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Autore: LoonyZombiee    13/06/2014    0 recensioni
-Estratto dal Capitolo 9-
"Lo guardo, mi guarda e poi mi bacia con tutto l’amore che ha in corpo ma io non ricambio. Si stacca e guardandolo con gli occhi vitrei rispondo “non avevo bisogno di un bacio, avevo bisogno di un abbraccio” me ne sto andando ma lui mi stringe tra le sue grandi braccia e per un po’ sento che questo gesto basti per cancellare tutto quello che ho sofferto. Mi aggrappo a lui stringendolo forte come se non volessi farlo andare più via. E’ strano perché Thiago potrebbe ferirmi più di tutte le cicatrici aperte che ho ma in questo momento è l’unica cosa che può tenermi salva."
***
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Cris Morena; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Erotico, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hija de la luna '
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Capitolo 1: Ojos verde mar
La mattina dopo mi sveglio verso le 8.30, mi rimetto i vestiti di ieri e per fortuna come speravo in giro non c’è nessuno. Prendo il mio borsone nero ed esco con aria guardinga, mi muovo veloce e silenziosa nella casa e in pochi minuti raggiungo il grande cancello verde lancio il borsone dall’altra parte e inizio a scavalcarlo. Atterro sul brecciolino e mi accorgo che la villetta è situata in una piccola piazza che al centro ha una fontana in marmo bianco. Mi perdo nell’osservarla tanto da non accorgermi d’averla raggiunta e che la mia mano sinistra ne sta accarezzando la pietra fredda e ruvida. Mi do uno scossone e inizio a ripetermi mentalmente che non ho tempo da perdere. Do un’ultima occhiata alla casa prima di scappare, dopo di che tutto avviene troppo veloce, vedo la donna col turbante che sta per uscire dal cancello e in una frazione di secondo poggio il borsone a terra e mi butto nella fontana ma qualcosa va storto. Una mano forte mi tira fuori da lì e mi ritrovo a fissare due occhi verde mare, mi ci tuffo dentro e per un attimo mi scordo della fuga e del fatto che sono completamente bagnata. Sono talmente incantata che non mi accorgo di avere un sorriso da ebete e che lui mi ha appena fatto una domanda ‘stai bene?’ la sua voce è calda e dolce e riesce a infondermi un senso di sicurezza. Faccio un respiro e sto per rispondergli quando qualcuno ci interrompe
“Signorrrino Thiago che ci fai qui?”
“Ciao Justina, sono appena tornato da Londra”.
Justina ah è così che si chiama la donna col turbante.
“Bene, orrra che hai conosciuto la nuova arrrivata, vai in casa a salutarrre tuo padrrre che di lei mi occupo io”.
Fa per avvicinarsi a me ma Thiago la ferma.
“No, Tina, ci penso io” le fa un sorriso forzato, prende il mio borsone e mi trascina via. Appena superiamo il cancello mi fermo “sei stato gentile ma adesso posso andare pure da sola” sto per andarmene ma lui mi stringe più forte “Non esiste, devi asciugarti! Vieni con me” mi sorridere e mi dimentico d’aver pensato di rifiutare. Mi trascina su per quelle immense scale e giunti davanti ad una delle tante porte blu entriamo e mi accorgo che è la sua camera da letto. Mi dice di aspettare due minuti e dopo un po’ mi porge un asciugamano candido e profumato, un paio di jeans neri stinti a vita alta e una canottiera nera che all’altezza del petto ha uno scollo a ‘V’ coperto da una trasparenza nera. Li guardo un po’ scettica, lui intuisce il mio disagio e porgendomeli una seconda volta aggiunge “Li avevo presi per mia zia ma non importa in questo momento è più importante che li abbia tu”. Mi sorride un’altra volta ed io accetto un po’ perché il suo sorriso mi manda in tilt e un po’ perché sto tremando dal freddo, mi accompagna davanti al bagno e dice “ti aspetto qui fuori”. Mi asciugo i capelli e il corpo tenendo solo le mutande, mi vesto e in quel momento mi pento di non indossare il reggiseno perché specchiandomi mi accorgo che sotto la trasparenza si vede il solco dei miei seni. Cerco di non pensarci troppo e mi rimetto le scarpe che sono ancora un po’ umide, do un’ultima occhiata allo specchio e sembro più alta di come sono in realtà ma nonostante questo mi sento una ragazzina che ha rubato i vestiti alla madre. Mi faccio un po’ di coraggio ed esco. Thiago è appoggiato alla parete ma appena apro la porta si gira verso di me con un’espressione sorpresa poi lancia un’occhiata maliziosa al mio petto che mi fa avvampare ma cerco di dissimularlo meglio che posso.
