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Autore: _petrichor_    14/06/2014    6 recensioni
Louis stava per sbuffare per la tredicesima volta quando dovette traformare l'ultimo sbuffo in un urletto spaventato. Qualcosa, anzi, qualcuno lo stava abbracciando. Delle sottili braccia stringevano il torace di Louis e i capelli di quella persona gli solleticavano la schiena.
Stava quasi per mandare a cagare il pazzo che lo aveva imprigionato sul posto quando stesso questi prese la parola e «Michaaael!» urlò stringendo ancora di più il corpo di Louis.
Il pazzo era un ragazzino di quattordici anni riccio, molto riccio. Aveva gli occhi verdi incorniciati da delle lunghissime ciglia e una bocca rossa--macchè rossa! Rossissima.
Louis/Harry
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                      I have always loved you
                                       





Louis Tomlinson.
-Haz ti ricordi quando ci siamo conosciuti? 
Harry Styles.
-Certo che me lo ricordo Lou, è stato.. imbarazzante.
Louis Tomlinson.
-Dio, tantissimo. AHAHAH, mi hai colto alla sprovvista.
Harry Styles.
-Ero ubriaco! 
Louis Tomlinson.
-Il più bell'ubriaco del villaggio<3
Harry Styles.
-Louu... <3


Molti anni prima in un villaggio turistico.

Louis Tomlinson, diciassettenne punk amante di piercing, tatuaggi e tinte per capelli--quel giorno erano di un blu elettrico che di certo non lo lasciavano passare inosservato--camminava per uno stupido vialetto sassoso che collegava il minuscolo appartamentino che avevano affittato alla piscina. Louis, a dirla tutta, non ci voleva neanche andare in quel villaggio, ma sua madre aveva insistito affinchè partisse con i nonni in vacanza. "Vai, divertiti, e soprattutto prendi un po' di sole che sembri un cadavere."
Sua madre non capiva che il pallore del suo volto era solo un tocco di classe al suo look. Capite con chi doveva convivere? Gente che ostacolava la sua creatività, gente che ostacolava la sua creatività ovunque.
"Tomlinson, stia attento alla lezione di filosofia piuttosto che imbrattare il banco"
Louis non lo stava imbrattando, lo stava solamente personalizzando. Insegnanti.
"Tommo, non mi farò tatuare da te uno stupido dragone sul braccio."
Ed ecco Zayn, il suo stupido migliore amico che rifiuta un tatuaggio gratis da parte sua. Che gente. Che gente!
In ogni modo, Louis stava camminando per quello stupido sentiero che conduceva alla piscina. La sua tenuta lo metteva decisamente a disagio, non gli era mai piaciuto mostrare il proprio corpo, lo riteneva poco sviluppato e da tredicenne, e camminare con solo un costume da bagno (questo lungo fino al ginocchio di un allegro nero morte) e un asciugamano (anch'esso nero e con un adorabile teschio bianco al centro) non aiutava granchè.
Louis stava per sbuffare per la tredicesima volta quando dovette traformare l'ultimo sbuffo in un urletto spaventato. Qualcosa, anzi, qualcuno lo stava abbracciando. Delle sottili braccia stringevano il torace di Louis e i capelli di quella persona gli solleticavano la schiena.
Stava quasi per mandare a cagare il pazzo che lo aveva imprigionato sul posto quando stesso questi prese la parola e «Michaaael!» urlò stringendo ancora di più il corpo di Louis.
Il pazzo era un ragazzino di quattordici anni riccio, molto riccio. Aveva gli occhi verdi incorniciati da delle lunghissime ciglia e una bocca rossa--macchè rossa! Rossissima.
«Harry! Harry torna quiii!!» Una ragazza alta correva verso di loro, i capelli castani svolazzavano dietro le sue spalle ad ogni passo, aveva un'espressione preoccupata e si, stava decisamente puntando loro.
«Harry! Lascia stare questo ragazzo.» disse prendendo per un braccio il fratello --tutto del comportamento della tipa lasciava pensare che fosse la sorella maggiore del ricciolino.
«Ma non è un ragazzo!» Un pugno dritto dritto all'autostima di Louis. Vai così Tommo, sempre meglio quella fottutissima vacanza. «E' Michael!»
La ragazza rivolse uno sguardo di scuse a Louis ancora intrappolato tra le braccia sottili del riccio. «Harry, non è Michael. Lascialo andare, per favore.»
Harry boccheggiò a corto di parole, poi guardò Louis e lentamente staccò le braccia dal ragazzo che finalmente tirò un sospiro di sollievo, libero dalla presa del piccoletto.
La sorella diede una pacca sulla spalla di Harry che corse via verso un gruppetto di ragazzi più grandi. «Scusami tanto, mia madre mi ha lasciato da fare da baby sitter a mio fratello e io e i miei amici siamo andati a bere qualche drink, Harry ha voluto assaggiare e beh.. si è ubriacato. Scusami ancora..»
«Louis.» mormorò il ragazzo guardando ancora mezzo scandalizzato la sorella del riccio. 
«Scusami ancora Louis. Io sono Gemma, ci si vede in giro.» Disse con un sorriso, poi notando l'abbigliamento di Louis aggiunse un «Buona nuotata» e corse via anch'ella dal gruppo di ragazzi.

