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Autore: TeenAngelita_92    12/06/2014    6 recensioni
Una giovane psicologa, da poco entrata a far parte del mondo del lavoro.
Un ragazzo di origini spagnole con un carattere alquanto ribelle e particolare.
Nessuno era mai riuscito a comprendere le sue emozioni, i suoi pensieri, le sue paure.
Nessuno era mai riuscito a farlo sentire al sicuro, amato...
Fino a quel giorno.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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2.
"Hey, amico! Dammene un altro." urlò leggermente, rivolgendosi al barista.
Non era sua abitudine la sera girare per i vari locali della città. In realtà non ne era mai stato il tipo, e molti si stupivano di questo. Dopotutto, non per forza un ragazzo con un carattere come il suo doveva girare per tutti i locali della città ad ubriacarsi come se non ci fosse stato un domani. 
Ma quella sera sentiva di averne bisogno: sentiva il bisogno di dover dimenticare tutto, anche per un solo attimo. Sentiva il bisogno di dover dimenticare l'incontro con quella donna, bisogno di dimenticare quella donna. 
"Ecco a te" lo distrasse il barista, porgendogli l'ennesimo bicchierino con all'interno del liquido a lui del tutto sconosciuto, ma in fondo non gli importava.
"¡Dios!" esclamò strizzando gli occhi quando un sapore leggermente amaro gli invase la bocca. 
"Tutto bene?" chiese sorridendo, non sembrava davvero preoccupato per lui.
"¡Estoy bien!" gli rispose, ma il barista non capì.
Si allontanò, cercandosi un posto per sedersi in mezzo a tutta quella folla. L'alcool che aveva bevuto iniziava a fare il suo effetto.
"Hey imbranato! Guarda dove metti i piedi, maledizione!" gli gridò uno, spingendolo. Involontariamente gli aveva pestato un piede. Non riuscì subito a distinguere la sua figura, ma era ancora abbastanza lucido per rendersi conto delle sue più che grandi dimensioni, sicuramente uno di quei grandi e muscolosi palestrati che non fanno altro che darsi arie e mettere paura alla gente. 
"Non l'ho fatto apposta, d'accordo?" gli gridò a sua volta, la musica aveva iniziato a stordirlo.
"Levati dalle scatole prima che ti riduca in un ammasso di ossa rotte!"
"E' solo questo che sapete fare voi, no? Dire queste stupide frasi convenzionali che vi assicurano di avere la meglio su chiunque!"
"Senti, è meglio che tu te ne vada."
"Avanti, visto che ci sei perchè non provi a farmi paura come fai con tutti gli altri? Sono curioso di vederti!"
Lo stava chiaramente provocando, ma in realtà non ce l'aveva un vero motivo, non sapeva neanche il perchè, voleva solo picchiarlo o molto probabilmente farsi picchiare.
"Non mi metto a picchiare uno stupido imbranato completamente ubriaco!"
"Tu credi che io sia ubriaco? Sul serio? Avanti, prova a mettermi paura! Cosi grande e grosso ma con un cervello grande quanto una pallina da tennis." 
E quella fu l'ultima cosa che riuscì a dire prima che un pugno lo colpisse in pieno stomaco. Uno, due, tre pugni. Sono forti e l'aria inizia a mancargli. Prova a difendersi e sente le nocche della sua mano bruciargli, forse è riuscito a colpirlo. 
La gente intorno a loro non fa altro che incitarli e ammirarli senza fare niente. 
Tre, quattro, cinque pugni. Uno l'ha preso in pieno volto. Le labbra iniziano a bruciargli terribilmente. Sei, sette... Ed ancora, il suo corpo sembra essere diventato improvvisamente un bersaglio di gomma da poter colpire per sfogo. Otto, ed ancora... ancora, fin quando i suoi occhi, ormai stanchi e appannati si chiudono. E' buio ora.
