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Autore: DaisyBuch    14/06/2014    1 recensioni
Olivia, Yvonne e Jolene non si conoscevano, ognuna di loro aveva una storia diversa, un passato diverso. Eppure quella sera si erano trovate, ma erano rimaste coinvolte da una cassaforte. La vita delle tre ragazze sarà rovinata da un colpo troppo grosso, che le porterà ad un'avventura al di sopra delle loro aspettative.
Dal capitolo 7:
"-Per quanto tempo ancora continuerai a non guardarmi negli occhi?- le chiese Max.
Olivia dovette fare uno sforzo per rispondere e per guardarlo, quindi ci concesse un po’ di tempo prima di farlo e un grande respiro per l’autocontrollo. Avrebbe potuto rispondergli peggio, ma la ragione le ricordava che quella sera avrebbero avuto bisogno del suo aiuto.
-Fino a che non me ne andrò.- rispose Olivia. Finì in una sorsata il caffè e si alzò dalla tavola. Lui ovviamente non disse niente, non reagì. Lui non faceva mai niente."
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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cap4

Yvonne e Olivia giravano per il negozio in cerca di qualcosa di elegante, ma che poteva entrare in quei pochi metri quadrati. Olivia osservava con ammirazione tutto quello che le piaceva, provava tutti i divani e toccava le superfici dei tavoli. Yvonne era molto più selettiva invece, anche a lei piacevano più o meno le stesse cose di Olivia, ma le piaceva valutare il materiale ed il valore dei mobili. Avevano appena trovato un divano di federa verde chiaro e bianco con una fantasia particolare, e decisero che si addiceva al tavolo di legno bianco che avevano deciso di prendere, pagarono con la carta che si erano fatte in cui tenevano tutti i soldi rubati ed uscirono velocemente dal negozio poiché si accorsero che era tardi, e ancora dovevano andare a fare la spesa e sistemare il tutto per l’arrivo dei genitori di Olivia. Ne avevano parlato qualche sera fa, ed il padre di Olivia aveva insistito per andarla a trovare anche se il fine era scoprire come si era sistemata, che lavoro faceva, la sua media e con chi viveva, per questo era molto agitata e nervosa dato che l’ultima volta che lo aveva visto era stato più di un anno prima, quando era scappata di casa. Arrivarono a casa per le sei, e cominciarono a preparare gli ingredienti per il pranzo del giorno dopo, doveva occuparsene Jolene che era la più brava ai fornelli. La trovarono con una tazza di caffè davanti alla finestra, che guardava fuori con uno sguardo cupo –Ehi Jol, come ti senti?- chiese Olivia poggiando le mani sopra le sue spalle. Jolene non si mosse, rispose solo con un mormorio. Yvonne guardò stranita Olivia –Sei sicura? Ti porto qualcosa?- chiese ancora Olivia. Jolene non rispose ma sapeva che se avesse continuato a fare così le avrebbero chiesto di più, quindi si decise ad alzarsi ed aiutarle a preparare il pranzo, dicendo di essere solo molto stanca.

