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Autore: conteedilmare    12/06/2014    1 recensioni
«Torno sub…» Il resto della frase si disperde nell’aria, proprio come la mia borsa che mi scivola dalla mano e cade a terra.
I miei occhi si posano sul ragazzo riccio che si trova accanto ad i miei amici e sta guardando me con il mio stesso stupore.
Quando i suoi occhi verdi incontrano i miei, vedo il tredicenne con le mani sudate a causa dell’ansia, che sta per baciarmi sul muretto della spiaggia.
Giorgia corre verso di me e raccoglie la mia borsa.
«Era quello che volevo dirti, Ems. Harry è qui.»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Dopo tutti questi anni,
io non smetto di guardarti,
qualche volta ancora a bocca aperta."


PROLOGO.

Un fastidioso raggio di sole filtra dalla finestra di fronte al mio letto e mi illumina parte del viso, costringendomi a stropicciarmi gli occhi e aprirli leggermente.
La prima cosa che faccio è allungare la mano verso il comodino, dal quale afferro il cellulare e abbasso la luminosità al limite perché i miei occhi non ce la fanno.
12.47 a. m.
Fra le varie notifiche che compaiono sul blocco schermo, una cattura la mia attenzione: Zayn.
A quel punto, una serie di immagini della scorsa notte mi passano per la testa e ricordo tutto.
La musica spacca-timpani, l’odore di alcolici, i piedi doloranti per le ore passate a ballare e il movimento delle labbra di Zayn sulle mie.
Sorrido involontariamente e mi metto seduta, cosa che mi provoca un forte dolore alla testa, residuo di ieri sera.
Nonostante non mi senta molto in forma, sono felice per tutto quello che è successo perché posso dire di essere andata avanti grazie a Zayn.
Avete presente quando siete nel pieno della vostra adolescenza e vi innamorate per la prima volta? Il primo bacio? La prima relazione?
Fino a qualche tempo fa mi ero rassegnata e avevo smesso di cercare di smettere di pensare a Harry, perché mi sembrava impossibile voltare pagina e dimenticarlo.
Harry è il primo ragazzo per il quale ho perso letteralmente la testa.
Credo che quando i miei figli mi chiederanno di parlarmi del mio primo amore, non parlerò di mio marito, ma di lui.
Abbiamo passato tutte le estati insieme da quando avevo dieci anni, perché le nostre villette estive fanno parte dello stesso Recidence.
Mi ricordo bene che mi piacque sin dal primo momento, ovviamente come ad una bambina di dieci anni possa piacere un altro bambino ma la situazione non era critica, perché una volta tornata a casa passavo l’inverno in modo tranquillo, senza pensarlo dato che era a trecento chilometri di distanza e anche perché ero appunto molto piccola.
La situazione cambiò durante la quarta estate, quando ci ritrovammo a baciarci sul muretto della spiaggia, cosa che si è ripetuta per altre tre estati.
Una delle cose che è cambiata da quando ero bambina, è che crescendo, mi era sempre più difficile non pensarlo, fin quando la mia è diventata pura ossessione.
L’estate scorsa avevamo deciso di tentare di continuare a stare insieme anche in inverno, ma la cosa è andata peggiorando quando due mesi fa, mio padre ha avuto un trasferimento di lavoro a Londra e la mia vita si è stravolta.
Non dico che Londra non mi piaccia, anzi, ci sono stata molte volte dato che mio padre è nato qui, però non è stato facile lasciare tutti i miei amici in Italia.
All’inizio mi sono sentita spaesata, mi intimidiva anche il semplice fatto di aver una pronuncia inglese diversa dagli altri, dato che sono nata e vissuta nella parte meridionale dell’Italia e il tutto si è aggravato quando con Harry è stato impossibile continuare e, di colpo, è scomparso dalla mia vita.
Adesso non sappiamo quanto durerà ancora la nostra permanenza a Londra, ma la cosa sicura è che prima o poi tornerò a casa e lì so che ci saranno i miei amici  -con i quali mi tengo ancora in contatto- ad aspettarmi.
Intanto però, anche qui ho conosciuto persone fantastiche e fra queste Zayn, che mi ha aiutato a cacciare via dalla mia testa Harry e a “disintossicarmi” da lui.
Adesso, quando mi capita di ripensarlo, non mi sento più soffocare perché è un capitolo che ho ormai superato e con il quale non ho più intenzione di avere a che fare e ieri ho avuto la dimostrazione che non ho necessariamente bisogno di Harry per essere felice.
In più, ieri sera ho ricevuto una mail dalla scuola per partecipare al Camp Beaumont che organizza uno scambio culturale estivo per tutto il mese di Agosto.
Il Camp Beaumont è un enorme campo estivo nei pressi di Napoli, in Italia, che permette agli studenti italiani di interagire e convivere per un intero mese con studenti stranieri e si organizzano sia attività di studio che una vera e propria vacanza allo stesso tempo.
Quest’anno, il liceo che frequentavo in Italia partecipa e anche la mia scuola attuale ed i miei vecchi amici mi hanno proposto di andarci per passare l’estate con loro.
Mia madre, che ha tutta la famiglia in Italia, ne è rimasta entusiasta e oggi dovrebbe darmi la risposta finale, ma credo che sia più felice perché avrà una scusa per stare più tempo in Italia, con i suoi parenti.
Trovo la forza per alzarmi dal letto e scendo a piedi nudi le scale, fino a raggiungere la cucina dove  dalla presenza dei miei genitori, si nota che è domenica.
«Buongiorno.» Mi dicono, entrambi.
Io faccio un segno con la mano perché sanno che la mattina non apro bocca fin quando non mi lavo i denti.
Non faccio neanche colazione perché è tardi e fra poco il pranzo sarà pronto, così bevo un bicchiere d’acqua e mi chiudo in bagno per lavarmi e sistemarmi.
Giusto in tempo, finisco e ci sediamo alla tavola apparecchiata per tre.
Tiro un lungo respiro e finalmente trovo il coraggio per affrontare il discorso.
«Avete pensato a quel che vi ho detto ieri?» Chiedo, giocherellando con la forchetta nel mio piatto.
I miei genitori si scambiano un’occhiata, fin quando mia madre fa un cenno a mio padre e quest’ultimo parla.
«Si, Emily ci abbiamo pensato.»
«E..?» Faccio eco io.
«E l’ultimo di Luglio puoi partire, mamma ti raggiungerà in Italia due settimane dopo.» Sorride.
D’istinto caccio un urlo di gioia e comincio a digitare freneticamente sulla tastiera del telefono, perché ho bisogno di avvisare prima di tutto Louis, Giorgia e gli altri e poi per dire a Zayn che non dovrà partire da solo.


