Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: Matt2291    13/06/2014    3 recensioni
Anno x792
La battaglia finale é giunta, Zeref sembra avere la meglio, quando...
La gilda dovrà vivere una situazione già affrontata a Tenroujima. Saranno coscienti, ma privi dei ricordi!
In quella che sembra una normale vita quotidiana, si nasconde una infinita illusione?
E cosa succederà quando la normalità si trasformerà in qualcosa che, a rigor di logica, è impossibile?
Vivere una vita normale, comporta anche relazioni normali e, talvolta, anche amori. Che succederà?
Leggete! :)
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza/Gerard, Gajil/Levy, Gerard, Gray/Lluvia, Lluvia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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***


Il ronzio del cellulare cominciò a produrre un fastidiosissimo attrito sul comodino vicino al letto. La forza era tale da smuovere il dispositivo con intervalli regolari e niente sembra rendersene conto.

Lentamente, il disturbo accigliò il sonno di Natsu, che stancamente tasta il mobile toccando la lampada, la sveglia e una penna che finisce poi a terra.

Aprì un occhio, sbuffando sonoramente. Il display del cellulare si accendeva e spegneva in continuazione, in attesa che la chiamata venisse assecondata. Allungò una mano e voltò lo schermo nella sua direzione.

Il nome era “Levy.”

La sera prima, una volta tornato a casa, si era dato da fare per dare una rapida ripulita alla camera. I frammenti di vetri erano stati rimossi dal pavimento, gli oggetti sparsi risistemati al loro posto e i rimanenti pezzi di vetro sul bordo della finestra distrutti. Ora restava un grande buco dal quale spirava un vento che gonfiava e faceva vibrare la tenda di tela blu, dove filtravano sottili raggi del sole mattutino.

Si stropicciò un occhio, sbadigliò sonoramente e rispose.


Pronto?”

Natsu! Era ora, ma che stai facendo?”

Stavo dormendo, tu che dici?”

Senti, non c'è tempo. Casa di Lucy dista poco da te.”

Lucy? Ma che c'entra lei adesso?.”

Non risponde al telefono e sono preoccupata!”

Forse sta ancora dormendo.”

Potresti passare da lei e vedere se sta bene? Ti prego!”

Va bene, ci penso io. Ci vediamo dopo a scuola.”


Una volta chiusa la chiamata, restò ad osservare lo schermo nero senza un'apparente ragione. Pigiò un tasto e controllò l'orario: le 07:28.

Sembrava strano riprendere la solita routine dopo tutto quello che era accaduto il giorno prima. Il mondo si era presentato ai loro occhi come mai lo avevano visto, e loro si erano presentati a lui come non si sarebbero mai aspettati.

Poteva benissimo essere definito un nuovo inizio nella loro vita, che non sarebbe di certo rimasta sempre la stessa.

Sembrava di essersi appena risvegliati da un sogno incredibilmente fantastico e quindi impossibile, ma non era così. La chiazza carbonizzata alle sue spalle, sapeva che se si fosse voltato l'avrebbe trovata lì, nonostante il tappeto preso dal salotto la scorsa sera nulla avrebbe cancellato quell'immagine ai suoi occhi e dalla sua mente.

Acciambellato sulle coperte, Happy sonnecchiava tranquillo, completamente rilassato e probabilmente privo di qualsiasi preoccupazione.

Chissà se posso fare come lui.”

Alzò una mano fin davanti il viso, e sotto diretto ordine della sua mente questa prese fuoco, riempiendo l'ambiente di ombre prima d'ora invisibili.

Studiò i colori di quella fiamma nei minimi particolari, trovandovi l'impossibilità di definirla perché costantemente sotto continuo cambiamento. Proprio per quello l'affascinava.

La fiamma ardente dentro di sé lo faceva sentire vivo, e se è vero che l'utilizzo delle proprie capacità rispecchia il suo utilizzatore, allora doveva esserne assolutamente cosciente.

Ieri ho bruciato solo delle cose a casa di Mira, ma avrei potuto ferire qualcuno.”

Spense la fiamma e fissò il vuoto, l'espressione tesa sul suo volto e i pensieri attivi sulle conseguenze delle sue azioni dal quel momento in avanti.

