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Autore: Yuichan    13/06/2014    1 recensioni
Ciò che meno ti aspetti si presenta all'improvviso, quel sentimento che provi a reprimere per paura di essere nuovamente ferita viene comunque a galla e ormai non puoi più farci nulla...
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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12. La mia preghiera 

Il suono dei freni dell'auto fece voltare molte persone, che rimasero completamente di stucco nel vederlo fiondarsi fuori dalla vettura, parcheggiata in malo modo, e correre verso l'entrata dell'ospedale. Tsuruga Ren sembrava una persona completamente diversa. Sbattè le mani sul bancone della reception facendo venire i brividi all'infermiera che non riusciva a capire chi avesse davvero davanti.
- Kyoko è qui? Mogami Kyoko è stata portata qui?- gridò e quel viso pallido e quegli occhi spalancati fecero salire le lacrime alla ragazza che non fu in grado di rispondere. Poi una voce conosciuta e, fino a quel momento, irritante lo fece voltare e per la prima volta nella sua vita non fu mai tanto felice di vedere quel viso fine e quei capelli biondi. - Fuwa! Dovè Kyoko?- Sho non riuscì ad alzare lo sguardo verso di lui, per qualche motivo si sentiva colpevole per ciò che stava succedendo, tanto che riuscì appena ad aprir bocca e a sussurrare qualche parola che purtroppo Ren non riuscì a capire.


Poi, tutto fu frenetico. La notizia aveva già preso il largo e fuori dall'ospedale si erano radunati giornalisti e fotografi, una massa informe di teste sudate e macchine da presa affollava il parcheggio rendendo tutto caotico. Ren non vi aveva dato peso, non gli importava di nulla se non vedere la sua Kyoko, ma per ora non era riuscito a sapere nulla. Si avvicinò a Shotaro e lo prese per le spalle, provò a smuoverlo, ma non ottenne nulla, il cantante non osava alzare lo sguardo ne parlare.
- Ti supplico dimmi qualcosa...-
- Ci ho messo troppo, avrei dovuto fare più in fretta...- Shotaro rispose e quella voce, che era sempre stata forte e decisa, ora era rauca e rotta da un dolore che lui capiva. Mai nella vita avrebbe immaginato di aver vicino quel giovane e capire esattamente cosa stesse provando.
- Io non capisco, ma che diavolo è successo? Devo vederla.-
- Non fanno entrare nessuno, non ho potuto sapere di più.-
- Lei è Tsuruga Ren?- La voce di un uomo alle sue spalle lo fece sussultare e si voltò di scatto sicuro di trovarsi davanti qualche giornalista in cerca della notizia. Era sicuro che se qualcuno gli avesse rivolto la parola per una sciocchezza sarebbe esploso, ma per fortuna si trovò davanti un medico e la sua rabbia scemò di colpo, diventando ansia e preoccupazione. - La signorina Mogami non ha parenti che possiamo contattare. Il signor Fuwa Sho è quello che più si avvicina ad un familiare, ma lui ha insistito perchè io parlassi solo con lei. Prego mi segua.-
Il medico fece strada e Ren iniziò ad osservarlo, era un uomo basso e un po' sovrappeso, pochi capelli in testa, ma ancora scuri. Indossava un paio di occhiali sottili e dalla montatura chiara che nascondevano due occhi intelligenti e di questo Ren ne era sicuro, per qualche ragione quel piccolo uomo era stato in grado di donarli sicurezza solo guardandolo. Entrarono in uno studio luminoso e Ren si sedette su una sedia in pelle nera seguendo l'uomo che si accomodava dietro alla scrivania e tirava fuori dal cassetto una cartella clinica.
