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Autore: Lotiel    12/06/2014    2 recensioni
La storia inizia prima della guerra dell'Anello così come la conosciamo. Elladan ed Elrohir hanno una missione e intorno a questa le vicende si susseguiranno senza sosta, lasciando ai gemelli poco tempo per riflettere e agire.
Il valico del Caradhras era tranquillo, il che era strano per il monte che crudele si ergeva sulle teste dei viandanti. I loro passi sembravano non avere presa sulla neve perenne, leggeri e tranquilli avanzavano attraverso il valico che li avrebbe portati a LothLórien.
I due figli di Elrond, Elladan ed Elrohir, e la loro madre Celebrían, percorrevano insieme con una scorta di alcuni elfi quel luogo per raggiungere al più presto il bosco della Dama Galadriel.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aragorn, Celebrían, Elladan, Elrohir
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga dei Gemelli'
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Prologo
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di J.R.R. Tolkien che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Il signore degli Anelli, appartengono solo a me.






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01 - La verità

Imladris, 2951 della Terza Era

Elrohir teneva un libro in mano nell’intento di leggerlo tranquillamente. Era seduto su una sedia, sotto il gazebo appena fuori la sua dimora. Il viso rilassato e gli occhi attenti che scorrevano sulle pagine. Occhi grigi e capelli scuri, uguali al fratello. Avevano un viso ovale e delicato e, anche se mezz’elfo, conservava tutta la bellezza degli elfi da cui discendeva. Gli abiti argentati risaltavano la carnagione chiara e i lunghi capelli erano raccolti in un particolare intreccio. Portava una coroncina sul capo, simbolo della sua regalità.
-Elrohir, possibile che tu stia sempre qui a leggere?
Elladan interruppe la lettura del fratello che alzò gli occhi per osservarlo. Pochi potevano riconoscere i tratti che li distinguevano, i loro lineamenti erano uguali e il viso non conosceva differenze; anche Elladan portava una coroncina sul capo come il fratello.
Si avvicinò al gazebo e sorrise verso Elrohir che si era alzato, riponendo il libro sul tavolo poco distante.
-E tu sei sempre qui a disturbarmi.
Disse scherzando accostandosi ad Elladan e abbracciandolo calorosamente. Erano uniti da molti sentimenti fraterni che ben pochi potevano vantare e il gemello ricambiò l’abbraccio sorridendo.
Dopo molti anni le loro ricerche erano state nulle e i loro animi erano stati temprati ancor di più dal sapere che cosa, l’orco, avesse rubato alla madre. Erano stati spinti dalla loro determinazione e dalla consapevolezza che un giorno avrebbero adempiuto a quel compito.
-Come va fratello? Hai notizie nuove?
Elladan scosse il capo in segno di diniego e chinò il capo.
-Purtroppo le ricerche sono state vane e in questo modo non potremo mai riportare nulla a nostra madre.
Elrohir pose una mano sulla spalla di Elladan e fletté il capo verso sinistra, mostrando un sorriso rassicurante. Non disse nulla, ma rincuorò il fratello.
Il loro atteggiamento a volte poteva sembrare contraddittorio, ma era quella causa che l’animava fino allo sfinimento. Avevano a cuore tutto quel che circondava il loro regno e in particolar modo la Terra di Mezzo, ecco perché non riuscivano a stare tranquilli quando un nuovo attacco di quelle ignobili creature arrivava alle loro orecchie.
Elrohir prese sottobraccio il fratello che accondiscese a quel gesto e mossero qualche passo verso il giardino che gli stava di fronte. Dietro di loro il rumore della cascata che caratterizzava Imladris scrosciava come sempre, imperterrita ed eterna.
Elladan sbuffò, quando furono disturbati da un elfo dai capelli chiari, giunto nella loro casa per informarli della decisione del padre, una decisione a cui loro non avevano mai preso posizione per non condizionare il destino di colui che ne faceva parte.
I due fratelli si guardarono per interminabili secondi prima di rispondere affermativamente all’elfo che se ne andò di gran fretta. Elladan prese il fratello per le spalle e sgranò gli occhi.
-Pensi davvero che nostro padre dirà ad Estel la verità?
Elrohir rimase interdetto e i suoi occhi si velarono di preoccupazione a quella domanda che oramai stava assumendo riscontri reali.
-Aveva affermato che presto avrebbe comunicato tutto il passato ad Estel, e poi è cresciuto, deve sapere delle sue origini.
-Ma questo lo turberà sicuramente.
Disse Elladan scuotendo appena le spalle del fratello. Era turbato più di lui e non dava modo di nasconderlo, eppure solo con lui dava vita a quelle preoccupazioni che lo attanagliavano.
-Estel molto probabilmente partirà.
-Allora cosa decidi, fratello mio? Tenteremo ancora e ancora?
Disse ripensando alla promessa che non riuscivano a mantenere verso la madre che attendeva nelle Terre Immortali. Non erano ancora riusciti a darsi pace per quella mancanza che aveva caratterizzato l’abbandono di Celebrían e leggere lacrime percorsero il viso di Elladan, che sembrava il più fragile tra i due. Rimaneva distante e freddo davanti agli altri, ma davanti al fratello non sapeva mentire, una maschera che sopportavano entrambi nello strano silenzio ovattato che percorreva le loro vite.
Sapevano bene cosa avrebbe significato la verità su Estel.
-Andiamo adesso.
Elrohir abbracciò forte il fratello che tentava di reprimere la tristezza e la malinconia, riuscendo in pochi istanti a sorridere ad Elrohir.
Estel era stato il loro piccolo allievo nell’arte della guerra come nello studio. Mostrava una predilezione per la spada, lo studio in fondo non gli era mai piaciuto. Ascoltava con interesse le storie antiche narrate nelle notti serene, quando gli elfi cantavano le loro odi di persone che ormai dimoravano solo nei loro cuori e nelle aule di Mandos.
I due fratelli si avviarono consapevoli di ciò che quella scelta avrebbe portato al cuore di Estel, infine erano stati loro a vedere suo padre morire a causa di quelle creature.