Utilizzerò questi poteri solo se necessario, non posso rischiare” strinse un lembo della coperta e annuì, convinto delle sue parole.

Scosse dolcemente Happy fino a svegliarlo, dopodiché si alzò e si chiuse in bagno. Scesero entrambi a fare colazione, arrangiandosi stavolta a prepararsi qualcosa per conto proprio e uscirono di casa, chiudendo accuratamente la porta a chiave.

Ricordava bene di dover passare prima a casa di Lucy, quindi, per evitare di fare un viaggio a vuoto, prese il cellulare e compose il numero dell'amica. Pochi secondi dopo incominciò a squillare.




Il letto appariva completamente disfatto e abbandonato. Poco lontano, la porta del bagno era spalancata e di tanto in tanto una corrente d'aria la smuoveva di qualche centimetro. All'interno, delle lunghe gambe nude restavano immobili sul freddo pavimento, così come il resto del corpo nella sua sottana acqua marina, stropicciata e in parte bagnata. Stesa su un fianco, Lucy si trovava sotto il lavandino e vicino il water, priva di sensi. I capelli sparsi sul pavimento e a coprirle la fronte e parte della guancia e un'espressione di sofferenza a rovinarle il viso.

La musica del suo cellulare cominciò a risuonare dalla camera, che però non venne udita. Né da lei, né da nessun altro.

La finestra, rimasta socchiusa trapelava forti spifferi che smossero qualche foglio di carta sulla scrivania della ragazza. Su questa, la lettera scritta la sera prima si sollevò appena. Poi, un soffio piu' forte la spinse oltre il bordo, facendola cadere a terra. Volteggiò, prima di toccare il pavimento in assoluto silenzio. Il cellulare smise di squillare e i vetri della finestra esplosero verso l'interno, spargendo schegge in tutte le direzioni.




Niente da fare, non ha risposto.”

Natsu ripose il telefono in tasca e incominciò a camminare, seguito da Happy, che lo guardava incuriosito.

Che hai, Natsu?”

Il piccolo amico si era subito accorto dell'espressione strana che aveva assunto il ragazzo, e nonostante fossero insieme da molto tempo non aveva mai visto nulla di simile. Ad ogni suo passo, Happy ne faceva due.

Levy è preoccupata per Lucy, e non so perchè adesso lo sono anch'io” ammise, assottigliando le labbra.

Casa di Lucy distava solo pochi minuti dalla sua e il passo svelto gliela fece raggiungere senza quasi rendersene conto.

Come la sua, Lucy abitava in una casa su due piani, anche se un po' piu' piccola. Il giardino ben curato aveva delle piccole aiuole ovali formate da pietre bianche e sulla destra, un tavolino rotondo con tre sedie faceva la sua figura come emblema estivo, seppur passato.

Raggiunse la porta e cominciò a bussare, senza però ottenere risposta.

Lucy, sono io, Natsu!” Gridò, battendo pugni sempre piu' forti.

Indietreggiò alcuni passi e puntò gli occhi ai piani alti, dove c'era la camera della ragazza. Il balcone non permetteva la visibilità quindi fece altri passi indietro, finché non vide qualcosa di molto familiare. Il bordo della finestra occupava tutto lo spazio, ma il vetro era stranamente scomparso. Aguzzando la vista, vide dei luccichii affilati come lame spuntare lungo il legno.

Ma la finestra è rotta?” L'ansia avvolse la sua voce, e in un batter d'occhio un calcio scardinò la porta, che volò verso l'interno in un gran trambusto.

Lucy!” Volò lungo le scale e aprì un paio di porte prima di trovare quella giusta.

Aprì di slancio la camera della ragazza, e il silenzio sembrò calare solo in quel momento. Entrò, lentamente, esaminando le coperte prive della sua amica che sembravano volerlo soggiogare. Happy arrivò solo in quel momento, guardandosi intorno con aria circospetta.

Il graffiante scricchiolio sotto le scarpe di vetri rotti rendevano la scena suggestiva e particolare. Il chiarore del sole a illuminare quell'ambiente era una chiara contrapposizione di emozioni. La preoccupazione di non vedere Lucy e i vetri rotti suggerivano una infiltrazione esterna.

