Fanfic su artisti musicali > Big Bang
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Autore: aris_no_nami    13/06/2014    0 recensioni
New York.
Chloe: appena trasferita da un piccolo paesino del Galles con il padre;
Rebecca: figlia di persone di grande importanza e reginetta indiscussa della Matthew's School;
Maya: italo-coreana, vive con i suoi fratelli maggiori e lavora in un bar a BroadWay;
Laure: studentessa perfetta e lavora in un'officina;
Alex: chitarrista metallara e genio di matematica.
Cosa potrebbero avere in comune queste cinque ragazze? Così diverse l'una dall'altra?
Semplice! Odio profondo verso il Bronx e la peggior banda che ci sia: i Big Bang!
E sarà proprio questo odio reciproco che li farà avvicinare come non mai...
----------------
(...)
-Che volete?
Chiese loro.
-Assolutamente niente.
Ripsose Capelli Gialli.
-Sentite un pò, si è già fatto un giretto Seungri, non c’è bisogno che andiate in giro per il quartiere a far paura ai bambini.
Disse secca.
-Mica facciamo paura ai bambini buoni. Solo alle bimbe cattive.
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente la campanella che annunciava la fine delle lezioni stava risuonando nella mia testa come il suono più bello che avessi mai udito in vita mia. Avevo passato tutte le precedenti ore a presentarmi e a parlare di me per ogni prof che entrava ed ogni volta sentivo addosso gli occhi di tutti ma soprattutto di un gruppetto di ragazzi e uno di ragazze, poco ma sicuro tutte cheerleader.
Uscii spedita dalla classe con l’intenzione di andare diretta a casa a non fare nulla per tutto il giorno. Stavo camminando per il corridoio quando sentii una voce chiamarmi. Mi girai e quattro ragazze, due bionde e due more, mi si stavano avvicinando.
-Ciao… tu sei Chloe Waal, dico bene?!
Mi chiese una delle due more con un sorriso tutt’altro che vero e sincero e con un tono fin troppo mieloso. Io annuii, probabilmente con una strana espressione in volto.
-Piacere, io sono Cherry e loro sono delle mie amiche. Sai, sono la capo cheerleader.
E finì la frase con una risatina. A quella visuale sentii il mio diabete alzarsi a livelli allucinanti.
-Mh… wow… che bella cosa…
Dissi cercando di essere il più entusiasta possibile, cosa che mi riuscì ben poco bene.
-Ok. Ho capito che non ti fai imbambolare, vero?!
Mi chiese Cherry con un sorrisino. Io annuii tornando a camminare velocemente.
-Senti, tu hai un fisico pazzesco! Perché non vieni a fare la cheerleader con noi, è?!
Purtroppo non potei fare a meno che scoppiare a ridere nell’udire quella affermazione.
-Guarda tesoro caro, la cheerleader è l’ultimo degli “sport”- e feci le virgolette per aria – adatti a me. Te lo assicuro.
-Ma dai! Sei veramente perfetta!
E continuò quella lagna anche quando fummo fuori dalla scuola. Ero ormai agli enormi cancelli d’entrata e stavo per attraversare la strada, sempre con quelle quattro alle calcagne, quando la mia attenzione fu rapita da tre ragazzi accanto a delle moto fantastiche.
-Hey!- mi urlò dietro uno di loro, quello con i capelli di uno strano colore quasi viola –Sei tu Chloe Waal o qualcosa del genere?!
Mi chiese avvicinandosi, con una sigaretta tra le labbra. Io annuii sospetta, ma quando il tipo mi sorrise tutto il mio timore svanì. Avevo dubitato di loro non tanto per l’aspetto ma più che altro per gli occhi uguali a quelli dei tipi strani dell’altro giorno…
-Chloe, conosci questi qui?!
Mi chiese quando anche gli altri due si avvicinarono, uno con i capelli rosa e l’altro rossicci. Io stavo per risponderle di no ma quello con i capelli viola mi precedette.
-Certo che ci conosce, stronza!
La ragazza lo guardò con uno sguardo tra lo sconvolto e l’incazzato.
-Come mi hai chiamato, Bang?
-Stronza per caso?!
Rispose mettendomi un braccio intorno alle spalle e incamminandosi verso le tre moto. Mi porse un casco e mi fece l’occhiolino, salendo sul destriero armato.
-Dovrei salire su questa?
Chiesi incredula.
-E’ già.
Rispose tranquillamente.
-Ma… ma io non ti conosco neppure…
-Sono un amico di Alex Sand.
Come se conoscessi questa Alex! Pensai scuotendo la testa.
-Amico di Rebecca Queen.
Nell’udire quel nome mi si illumirano gli occhi. Mi ricordavo perfettamente di quella ragazza!
