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Autore: hp_in_my_heart    14/06/2014    1 recensioni
Buongiorno miei cari, eccomi qua con l'ennesima storia scritta per un contest. Stavolta si tratta di un'originale, ed è la presentazione del mio personaggio, diciamo così. Infatti, incontreremo per la prima volta Astrid, l'adolescente nerd e con vari problemi protagonista di questa storia.
[Partecipa al " White teeth teens" contest indetto da Son of a preacher man sul forum di EFP]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Buongiorno a tutti! Eccomi qua a pubblicare l'ennesima storia per un contest, originale questa volta. Ecco il primo ritratto di Astrid, la ragazza adolescente, un po' nerd e con un sacco di problemi protagonista di questa raccolta. Spero che vi piaccia, ma siete clementi perchè è la prima volta che scrivo un'originale non incentrata sul mondo storico.
Disclaimer: il titolo della storia non mi appartiene, ma è di proprietà di George R.R. Martin, essendo il motto di Casa Stark nel romanzo "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco".

Winter is coming.

Proprio così, winter is coming. Almeno per te, se hai sedici anni, sei magra come uno spaventapasseri e sei nerd. E si sa, non sei nerd se non conosci almeno tre o quattro saghe fantasy che vanno per la maggiore e relativi videogiochi, se esistono. Astrid lo era di certo, con la sua mania per i libri e i videogiochi, meglio se fantasy. Perfino il suo aspetto era un po' nerd: era magra, sì, però aveva i capelli color stoppa, era bassa e portava gli occhiali, occhiali dalla montatura rettangolare e fucsia, il suo colore preferito. E poi, neanche la sua magrezza era giusta: era troppo, troppo magra, così magra che si vedevano le ossa. Nessuno l'avrebbe mai trovata attraente, nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di mettersi con lei e sopportare i suoi problemi interiori.
Nessuno avrebbe facilmente sopportato le sue manie, almeno nessuno che lei avesse già conosciuto. Sì, aveva degli amici, o perlomeno persone che a lei piaceva ritenere tali. Un rapporto costruito solo sui banchi di scuola non poteva definirsi vera amicizia, specie se dall'altra parte c'era una bella dose di opportunismo. Per questo viveva quasi tutta la sua vita su Facebook, con informazioni del profilo false e la foto si una sua cugina strafiga. Eccolo lì, un altro lato dell'essere nerd, almeno per quanto la riguardava: prendere ottimi voti. Ovviamente, senza una vita sociale, tutto quello che poteva fare una volta finiti i vari videogiochi e faccende di casa non c'era molto da fare tranne che studiare. Questa poteva anche essere una cosa positiva, a ben pensarci, ma comunque non poteva certo sopperire alla mancanza di amici veri, che poi era quello che desiderava dalla vita. Voleva essere amata.
Forse non aveva amici anche perchè era molto abitudinaria: non era insolito vederla in biblioteca che studiava o leggeva qualche libro. E poi, c'era la musica. Le piaceva sia ascoltarla che crearla, sapeva suonare la chitarra e scriveva testi suoi, ma non li faceva mai ascoltare a nessuno. Quella era un'attività relegata alle quattro mura della sua stanza, preferibilmente quando era sola in casa. Si vergognava, e non le piaceva far sentire la sua voce a qualcuno, perchè credeva di essere stonata come una campana. Fin qui era quasi facile.
Bè, ma certo non erano questi i suoi problemi più gravi. Forse erano quelli che saltavano all'occhio, poiché gli altri erano ben nascosti nell'intimo della sua anima. Soltanto i suoi genitori conoscevano questa parte di lei, quella che la faceva più soffrire, la tormentava. La parte brutta, quella che nessuno voleva vedere, quella che la rendeva strana, anormale.
C'erano delle ferite addosso a lei, più cicatrici di quante ne potesse contare.

Eccola lì la parte difficile, quella che avrebbe fatto scappare chiunque. Lei non sarebbe mai stata una persona normale, non poteva essere una persona normale. Nessuna persona normale era attratta come lei dalle lame affilate e brillanti. O dal rosso che poi colava dalla sua pelle, dopo che aveva passato l'ennesimo coltello sulla sua pelle.

  
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