La sera stessa Louis era al tavolo del bar del villaggio con sua nonna, stavano giocando un'avvincente partita a burraco quando si sentì picchiettare una spalla.
Voltandosi ritrovò davanti a sè due occhioni verdi, molto più timidi di quelli della mattina. «Louis?»
Sua nonna gli rivolse uno sguardo interrogativo, Louis però si strinse nelle spalle scuotendo il capo. La donna lo congedò con un sorriso blaterando qualcosa sul riprendere più tardi la partita. Louis, quindi, si alzò e insieme al ragazzino si avviò fuori dal locale.
Una volta all'aria aperta Louis si sedette su una panchina del piazzale facendo cenno ad Harry di raggiungerlo, questi non perse tempo e si sedette vicino al punk. Quella sera era più coperto, indossava una canotta nera un po' slabbrata che lasciava intravedere i tatuaggi sul petto del ragazzo e quelli sulle braccia, indossava, inoltre, dei jeans scuri arrotolati sulle caviglie anch'esse tatuate e delle vans total black.
«Louis, volevo scusarmi per il mio comportamento di stamattina. Ho fatto proprio una brutta figura.» Harry aveva lo sguardo puntato sul pavimento del piazzale e non accennava ad alzare il capo. 
Louis sapeva che quelle non erano le parole di Harry infatti «Ti manda Gemma?» chiese con un sorriso, anche se fu totalmente inutile poichè il riccio non lo stava guardando. Questi annuì mesto «Ma sono davvero dispiaciuto per come ti ho trattato!» 
Louis ridacchiò scuotendo il capo, assurdo. «Guarda che non sono arrabbiato, nè offeso, nè dispiaciuto. E' tutto okay.»
In quel momento Harry alzò gli occhi incontrando quelli azzurrissimi di Louis e sorrise. «Sul serio?»
Il punk annuì e «Ti va di fare un giro? Mi annoio.» chiese con uno sbadiglio. Il riccio increspò le sopracciglia, interdetto. «E tua nonna?»
Louis sollevò le spalle «Te l'ho detto, mi annoio.»
Trascorsero insieme quella serata, e anche le altre a venire, fin quando entrambi non dovettero ripartire per tornare a casa.


Louis Tomlinson.
-Non volevi proprio andartene eh!
Harry Styles
-Nemmeno tu se è per questo!
Louis Tomlinson
-Mi ricordo di aver visto qualche lacrimuccia sul tuo visino da quattordicenne.
Harry Styles
-Ricordi male!
Louis Tomlinson
-Ricordo benissimo 


Sempre molti anni fa, sempre al villaggio.

