~~Mi trasferì a Londra, perché i miei trovarono lavoro lì. L'inglese lo sapevo bene. Solo che "ho paura delle persone", non riesca a socializzare, per niente. 

Sono una ragazza timida, che non riesce a farsi molti amici. Sono quella tipica ragazza novellina della scuola, che tutti prendono in giro. Sono derisa per il mio aspetto, per come mi vesto. 

Sono una ragazza con i capelli rossi accesi, due fossette sulle guance e ho gli occhi castani. 

Non per vantarmi, ma la mia corporatura non è così male, anzi sono magra di altezza media. Ovviamente si sa che la ragazza nuova della scuola è la sfigata del momento, la notizia in prima pagina, il bersaglio dei bulli e delle cheerleader.

"Caaaaaat!" Strillò mia madre. "Svegliati santo dio! Non vorrai mica arrivare in ritardo il primo giorno di scuola!" Urlò. 

"Si mamma, scusami" dissi. 

Misi dei vestiti comodi, in cui mi sentivo a mio agio. Pantaloni attillati, maglietta rossa e felpa grigia con il cappuccio. 

Mia mamma mi accompagnò a scuola, entrai e mi misi a guardare in giro. 

Un mucchio di ragazze a spettegolare su gossip di quest'estate, i giocatori di football che ci provano con le cheerleader, nerd che vengono presi a bersaglio e pensai tra me e me 'oddio, potrei essere una di loro'.

Alla prima ora avevo storia, mi sedetti su un posto all'ultima fila per non farmi notare tanto. 

Il professore stava facendo l'appello e quando arrivò a "Valentine Cat" , si girarono tutti verso di me, e io diventai tutta rossa quasi quanto i miei capelli. Mi guardavano tutti male, tranne una ragazza che mi sorrise. Non sapevo il suo nome, non avevo ascoltato.

Alla fine della lezione, mi avviai verso il mio armadietto che casualmente era di fianco alla ragazza che mi sorrise in classe. Lei mi notò e mi chiese "Da dove vieni? Non sei inglese vero?" "N-no, vengo da Verona, in Italia" dissi balbettando. 

"Scusami non mi sono presentata. Sono Camila Galery, piacere" mi disse sorridendo. "Io sono Cat Valentine, piacere anche per me" 

All'ora di pranzo ci sedemmo vicine e cominciammo a chiacchierare dei nostri gusti. Scoprii che abbiamo molte cose in comune.

All'ultima ora avevamo geografia e il prof mi chiese di raccontare un po' delle cose su Verona. 

Non si girarono tutti come stamattina, ma degli occhi verde smeraldo mi fissarono per tutta l'ora. Mi sentivo un po'a disagio, ma allo stesso tempo sentivo una sensazione di piacere..