The Seventh:
Hellraiser
Part
10: Stormin'
Chapt. 17: Get Up, Broil Up.
“Resistere significa semplicemente tirare fuori i
coglioni, e meno sono le chance più dolce è la vittoria.”
[Charles Bukowski, Sotto un
sole di sigarette e cetrioli]
Dai, Pepper, rispondi.
Le trasmissioni sono
state sono state in parte ripristinate, Tony ha detto che è riuscito a mettersi
in contatto qualche ora fa con Nevada Field per
aggiornale, ed io sento il bisogno di avere qualche notizia di Hela.
Al quarto giro del
timer di Skype, finalmente compare la faccia sgranata
di Darcy e la sua voce distorta dal pessimo segnale:
“Hey!” Mi saluta allegra: “È un piacere vederti viva
e vegeta! Tony ci ha detto che non eri conciata benissimo.” Sposto la webcam
per mostrarle la gamba ingessata e lei commenta con un 'ewww...'
prima di farmi le condoglianze per Morrigan.
La ringrazio: “C'è Hela in giro? Volevo salutarla.”
“Sta facendo merenda.
La vado a prendere, siamo state in piscina tutta mattina e ci siamo appena
fatte un bagnetto.” Spiega Darcy, uscendo
dall'inquadratura.
Dopo il bagnetto Hela profuma dell'olio di mandorle che le mette Loki, massaggiandole la pelle bagnata per farglielo
assorbire. Diventa morbidissima, e lei si annusa le manine ridendo, perché le
piace tanto quell'odore.
Quando torna ha Hela in braccio. Nonostante la sgranatura dell'immagine
noto i capelli ancora umidi e il ditino tra le labbra sporche di yogurt: “Ma
ciao signorina!”
Lei rimane ferma,
appiccicata a Darcy che la esorta a riconoscermi. “È
la mamma, non vedi?”
“Mam-ma?”
“Sì, proprio lei!”
“Mam-ma!” Hela va in berserk: Si allunga
verso la webcam sbracciandosi e divincolandosi e Darcy
deve sedersi per cercare di trattenerla dai suoi tentati tuffi: “MAM-MA!”
Non posso che
scoppiare a ridere davanti al suo entusiasmo: “Stai facendo la brava?”
“Cì!”
“Per davvero?”
“Oh sì, è vivace ma
non una rompicoglioni come... beh, avrai già capito chi. Tra l'altro, la
principessina gli ha anche dato il benservito, al piccolo Stark”
“Oh! Il suo primo due
di picche e me lo sono persa?”
“Un bel ceffone a mano
aperta, ad essere precisi: l'esasperazione generale era tale che Pepper non si è opposta, anzi...”
Hela sogghigna – oh cielo,
quello è il ghigno di suo padre! - ed io le confido che sono tanto tanto tanto orgogliosa di lei:
“Quando mamma torna a casa, ti insegna anche come insultare la gente con
classe. Promesso!”
“Cì!”
La connessione ballerina sgrana di nuovo l'immagine, la voce di Hela che blatera qualcosa mi arriva completamente distorta.
Anche l'illuminazione dell'immagine cambia, sembra improvvisamente che vengano
investiti da un cono d'ombra.
“Darcy,
non è che accenderesti la luce? Non si vede un accidente da voi!”
“Scherzi? Siamo in
giardino, c'è un sole che spacca le pietre! Deve essere la connessione.”
Il video si sgrana
ulteriormente, prima che la comunicazione salti del tutto faccio un fermo
immagine per stamparla: sento il bisogno di avere qualcosa di Hela con me, per affrontare tutto il resto.
"… e questo è
quello che chiamo il Siringone."
"Che,
tecnicamente" Specifica Bruce interrompendo Tony: “è un crioiniettore a carica batterica."
Steve alza la mano:
"E qual è la zona adibita ad iniezione?"
"Non lo vuoi
davvero sapere." Clint gli afferra la mano e la abbassa.
"Nessuna
volgarità, OcchioDiFalco." Protesta Tony
falsamente indignato: "Altrimenti lo chiamerei 'Clisterone'."
