appunto.
Mamma dice che nessuno può amare una come me. Mamma dice che mi odi. Mamma dice che non mi merito nulla.
Mamma ha ragione, chi amerebbe “una come me”? Tu no di certo. Tu meriti molto di meglio, io non merito nulla.
 
Ho vomitato anche oggi a mezzogiorno ma non lo sa nessuno. Mentre mangiavo la pasta al pomodoro mi è tornata l’ansia e sono dovuta scappare in bagno. Nonna mi ha chiesto se andava tutto bene e io, sorridendo, le ho risposto di si, che probabilmente avevo solo preso freddo. Nonna ci ha creduto.
Ho ingurgitato a forza anche l’insalata e il radicchio e poi mi sono stesa sul divano a cercare di dormire ma non ce l’ho fatta. Nonna ha detto che ero pallida e mi ha ordinato di misurarmi subito la pressione. I miei battiti erano a 96 al minuto ma ho spento la macchinetta prima che nonna vedesse.
 
Sono andata a correre anche prima, alle tre, con quaranta gradi all’ombra. La mamma mi ha gridato dietro che sono una pazza ma ho fatto finta di non sentirla. Di solito mi dice che sono una puttana quindi non ho fatto caso a un “pazza!” in più. A metà strada mi sono fermata a vomitare ancora ma avevo lo stomaco vuoto e a parte saliva, sul marciapiede non è finito altro. Mi è tornata l’ansia. È cominciato tutto daccapo e non riuscivo a stare in piedi. Il caldo era diventato il problema minore.
Mi veniva da piangere e da vomitare ancora ma mi sono morsa il labbro inferiore e mi sono detta di tenere duro, come sempre.
Vedi, se ti penso mi viene sempre da piangere perché alcune volte mi manchi così tanto che mi fa male.
 
Non so se domani, quando parleremo, ce la farò, non so se domani sarà un giorno migliore, non so se mi guarderai e penserai che sono bella, non so se sei innamorato di qualcuna che non sono io, non so come andrà, non so se domani sarà l’ultima volta in cui ci vedremo e riusciremo a passare un po’ di tempo assieme, non so se mi dirai che mi odi, non so se sarò in grado di non perdermi nei tuoi occhi, non so se sarò in grado di non piangere, non so se da domani cambierà tutto, non so se da domani rovinerò tutto, non so più nulla.
Non so più nulla.
Non so più nulla.
Ho paura.
 
 
 
“Dovrà dirti che ti odia perché nessuno può amare una come te.”
 
 
 
  
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