1: ITALY, I’M BACK.

Due settimane dopo.
Se fino a qualche minuto fa pensavo di avere la mamma più apprensiva del mondo, adesso, vedendo quella di Zayn,  mi ricredo.
Io, lui ed i nostri genitori siamo in coda per fare il check in e sua madre sembra non dargli tregua.
«Valigia.» Elenca lei.
«Presa.» Risponde seccato.
«Borsa.»
«Presa.»
«Fazzoletti.»
«Presi.»
«Spray anti-zanzare.»
«Pres… Mi hai sul serio messo una cosa simile in borsa? Vado in Italia, non in guerra!» Si lamenta lui.
Io non posso far a meno di scoppiare a ridere e, per fortuna, interviene mia madre a salvare Zayn da quella situazione.
«Confermo Signora, ho passato tutta la mia vita in Italia.» Le dice.
E così mia madre da libero sfogo alla sua parlantina e comincia a raccontarle di tutto e di più, anche se temo che potrebbe stordire la Signora Malik.
Intanto, io e Zayn perdiamo tempo con il nostro rappresentate d’istituto che partecipa allo scambio culturale, fin quando facciamo il check in e finalmente mi ritrovo sull’aereo che mi porterà a casa, anche se per un solo mese.
Prendo posto fra Zayn ed il finestrino e non credo di poter riuscire a smettere di sorridere come un’ebete che ha appena avuto una paralisi facciale.
Il moro mette il gomito sul bordo del mio sedile e si sporge verso di me.
Mi da un delicato bacio a stampo e si allontana di un solo centimetro per dire qualcosa, rimanendo così vicino da sentire il suo fiato sul collo.
«Mi piace vederti così felice.» Sorride.
«E a me piace averti qui.» Rispondo.
Adesso che abbiamo superato la fase dell’uscire insieme e del conoscersi, posso dire che stiamo realmente insieme ed è il ragazzo che chiunque sognerebbe perché pur di renderti felice farebbe qualsiasi cosa.
Ci allacciamo le cinture e ci prepariamo al decollo.