Bruce tenta di
riprendere le redini della spiegazione, alzando il Siringone
- non si potrebbe chiamare altrimenti, visto che la forma è è quella di una grossa siringa a stantuffo di metallo - ma
Tony decide che il suo modo di brieffarci sarebbe
senza dubbio più efficace: "Allora, questo coso sarà pieno con un
simpatico mix di liquido farcito di batteri che avevamo a disposizione grazie
ai laboratori dell'Helicarrier - Eschericchia
Coli, Varicella, muco nasale della Hill...-"
"Ho preso un
colpo d'aria!" Borbotta in sua difesa, soffiandosi il naso per l'ennesima
volta.
"Sino al momento
dell'iniezione, si manterranno stabilmente sotto una temperatura di -80° in
modo che possano conservarsi. L'innesto del fluido termico riscaldante avviene
ad una prima pressione dello stantuffo. Avremo circa 4-5 secondi di tempo prima
di posizionare il Siringone a contatto con il nemico
-qualsiasi parte va bene - e premere lo stantuffo una seconda volta, in modo da
espellere l'ago e iniettare il mix di batteri. L'allontanamento può avvenire
nelle modalità che più vi aggradano. Vi consiglio comunque velocemente."
Clint propone
un'ulteriore modifica: "Telecomandato a distanza e bilanciato in modo che
possa scoccarlo dal mio arco. Così potrei anche starmene fuori dai casini, una
volta tanto."
"Ci avevamo
pensato" Ammette Bruce "Ma la variazione di campo magnetico creato da
Ultron temiamo possa interferire con la trasmissione
del segnale."
"Che palle!"
Bruce condivide con un
sospiro, Natasha domanda se potremo averne uno a
testa. "Gli altri sono in fase di ultimazione: questo è l'unico veramente
finito e testato."
"Su di chi?"
domando, che ho appena subito un'iniezione di antibiotico fuori programma.
La Hill starnutisce
di nuovo. Gli altri si allontanano, io
sono costretta all'immobilità dala sedia a rotelle.
"No. Non su di
noi. Tony li ha testati su cavie da laboratorio. Cavie non umane. Vero,
Tony?"
"Ah."
"TONY.”
“È che il team di Coulson era così entusiasta di aiutarmi e... e sono
giovani, il loro fisico reagirà subito."
"TONY!"
"E poi la
varicella l'abbiamo fatta tutti, no?"
Sarà solo suggestione,
ma sentiamo tutti un certo prurito.
La potenza distruttiva
del FuocoFatuo di Amon è
impressionante, confrontata con quella di Addison. Le fiamme si succedono dalle
sue dita freneticamente: diventano onde e lingue di fuoco, cerchi incandescenti
che decapitano i suoi nemici.
Più nemici escono
dalla Voragine, più il Re degli Inferi scatena la sua potenza.
Guida le sue schiere e
le anime dannate obbediscono al barlume della Gemma sul suo capo.
È quando le riesce a
respingere l'esercito nemico oltre il bordo della Voragine, quando smette la
difensiva ed inizia l'offensiva che Loki lascia che
l'Arpia che cavalca plani vicino al Re: “Ora che l'esito della battaglia inizia
ad essere chiaro ti fai vivo, Loki?”
“L'avrei fatto anche
prima, ma perché rubarti la gloria di una simile vittoria?”
“Ti ringrazio per la
delicatezza” commenta sarcastico, aprendo il ventre di un demone nerboruto che
si era lanciato all'attacco con un unico movimento della spada: “Continua pure
a goderti lo spettacolo, allora.”
Loki piega la testa di
lato increspando le labbra in un broncio: “Nessuna richiesta di combattere al
tuo fianco?”
“Scherzi? Di schiena
ne ho una, ci tengo che non venga trafitta.” La colonna di fuoco che rivolge
verso uno sparuto gruppo di nemici li spinge oltre il precipizio, avvolti dalle
fiamme.
“E allora è già troppo tardi, non credi?” Ribbatte sogghignando.
Il Re lo guarda e per
un secondo Loki spera che abbia capito l'antifona. Ma
gli scontri sono ancora troppo vicini, la concentrazione di Amon
deve tornare sui combattimenti, e Loki sposta lo
sguardo sulla lancia che trafigge uno dei soldati. È a portata di mano, Loki la estrae dal cadavere con un gesto fluido. Poi scende
dall'Arpia e le da una pacca per farla volare via.
Maneggia la lancia: è
ben bilanciata, e la punta è così spessa e affilata che potrebbe dilaniare
qualsiasi armatura. Anche - per esempio - quella nera di Amon,
che si trova proprio davanti ai suoi occhi.