“sei bellissima” dice avvicinandosi fa un sorriso sexy e sta per bloccarmi alla parete ma riesco a farmi da parte in tempo “grazie…per i vestiti” gli faccio un timido sorriso e sto per andarmene quando lui mi tira per un braccio e ci ritroviamo faccia a faccia. Con una voce più roca di prima mi sussurra sulle labbra “non mi hai ancora detto come ti chiami” cerco di guardargli gli occhi invece che la bocca, faccio un respiro nel tentativo di controllare la voce
“Marianella. Ma preferisco essere chiamata Mar”
“Sei bellissima”
“che?” non riesco a trattenermi dal ridere perché non credo a quello che mi ha appena detto. Lui arrossisce e senza scusarsi cambia discorso
“non sei argentina, vero?”
“sono nata in Italia” continua a stringermi guardandomi prima gli occhi, poi le labbra e infine il petto per poi risalire.

“Devo andare”
“Sì”
“Allora lasciami”
“Sì, scusa”
Me ne sto andando ma poi ci ripenso, mi giro con il miglior sorriso che so fare gli dico “ci vediamo” e gli faccio l’occhiolino. Ricomincio a camminare e dopo un po’ sento un respiro caldo all’altezza dell’orecchio “questo è certo” tre parole che mi fanno sorridere come un idiota.
Rientro in camera e mi piego per sistemare il mio letto, stavo pensando a due occhi verde mare quando una voce alle mie spalle mi fa saltare “eppa!” solo in quel momento mi accorgo di essere piegata a 90° mentre indosso dei jeans attillatissimi con dietro tre maschi che mi sorridono maliziosi. Mi giro per guardarli in faccia, due di loro sono abbastanza alti, probabilmente hanno un anno in più di me, mentre l’altro è bassino ma si vede anche dalla faccia che è il più piccolo. “E così tu sei quella nuova” dice girandomi intorno il ragazzo con gli occhi color delle tempeste e i capelli mossi e biondi, ha le spalle larghe e sembra abbastanza muscoloso sotto i vestiti di qualche taglia in più, mi sta studiando guardando con attenzione ogni curva del mio corpo e questo mi da piuttosto fastidio “hai finito di farmi la radiografia?” gli dico con meno astio possibile perché non voglio dargli nessuna soddisfazione.
“Perché ti da fastidio?” mi attira a sé mettendomi le mani dietro la schiena
“No”
 “A me sì però” il mio sorrisetto ironico si spegne non appena incontro due occhi verdi fatti di ghiaccio prima che possa fermarmi la mia bocca va da sola “che?”.
Per caso è gelosia quella che vedo? No non è possibile non può essere geloso. Ho le sopracciglia incarnate e lo sto fissando, tutti lo stiamo fissando.
“No dicevo che sono venuto a portarti il borsone te lo sei scordata in camera mia”,
Gli altri ragazzi a queste parole lanciano occhiate maliziose verso me e verso il ragazzo che è appena entrato “non pensavo fossi impegnata” conclude lanciando uno sguardo in direzione del ragazzo che mi sta ancora stringendo. Mi tolgo velocemente le sue mani di dosso e vado a prendere il borsone “grazie” gli sorrido poco convinta e faccio per andarmene ma prima che possa fare un passo mi prende la mano libera e con fare provocatorio mi dice
“non ti sei scordata qualcosa?”.
Con fare teatrale mi porto una mano alla testa e dico
“giusto! I vestiti…mi cambio e te li porto”.
“Per me puoi toglierteli pure ora” adesso è il biondo a parlare.
Alzo gli occhi al cielo “ ti piacerebbe”
“in effetti sì” lo guardo in cagnesco ma per fortuna Thiago, visibilmente irritato, ci interrompe:
“No i vestiti sono tuoi, puoi tenerteli. Io parlavo di un bacio.”
Mi avvicino al suo viso in modo romantico mentre lui sorride vittorioso, le nostre labbra si stanno per toccare ma io prontamente gli tiro uno schiaffo in pieno viso.
“Che pretese! Non t’ho mica chiesto io di fare il principe azzurro della situazione facendomi uscire dalla fontana! Mi ci sono buttata dentro così Justina non mi avrebbe vista mentre tentavo di scappare ma tu hai pensato bene di rovinarmi la fuga. Quindi è per questo che hai fatto il carino, volevi qualcosa in cambio, no? Beh scordatelo!”
Ecco, faccio bene a essere diffidente perché nessuno qui ti regala niente senza chiedere qualcosa in cambio.
“Che stai dicendo! Ti ho aiutata solo perché pensavo che fossi caduta nella fontana e non che ti ci fossi buttata di proposito…comunque perché stavi scappando?” dice toccandosi la guancia arrossata
“questi non sono affari tuoi” lo freddo.