- Comincio col dirle che la signorina Mogami non è in pericolo di vita.- Il dottore sentì distintamente il sospiro di sollievo dell'attore e vide chiaramente ogni muscolo del suo corpo rilassarsi. - Ma c'è una cosa che mi preoccupa molto ed è la stessa che ho gia riferito al signor Fuwa.-
- Di cosa si tratta?- Ormai, ogni neurone del cervello di Ren non sapeva più come comportarsi. Dalla telefonata di Fuwa sembrava che il mondo stesse finendo, mentre ora quel dottore gli stava dicendo che per loro le cose erano sotto controllo e lui non sapeva cosa pensare. Perchè mai Fuwa era rimasto così sconvolto? Perchè gli aveva detto quelle cose?
- Da quando la signorina Mogami soffre di depressione? Ha mai accennato al suicidio o provato a farsi del male prima d'ora?-
- Cosa? No, mai. Kyoko stava benissimo, non è mai stata depressa e di certo non farebbe una cosa del genere!- ne era sicuro e diede forza alle sue parole. Non poteva neanche pensare ad una cosa simile ne tanto meno accettarla.
- Il signor Fuwa ci ha raccontato di aver ricevuto una strana telefonata dalla ragazza e di essersi insospettito. L'ha ritrovata chiusa in una capanna fatiscente, ha ingerito un'enorme quantità di antidepressivi che hanno causato dei danni e l'hanno portata al coma. La situazione è sotto controllo, come lo è la gravidanza, ma se il suo gesto è...-
- Gravidanza?-
- Lei non lo sapeva?- Il medico si sistemò meglio gli occhiali sul naso e tirò fuori un foglio dalla cartella in cui erano state spillate delle foto. - Dall'ecografia sembra sia alla quinta settimana, ora non è mia intenzione entrare nella vostra vita privata, ma devo capire il perchè del suo gesto e soprattutto se la ragazza è in grado di portare a termine una gravidanza o se...-
Non lo stava ascoltando, qualcosa dentro Ren si era spenta completamente. Quell'uomo non la conosceva e quel blaterare era insensato perchè Kyoko non avrebbe mai fatto una cosa del genere, non avrebbe mai messo a repentaglio la sua vita. Era successo qualcosa che nessuno riusciva a vedere.
- Vorrei vederla.-
- Di solito non è permesso, la terapia intensiva non permette visitatori, ma posso fare un'eccezione. Lei non crede che sia stato un fatto intenzionale?-
- Assolutamente no! Era felice, sono sicuro di questo. Non posso neanche pensare che volontariamente si sia fatta del male e non riesco neanche a credere che Fuwa non le abbia detto le mie stesse parole.-
- Il signor Fuwa non ha detto nulla. Era decisamente sotto shock e non in grado di affrontare una simile situazione. Ad ogni modo le concedo qualche minuto con la paziente, ma deve promettermi che rimarrà calmo.- Ren fece un semplice gesto affermativo con il capo e si fece accompagnare da Kyoko. Il dottore gli aveva gia accennato che non sarebbe rimasto da solo, ma questo a lui non importava. Voleva solo vederla, prenderla per mano e chiamarla. Avrebbe mantenuto la calma, ma in lui crebbe una smania incontrollabile, doveva assolutamente scoprire cosa era accaduto. Appoggiò la mano sulla maniglia e aprì la porta.

