Estate. Il tramonto arricchisce il bosco con lievi riflessi di luci che, per il vento fra le fronde, ora si uniscono ed ora di dividono, seguendo il ritmo di una danza antica quanto il mondo. Soffia il vento fra le foglie degli alberi e i ramoscelli secchi degli arbusti. Soffia fra i sassi e le pietre ricoperte dal muschio. Soffia fra i peli delle volpi e dei tassi, nascosti fra i mori. E soffia fra i suoi capelli e sul tuo viso chiaro come la Luna, come la neve, come il ghiaccio. I tuoi occhi sono zaffiri d'ametista che guardando intorno suggeriscono astuzia e un qualcosa di magico. Le tue gambe sono veloci nella corsa e le tue piccole dita affusolate si aggrappano senza fatica ai rami degli alberi, dove tu ti arrampichi quasi sempre. Che cosa cerchi, oh mio curioso osservatore? Che cosa vedono i tuoi occhi quando a volte ti siedi e allunghi la mano, sorridendo, verso un amico invisibile e che alle mie orbite non è più che un lieve sbrillùccichio nell'aria umida della selva? Chi sono le creature che sempre ti seguono, come un'ombra, e che ricordano qualcuno di maligno ma che, al tuo fianco, sono cortesi?
Ora io ti guardo, come la peggiore delle spie, come il peggiore dei ladri che attende il momento giusto per commettere il furto più grande. Ti seguo da giorni, da mesi, ma tu sei così diffidente che al primo rumore scappi e ti nascondi, come se fosse in agguato il più grande dei pericoli, come se temessi il mondo fuori dai boschi dei tuoi confini. Mi piacerebbe parlarti del mondo. Io non ne ho visto molto ma il resto lo vorrei tutto condividere con te; tu, che m'incuriosisci e mi affascini con il tuo mistero. La tua espressione è una bellissima maschera d'indifferenza e calma; sei geloso di mostrare a chi ti osserva le emozioni che provi. Così strano. Così bello. Uno di questi giorni voglio conoscerti, voglio raccontarti di ciò che ho visto di straordinario fino adesso e di ciò che vedrò e, se potrò, scoprirlo insieme a te. Ti voglio venire a trovare ogni giorno fino a che non diventeremo amici, così da legarci e far nascere qualcosa più forte di tutte le altre, che neanche dopo tutto il tempo del mondo si sarà né spezzato né affievolito; così da rimanere sempre insieme.

Fino alla fine del Sole. Fino alla fine di tutto.