 “Che ti prende? prima quando mi stavi appiccicata come una cozza non eri così aggressiva”
“Cosa? Sei tu che mentre me ne stavo andando mi hai tirato per un braccio attirandomi a te”
“Sì ma non sembrava che ti dispiacesse!”
“Senti sei stato gentile a riportarmi il borsone però adesso puoi anche andare, grazie!” dico in maniera brusca.
“Io non me ne vado senza il bacio” dice con una voce provocatoria e il suo ormai famoso sorriso malizioso
“Vuoi un altro schiaffo?”
“No, comunque dovremmo cercare di andare d’accordo ora che sei stata adottata da mio padre sei come una sorellastra”
“Allora non vorrai fare un incesto, no? E stammi lontano così è sicuro che non litighiamo” no, non posso averlo detto veramente.
Voglio davvero stargli lontana? Forse no ma è meglio così. E’ un riccone e con me non centra niente, avrà tante ragazze che gli muoiono dietro perché dovrebbe interessarsi a me?.
“E’ questo che vuoi?”
“Sì” gli rispondo in modo più distaccato possibile.
“Bene!” lo dice quasi urlando, lanciandomi un’occhiata a metà tra l’arrabbiato e il ferito, esce sbattendo la porta.
Do un cazzotto al pungiball che ho appeso sopra al mio letto e il bruciore alle nocche mi fa sentire meglio.
“Appena arrivata e già spezzi cuori” dice il biondino riavvicinandosi
“se non ti fermi subito ti faccio vedere come sono brava a spezzare le gambe.”
“Sei aggressiva, mi piace. Sono Tacho comunque”.
Mi porge la mano destra che sbuca solo a metà dai polsini troppo larghi della sua camicia. Glie la stringo con diffidenza e un po’ scocciata gli rispondo.
Giro la testa e mi scontro con due occhi azzurro cielo bellissimi, un sorriso dolce e una massa di capelli castano chiaro leggermente mossi che fanno capolino da un cappello a borsolino nero.
La sua voce vellutata mi riporta alla realtà “Io sono Rama” gli riservo un sorriso sincero, non so perché ma questo ragazzo mi ispira dolcezza. Continuiamo a guardarci fino a che il ragazzino con una zazzera bionda s’intromette facendoci allontanare
“eii fatti da parte è il mio turno di presentarmi alla pollastra”
mi esce una risata di cuore che diventa più forte quando mi prende una mano e la bacia dicendo “bellissima, io sono Lleca” poi vedendo la mia faccia divertita il suo bel sorriso si trasforma in un’espressione offesa ed io sono costretta a giustificarmi
“sei tanto carino e se rido è perché non sono mai stata trattata così bene”.
Gli lascio un delicato bacio su quei capelli spettinati e lui sorride sornione ma l’ultima frase che ho appena detto mi provoca ricordi dolorosi, strano a dirsi ma in quel momento sono grata a Justina per la sua irruzione nella mia stanza.
“Oggi è la festa di fidanzamento della signorrrina Malvina con Nicolas Bauer e non perrrmetterrrò a voi rrratti immondi di rrrovinarrrla! A lavorrrarrre!”.
Lavorare? Qualcosa qui non mi quadra, ho la sensazione d’essere all’oscuro di qualcosa. Justina nota la mia faccia stranita così si avvicina
“Tu poveraccia! Chi ti ha dato questi vestiti?”

“Thiago”
Mi tira uno schiaffo in pieno viso ma non mi scompongo per niente e questo la lascia un po’ sorpresa ma si affretta a mascherarlo per non darmi nessuna soddisfazione.
“Signorino Thiago” mi corregge “volevi scappare, vero? Te ne pentirai amaramente di questo e di esserti avvicinata a un Bedoya Aguero!”
Mi lancia un’occhiata di puro odio dopo si rivolge ai ragazzi lasciandomi qualche minuto di tregua
“Andate a lavorrrarrre. Ho da farrre in prrrivato con questa rrratta” .
I ragazzi si muovono verso l’uscita incerti e mi è chiaro che non vogliono lasciarmi da sola con Justina così prendo in mano la situazione
“Andatevene” dico con voce sicura.
Non ho paura.
Sono stata picchiata tante volte una in più non mi spezzerà.
Con i volti contrariati i ragazzi se ne vanno e nella stanza rimaniamo solo io e la donna con il turbante sui capelli e la rabbia negli occhi.
 

Ciao a tutti, spero che questo capitolo vi sia piaciuto :)
Secondo voi i due 'fratellastri' riusciranno a stare lontani?
E cosa farà Justina alla nostra protagonista?
*me la sento telecronista*
Lo scoprite nel nuovo aggiornamento del 16 giugno.
Un beso muy grande,
                                  LoonyZombiee.
  
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