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Autore: Sdentato    12/06/2014    0 recensioni
Un grande flashback diviso in capitoli in cui un'anziana donna di classe racconta le sue vecchie passioni ad una ragazza, Josie, la quale, rimasta affascinata dall'appassionante (è il caso di dirlo) vicenda, ne ricava la morale che l'aiuterà a superare la sua più grande difficoltà.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Stranamente quella mattina c’era il sole. Entrava nella stanza attraverso le tapparelle semichiuse con una violenza tale da riuscire a  svegliarmi. Solo dopo qualche manfrina mi arresi all’idea di dover scoprirmi e sentire le gelide mattonelle sotto i piedi.
Le azioni mattutine erano talmente abituali che nemmeno mi accorsi di averle svolte, così mi ritrovai di fronte ad una tazza di latte semivuota con gli occhi appannati dal terribile sonno.
Raccolsi lo zaino e mi preparai mentalmente ad affrontare un’altra pesante giornata.
Penserete che sono negativa, che sono pessimista, che il bicchiere bisogna vederlo mezzo pieno, anziché vuoto.
Stronzate.
Non ci fai una bella figura ad essere figlia di una carcerata/ex-escort.. Ex.. Bha, togliamo “ex”..
Comunque l’autobus era più pieno del solito: i nuovi appartamenti costruiti all’inizio del viale erano già stati venduti, ma non pensavo che i traslochi fossero stati così imminenti e tanto meno fossero arrivati un centinaio di ragazzi ad abitarvi.
La mia misantropia affiorava ogni qual volta qualcuno mi fissasse. Sopraciglio alzato e sguardo puntato sul collare borchiato.
La solita procedura delle 7:57, autobus numero 515.
La mia fermata era sempre più vicina ma qualcosa mi bloccava dal suonare il campanello per avvisare l’autista di doversi fermare.
Così, qualcuno ci pensò per me.
Un paio di pupille nere, talmente grandi da occupare tutto l’occhio, orecchino e t-shirt dei Led Zeppelin. Un tipo a dir poco contraddittorio, non avrei mai pensato che un fan della musica rock anni 70’ potesse portare i capelli gelatinati.
Incrociai il suo sguardo solo per pochi attimi, e mi bastarono per mettermi in soggezione, ma la mia caparbietà mi permise di reggere quei grandi occhi corvini.
Le porte si aprirono ed io potei scappare da quell’imbarazzante infinito istante.
Quando entrai a scuola, attraversando il lungo corridoio che portava alla mia classe, mi accorsi di qualcosa di diverso. Mancava una persona. Una persona che è sempre presente, e se non lo è, mi avverte.
Dante era assente.

 

Uomini persi per le strade, donne vendute a basso costo.
Figli cresciuti in una notte come le fragole in un bosco.
C.C.

 

 
   
 
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