-
"¡Andres, Andres! Soy tu mamá..." provò a svegliarlo sua madre.
Era stata lei a riportarlo a casa e a prendersi cura di lui, dopo che la polizia gli aveva praticamente salvato la vita. 
"Andres..." continuò. Si era svegliato ed aveva sentito la voce di sua madre chiamarlo, ma ogni tentativo di aprire bocca o di muovere un qualunque arto del suo corpo, sembrava essere vano.
"M-mamá..." riuscì solo a farfugliare, e quasi come una scossa, il solo movimento delle labbra, diede inizio al bruciare del suo corpo, quasi come se avesse dormito su un fuoco. 
"Dio ti ringrazio." esclamò lei, accarezzandogli delicatamente il viso.
"Come...Come sono arrivato qui?"
"Non importa tesoro, l'importante è che tu ora stia bene." lo rassicurò, continuando ad accarezzargli il viso, quasi come a voler alleviare le sue sofferenze. "Sai, ieri sera mi ha chiamato la tua nuova psicologa. Mi ha detto che il vostro primo incontro è andato bene, e che oggi avreste dovuto rivedervi, ma l'ho già chiamata per avvertirla che non ci saresti andato, non in queste condizioni." gli confessò, con un enorme sorriso sulle labbra.
Il loro primo incontro era andato bene? Le aveva davvero detto che era andato bene?
"C-cosa?"
"Si, e sono cosi felice che tu abbia deciso di impegnarti, e stavolta sul serio" continuò. Non aveva mai visto il suo sorriso cosi bello e vero.
"No, no mamá, yo.." provò, con l'intenzione di dirle la verità, ma per quanto lui potesse essere freddo e distaccato verso sua madre, non voleva rovinare quel meraviglioso sorriso che aveva, non ci sarebbe mai riuscito.
"Si hijo, créeme, es asi."
"Devo andare, d-devo andare all'appuntamento oggi, devo andarci." disse, affrettandosi ad alzarsi dal suo letto, nonostante il suo corpo non volesse proprio saperne.
"Andres ma non puoi! Non in queste condizioni!"
"Si, posso, devo andarci." continuò a ripeterle, mentre, con il viso tormentato da smorfie di dolore, provò a vestirsi. Sentiva di dover andare da lei, doveva chiederle spiegazioni, doveva sapere che cosa significasse tutto ciò che aveva detto a sua madre.
"Andres..." provò ancora a fermarlo, ma lui la interruppe.
"Ci vediamo dopo." le disse semplicemente, ed uscì.
In quelle condizioni non avrebbe sicuramente potuto guidare la sua moto, e deciso, si affrettò a prendere un taxi. Tutto quello che stava accadendo gli sembrava troppo strano. Perchè quella donna aveva detto a sua madre che il loro primo incontro era andato bene? Per quale motivo se in realtà era stato un disastro? Cosa ci avrebbe guadagnato a prenderla in giro? 
"Siamo arrivati" lo avvertì il tassista, distogliendolo completamente dai suoi pensieri.
Si affrettò a pagarlo e a scendere dall'auto senza neanche un minimo cenno di saluto.
"Dio... le scale." esclamò quando si ritrovò davanti all'infinità di studi che aveva visto il giorno prima. Era certo di non poter salire tutte quelle scale, ma per sua fortuna un'ascensore esisteva. Lo prese e nel giro di qualche secondo di ritrovò al terzo piano.
L'atrio sembrava essere molto meno affollato del giorno prima, questo lo sollevò. 
"Mi scusi" disse riferendosi alla ragazza bionda della reception. Lei si rese subito conto delle sue non buone condizioni. Si teneva il busto con una mano mentre di tanto in tanto provava a non sforzare troppo la bocca per parlare, poichè ogni lettera che pronunciava rappresentava bruciore, in ogni parte del suo corpo.
"La prego, ho bisogno di parlare con la Dottoressa Lovato." quasi la implorò, anche se l'idea di doverlo fare non sembrava piacergli.