Natsu, è qui!” Gridò Happy dal bagno. Il ragazzo corse subito a vedere e un groppo in gola gli si formò improvvisamente.

Lucy, mi senti?!” S'inginocchiò subito vicino a lei e la prese tra le braccia, portandola poi in camera. Happy tolse i frammenti di vetro dalle coperte e la ragazza venne delicatamente adagiata.

Sembrava respirare normalmente, quindi forse non c'era nulla di grave.

Natsu prese velocemente il cellulare e incominciò a digitare.

Chi stai chiamando?”

Un dottore” rispose, portandosi il telefono all'orecchio e buttando l'occhio sull'espressione tranquilla della ragazza. La veste striminzita metteva in risalto ogni minima curva di quel corpo slanciato e questo Natsu non poté evitare di constatarlo. Si chiese se dormisse sempre in quel modo.

Happy scrutava entrambi, preoccupato in particolar modo per la ragazza che avevano trovato distesa sul pavimento del bagno. Se si era sentita male dovevano subito fare qualcosa.

Andiamo, rispondi!” Il telefono continuava a squillare senza alcun risultato e questo non faceva che farlo arrabbiare e preoccupare allo stesso tempo.

Un cigolio improvviso fece voltare entrambi di scatto. I loro occhi videro un'anta dell'armadio aprirsi molto lentamente e terminare la sua corsa con un suono gracchiato e piu' basso. All'interno, si potevano vedere una moltitudine di vestiti di ogni sorta di colore e stile, ma non fu quello a far assottigliare gli occhi di Natsu, che ebbe la sensazione che qualcosa si muovesse nella penombra.

L'istante divenne infinito, fino a quando delle fauci sguainate non puntarono su di lui, che evitò per un soffio buttandosi a terra.

Si rialzò immediatamente, studiando la strana creatura dal pelo nero e disordinato che li guardò con i propri occhi di un rosso vivo e macabro. Il sospiro di rabbia provenire da quei denti affilati appariva caldo e nauseante, la schiena ricurva tipica di un predatore pronto ad attaccare e squartare la sua preda con ogni muscolo teso e tremante di malignità.

Un cane!” Gridò Happy, spaventato a morte.

Natsu capì immediatamente che quello non era un cane come gli altri, emanava una sinistra carica negativa. Senza alcun preavviso, la creatura scattò ancora verso di lui, che si schiantò contro l'armadio dopo averla di nuovo evitata. Tuttavia, il colpo non sembrava avergli procurato molti danni e con ferocia lo attaccò ancora. Stavolta Natsu non si fece trovare impreparato e infuocò il suo pugno che si abbatté con forza sul muso del mostro, che finì contro la parete, crepandola. Pensò di averlo sconfitto, ma questi rialzò quasi subito, scrollò la testa e ripartì all'attacco.

Le arti marziali gli avevano donato un'ottima agilità e non gli fu difficile evitare gli attacchi e contrattaccare allo stesso tempo. Un pugno sulla schiena immobilizzò la creatura a terra e con rapidità la bloccò per il collo. Dimostrava una gran forza sotto la sua presa ma Natsu strinse ancora piu' forte, impedendogli di fuggire.

Va' all'inferno!” Con un sonoro crack, l'incontro finì. Gli occhi rossi si spensero fievolmente come lampadine e ogni minimo movimento cessò del tutto.

Natsu si rialzò, ansimante. Sebbene se la fosse cavata non aveva trovato risposta alla domanda cosa fosse. Pochi secondi dopo, il corpo si dissolse in una nebbiolina scura, che sparì nell'aria, lasciando il ragazzo con ancora piu' domande.

Un altro suono gli fece affiorare i nervi, ma il sollievo sostituì la preoccupazione quando si accorse che si trattava di Lucy che riprendeva conoscenza.

Natsu?” Sussurrò, riconoscendolo immediatamente. Aprì gli occhi del tutto, ritrovandosi spaesata in mezzo tutto quel caos. Happy sbucò da dentro il bagno, tirando un sospiro di sollievo nel sapere che era tutto finito.

Che è successo alla mia camera?” Appena vide la busta della sera prima a terra si alzò di scatto, e ignorando i frammenti di vetro che probabilmente stava calpestando, la prese e strinse forte a sé, nascondendola.