Loki afferra meglio l'arma
con la mano destra, prende la mira e la scaglia con tutta la sua forza.
La lancia trapassa da
parte a parte il demone che stava calando la pesante ascia sulla testa del Re
del Sottomondo e lo fa stramazzare a terra in un lago di sangue vischioso.
Amon finisce di sgozzare
il nemico contro cui si sta battendo, poi guarda quello ai suoi piedi, la
lancia che lo infilza ed infine Loki. Poi sospira:
"D'accordo, ma non ti voglio alle spalle."
"Un vero peccato,
le ho coperte così bene..."
“Signore, abbiamo una
traccia.”
Per poco Fury non fa cadere per terra il plancista,
da tanto lo sposta con foga. Si pianta davanti allo schermo, legge i dati, ed
ordina le coordinate da impostare.
“Siamo nel bel mezzo del Mar dei Caraibi, e il bastardo si sta spostando
velocemente. Hill, che tu sappia sa volare?”
“Nossignore” Replica
Maria: “Ma da come aveva ridotto la costa pacifica, possiamo dedurre che sappia
nuotare molto velocemente. Punta a Nord, se la sua rotta è la terraferma, la
prima costa che incontrerà potrà essere la Giamaica.”
“Suppongo che non
andrà lì per rilassarsi. Tra quante ore raggiungeremo questo Ian Thorpe?” Domanda Clint.
“Abbiamo lanciato i
motori al massimo” Calcola il plancista. “Ma non
possiamo ancora decollare, quindi... ci vorranno almeno novanta minuti,
Signore.”
Fury rivolge lo sguardo a
Tony e Bruce, che annuiscono: “Il team tecnico sta finendo l'approntamento. I Crioiniettori-”
“I Siringoni”
“Saranno pronti.”
Natasha abbassa lo sguardo su
di me, seduta sulla sedia a rotelle: “Mi mancherai, laggiù.”
“Non ho dubbi.” Mi
sforzo di sorridere. E poi mento spudoratamente alla mia migliore amica: “La
mia vendetta è nelle tue mani.”
Davanti alla porta del
laboratorio, Bruce sussulta e si gira di scatto premendosi una mano sul petto.
“Hey!
Sono solo io!” Esclamo alzando le mani in segno di resa.
Lui sospira di
sollievo e si passa due dita sulla sella del naso: “Sì, sì. Scusa. Ero
sovrappensiero e in un corridoio vuoto il cigolio di una sedia a rotelle è
leggermente inquietante...”
Ridacchio: “Ammetto
che è vero. Che dici, c'è posto lì dentro per me, la mia sedia e la mia gambona ingessata?”
“Oh sì, certo. Come
mai? Voglio dire... dovresti startene a riposo, sei stata operata solo ieri...”
“Sì, lo so, ma sono un
po' nervosa e non riesco a rilassarmi come si deve. Magari distraendomi...”
Da come mi guarda,
Bruce sembra già aver mangiato la foglia. Tuttavia apre il pannello di
scorrimento del laboratorio e poi si scosta per farmi entrare aiutandomi a non
incastrarmi nello spigolo di un bancone.
“Che galantuomo!”
Cinguetto leggera, spingendo la sedia in un angolo, dove sospiro e scrollo le
spalle: “Oh che pace quaggiù. Nessun medico che mi rincorre per medicine o per
l'ennesima lastra di controllo” Da che mi hanno operata ne avrò fatte almeno
cinque, l'ultima proprio un'ora fa. Ormai brillo al buio! La guarigione sta
procedendo velocemente, come previsto, appunto. Credo che i miei amici
chirurghi mi amino più come soggetto di studio che come paziente.”
“E ci credo!” Esclama
riaccendendo un computer. “Sei una pessima
paziente. Non ti attieni al protocollo e non ti riposi. Per un medico è
stressante doversi sempre inseguire.”
“In una situazione
simile riusciresti a startene buono e calmo nel letto di un'infermeria?”
“Certo!”
“Non mentirmi. Ne ho
un po' le palle piene di persone che mentono, ti garantisco che posso
dimostrarti la mia immensa seccatura anche con una gamba ingessata.” Avvicino
la sedia, faccio forza sulle braccia per alzarmi, poi mi appoggio al tavolo e
mi ci siedo sopra, alzando la gamba ingessata con quella sana e ruotando per
appoggiarle entrambe sul ripiano.