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Giunti nella sala dove il padre li aveva chiamati si fermarono ricordando l’episodio che si era consumato dentro di esso, quando Celebrían aveva detto addio alle terre che le avevano portato dolore. Elrohir sospirò ed Elladan pose una mano sulla sua spalla come per infondergli coraggio, un coraggio che per un momento gli era parso lontano. Entrarono senza esitazione che prima sembrava così palese, assumendo un’aria tutt’altro che preoccupata. Una maschera che riuscivano a portare benissimo.
Chinarono il capo di fronte al padre che ora appariva solo come il loro sovrano. Negli occhi di Elladan si poteva scorgere però un piccolo barlume di esitazione a cui fortunatamente solo il fratello parve farci caso. Estel era lì, di fronte ad Elrond con il capo chino e la spada assicurata alla vita. Era appena entrato nell’età matura, ma il suo viso già dimostrava una saggezza inconsueta. I capelli castani erano arruffati, come se non avesse avuto il tempo di pettinarsi e il viso stanco e provato dimostrava una notte passata insonne. Come sentitosi osservato dai due gemelli si voltò e gli sorrise come faceva sempre.
Elrond stava di fronte a loro in piedi e sul viso severo erano segnati gli anni passati. La fronte era leggermente corrucciata e gli occhi puntati sul giovane Estel, lo sguardo era impassibile e le mani, tenute compostamente incrociate tra loro, non dimostravano nessun segno di nervosismo.
Elladan ed Elrohir somigliavano molto al padre di cui avevano preso la fermezza e il colore dei capelli. Anche loro stavano ritti, ma Elladan era attraversato da una strana scossa di nervosismo, impercettibile per gli altri, ma che per il padre fu lampante. Elladan sentì gli occhi del padre puntati su di sé il che gli fece abbassare lo sguardo. Neanche il gesto di conforto di Elrohir riuscì a calmarlo. Si sentiva nervoso, ma il perché non riusciva a spiegarlo, dopo tutto quello che avevano fatto per nascondere il futuro re degli uomini, ora veniva rivelata a lui tutta la sua storia e la sua discendenza. Forse era per questo, non volevano perdere il loro allievo più caro.
Elladan rimase lì fermo fin quando non lesse lo stupore del momento sul viso di Estel. Aveva saputo ed ora Elrond gli stava consegnando ciò che rivelava la sua appartenenza alla casa reale. Elrohir pensava che fosse ancora troppo piccolo per scoprire tutto questo, ma dopotutto aveva raggiunto l’età matura già da tempo e quindi era plausibile che prima o poi Elrond gli avrebbe rivelato tutto.
-Tu sei Aragorn, figlio di Arathorn e legittimo erede al trono di Gondor.
Così aveva tuonato il re di Imladris di fronte a quel ragazzo ora consapevole del suo destino. I due gemelli lo osservarono andarsene e non riuscivano a capire bene il sentimento che lo animava stringendo le reliquie dei suoi avi, ma erano sicuri che una strana luce brillasse nei suoi occhi. Non si sentivano però di parlargli ancora e forse quelli più scossi erano loro.
Presero per andarsene, chinando prima il capo verso il padre e la sua voce li fermò.
-Rimanete qui.