L’insegna rossa con la scritta “Camp Beaumont” mi fa accelerare il battito cardiaco perché so che dall’altra parte del cancello ci sono quasi tutte le persone più importanti della mia vita.
La guida ci racconta in breve la storia del Campus, dopodiché apre il cancello e ci da una mezz’oretta per visitare la zona, prima di raggiungere la Reception.
Io e Zayn entriamo e attraversiamo un lungo viale pavimentato di pietra e dopo averlo percorso, non faccio neanche in tempo a voltare a destra perché affogo nelle braccia e negli strilli delle mie amiche.
Sono tutte lì, così come avevano detto.
Giorgia, Elonora, Alesia, Ilaria, Louis, Niall e Liam.
Rimango più tempo avvinghiata a Giorgia e Louis, i miei migliori amici storici, perché credo di non aver mai sentito così tanto la mancanza di qualcuno.
«Ems, sei sempre più bella.» Commenta Ele e le altre annuiscono.
Io le abbraccio ancora una volta e poi ci incamminiamo verso la Reception per prendere le chiavi della mia stanza.
«Se non abbiamo la stessa stanza, ci facciamo mettere insieme a tutti i costi.» Mi dice Gio.
«E mi pare ovvio!» Esclamo.
Sono stata così presa da tutti loro che quasi mi sono dimenticata di Zayn che ci guarda in modo strano, dato che non capisce molto dell’italiano. Così lo presento agli altri che ci trovano gusto a parlargli in inglese anche perché loro sono qui per sperimentare la lingua.
«Ma quindi posso anche dirgli che è un coglione perché tanto non capisce?» Mi chiede Louis.
«Sei sempre il solito.» Gli do una gomitata e rido.
Ilaria, invece, ne approfitta per farmi domande ancora più sconce.
«Te lo sei trovato proprio bello, Ems. Come sta messo?» Mi chiede.
Scoppiamo tutti a ridere e poco dopo riprendo fiato per ribattere.
«Mi dispiace cara, ma non lo so e per ora non voglio saperlo.»
Mentre racconto a Niall, Liam ed Alessia com’è il liceo a Londra, vedo con la coda dell’occhio Louis e Gio che si sussurrano qualcosa e hanno un’espressione seria, cosa più unica che rara.
«Cos’è che mi nascondete, voi due?» Chiedo, ironicamente.
Li vedo scambiarsi un’occhiata d’intesa, della serie “parlo io o parli tu?” e alla fine Giorgia tira un lungo respiro e cerca di cominciare un discorso, balbettando.
Mentre sta parlando, le faccio segno di seguire me e Zayn verso il bancone per ritirare la chiave.
«Ecco, vedi… lo sai che molte scuole sono qui e…» Continua.
In quel momento mi rendo conto di aver dimenticato il biglietto per ritirare la chiave, nella valigia che ho lasciato a Ila, così dico sia a Giorgia che a Zayn di aspettare.
«Torno sub…» Il resto della frase si disperde nell’aria, proprio come la mia borsa che mi scivola dalla mano e cade a terra.
I miei occhi si posano sul ragazzo riccio che si trova accanto ad i miei amici e sta guardando me con il mio stesso stupore.
Quando i suoi occhi verdi incontrano i miei, vedo il tredicenne con le mani sudate a causa dell’ansia,  che sta per baciarmi sul muretto della spiaggia.
Giorgia corre verso di me e raccoglie la mia borsa.
«Era quello che volevo dirti, Ems. Harry è qui.»

 
Buonasera a tutti quanti :)
Non pubblico nulla da praticamente un anno, perchè purtroppo riesco a scrivere principalmente in estate a causa della scuola.
Siccome la vecchia FanFiction mi ha portato fortuna per l'estate scorsa, ho deciso di scrivere questa sempre ispirata alla stessa persona e, so che è una cosa stupida, ma spero mi porti altrettanta fortuna perchè è una circostanza che sta realmente accadendo ahahah
Spero vi piaccia come l'altra!
Un bacio,

Marti.
  
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