“Addison...”
“Tranquillo, non
voglio sedurti” ridacchio “Perlomeno non ora. Volevo solo mettermi comoda. Per
parlare meglio. Guardandoci negli occhi e non dal basso come ora sono
costretta.”
“E di cosa dovresti
parlarmi?”
“Della mia gamba
ingessata che mi impedisce di partecipare al Prom di
fine anno.”
“Immagino quanto tu
sia furiosa per questo. Ed è giusto che tu ti sfoghi con me. Anche se non sono
forse la persona più adatta per darti consigli, ci proverò.”
Sorrido. “Io non
voglio consigli. Voglio un tutore.”
Simula di non
afferrare: “Sei abbastanza grandina per aver bisogno di un tutore...”
“Non fare il finto
tonto. Voglio un tutore ortopedico per la mia gamba, che me la tenga in
trazione e me la ripari dai colpi, senza impedire i movimenti.”
“Addison, capisco
perfettamente, ma al momento abbiamo particolari più importanti su cui dobbiamo
concentrarci e-”
Lo afferro per una
manica e lo tiro verso di me, il naso ad un palmo dal suo: “Ti ricordi cosa è
successo l'ultima volta che mi avete lasciato indietro, vero?”
“Appunto per questo
pensavo che avessi imparato la lezione...” Sospira Bruce.
Scuoto la testa.
“Ormai dovresti
capirlo, Bruce, che la Cornacchietta è
una ragazza piuttosto testarda.”
Il pannello si è
aperto di nuovo e questa volta è Tony, spalleggiato dagli altri, a fare la sua
entrata con un pacchetto di mirtilli in mano che si premura di offrire a Bruce
ed insistere finché non cede e ne prende una manciata.
Provo a metterci una
pezza: “Non guardatemi così, sono qui solo per sedurlo” da come Natasha alza un sopracciglio e Thor scuote la testa direi
che non sono molto convincente. “Se pensate che mi arrenda vi sbagliate di
grosso. Se non mi darete una mano voi, ci penserò a fabbricarmi un tutore da
sola. Con le cinghie di distribuzione e sospensioni di Lola, se necessario.”
Steve cerca di farmi
ragionare, intavolando un discorso sui
propri limiti, ma si zittisce quando gli do dell'ipocrita. Thor prova a
metterla sul sentimentale e ricordami che ho una figlia a cui tornare e che: “Loki non mi perdonerebbe mai se ti capitasse qualcosa.”
“Piuttosto preoccupati
di cosa io non perdono a tuo fratello.”
Resta un attimo
interdetto, alza le spalle, mi da completamente ragione e poi annuncia ad alta
voce che il suo dovere l'ha fatto: “Che non si dica che Thor appoggia le
missioni suicide.”
“Non sarà un suicidio,
promesso. Non se mi darete un tutore fatto decentemente e non assemblato da
parti sparse di Lola...”
“Naaah!”
Tony si china sotto il tavolo tuffandosi in uno sportello, e ne riemerge un
secondo dopo con quello che assomiglia ad uno dei gambali della sua armatura.
“Non ho avuto tempo per le cromature e la personalizzazione, in effetti è un
po' grezzo, ma perfettamente funzionante.” Resto a bocca aperta: “Ormai ti
conosciamo abbastanza per prevedere
questa tua mossa. Anche se ammetto che inizialmente l'idea di Clint di
crocifiggerti all'infermeria per tenerti sotto controllo mi pareva la migliore.”
Clint tenta di
nascondersi dietro a Thor: “Era Natasha che non
voleva farti venire.”
“Ma poi ho cambiato
idea.” Sospira scuotendo le spalle: “Mi saresti mancata troppo.”
Uhmmmm....qui gatta ci cova.
Dovrò
tenere le orecchie ben aperte, che da come la conosco - e la conosco bene – Natasha non è mai stata così arrendevole nelle sue
decisioni. Tuttavia sto al gioco, sorrido complice e ringrazio, e squittisco
l'impazienza di provare ad infilarmi il gambale.
“Non sono certo che
sarà indolore.” Mette le mani avanti Tony, mentre Bruce prende dal carrello
degli attrezzi una sega circolare e la accende.
