Yvonne e Olivia giravano per il negozio in cerca di qualcosa
di elegante, ma che poteva entrare in quei pochi metri quadrati. Olivia
osservava con ammirazione tutto quello che le piaceva, provava tutti i divani e
toccava le superfici dei tavoli. Yvonne era molto più selettiva invece, anche a
lei piacevano più o meno le stesse cose di Olivia, ma le piaceva valutare il
materiale ed il valore dei mobili. Avevano appena trovato un divano di federa
verde chiaro e bianco con una fantasia particolare, e decisero che si addiceva
al tavolo di legno bianco che avevano deciso di prendere, pagarono con la carta
che si erano fatte in cui tenevano tutti i soldi rubati ed uscirono velocemente
dal negozio poiché si accorsero che era tardi, e ancora dovevano andare a fare
la spesa e sistemare il tutto per l’arrivo dei genitori di Olivia. Ne avevano
parlato qualche sera fa, ed il padre di Olivia aveva insistito per andarla a
trovare anche se il fine era scoprire come si era sistemata, che lavoro faceva,
la sua media e con chi viveva, per questo era molto agitata e nervosa dato che
l’ultima volta che lo aveva visto era stato più di un anno prima, quando era
scappata di casa. Arrivarono a casa per le sei, e cominciarono a preparare gli
ingredienti per il pranzo del giorno dopo, doveva occuparsene Jolene che era la
più brava ai fornelli. La trovarono con una tazza di caffè davanti alla
finestra, che guardava fuori con uno sguardo cupo –Ehi Jol, come ti senti?-
chiese Olivia poggiando le mani sopra le sue spalle. Jolene non si mosse,
rispose solo con un mormorio. Yvonne guardò stranita Olivia –Sei sicura? Ti
porto qualcosa?- chiese ancora Olivia. Jolene non rispose ma sapeva che se
avesse continuato a fare così le avrebbero chiesto di più, quindi si decise ad
alzarsi ed aiutarle a preparare il pranzo, dicendo di essere solo molto stanca.
Il giorno seguente, un Sabato, Olivia mise di nascosto la sveglia alle sette
per sistemare ancora alcune cose ed aspettare la consegna del divano e del
tavolo che sarebbe dovuta arrivare verso le undici, non voleva svegliare Yvonne
e Jolene, che avevano messo la sveglia verso le nove, ma non sapeva che Jolene
non era riuscita a dormire nemmeno per un secondo, attratta da una strana luce
immaginaria che usciva dalla sua borsa. Olivia fece il giro delle camere
assicurandosi che ci fosse un buon odore e che fosse tutto pulito e,
perfezionista com’era, diede un’altra spolverata a tutti i mobili. Yvonne
ignorò la sveglia e si alzò solo verso le dieci, mentre Jolene con gli occhi
sbarrati si alzò e andò a farsi una tazza di caffè.
-Oddio Jolene hai un aspetto orribile.- disse Olivia spaventandosi quando la
vide strisciare dietro di lei attraverso lo specchio con la tazza in mano.
–Mi sistemerò per pranzo non ti preoccupare.- borbottò bevendo l’ultimo sorso.
Puntuali, arrivarono i mobili e Yvonne Olivia e Jolene si affrettarono a
mettere tutto al loro posto, Jolene finì di preparare i secondi piatti, mentre
Olivia apparecchiava sgridando Yvonne che metteva le posate in disordine.
Jolene fece appena in tempo a mascherare le occhiaie quando bussarono alla
porta. Olivia le riunì un secondo prima di aprire: - Io lavoro in uno studio
dentistico, Jolene lavora come commessa e Yvonne invece fa la baby-sitter,
tutto chiaro?-
-Ma perché lo faccio io il lavoro inutile? Neanche mi piacciono i bambini.- si
lamentò Yvonne. Olivia la zittì ed aprì la porta.
-Ciao.- esclamarono insieme le tre,
tutte sorridenti. In realtà ad Yvonne veniva voglia di spaccare la faccia al
padre, dopo tutto quello che le aveva detto Olivia, ma si trattenne e finse un
sorriso.
Il padre di Olivia era molto alto e robusto ed aveva gli stessi occhi chiari di
lei, mentre dalla madre, molto esile e bassa, aveva ripreso la corporatura ed
il biondo cenere dei capelli.