-E come faccio ad esserne certa?
Chiesi titubante. Il ragazzo, che da quello che avevo capito si chiamava Bang, si girò verso di me con un sopracciglio alzato. Scoccò un’occhiata al rosso che mi si avvicinò e mi mise di peso dietro all’altro.
-Hey! Non potete fare questo!
Urlò Cherry correndo verso di noi.
-Allora… prima regola di questa scuola di merda: non frequentare mai quella e le cheerleader se non vuoi diventare un surrogato della società.
Mi spiegò Bang guardando negli occhi la ragazza che si era piazzata davanti alla moto. Buttò a terra la sigaretta, si mise il casco nero integrale e io feci lo stesso. Ma, nonostante ciò, la ragazza non aveva nessuna intenzione di spostarsi. Ero già pronta a scendere per spostarla di peso ma il ragazzo accese il motore della moto. Vedendo che non cambiava nulla la fece partire e per poco non investì la ragazza. Quando fummo scesi dal marciapiede e fummo sulla strada Bang alzò in aria il dito medio lanciando un urlo. Io mi misi a ridere a mi aggrappai alla sua vita…
Un attimo…
Era su una moto ad una velocità pazzesca con un tipo dai capelli strani che non avevo la più pallida idea di chi fosse, seguita da due tipi altrettanto strani, per giunta senza casco, con gli stessi occhi e forse anche la stessa nazionalità di alcuni tipi che il giorno prima mi avevano dato l’aria di essere dei drogati… Certo… tutto normale…
Fui subito pervasa da un senso d’ansia tremendo… mi vennero in mente tutte le peggiori cose che avrebbero potuto farmi… forse mi aveva drogata solo con lo sguardo, oppure nel casco c’era una strana sostanza che mi avrebbe fatto dimenticare tutto…
I miei pensieri furono bloccati dalla fine della corsa. Bang si tolse il casco, si girò e lo tolse pure a me, che intanto ero come imbambolata, persa nei miei pensieri.
-Hey, scendi.
Mi disse ridacchiando. Io mi guardai attorno ma notai che non era casa mia.
-Dove siamo?
-A casa di Alex. C’è anche Rebecca, non preoccuparti.
Disse scendendo dalla moto, seguito a ruota dalla sottoscritta. Si avvicinò alla casa, una classica casetta americana dal tetto a punta con un piccolo porticato davanti l’entrata.
Suonò il campanello e poco dopo, non ricevendo risposta, aprì la porta senza pensarci due volte. Prima di entrare mi girai ma notai che gli altri due ragazzi se n’erano andati. Lo seguii dentro e urlai per farmi sentire.
-Ma i tuoi amici?!
Girai l’angolo dove l’avevo visto svoltare e mi ritrovai davanti tre ragazze, tra le quali Rebecca, che mi gurdavano chi con uno sguardo sconvolto chi con uno sguardo stupito… ben poca differenza.
-Chloe! Come ti ha trattata quel mostro?
Mi chiese la bionda, facendomi segno di sedere accanto a lei sul divano.
-Hem… paura…
Ammisi sedendomi e vedendolo guardarmi con un faccino da cucciolo, seduto sul bracciolo dell’altro divano dove erano sedute una ragzza orientale e una con i capelli corti e neri.
-Bang! Razza di idiota! Non devi far paura alle ragazze più piccole!
Lo ammonì quella dai capelli neri, dandogli una sberla sulla gamba.
-Alex! Non fare paura ai bambini grandi come il qui presente io!
Gli rispose a tono.
-Comuqnue. I tuoi amici?
Chiesi nuovamente. Pure questa volta ci furono sguardi sconvolti e stupiti, ma erano più incazzate che altro.
-Amici?
Chiesero all’unisolo Alex e Rebecca.
-Hem… io… no… nessuno…
Cercò di mentire Bang lanciandomi sguardi di fuoco. E fu allora che capii che era stata una gran cazzata fare quella domanda.
-Bang… non dirmi che erano loro…
Disse la mora. Il ragazzo si avvicinò alla finestra e si accese una sigaretta.
-Bang!
Lo richiamò lei.
-Che vuoi?! Sei mia madre?! No! E allora non rompere!
Le urlò contro facendo per salire le scale ma fu fermato dalla ragazza che gli bloccò il polso.
-Chi erano?
Lui abbassò lo sguardo per poi rialzarlo ed essere più serio che mai.
-Non sono di qui. Vecchie amicizie. Così vecchie come quella con qualcun altro.
Disse guardando l’orientale la quale sgranò gli occhi.
Alex fece in tempo a voltare lo sguardo che il ragazzo salì le scale velocemente.

 
 
  
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