È inquietante:
“Quella... quella serve per togliere il gesso vero?”
La mano di Natasha si appoggia alla mia spalla più per sfottere che
per confortare: “O magari un'amputazione, chissà!”
No, in effetti no.
Questa cosa è tutto
fuorché indolore. Il piccolo processo di raffreddamento della parete interna
del gambale aiuta a tenere il dolore sotto controllo, ma quando ho provato a
saltarci sopra per poco non sono svenuta.
I movimenti non sono
fluidi, zoppico vistosamente, stringe da morire dalla coscia in giù e anche la
scarpetta del piede è piuttosto corta. Sarò piena di vesciche, oltre che con
altre possibili fratture più gravi.
E non potrò essere di
grandissimo aiuto, ma almeno potrò dare un supporto. Insomma, si fa quel che
si può, no?
“Forse ad Ultron avremmo dovuto spiegare che ai Caraibi non si viene
per far scoppiare una guerra. Men che meno in
Giamaica.” Stark, come sempre, cerca di alleggerire
la tensione: “Credo che per festeggiare la vittoria condivideremo qualcosa di
più divertente dello Shawarma. Che ne dite?”
“Io ci sto” alza la
mano Clint: “Nat?”
“Vediamo di farlo
fuori, prima.”
“E Thor si farà i
rasta.”
“Ecco, Cornacchietta, questa è di gran lunga l'idea
più bella che tu mai avuto.”
“Cosa sono i rasta?”
“Oh, vedrai, Ras-Thor-fari, li adorerai.”
“...Steve...?”
Aggiustandosi il
casco, il Capitano alza una spalla: “Sì, direi che per questa volta potrei
essere d'accordo con Stark. Ma ora muoviamoci.”
“Ah, Steve...” Bruce
interrompe la distribuzione di crioinettori e abbassa
il tono con aria confidenziale; tendiamo le orecchie nonostante cerchi di
riappropriarsi di un po' di privacy voltandoci le spalle: “Vorrei chiederti un
favore. Il piano, ecco, prevede che io mantenga il più possibile le mie
sembianze... uhm, civili e che raggiungiamo il suolo lanciandoci, ma...”
abbassa ulteriormente la voce: “Non mi sono mai lanciato con il paracadute.”
“Oh! È molto semplice,
e se ci fosse tempo ti insegnerei anche a farlo però... beh, possiamo sempre
lanciarci con il paracadute biposto. Io starò dietro di te, così potrò
manovrare l'apertura e il volo e all'occorrenza, se non riesci proprio a
trattenerlo riuscirò a liberare il bestione dalle cinghie. Che te ne pare?”
Bruce alza una spalla
in accordo, Tony annuisce: “È tutto molto gay. Ammetto di essere un po'
geloso.”
Come supporto, l'Helicarrier resterà lontano dalla costa, mentre sarà il Quinjet a darci un'assistenza diretta insieme a tre dei
cinque F-25 in dotazione all'Helicarrier.
IronMan e Thor saettano dalla
rampa di lancio per precederci: la priorità è evacuare quanto prima la
popolazione nella zona di impatto: “Dobbiamo evitare una seconda Bogotà”
precisa Maria, risoffiandosi il naso e prendendo posto di nuovo nella cabina di
comando. “L'inferiore densità abitativa dell'isola dovrebbe aiutarci.
Allacciatevi le cinture. Chiusura
portellone. Rotori attivati. Propulsori al massimo. Decollo!”
“Il bastardo è
sott'acqua, ma riesco a captarlo.” Urla Tony via radio volando rasente alle onde. “Passo
l'informazione.”
Dal mio sedile, non
posso fare altro che allungare il collo per guardare la plancia di comando,
dove la forma assunta da Ultron compare sugli
schermi: “Oh cielo, sembra il Kraken. Anche da loro è
uscito Pirati dei Caraibi...?”
“Vediamo di non far
sbriciolare la nostra Perla Nera.” Chiosa la Hill. “Stark,
la sua traiettoria è Kingston, precedetelo: Ordino agli F-25 di bombardarlo per
cercare di deviare la sua corsa.”
Dagli auricolari
arrivano gli ordini di Fury all'Helicarrier
di prepararsi al lancio dei missili sottomarini.