Le narici si riempirono dell'odore del disinfettante e dei medicinali, ma non vi diede peso, quando i suoi occhi incontrarono il viso addormentato di Kyoko, iniziò a sentirsi debole ed insicuro come non mai. Si avvicinò piano, sentendo le gambe pesanti e ringraziò quella piccola e scomoda sedia quando si sedette. Kyoko dormiva, due tubicino le uscivano dal naso e una miriade di tubicini e fili la collegavano ad alcune macchine che calibravano ogni suo segno vitale e ogni anomalia. Era pallida e gli occhi erano cerchiati da un velo scuro, ma per lui era comunque bellissima. Poggiò la sua enorme mano su quella di lei, libera dalla flebo che invece deturpava altra, e la porto dolcemente vicino al suo viso. La baciò più volte poi iniziò ad accarezzarla ed infine, dopo aver sospirato più volte alla ricerca delle parole giuste, parlò.
- Sono tornato. Kyoko svegliati. - fece una pausa deglutendo e sentendo la gola secca e dolorante. - Non sarei mai dovuto andare via, non dovevo accettare quel lavoro dall'inizio. Dimmi, quanto avevi intenzione di dirmi una cosa così bella? Non riesco a crederci se non sei tu a dirmi la verità, quindi svegliati, ho bisogno di vedere di tuoi occhi, di sentire la tua voce, di stringerti e non lasciarti mai più e poi, devo sapere chi ti ha fatto questo, perchè per quanto possa dire i medici io ti conosco bene. Puoi piangere e deprimerti un po', ma torni sempre a sorridere. Sei l'unica persona che è riuscita a catturarmi e ha farmi sentire felice, quindi io non posso in nessun modo credere che tu abbia fatto una cosa così sciocca. Dimmi chi ti ha fatto questo, ti proteggerò e questa volta non ti lascerò mai sola.-
Lo sentì appena, ma fu abbastanza. Le dita di Kyoko si erano mosse stringendo, seppur di poco, la presa sulla mano di Ren. Il dottore si avvicinò alla ragazza e iniziò a controllare ogni suo parametro. Lui sapeva che quel piccolo gesto poteva anche non significare nulla, un movimento involontario della muscolatura, ma ogni tanto credere in qualcosa che non fosse la mera medicina era un palliativo per andare avanti. Invogliò Ren a continuare e rimase in attesa.
- Pensa a come cambierà la nostra vita, a quante cose nuove stiamo andando incontro. Un bambino...- si sforzò, ma una lacrima scappò al suo controllo e scivolò giù lungo la guancia, morendo sulla mano di Kyoko. - Sarò un buon padre? Non so neanche da dove iniziare, ma sono certo che tu sarai splendida come sempre. Riesci in tutto ciò che fai con naturalezza e non avrai problemi, magari inizierai a farti un sacco di domande e per un po' sarai nel panico, ma poi troverà quella sicurezza che è in grado di sorreggere anche me.- Si mosse di nuovo e questa volta la presa sembrò più salda, mentre lentamente provava ad aprire gli occhi. - Dottore è tutto sotto controllo? Si sta svegliando?-
- Probabile. Siamo intervenuti subito e in maniera molto invasiva, il coma è una fase transitoria dovuta alle complicazioni. Continui.- E Ren lo fece, continuò a parlare con Kyoko per ore e senza pensarci riuscì a raccontarle tutte quelle cose che fino a quel momento non aveva avuto il coraggio di confessare. Raccontò di Corn e della sua vera identità, del suo passato e di quello che avrebbe voluto far diventare il suo futuro.
- Voglio veder nascere questo bambino, voglio diventare un buon padre e voglio te al mio fianco, come moglie e compagna per tutta la vita, non chiedo di meglio. Quindi, amore mio, ti prego svegliati e continuiamo la nostra vita insieme.-
- Ren...- si sforzò tantissimo per dire quella semplice parola, la fronte le se imperlò di piccole goccioline di sudore e non appena riuscì ad aprire gli occhi, i medici e alcune infermiere allontanarono l'uomo dal letto e presero ad esaminarla. Ren si ritrovò, senza neanche rendersene conto, fuori dalla stanza e poco dopo al suo fianco comparve Sho, pallido e smunto. In quel preciso istante, tutta la bontà e l'amore che Ren aveva dimostrato nella stanza scomparvero. Gli occhi divennero sottili e stretti e il viso duro e serio. Era furente e Sho sentì quella rabbia scivolargli addosso e svegliarlo dal torpore.
- Kyoko non si sarebbe mai fatta del male da sola, qualcuno ha osato farle questo.- Ren lo disse a denti stretti, serrando i pugni contro i pantaloni e stropicciandoli tanto che faticarono a riprendere la forma normale. - Tu sai benissimo che in tutto questo c'è lo zampino di qualcuno.-
- Si e credo anche di averlo visto, ma in quel momento non sono stato in grado di fare nulla.-
- Allora non ci resta che trovarlo e giuro che non farà più del male a nessuno.-
I loro occhi si animarono nello stesso istante. Per la prima volta, da quando si erano conosciuti, i cuori di Ren e Sho battevano all'unisono, la loro rabbia era la stessa e la loro determinazione così grande, che nessuno avrebbe potuto fermarli. Era al settimo cielo. Rientrando nel suo piccolo appartamento sfiorò l'enorme poster di Tsuruga Ren appeso ad un muro, poi corse a farsi una doccia e si cambiò gli abiti.

Aveva pianificato ogni cosa, sarebbe entrato pian piano nella vita di Ren, di questo ne era certo, ora che finalmente era riuscito ad eliminare ogni distrazione, ma quando accese la televisione girovagando per i canali senza interesse, qualcosa lo colpì all'improvviso. In uno di quegli sciocchi talk show, dove i presenti non fanno che ciarlare sulle cose più stupide di parlava proprio di Ren, ma ciò che sentì lo fece andare su tutte le furie.
“Sembra proprio che Mogami Kyoko dia a Tsuruga-san molte preoccupazioni. Ad ogni modo sembra che si sia ripresa dallo strano malore, ma per ora non abbiamo nessuna notizia certa, nessuno ha fatto dichiarazioni sull'accaduto, ma...” 
Tirando il telecomando contro la televisione e sfondando il vetro la televisione smise di funzionare, ma il cervello di Jun iniziò a macchinare ancora di più e questa volta sarebbe andato fino in fondo.

   
 
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