Lucy, aspetta, così ti farai male” prese velocemente un paio di ciabatte e gliele porse. Lucy lo ringraziò e prima di metterle, tolse le piccole schegge di vetro che si erano solo attaccate alla pelle senza ferendola. Tranne una.

Un frammento si era conficcato nella pianta del piede e adesso stava gocciolando sangue sul pavimento. Lucy non poté che darsi della stupida.

Una volta seduta sul letto, Natsu prese delle pinzette e un disinfettante.

Non hai visto i pezzi di vetro per terra?” Chiese il ragazzo rimproverandola, mentre toglieva la scheggia di vetro senza farle troppo male.

Si può sapere che è successo in camera mia?” Ribatté, ignorando la domande. Natsu sbuffò e svitò il tappo del disinfettante, ne porse un po' nell'ovatta e tamponò la ferita.

Prima dimmi perché ti ho trovata priva di sensi in bagno.”

Lucy s'ammutolì. In un primo momento restò confusa, ma poi capì di non essersi mai alzata la notte scorsa dal gelido pavimento.

Vuoi dire che mi hai messa tu sul letto?”

Natsu annuì, posando la bottiglietta e prendendo un cerotto.

Il ricordo di quel sogno si ripresentò alla sua memoria, e subito avvertì una morsa al cuore. Sebbene quei bagliori fossero meravigliosi, la ragazza sembrava soffrire quando è scomparsa e i suoi sentimenti li aveva chiaramente avvertiti.

Ho fatto un sogno strano stanotte. C'era una ragazza che diceva fossimo tutti in pericolo” mormorò, distogliendo lo sguardo verso la parete che presentava una evidente spaccatura. “Perché il mio muro è rotto?” S'arrabbiò, voltandosi e perdendo improvvisamente le parole alla vista così vicina di Natsu, che la stava osservando stupito. La prese per le spalle, sorprendendola.

Lucy, raccontami esattamente quel sogno!”




La campanella trillò per la seconda volta e tutti gli studenti rimasti in cortile si apprestarono a raggiungere le loro classi. I postumi della sbornia si poteva vedere su alcuni volti scavati dall'insonnia o dalla ritrovata mattina abbracciati al water a rigettare pure l'anima.

Erza, in quanto presidente d'istituto, si trovava nell'aula del consiglio studentesco a controllare il rapporto dei corsi della scuola. Le nuove iscrizioni degli studenti del primo anno erano arrivate e toccava a lei trascrivere ogni nome negli appositi registri.

Presidente, la campanella è suonata, sicura di voler restare qui?” Chiese una ragazza con corti capelli neri, vicino la porta.

Sì, non preoccuparti, verrò piu' tardi in classe” detto ciò la ragazza accennò un inchino e lasciò Erza da sola.




Le lezioni erano incominciate ma Gray non riusciva a concentrarsi. Di tanto in tanto si voltava verso i posti vuoti dietro di lui, chiedendosi dove fossero finiti Natsu e Lucy. Stesso per Lisanna, che sembrava particolarmente pensierosa e questo Gray se ne era accorto.

Poco prima, quando l'aveva chiamata, questa non si era minimamente accorta di nulla, tirando dritta e lasciando il ragazzo confuso. Anche in quel momento la lezione sembrava l'ultimo dei suoi problemi. La penna picchiettava il banco svogliatamente e un broncio non voleva lasciarla andare.

Ricordava degli strani dettagli della sera precedente, così nitidi che faticava a credere che si fosse trattato solo di un sogno. Natsu l'aveva presa in braccio e rassicurata con degli occhi estremamente determinati. Il solo pensiero le faceva galoppare il cuore.