Louis ed Harry erano davanti ai cancelli del villaggio, a destra la famiglia di Harry aspettava il ricciolino, a sinistra, invece, i nonni di Louis suonavano il clacson vogliosi di tornare a casa.
Alla fine della vacanza, quello che si era divertito di più era stato Louis, la compagnia di Harry era stata più che sufficiente a lasciargli un bel ricordo di quel posto. Troppo bello per rimanere solo un ricordo.
«Mi mancherai.» soffiò tra i capelli del riccio, stavolta si stavano abbracciando con coignizione di causa. Harry tirò su col naso stringendo ancora di più il petto di Louis. «Non andartene.»
Louis sospirò accarezzando la schiena di Harry, era così minuta. «Te ne andrai anche tu, Haz.»
Il riccio si staccò dal petto di Louis, gli occhi rossi di pianto «Mi scriverai?» Il punk annuì e «certamente, tutti i giorni. E tu?»
Harry annuì con foga «A qualsiasi ora, non mi importerà di darti fastidio.»
«Non potresti mai darmi fastidio.»
Si abbracciarono un'ultima volta prima di separarsi e raggiungere i propri familiari.


Harry Styles
-Ti mandai un messaggio appena fui partito.
Louis Tomlinson.
-Non stavo aspettando altro, ti giuro.
Harry Styles.
-Abbiamo messaggiato per quanto? Ore?
Louis Tomlinson.
-Mesi, mesi interi, ed era sempre bello ricevere un tuo messaggio.
Harry Styles.
-Poi però ci siamo incontrati di nuovo.
Louis Tomlinson
-La serata più bella della mia vita.
Harry Styles.
-La serata del mio primo bacio.



Molto tempo fa, ma un po' meno di prima, concerto dei The Script

Louis aveva comprato qualche mese prima i biglietti del concerto per sé ed Harry, aveva promesso al riccio che si sarebbero rivisti e quale occasione migliore se non il concerto dei loro cantati proferiti? Louis aveva compiuto i 18 anni mentre Harry era ancora solo un quindicenne.
«Entrerà con me, signora» Aveva rassicurato la madre del ragazzo, Harry era troppo piccolo per entrare solo nell'arena e aveva bisogno dell'accompagnamento di un adulto, Louis.
Louis in occasione di quella sera aveva tinto i capelli di un rosso fragola, e aveva aggiunto alla sua collezione di piercing un bel buco al labbro inferiore, sul lato destro.
Harry aveva applaudito a quella scelta. In effetti appena si erano rincontrati fuori l'arena, il riccio era rimasto paralizzato alla vista di Louis così bello nel suo nuovo colore e con qualche tatuaggio in più. Sulle nocche delle mani aveva tatuato dei simboli giapponesi di cui Harry ignorava il significato, ma che sulle dita di Louis avevano un aspetto così bello che il significato passava in secondo piano.
In quei mesi Harry aveva pensato tanto a Louis, al suo sorriso bianco e perfetto, ai suoi occhi azzurrissimi e alle sue labbra rosa. E quella volta, adornate da un anellino argentato Harry rischiava di svenire alla sola vista.
Durante il concerto Harry e Louis avevano cantato, ballato e riso così tanto da perdere la voce. 
A concerto concluso i due furono gli ultimi ad abbandonare l'arena, stanchi e stremati, ma ancora con tanta adrenalina in corpo. Avevano percorso vicini la strada che portava alla stazione centrale, Harry a causa della troppa distanza, si sarebbe intrattenuto un giorno in più a casa di Louis. Louis viveva da solo da un paio di mesi, e andarsene di casa la considerava la cosa più intelligente fatta in diciotto anni di vita.
Il treno era ovviamente affollatissimo, chissà per grazia di chi trovarono un un posto accanto ad una vecchia rockettara e a suo marito. Louis si era offerto di tenere sulle ginocchia Harry durante il viaggio, il riccio aveva annuito e accettato l'offerta piazzandosi in braccio a Louis. Il viaggio durava all'incirca due ore, mano a mano il treno si svuotava ma Harry non si azzardava a scendere dalle cosce di Louis. "Per fare spazio" era la scusa e a Louis andava più che bene.
La corsa era quasi finita e mancavano circa tre fermate a quella di Louis ed Harry, il vagone completamente vuoto.
Harry allora aveva sospirato e stava quasi per alzarsi quando Louis strinse la stretta attorno i fianchi del riccio. «Se stai comodo puoi restare qui..» gli aveva detto con un sorriso ed Harry era rimasto dove si trovava.