Dal mio posto posso
seguire solo l'audio dell'operazione: Gli ordini concitati, il lancio dei
missili, il loro esplodere contro lo scudo protettivo. La Hill vira
violentemente e riprende quota imprecando: il Kraken
ha reagito alzando i tentacoli dall'acqua. Il Quinjet
è stato schivato per un soffio, due dei F-25 sono stati afferrati e solo uno
dei due piloti è riuscito ad espellersi. Dell'altro ci arrivano solo le urla
all'auricolare.
Il Capitano se lo
strappa praticamente via dall'orecchio e lo stringe fremendo nel pugno sino a
sbriciolarlo: “Hill” Ringhia. “Quanto manca ancora?”
“Sette minuti. E
almeno ha deviato la traiettoria.”
“Prepariamoci.”
Slaccio le cinture di
sicurezza e mi alzo a fatica - fitta di dolore dalla gamba e poca stabilità
sono una pessima accoppiata - per avvicinarmi al portellone. Quando le
vibrazioni si fanno più intense mi capita di dovermi aggrappare a Bruce: non
l'ideale visto che è sta combattendo fase premestruale che porta all'Hulk, mentre si infila nel paracadute biposto con Steve.
Per evitare di finire a gambe all'aria non posso fare a meno di reggermi:
Impossibile preparare già le mie ali della tuta spiegate per l'atterraggio.
Pensandoci, il peso
del tutore di metallo di certo non aiuterà nella planata.
Guardo di sottecchi Natasha, concentrata sulla missione con il paracadute sulle
spalle e un rivolo di sudore che le solca la fronte corrugata.
Figurarsi se non si è
accorta della mia difficoltà. Figurarsi se non ha già pensato a tutte le
problematiche prima che ci arrivassi io.
Figurarsi se non ha in
mente qualcosa per fermarmi.
Così, quando la Hill
da l'ordine a Clint di aprire il portellone, le dico di andare prima di me. Mi
guarda con un sopracciglio alzato, aspetta che Steve, imbrigliato alla schiena
di Bruce, e Clint, si lanciano, poi annuisce e passa il portellone.
Devo claudicare sul
bordo, prima di riuscire a mettermi in un precario equilibrio e lasciare la
presa. Infilo le braccia nelle tasche dei fianchi, tendo le ali, fletto le
gambe e....
SBAMM!
Mi ritrovo risbattuta dentro alla pancia del Quinjet,
ribaltata per terra e con il naso che sanguina.
Dal portellone,
aggrappata al lato dall'esterno, si sta issando dentro Natasha,
i capelli rossi sferzati dal vento: "Pensavi davvero che te l'avrei
permesso?" Il secondo calcio diretto alla faccia lo riesco a parare. Il
cazzotto no. Sbatto la nuca all'indietro, contro la parete di metallo e prima
che riesca a rialzarmi Natasha mi è nuovamente
addosso, bloccandomi a terra con il suo peso.
"Non riesci
neppure a battere me!"
"Non sono mai
riuscita a battere te, per dirla tutta!." Provo con un colpo di
reni: Il risultato è una fitta di dolore allucinante alla gamba, una testata in
piena fronte e due click all'altezza dei miei polsi.
Manette.
Di quelle cazzute che mi hanno già dato problemi alla Base Manhattan.
E che ora mi ancorano
alla fila di sedili.
"Natasha, apri."
Lei estrae dal una
tasca un fazzoletto e mi asciuga il sangue che mi cola dal naso scuotendo la
testa: "La tua vendetta è nelle mie mani. Ti fidi di me?" Annuisco.
"Bene." Si alza e si dirige di nuovo verso il portellone.
"NATASHA!"
Si volta.
Ti prego stai attenta,
ti prego vendica Morrigan e ti prego ritorna tutta
intera.
"Sei la più
grande TROIA mai vista sulla faccia della Terra, e questa ME LA PAGHI!"
Fa spallucce e si
lancia, questa volta davvero.
"HILL!"
Nessuna risposta.
Dalla mia posizione non riesco a vedere altro che la sua ombra nella cabina di
pilotaggio e sentire i comandi che impartisce via radio.
"HIIIIILLLL!!!"
Nessuna risposta. "MARIA!!!"
"Borgo, o la
smetti o provo il mio taser nuovo sul tuo culo."
“Romanoff
in posizione. Borgo sistemata.”