-Ciao amore, come stai?- la madre abbracciò Olivia, mentre Yvonne e Jolene
strinsero la mano al padre, che aveva una stretta a dir poco ferrea. –Salve, io
sono Jolene.- si presentò. –Io sono Yvonne.- disse stringendo altrettanto forte
la mano del padre. Dopo poco si sedettero al tavolo, e la madre si congratulò
per l’aspetto gradevole dell’appartamento e commentò insieme ad Yvonne un
quadro appeso nel soggiorno. Il padre di Olivia si lasciò sfuggire qualche
mormorio di assenso, ma non disse nulla. Jolene nel frattempo era in cucina e
stava facendo i piatti, passato un giorno cominciò a vedere la faccenda
diversamente, pensò che si era fatta troppi problemi, era soltanto una collana e
ovviamente la stavano cercando, poiché era molto costosa, ma non sarebbero mai riusciti a risalire a
loro. Non era sicuramente la prima volta che rubavano una collana, e se anche
fosse con tutti quei soldi poteva comprarsene un’altra. Cominciò a rilassarsi,
le spalle si sciolsero poco a poco e Jolene si sentì quasi sollevata. Tornò in
soggiorno con i piatti, e facendosi aiutare dalla madre Daisy, finalmente
cominciarono a mangiare. A tavola, come previsto, il padre chiese a tutte che
lavoro facessero.
-Io lavoro in uno studio dentistico, da già cinque mesi ormai.- sorrise Olivia.
Il padre ignorò completamente la situazione, mentre la madre si congratulò con
lei.
-Io faccio, ehm, la baby-sitter.- rispose poco convinta Yvonne.
-Ti piacciono i bambini?- chiese la madre con un moto di commozione.
-Oh si,- annuì Yvonne, -soprattutto quando dormono.- sorrise. Jolene soffocò
una risata e Olivia dette un calcio alla gamba di Yvonne.
-E tu, Jolene, giusto?- chiese il padre.
–Si, io lavoro in un negozio al centro.-
disse Jolene.
–Oh, che genere di negozio è?-chiese il padre.
Jolene balbettò un po’ per inventarselo, ma sperava non ci avesse fatto caso,
-E’ un.. negozio per ..articoli di casa.- fu l’unica cosa che le venne in mente
velocemente, guardando i bicchieri e i piatti sulla tavola.
Il padre sembrava contento, -e dimmi è molto frequentato? E’ una catena
famosa?-
-No.. non è conosciuto, ma vengono molte persone ogni giorno.- inventò Jolene.
-Vuoi dire donne.- disse il padre.
-Ehm, anche.-
Il padre sembrava un po’ interdetto, così decise di cambiare discorso.
-E quindi con questi lavori riuscite a mantenere i costi dello studio e dell’appartamento?-
si stupì il padre.
-Ce la caviamo.- concluse a disagio Yvonne.
-E’ un bell’appartamento.- ammiccò la madre di Olivia.
-Zitta Daisy.- la zittì il padre. Olivia era diventata tutta rossa dalla
rabbia, Yvonne era a dir poco disgustata e Jolene si sentiva terribilmente in
colpa per aver creato quella situazione.
-Vado a prendere il dolce.- si alzò Olivia. Scomparve per trenta secondi,
ripetendosi che non avrebbe lasciato che il padre le rovinasse la giornata ed
asciugandosi le lacrime.
Accesero la tv, per rasserenare il clima di tensione che si era creato.
-Ah, calcio femminile, ma dove andremo a finire? Lo sport è per gli uomini.-
disse il padre sgridando il televisore che trasmetteva una partita.
-Non tutti gli sport sono solo per uomini, ad esempio la danza.- fece notare
Yvonne.
-Quello non è uno sport.- concluse il padre.
Yvonne si resse forte alla sedia e lanciò un occhiata a Jolene, che fece un
profondo respiro per mantenere la calma. Cominciò il telegiornale e passò in
primo piano la notizia del giorno: -La famosa collana di zaffiro della
principessa dell’Etiopia del IV secolo, del valore di seicentomila dollari è
stata rubata, gli agenti indagano sui possibili…- Jolene che stava finendo la
crostata si strozzò non appena sentì la notizia alla televisione. Il panico la
riavvolse di nuovo, e stavolta era qualcosa di concreto e molto più spaventoso.