Louis aveva già preparato un letto quello stesso pomeriggio, in soggiorno. Harry si era coricato appena arrivato a casa, senza forze, Louis lo aveva imitato ed era andrò a dormire.
Durante la notte Harry, però, si era alzato e aveva raggiunto camera di Louis, senza permesso si era infilato sotto le lenzuola del ragazzo e gli si era accoccolato sul petto.
«non hai sonno?» gli aveva chiesto accarezzandogli i ricci morbidi. Harry aveva scosso il capo e «non riesco a dormire sapendo che nella camera affianco alla mia ci sei tu e non posso vederti» aveva detto con uno sbadiglio. 
Louis aveva sorriso nel buio della stanza e abbracciò Harry più forte per portarselo il più vicino. «Puoi dormire qui se vuoi» 

Harry aveva annuito e aveva ringraziato Louis con un bacio sulla guancia. A causa del buio--o forse no-- Harry aveva posato le labbra troppo poco distanti da quelle di Louis che era rimasto perplesso a quello strano affetto. Sapeva che Harry fosse un tipo particolare, espansivo e molto dolce eppure quel bacio era una piccola importante novità.
«Vuoi che ti canti una ninnananna?» aveva chiesto ed Harry aveva mormorato un si conto il suo petto. Louis aveva iniziato a canticchiare un motivetto nel retro della gola, di tanto in tanto spostava qualche riccio dalla fronte di Harry e baciava la parte rimasta scoperta, poi però era finito per baciare ogni centimetro del volto di Harry evitando accuratamente le labbra, aveva posato persino un bacio tra il naso e la bocca, ma non si era spinto oltre. A ninnananna conclusa Harry sospirò così forte che il respiro si infranse sulle labbra troppo vicine di Louis. In un istante si stavano baciando, lì nel letto di Louis, al buio, dopo la serata più bella della loro vita.


Louis Tomlinson
-ti piaceva parecchio il mio piercing
Harry Styles
-come lo sai?
Louis Tomlinson
-non hai fatto altro che succhiarlo e leccarlo dalle mie labbra, pensavi non me ne fossi accorto?
Harry Styles
-pensavo che la seconda volta che ci siamo visti fossi concentrato più su altro che su me che ti bacio il piercing.



Molti anni fa, ma sempre meno, casa Styles.

La seconda volta che si vedono è qualche mese dopo il loro primo bacio, Harry aveva invitato Louis a passare le vacanze estive con lui nella casa al mare di famiglia. I genitori non c'erano, in compenso erano controllati notte e giorno da Gemma che era partita con loro e rendeva la loro vita sentimentale impossibile. Louis ed Harry non avevano detto nulla a nessuno della loro relazione, eppure sospettavano che Gemma sapesse qualcosa.
Per l'occasione Louis aveva i capelli biondo platino e un dilatatore da dodici millimetri all'orecchio. Harry lo aveva adorato. Avevano passato i primi venti giorni sempre in spiaggia, erano riusciti a scambiarsi qualche bacio solo sott'acqua, nascosti dagli occhi attenti di Gemma. Una sera però gli amici della ragazza erano andati a trovarla e l'avevano portata in città per ballare e bere. Louis ed Harry ne avevano approfittato per chiudersi in casa e baciarsi e accarezzarsi e abbracciarsi. Poi però Harry, a cavalcioni su di Louis steso sul letto matrimoniale degli Styles aveva iniziato a muovere il bacino contro quello di Louis, entrambi gemevano l'uno sulle labbra dell'altro. Harry, allora, fresco di porno gay guardato in bagno dopo pranzo, aveva infilato la mano nei jeans scuri di Louis iniziando a massaggiare l'accenno di erezione. Il punk non era rimasto sconvolto, di più. Non poteva crederci che il timido Harry stesse per fargli una sega. Il riccio continuò a toccare e pompare l'erezione di Louis fermandosi solo quando questi venne altra le sue dita ancora intrappolate fa la pelle candida di Louis e la stoffa opprimente di quei jeans.


