Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Gerugber    13/06/2014    0 recensioni
E se Gesù fosse rinato donna?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fratelli, figli, uomini, sapete quale è il regalo più grande che vi abbia mai fatto mio Padre? Non crearvi donne. Sorelle, figlie, donne, chiedo scusa da parte della Santissima Trinità per avervi dato questo fardello da portare sulle spalle. Io chi sono? Ho tanti nomi, c’è chi mi chiama il Salvatore, chi il figlio di Davide, chi semplicemente Gesù, o meglio, in questa vita mi chiamo Beatrice, colei che porta felicità. Vi starete domandando il perché di tutto questo, ora ve lo spiego. Dopo essere morto la prima volta ed essere tornato a casa del Padre (portandomi un po’ di amici dagli Inferi) parlammo del più e del meno e un giorno gli chiesi “Padre, perché sono sceso sotto forma di uomo? Non potevo essere una donna?” e lui mi rispose “Figlio mio, una donna, veramente mi stai chiedendo questo? Hai visto quanto valgono le donne nel mondo in cui ti ho mandato, non ti avrebbe ascoltato nessuno e ti avrebbero lapidato ancora prima che riuscissi ad aprire bocca.” Quando finì di parlare ci pensai un po’ su e dissi “Voglio riprovarci Padre, come donna questa volta” “Oh Figlio mio, hai perso per caso il senno? Cosa ti dice il cervello? Hai visto cosa ti hanno appena fatto?” “Padre, ho insegnato a non aver paura di diffondere la Parola, che maestro sarei se io stesso non ascoltassi i miei consigli?” “Ebbene, se questa è la tua decisione, che così sia. Ma questa volta non hai una missione. Vai, vivi la vita di un normalissimo essere umano, e poi torna e dimmi tutto quello che hai imparato.” Ecco, ed è così che mi ritrovai sulla Terra sotto forma di donna. Senza accorgermene durante la breve discussione tra me e mio padre, sulla Terra erano già passati duemila anni. 25 giugno 1990, è la data del mio compleanno, quando ero Gesù ero stanco di festeggiare i compleanni l’inverno al freddo e al gelo, quindi scelsi una stagione più calda. Questa volta non ci furono angeli che annunciarono il mio arrivo, stelle cadenti, pastori che mi vennero a salutare, re magi che mi portarono doni, o re pazzi che mi davano la caccia. Nacqui come un qualsiasi altro bambino sulla faccia della Terra, all’ospedale. Intanto che il tempo passava io cominciavo a crescere, dovetti ricominciare a imparare a leggere e a scrivere, a parlare, e a fare un sacco di altre cose. C’erano un sacco di invenzioni nuove che nella scorsa vita non c’erano, come la televisione! Sapete che cosa è la televisione? E’ come una scatola che fa vedere delle immagini e che parla! E’ bellissima, ci passavo le mie giornate quando ero piccola. Per non parlare delle docce, dei lavandini, dei gabinetti, e delle bottiglie dell’acqua, vi rendete conto? Acqua in bottiglia! Acqua, acqua, acqua sempre a disposizione senza bisogno di andare al pozzo o al fiume solamente girando un rubinetto o premendo un bottone. Crescendo iniziai ad andare all’asilo, dove ogni volta cercavo di far capire a una bambina, che mi rubava le bambole, che le cose si potevano condividere, ma lei non mi ascoltava mai e mi urlava sempre contro delle parole a caso. Finito l’asilo andai alle elementari, e ogni anno era sempre peggio. Mi ricordo che l’ultimo giorno di quinta elementare un bambino mi chiese se gli leccavo la banana e io mi domandai perché mai avrei dovuto leccare una banana, anche se non ci misi molto a capire cosa intendesse. Gli anni delle medie furono gli anni degli ormoni. Sesso, sesso, sesso non si parlava d’altro. Mamma mia che imbarazzato! E non potete neanche immaginare i commenti delle altre ragazze, mi sentivo in imbarazzo per loro. L’unico posto in cui mi sentivo al sicuro era a catechismo, sapevo tutte le risposte a tutte le domande (non giudicatemi, era una delle poche cose che non dovevo studiare). Ovviamente come potete immaginare ero e sono molto religiosa, ogni tanto andavo in chiesa per aggiornare il Padre su le ultime cose che avevo imparato, come facevo tutte le sere prima di addormentarmi. Finite le medie, le superiori furono un trauma, sia perché mi arrivò il mio primo ciclo (non lo auguro a nessuno) sia perché il mio soprannome era “Bea, la suorina verginella”, che tra le altre cose non faceva neanche ridere. Passai cinque anni a vedere come molte persone della mia età iniziarono a rovinarsi iniziando a fumare, a bere, a commettere atti impuri. Un giorno una mia compagna di classe disse a tutti di essere incinta e io le chiesi come era possibile, non era ancora sposata, e lei mi rispose “Non siamo tutti come te Bea la suorina verginella” e si mise a ridere. No, no e ancora no, era tutto tremendamente sbagliato. Cosa era successo? Almeno l’ultima volta che venni c’erano un minimo in più di regole, ora neanche quelle. Ora parliamo del presente. Oggi è il 26 giugno 2014, e ieri ho compiuto ventiquattro anni. Mia mamma si chiama Maria e mio padre Giuseppe (lo so, Papà non ha molta fantasia) e sono separati. Ora, lo so che il divorzio è sbagliato, che non dovrebbe esistere, ma signori, anche io avrei divorziato da uno come mio padre. Urlava, la picchiava, non faceva mai niente in casa, povera mamma. Sono figlia unica e vivendo sola con mia madre faccio la cameriera per arrotondare le spese in casa, non guadagno tanto ma abbastanza per tirare avanti. Il mio tempo libero lo impiego facendo volontariato e aiutando la parrocchia, ad esempio con servizio di educatrice con i bambini, che, mi dispiace dirlo, arrivano massimo a quindici quando sono tanti. Ma in realtà la comunità della mia chiesa in generale era composta da poche persone. Ora, non per puntare il dito verso nessuno ma il mio parroco, don Arnaldo, non è esattamente, com’è che dite voi… l’anima della festa? Ogni tanto durante le omelie della messa perdo il filo del discorso e di quello che vuole dire, magari un momento prima parla della Genesi e il momento dopo, perché mi sono distratta per un secondo, parla di tutt’altra cosa per niente collegata alla prima. E poi è un uomo pesante e logorroico, i suoi discorsi sono sempre seguiti da silenzi imbarazzanti, ma in fondo è un brav’uomo.  Come lui ci sono persone brave, di buon cuore, a cui voglio un sacco di bene. Persone che valgono veramente più di tutto l’oro del mondo. Ho poco d’altro da raccontarvi della mia breve vita da donna, ma posso dirvi che è estenuante, mi sta stancando molto di più di quando ero Gesù, ma una cosa ve la so dire, quando morirò, e risalirò al Padre, la prima cosa che dirò sarà “Padre, hai presente il progetto che volevamo per il nostro mondo? Ecco, non è che sia andato proprio a buon fine.”
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Gerugber