"Si calmi, venga a sedersi, posso aiutarla a..." iniziò a dirgli la giovane ragazza, probabilmente con buone intenzioni.
"No, Dio.. non ho bisogno d'aiuto, devo vedere la Dottoressa Lovato!" 
E quasi come se l'avesse chiamata, solo pronunciando il suo nome, la porta del suo studio si aprì.
"Janet fai entrare il pross..." le ultime lettere gli morirono in bocca quando sotto la sua visuale arrivò Andres.
"Andres..." quasi sussurrò a se stessa, avvicinandosi a lui.
"A che gioco sta giocando? Eh?" le chiese alludendo a ciò che aveva detto a sua madre, non curandosi neanche delle persone presenti che ormai avevano preso a fissarlo.
"Andres, è meglio se entriamo nel mio studio."
"Ah, avanti che vuole fare? Ricominciare con quelle sue stupide domande alle quali non risponderò?"
"Ti prego, vieni." gli disse, non ascoltando minimamente le sue parole. 
Afferrò delicatamente il suo busto per aiutarlo ad entrare, e lentamente lo fece stendere sul piccolo lettino bianco poco distante. Lui non oppose resistenza, non ne avrebbe avuto la forza.
"Agh.." gemette per il dolore quando la sua schiena si distese completamente.
"Cosa diavolo avevi intenzione di fare? Farti uccidere per caso?" gli chiese, non appena ebbe chiuso la porta alle sue spalle.
"Perchè ha detto a mia madre che il nostro primo incontro era andato bene? Perchè vuole prenderla in giro?" le chiese, non curandosi minimamente della sua domanda.
Restò in silenzio per qualche secondo, solo il tempo di avvicinarsi e "studiare" tutte quelle ferite che ora stavano torturando il suo corpo.
"Ti ha sorriso mentre te lo diceva, non è cosi?" gli chiese improvvisamente.
Come faceva a saperlo? Come poteva essere possibile? 
"Cosa diavolo sta cercando di fare? Farmi credere che se mi impegnerò in ogni incontro andrà tutto bene? Che sarò finalmente felice? Eh? E' questo?"
"Ti ha sorriso. Certo che lo ha fatto." ripetè, cosi tanto sicura di se. 
"Ah, Dio! Cos'è questa? Una prova? Un test? Io.. Agh!" gemette ancora. La sua rabbia sembrava essere salita al massimo, ed ogni fibra del suo corpo dolente, sembrava volerlo incitare.
"Dovresti calmarti, tutta questa rabbia non ti farà stare meglio."
"Ah, certo." rise debolmente "Mi farà stare meglio darle ascolto? Credere alle promesse che inizierà a farmi non appena sentirò il bisogno di dover chiedere aiuto? Eh?"
Il suo respiro stanco e troppo veloce. Il suo cuore deciso ad uscirgli dal petto. Il suo corpo completamente inerme ed impotente. Per la prima volta sentiva di essere allo stremo delle forze, nella completa impossibilità di ribellarsi a qualunque cosa, come aveva sempre fatto e voluto fare.
"Voglio solo essere lasciato in pace, da tutti voi."

Spazio Autrice:
Buonaseraaa (?) Vi abituerete ai miei modi di salutare, tranquilli.
Beh tanto per iniziare, solo il primo capitolo e già 8 recensioni. Voi non potete immaginare quanto io ne sia felice, è un vero traguardo per me, è.. semplicemente fantastico. E sappiate che riprenderò a ringraziarvi costantemente, perchè, davvero... Grazie! Tengo anche a ringraziare (di nuovo, e so che forse avrò rotto tanto le scatole) eliss 17 per avermi fatto notare alcuni errori nel capitolo precedente. 
Eeeennulla (?) Nuovo capitolo e spero vi piaccia tanto quanto il precedente.
Un bacione graaande!
TeenAngelita_92
  
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