Steve annuisce, mentre
Hill li aggiorna via radio sulle coordinate di attacco: “La sento urlare da
qui.”
“Se ne farà una
ragione. Avanti, prepariamoci. Bruce? Ti chiedo di resistere ancora un
pochino.”
Cercando di regolare
la respirazione e controllandosi i battiti cardiaci con il bracciale, Bruce
spera che Ultron non si faccia desiderare troppo.
"Maria, dai....
" Niente.
"Quando mi libero
VI APRO LA GOLA!" Nulla.
"Mi fa male la
gamba...!" Inutile.
"Ma io voglio
solo guardare dalla finestra....!" Nada.
"Borgo, dacci un
taglio o ti sparo all'altra gamba!"
Ultimo tentativo: ".... mi scappa la
pipì!"
Smetto perché il click
che arriva dalla cabina di pilotaggio è quello della sicura di una Beretta che
viene tolta.
Che scazzo.
L'onda di Ultron investe la baia di Kingston. Inonda l'aereoporto, sbriciola il braccio di autostrada che lo
collega alla terraferma: la sirena della nave da crociera ancorata alla banchina
principale si mette a suonare l'allarme e non smette nonostante venga ribaltata
e sopraffatta dall'acqua. L'onda si abbatte sulle le strade della Downtown
sorprendendo le ultime persone che non sono riuscite a scappare in tempo; Solo
l'intervento di Thor, che ricaccia indietro l'acqua con l'onda d'urto del Mjolnir salva i ritardatari a King Road.
E il suono
apocalittico della tromba di Ultron si alza dal mare.
Dall'alto della sede
della Bank of Jamaica Natasha guarda il Quinjet posizionarsi sulla città, a creare il limite del
perimetro: la parte invalicabile per l'incolumità dei cittadini.
Le scaglie di Ultron vibrano e sibilano ferocemente, sino a ricomporre la
forma del Tripode.
Clint abbassa l'arco
che aveva teso istintivamente: "Ho un'idea. Per aggirare l'ostacolo del
suo scudo protettivo. Una cosa che ho notato a Bogotà e mi è tornata in mente
ora" Indica il profilo della chiglia della nave da crociera, frustato
dalle onde: "Dalla sirena della nave, per la precisione."
"Sarebbe?"
Domanda Natasha.
"I suoni: lui li
sente. La barriera tiene lontani i colpi fisici ma lascia entrare le
onde sonore. Deve farlo, altrimenti lui riuscirebbe a mantenere una percezione
solo parziale e non totale come ha ampiamente dimostrato."
"Può usare
sensori, sonar, altre apparecchiature..."
"... e non
manterrebbe l'equilibrio." Insiste, continuando ad indicare la
coordinazione dei movimenti delle tre gambe flessibili mentre risale Ocean Boulevard.
"Ai miei tuoni
indietreggiava, anche se di poco." Conferma Thor all'auricolare.
"Dobbiamo
assordarlo." Natasha getta uno sguardo a Bruce,
chinato per terra ad occhi chiusi, concentrato nello sforzo di mantenersi
lucido e calmo. "Vendicatori, sentito OcchioDiFalco?"
"Qui Cap, ricevuto. Sono vicino ad una caserma dei pompieri. Prendo in prestito
qualche sirena."
"Qui IronMan. Sto evacuando un villaggio turistico: chiedo le
casse del Baby Club o basterà l'altoparlante dell'Animatore Capo?"
Siamo agli sgoccioli.
Sono agli sgoccioli. Diciamo
che tre settimane per scrivere questo capitolo non avrei mai pensato di
dovercele impiegare.
Uno in meno, dai pure!
Riguardo alla mia nota nel
capitolo precedente, non era di certo fatta con l’intenzione di fare il
mescolino e avere più recensioni: semplicemente, ho notato che rispetto a
quando ho scritto tutte le altre parti, in questa ci posso lavorare meno… e con ‘meno’ amore, purtroppo…
Ad ogni modo, ormai sono da
DUE anni qui dentro. Ho tutta l’intenzione di finirla e di farla finire in modo
decente, per ringraziare chi mi ha seguito. Da subito o ‘dopo’.
Nel frattempo vi ringrazio di
essere arrivati sino a qui. Come ben sapete, ho il mio ask
e per tutto il resto c’è MasterStark!
Alla prossima, sempre se
vorrete,
EC.