Il giorno seguente, un Sabato, Olivia mise di nascosto la sveglia alle sette per sistemare ancora alcune cose ed aspettare la consegna del divano e del tavolo che sarebbe dovuta arrivare verso le undici, non voleva svegliare Yvonne e Jolene, che avevano messo la sveglia verso le nove, ma non sapeva che Jolene non era riuscita a dormire nemmeno per un secondo, attratta da una strana luce immaginaria che usciva dalla sua borsa. Olivia fece il giro delle camere assicurandosi che ci fosse un buon odore e che fosse tutto pulito e, perfezionista com’era, diede un’altra spolverata a tutti i mobili. Yvonne ignorò la sveglia e si alzò solo verso le dieci, mentre Jolene con gli occhi sbarrati si alzò e andò a farsi una tazza di caffè.
-Oddio Jolene hai un aspetto orribile.- disse Olivia spaventandosi quando la vide strisciare dietro di lei attraverso lo specchio con la tazza in mano.
–Mi sistemerò per pranzo non ti preoccupare.- borbottò bevendo l’ultimo sorso.
Puntuali, arrivarono i mobili e Yvonne Olivia e Jolene si affrettarono a mettere tutto al loro posto, Jolene finì di preparare i secondi piatti, mentre Olivia apparecchiava sgridando Yvonne che metteva le posate in disordine. Jolene fece appena in tempo a mascherare le occhiaie quando bussarono alla porta. Olivia le riunì un secondo prima di aprire: - Io lavoro in uno studio dentistico, Jolene lavora come commessa e Yvonne invece fa la baby-sitter, tutto chiaro?-
-Ma perché lo faccio io il lavoro inutile? Neanche mi piacciono i bambini.- si lamentò Yvonne. Olivia la zittì ed aprì la porta.
-Ciao.-  esclamarono insieme le tre, tutte sorridenti. In realtà ad Yvonne veniva voglia di spaccare la faccia al padre, dopo tutto quello che le aveva detto Olivia, ma si trattenne e finse un sorriso.
Il padre di Olivia era molto alto e robusto ed aveva gli stessi occhi chiari di lei, mentre dalla madre, molto esile e bassa, aveva ripreso la corporatura ed il biondo cenere dei capelli.
-Ciao amore, come stai?- la madre abbracciò Olivia, mentre Yvonne e Jolene strinsero la mano al padre, che aveva una stretta a dir poco ferrea. –Salve, io sono Jolene.- si presentò. –Io sono Yvonne.- disse stringendo altrettanto forte la mano del padre. Dopo poco si sedettero al tavolo, e la madre si congratulò per l’aspetto gradevole dell’appartamento e commentò insieme ad Yvonne un quadro appeso nel soggiorno. Il padre di Olivia si lasciò sfuggire qualche mormorio di assenso, ma non disse nulla. Jolene nel frattempo era in cucina e stava facendo i piatti, passato un giorno cominciò a vedere la faccenda diversamente, pensò che si era fatta troppi problemi, era soltanto una collana e ovviamente la stavano cercando, poiché era molto costosa,  ma non sarebbero mai riusciti a risalire a loro. Non era sicuramente la prima volta che rubavano una collana, e se anche fosse con tutti quei soldi poteva comprarsene un’altra. Cominciò a rilassarsi, le spalle si sciolsero poco a poco e Jolene si sentì quasi sollevata. Tornò in soggiorno con i piatti, e facendosi aiutare dalla madre Daisy, finalmente cominciarono a mangiare. A tavola, come previsto, il padre chiese a tutte che lavoro facessero.
-Io lavoro in uno studio dentistico, da già cinque mesi ormai.- sorrise Olivia. Il padre ignorò completamente la situazione, mentre la madre si congratulò con lei.
-Io faccio, ehm, la baby-sitter.- rispose poco convinta Yvonne.
-Ti piacciono i bambini?- chiese la madre con un moto di commozione.
-Oh si,- annuì Yvonne, -soprattutto quando dormono.- sorrise. Jolene soffocò una risata e Olivia dette un calcio alla gamba di Yvonne.
-E tu, Jolene, giusto?- chiese il padre.
 –Si, io lavoro in un negozio al centro.- disse Jolene.
–Oh, che genere di negozio è?-chiese il padre.
Jolene balbettò un po’ per inventarselo, ma sperava non ci avesse fatto caso, -E’ un.. negozio per ..articoli di casa.- fu l’unica cosa che le venne in mente velocemente, guardando i bicchieri e i piatti sulla tavola.
Il padre sembrava contento, -e dimmi è molto frequentato? E’ una catena famosa?-
-No.. non è conosciuto, ma vengono molte persone ogni giorno.- inventò Jolene.
-Vuoi dire donne.- disse il padre.
-Ehm, anche.-
Il padre sembrava un po’ interdetto, così decise di cambiare discorso.
-E quindi con questi lavori riuscite a mantenere i costi dello studio e dell’appartamento?- si stupì il padre.
-Ce la caviamo.- concluse a disagio Yvonne.
-E’ un bell’appartamento.- ammiccò la madre di Olivia.
-Zitta Daisy.- la zittì il padre. Olivia era diventata tutta rossa dalla rabbia, Yvonne era a dir poco disgustata e Jolene si sentiva terribilmente in colpa per aver creato quella situazione.
-Vado a prendere il dolce.- si alzò Olivia. Scomparve per trenta secondi, ripetendosi che non avrebbe lasciato che il padre le rovinasse la giornata ed asciugandosi le lacrime.
Accesero la tv, per rasserenare il clima di tensione che si era creato.
-Ah, calcio femminile, ma dove andremo a finire? Lo sport è per gli uomini.- disse il padre sgridando il televisore che trasmetteva una partita.
-Non tutti gli sport sono solo per uomini, ad esempio la danza.- fece notare Yvonne.
-Quello non è uno sport.- concluse il padre.
Yvonne si resse forte alla sedia e lanciò un occhiata a Jolene, che fece un profondo respiro per mantenere la calma. Cominciò il telegiornale e passò in primo piano la notizia del giorno: -La famosa collana di zaffiro della principessa dell’Etiopia del IV secolo, del valore di seicentomila dollari è stata rubata, gli agenti indagano sui possibili…- Jolene che stava finendo la crostata si strozzò non appena sentì la notizia alla televisione. Il panico la riavvolse di nuovo, e stavolta era qualcosa di concreto e molto più spaventoso.

   
 
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