Aveva mosso qualche passo verso di loro, lo sguardo immoto perdurava sul figlio Elladan che con rispetto chinò il capo in segno di saluto verso, non suo padre, ma verso il re quale era.
Elrond si manteneva con lo sguardo su Elladan, avrebbe voluto che lui avesse avuto la stessa capacità di mascherare i sentimenti, proprio come faceva Elrohir.
- Padre - intervenne Elrohir, vedendo il fratello già in pesante difficoltà –vi chiedo il permesso di partire.
Una rivelazione che ad Elrond suscitò gran tormento, i suoi figli erano stati impegnati molto con Estel che pensava avessero desistito dall’intendo di ricercare quell’oggetto per Celebrían. Le mani del re si mossero impercettibilmente, nessun all’infuori di lui se ne era accorto, ma sapeva i tempi bui che precorrevano e allontanare i figli, dargli il permesso di partire nuovamente, avrebbe fatto si che il suo cuore ne fosse stato scosso ancora una volta.
Elladan alzò il capo sfiorando con lo sguardo Elrond, non ne riusciva a sostenere quella fermezza che vedeva nei suoi occhi, ma la sua voce risultò ferma e tranquilla.
-Un ultimo tentativo per guadagnare la gioia di nostra madre, non ti chiediamo altro.
Elrond si voltò verso il trono e fece qualche passo, proprio il tempo di pensare ad una possibile risposta. Sapeva che i due fratelli non avrebbero desistito da quell’intendo perché abili guerrieri e dediti alla loro terra, ma sentiva il peso di quel che sarebbe successo ad uno dei due se solo li avesse fatti partire.
Li fissò negli occhi e un'ombra calò nei suoi, scomparve subito ma se ne sentì il peso troppo forte, un peso schiacciante che non gli fece, ancora una volta, rifiutare la richiesta che tanto speravano fosse avverata.
-Ebbene figli miei, andate.
Disse soltanto per poi voltarsi verso l’uscita posta alla destra del trono. Elladan sconvolto da ciò che aveva visto negli occhi del padre mosse qualche passo in sua direzione, ma Elrohir lo fermò prendendolo da braccio che strinse appena. Scosse il capo in segno di diniego e desisté, sapeva che quando il padre si comportava così, nulla e nessuno avrebbe potuto consolarlo.



Angolo dell'Autrice

Ed ecco il primo capitolo di questa breve storia. Nno ne saranno molti. Sono quattro capitoli e Prologo+Epilogo. Visto che è finita, la aggiornerò ogni cinque giorni. Ambientata nella Terra di Mezzo, parlerò di coloro ai quali non fu dato molto spazio nel libro. I gemelli, figli di Elrond: Elladan ed Elrohir.
Sarei felice di sapere anche da voi gli errori che potrebbero esserci e che mi sono sfuggiti. Intanto sono felice che ripartiamo da quest'avventura. Naturalmente ringrazio sempre chi ha mezzo la storia tra le seguite/preferite/ricordate.

Ricordatevi che lasciare ad un'autrice il proprio commento la aiuta a crescere, quindi vi chiedo solo di spendere due minuti del vostro tempo per farmi sapere cosa ne pensate.
Questa invece è la mia pagina FB dove scoprire curiosità e altro su personaggi da me inventati e sulle mie storie.

Lotiel Scrittrice - Come pioggia sulla neve

   
 
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