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Autore: Hikari Kamiya    11/08/2008    6 recensioni
E' la mia prima ff su One Piece, ambientata dopo la fuga di Nami con la Going Merry rubata. Questi sono i pensieri di Rufy riguardo la sua navigatrice..con un finale totalmente diverso...
Genere: Malinconico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Non cado più

 

 

Una storia che è finita non la riprendi più

E ti scappa dalle dita e poi ti butta giù

E tu rimani lì deficiente ad aspettare

Sai benissimo è la fine

Ma vorresti continuare.

 

 

E allora perché mi ostino a credere che è stato tutto un sogno? Che in realtà io non ti ho mai vista scappare da sola sulla mia nave..sulla nostra nave? Perché sono giorni e giorni che mi sforzo di mostrare a tutti il mio solito sorriso (da ebete, come dicono loro) e poi passo le notti sveglio a ripetermi ossessivamente “tornerà, fidati, tornerà”?

No che non tornerai. In realtà mi viene da pensare che forse non ci sei mai stata veramente. Perché tu sei così, dai l’illusione di esserti lasciata prendere per poi strapparti tu stessa dalle persone che volutamente hai ingannato. E che continuano invano ad aspettarti. Perché tu, Nami, non so come dirtelo…già, non lo so. Sei…sei una che non si dimentica, ecco. È esattamente questo che volevo dire. E tu lo sai benissimo. Conosci a memoria tutte le tue innumerevoli abilità, quindi conosci anche quella di lasciare il segno dovunque tu vada…quello che mi chiedo è: le persone che conosci lungo la tua strada, in te lo lasciano un segno? O davvero non te ne sei mai preoccupata in tutta la tua vita, hai vissuto e continui a vivere solo per te stessa? Non posso credere che a te certi strappi non facciano male…

 

 

Una storia che è finita ti fa anche stare male

E scrivi una canzone che è sempre tutta uguale

E canti come stai

E canti come sei

Vorresti avere un’altra

Ma un’altra è solo lei.

 

E cadi giù…

 

 

Sai, a volte, quando litigavamo, mi facevi innervosire così tanto che dentro di me pensavo “Vorrei non averti mai incontrata!” … detta da me so che ti sembrerebbe il classico capriccio da bambino-che-vuole-avere-sempre-ragione..ma ti sei mai chiesta perché, in realtà, noi litigassimo così tanto? Ti sei mai chiesta perché riuscissimo a mandarci su tutte le furie a vicenda e perché capitava solo a noi due? Io sì..e sai a quale conclusione sono arrivato? Che non era odio quello che ti urlavo contro, ma affetto misto a rabbia perché sapevo come tu mi giudicavi, per te ero solo un bamboccio che compensava la sua mancanza di cervello con il coraggio e la forza fisica..ma ti sbagliavi. Oh sì Nami, ti sbagliavi di grosso. Altrimenti non potrei spiegarmi per quale assurdo motivo questo bamboccio di gomma trema al solo ricordo di te che sparisci su quella dannatissima nave. Ma questi pensieri non ti sfiorano nemmeno, ne sono sicuro…l’unica cosa che potrebbe venirti in mente sarebbe che ce l’ho a morte con te e sono offeso perché hai rubato la mia nave. Non è esatto. È vero, ce l’ho a morte con te e sono più che offeso…sono ferito. E la nave non c’entra un fico secco. C’entri solo tu, Nami. E non perché mi sto chiedendo dove cavolo lo trovo un altro navigatore così bravo come te…non è questo il punto. Io non voglio nessunissimo altro navigatore sulla mia nave. Io voglio te, Nami. Voglio la mia navigatrice.

 

 

Una storia che è finita e non l’hai deciso tu

Che ne hai fatta di salita per cadere fin quaggiù

E dici che è normale e credi che ci sei

Poi guardi un po’ le altre

Ma nelle altre vedi lei.