Aveva stretto la sfera nella sua mano e da lì ricordava solo di essersi svegliata in camera sua. Quella stessa mattina non era riuscita a ragionare ulteriormente sulla questione poiché le urla di Mira l'avevano terrorizzata. Con orrore, scoprì che qualcuno aveva bruciato parte del tappeto e del divano. Gli indizi a disposizione era inesistenti e non era stato possibile indicare un colpevole. Ora come ora, Mira si trovava nella sua classe a seguire placidamente la lezione, ma dentro di sé la collera cresceva in modo esponenziale. Voleva assolutamente sapere chi era stato, perciò decise che durante l'intervallo avrebbe chiesto un po' a tutte le persone che erano venute, senza però forzarle. A fine giornata, se il colpevole avesse ammesso la sua colpa subito, avrebbe ponderato l'idea di perdonarlo. Caso contrario, avrebbe impiegato tutte le sue forze per scoprire il colpevole e rovinargli la vita per sempre.




Poco lontano dalla Fairy Tail High School c'è una scuola media, la Fairy Hills, filiale della scuola superiore. Capitavano delle volte che professori di una scuola si recassero nell'altra per sostituirne qualcuno assente, e quel giorno era toccato a Gerard.

Il ragazzo passeggiava tranquillamente lungo il marciapiede con la sua cartelletta alla mano e un fischiettio ad accompagnarlo. Raggiunto l'entrata, poté constatare la differenza con la sede centrale. L'edificio era certamente piu' piccolo ma non per quello meno accogliete. Le mura erano di un giallo sporco e il tetto in tegole color ceramica.

All'esterno, parcheggiate ordinatamente, lunghe file di biciclette appartenenti agli studenti campeggiavano ai lati del viale, affiancato da un corto prato a circondare l'intera proprietà. Una decina di finestre formavano tutte le classi esistenti e nulla piu'.

Gerard tirò fuori dalla tasca un foglietto e lesse il nome della classe: 2E.

Entrò nell'edificio, salutò la segreteria didattica posta nell'atrio e prese le scale fino al primo piano. Le mura erano di un verdino pallido e le porte di ogni aula bianche e in resistente plastica e ferro. Superate alcune, raggiunse quella assegnata. Bussò un paio di volte ed entrò. Il vociare dei ragazzi lo colpì immediatamente. Qualcuno ascoltava la musica, alcuni erano riuniti a gruppi a chiacchierare e i piu' timidi seduti al proprio banco a leggere un libro o farsi gli affari propri.

Rassegnato, prese posto sulla cattedra, invitando i giovani studenti a fare lo stesso. Dopo vari richiami, riuscì a portare un po' di ordine, soprattutto tra le ragazzine, che sembravano divorarlo con gli occhi.

Bene ragazzi, il vostro insegnate è assente oggi quindi lo sostituirò io per un paio d'ore. Fate quello che volete ma in silenzio mi raccomando. Per qualsiasi cosa sono qui, domande?”

Una ragazzina alzò subito la mano.

Sì?”

Lei è fidanzato?” La domanda provocò una risatina maliziosa unisona, ma Gerard non ne restò turbato e rispose.

No, non lo sono” disse tranquillo, suscitando sguardi ancora piu' provocanti.

Non poteva dirlo, ma a quella domanda una persona era subito apparsa nella sua mente. Poiché non sembrava esserci altro scostò la sedia per sedersi, ma una mano si alzò lentamente verso l'alto, richiamando la sua attenzione. La ragazzina aveva dei lunghi capelli blu raccolti in due code e l'uniforme scolastica assolutamente impeccabile. La cosa che lo stranì fu il suo sguardo, come in trance. S'avvicinò, chiedendo cortesemente di parlare.

E-ecco io volevo sapere se per caso ci fossimo già visti da qualche parte” sussurrò, temendo di apparire una sciocca. Gerard la osservò a lungo e n effetti il suo viso non gli sembrava affatto nuovo, anche se non gli faceva venire nulla in mente.

Non saprei, posso sapere il tuo nome?”

Wendy, Wendy Marvel.”








Ed ecco il cagnolino che chiameremo Pallino ^^


Angolo Autore:

Salve!

Sono un po' in ritardo lo so, ma vi avverto che la cosa potrebbe ripetersi.

Sono in periodo esami e non posso battere la fiacca, perciò il tempo per scrivere si accorcerà un po' :/

Senza contare che questo caldo è terribile!

Allora, niente di particolare purtroppo, ma qualche volta servono capitoli così ^^

Ringrazio: Kyros, jaki star e LadyAstral, un caloroso (no, grazie) abbraccio XD

Alla prossima!

Ciao!


Matt

  
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