Louis Tomlinson
-la sega più bella della mia vita
Harry Styles
-la prima sega della mia vita
Louis Tomlinson
-sono stato il tuo primo in tutto
Harry Styles
-il primo sempre dei miei pensieri
Louis Tomlinson
Per questo ti presentasti a casa mia quando scappasti dall'università? Perché fui il primo che ti venne un mente?
Harry Styles
-non sarei mai andato altrove.


Dieci anni prima, casa Tomlinson

Louis era sul punto di entrare in doccia, era mezzo nudo, solo un asciugamano copriva il sedere del ragazzo, aveva sfacchinato ore al negozio di tatuaggi, aveva bisogno di una rinfrescata.
Louis era in bagno quando il campanello della porta suonò. Il ragazzo con un sbuffo tornò sui suoi passi ed aprì la porta pronto a mandare al diavolo l'ennesimo testimone di Geova. 
Quando però dalla porta di ingresso apparve il volto stralunato del suo ragazzo, Louis sorrise e gli si gettò tra le braccia abbracciandolo, incurante del suo corpo esposto. Harry, che allora aveva ventidue anni, era ormai cresciuto e la sua vecchia folta chioma castana si era trasformata il un esercito di ricci viola grazie a Louis. Le braccia di Harry non erano più sottili, aveva sviluppato dei muscoli che Louis aveva avuto la brillante idea di adornare con qualche tatuaggio. A vederli, quei due ragazzi erano così perfetti l'uno tra le braccia dell'altro che la gente, al loro passaggio, era scatenata da moti di gelosia, invidiosi dell'aura bianca che volteggiava attorno a quei due.
Solo quando Louis si ricordò che quel giorno non era Sabato, si stacco dall'abbraccio per guardare il volto del suo ragazzo. Gli occhi erano lucidi di lacrime e il labbro inferiore ingrossato dal continuo mordicchiare dei denti di Harry. «Haz, che succede? Come mai non sei all'università?» 
Harry, con un singhiozzo, spiegò a Louis di quanto era accaduto nella confraternita, un ragazzo più grande ogni mattina lo picchiava e lo trattava una merda solo perché era di qualche anno più giovane. Harry era, dunque, scappato e il primo e l'unico posto che gli era venuto in mente era casa di Louis, e così aveva fatto. aveva preso il primo treno per Londra ed era salito su, pronto a raggiungere il suo ragazzo.
Harry stette in quella casa per un paio d'anni, aveva iniziato anche un lavoro in una panetteria, giusto per aiutare Louis con le spese della casa. Il suo solo stipendio di tatuatore non bastava per due persone. Due anni dopo, comunque, Harry, spinto dalle esortazioni di Louis, aveva ripreso l'università. Una volta laureato, aveva realizzato il suo sogno di lavorare come insegnante nella scuola elementare di Doncaster. si trasferì da Louis e grazie ai loro due lavori riuscirono ad andare avanti e a portar avanti la casa.


Louis Tomlinson
-Amore mi manchi
Harry Styles
-Non preoccuparti, tra qualche giorno sarò lì
Louis Tomlinson
-Come sta Jade?
Harry Styles
-Benissimo, non vede l'ora di conoscere il suo nuovo papà.
Louis Tomlinson
-Harry, sono così emozionato. Avremo una bambina tutta nostra!
Harry Styles
-Si Lou, saremo due genitori perfetti
Louis Tomlinson
-Tu sei sempre stato perfetto
Harry Styles
-Ti amo, Louis.
Louis Tomlinson
-Ti ho sempre amato, Harry.




Ciaooo!
Allora, io sono Alice (@herbivicus su twitter e anche su efp) e sono la beta dell'autrice di quest'adorabile OS ovvero (@tomlinsbrave)
Ermi non ha potuto pubblicare da sola perchè per sua grande fortuna oggi parte e quindi ha incaricato me di postarla e--vabbè, avete capito. Vi fa anche sapere che se c'è qualche errore è perchè l'ha scritta di notte e anche un pò la mattina e niente! Ora me ne vado anche io, sono contenta di essere stata d'aiuto!
  
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