 

E cado giù…

 

 

Di solito quando si fa un patto lo si rispetta. A maggior ragione all’interno di una ciurma. Se non te ne fregava niente di me come amico, almeno avrebbe dovuto fregartene di me come capitano. Da che mondo è mondo è la prima cosa che si fa, il giuramento di fedeltà al capitano. Ci si dà a vicenda la propria parola…ecco che cosa ho tralasciato. Tu la tua parola non me l’hai mai data. Mi sei sbattuta contro in quella strada polverosa, mi hai fatto ingabbiare per poi liberarmi facendoti del male, hai voluto entrare a far parte della mia ciurma, hai combattuto con noi, con me..ma che tutto questo sarebbe stato eterno, non me ne hai dato mai la certezza. Io credevo fosse sottinteso, dopo tutto quello che abbiamo passato…evidentemente sono stato davvero tonto, come dici tu. Perché ho avuto la fortuna di conoscere i nostri amici, persone che mi hanno dimostrato la loro fedeltà in mille modi; ed invece mi sono affezionato più a te, che non mi hai mai promesso niente, che non mi hai mai dato garanzie o sicurezze, che davi sempre l’impressione di esserci solo quando e se ti andava altrimenti al diavolo tutto, che per com’eri fatta avresti potuto fuggire da un momento all’altro senza come e senza perché. Io lo avevo capito che avrebbe potuto finire tutto così, in un attimo, ma non m’importava…non m’importava niente di cosa avrebbe significato vivere nel riflesso di un’altra persona.

 

 

Una storia che è finita

Adesso so che fare

Ti lascio la canzone che mi ha dato forza per cambiare

Non voglio più capire perché cadevo giù

Adesso cambio strada e non ci sei più tu.

 

E non cado più…

E non cado più…

 

 

Ma adesso m’importa. Non sono ancora riuscito a capire cosa significa, e forse l’unica spiegazione è che è sbagliato vivere nello specchio dei ricordi. Quindi basta problemi, basta domande senza risposta, basta cercare chiarimenti che non arriveranno mai…basta aspettarti. Hai fatto la tua scelta, hai seguito la tua strada. Bene, adesso tocca a me tracciare la mia. E sulla mia strada non c’è posto per la tua. Non più.

 

 

Non voglio più capire perché cadevo giù

Adesso cambio strada e non ci sei più tu.

 

E non cado più…

 

 

 

 

 

-Rufy!

La voce di Usopp lo raggiunse alle spalle, costringendolo a interrompere l’ascolto della sua musica preferita, quella del mare.

-Cosa c’è Usopp?

-Come cosa c’è? Una deviata di mente che credevamo la nostra navigatrice è scappata tre giorni fa con la nostra nave e tu mi chiedi cosa c’è? Adesso che abbiamo una nuova barca direi che trovarla e fargliela pagare mi sembra il minimo!

Rufy guardò Usopp accigliato, come se si stesse svegliando da un sogno…abbassò il suo fedele cappello di paglia sugli occhi per qualche istante..alzò nuovamente lo sguardo e sentenziò:

-No, niente inseguimenti.

Definire stralunata l’espressione di Usopp è ben poco. Così come descrivere la faccia di Sanji mentre pronunciava a stento:

-Ma..come..non..andiamo..a..prendere..Nami..non..rivedrò..più..la..mia..dolce..Nami..??

Zoro si limitò ad approvare:

-Lo sai che non ho mai visto di buon occhio quella ladra. Allora niente Coconut Village, capitano?

Rufy lo guardò con gratitudine, felice di aver trovato un alleato, e spalancando la bocca in uno dei suoi soliti sorrisoni rispose:

-No, niente Coconut Village. Facciamo rotta per il Grande Blu!

 

Andò poi a sedersi tranquillamente sulla prua, il suo posto preferito; non era certo come quella della sua Going Merry, ma stava già cominciando ad affezionarcisi, anche considerato il fatto che probabilmente non avrebbe più rivisto la sua amata nave.

La brezza del mare gli scompigliava appena la frangia di capelli neri sulla fronte. Rufy aveva lo sguardo vagante, assente…osservava un punto indefinito verso l’orizzonte. Chiuse gli occhi, e un volto di ragazza con grandi occhi scuri, incorniciato da corti capelli castani, comparve nel suo immaginario, per poi scomparire un attimo dopo quando il ragazzo riaprì gli occhi.

“E NON CADO PIU’!” sussurrò deciso, quasi fra sé, increspando le labbra in quello che era, adesso, un vero, inconfondibile sorriso.

 

 

THE END

 

 

Song utilizzata: Non Cado Più

Artista: Francesco Facchinetti

  
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