Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Segui la storia  |       
Autore: ShawnSpenstar    14/06/2014    2 recensioni
Alcuni demenziali estratti della vita di due amici/pseudo fratelli navajo
Note: legata alla mia storia precedente "Digimon Wars". Per capire alcuni riferimenti e alcuni personaggi è necessario averla letta
Genere: Demenziale, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Daisuke Motomiya/Davis, Miyako Inoue/Yolei, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tema: la mia famiglia
 
12 Ottobre 2013, Sabato, Ore 9:30, casa Ford
 
"Ehi fratellone, mi aiuti con i compiti per lunedì?" esclamò a sorpresa la piccola Mary
Sta facendo il sorriso delle grandi occasioni. Nessuno, nemmeno la persona più malvagia dell'universo potrebbe dirle di no; figuratevi se può farlo il suo ricattabile fratello Willis Ford.
"Ma certo piccola!" replicò entusiasta "cosa ti serve?"
"Sai devo fare un tema su un membro della mia famiglia e ho scelto di parlare di te!"
"Ne sono lusingato, ma non vorresti osare un po' di più"
"In che senso?"
"Nel senso che sei una Ford! Devi spingerti oltre!"
Dallo sguardo di Mary era chiaro che la delirante "spiegazione" del fratello le aveva confuso ancora di più le idee.
"Eh?!" domandò la piccola
"Devi fare qualcosa che nessuno si aspetta! Non ti preoccupare, ti aiuto io; invece di parlare di me, narreremo la storia del capostipite dei Ford nel Colorado!! Forza andiamo in biblioteca!"
Detto ciò, Willis e la sorella si fiondarono fuori di casa a tutta velocità in direzione della biblioteca insieme a una lamentosa Yolei e due scontenti ma silenziosi Davis e Liz.
 
La biblioteca era l'unico luogo veramente affascinante del paese stando alle parole di Willis e per una volta il biondo americano non aveva esagerato; appena entrati si trovarono in un ambiente grande, non enorme, che emetteva un buonissimo odore di carta.
"Qui ci ho praticamente passato l'infanzia" fece Willis con un pizzico di tristezza
Gli altri non dissero niente, sapevano bene che non aveva avuto una bella infanzia ma sapevano altrettanto bene che non gli piaceva parlarne.
"Forza cerchiamo i documenti anagrafici!"
Entrarono nell'archivio e cominciarono, in realtà cominciò visto che Willis era l'unico a volerlo fare, a cercare; grazie alle sovrumane capacità intellettive di Willis il lavoro fu portato a termine in poco, tre ore e mezza, e il risultato fu un nome.
"Elliot J. Ford, nato in Tennessee nel 1831 e morto qui nel 1883, chissà chi era?" chiese Liz improvvisamente incuriosita.
"E' quello che scoprirò ora con una ricerca approfondita!" replicò il biondo mettendo mano al suo computer.
"Come farai a trovarlo?" domandò Yolei
"Vado sul sito dello stato…. poi cerco tra i censimenti e documenti anagrafe…. eee eccolo! Elliot J. Ford, ora scopriremo chi….aaaarrgh!"
"Che succede?" fece Davis
"G-guarda!"
"Elliot J. Ford, capitano sudista durante la guerra di secessione, per maggior informazioni visitare l'archivio di stato…. AHAHAHAHAHAHAH….v-vuoi dire che tu… mmpff… t-tu discendi d-da… mmpff… da un capitano sudista?! Ahahahahahah c-credo sia la notizia più divertente della giornata!"
"Ahahahah… e…e g-guarda la foto!" aggiunse Yolei "ahahahahah… c-con quella benda sull'occhio sembra un pirata!"
L'ilarità era incontrollabile: tra Liz che cercava disperatamente di non scoppiare a ridere davanti al suo amico, Davis che aveva un attacco ogni volta che si voltava verso di lui, Yolei che sghignazzava senza nemmeno prendere il fiato e perfino Mary che non riusciva a restate seria di fronte alla faccia del fratello tutti presero almeno un po' in giro il digiprescelto americano.
"NO!! MI RIFIUTO DI CREDERE CHE LA NOBILISSIMA E PURISSIMA CASATA DEI FORD DEL COLORADO ABBIA AVUTO COME CAPOSTIPITE UNO SPORCO, PUZZOLENTE, PIRATA, SUDISTA E REPUBBLICANO!!!!"
"Beh… ahahah… ve-vedila così: a-all'epoca… ahahah… i repubblicani e-erano… mmpff… erano gli… gli antischiavisti" disse il Motomiya
"IO PARLO DI REPUBBLICANO NELL'ACCEZZIONE MODERNA DEL TERMINE!!"
Davis cercò con tutte le forze di smettere di ridere con risultati non proprio eccellenti, del resto non era nemmeno sicuro di volerlo davvero fare, riuscendo solo ad uscire dalla posizione da uomo col mal di stomaco cui le risate l'avevano ridotto.
"Ahahahah… e…e ora… c-cosa… ahahahah… cosa intendi fare?" sghignazzò cercando di guardarlo dritto in faccia "… vuoi cancellare la storia? Ahahahah"
 "Esatto! Andiamo a casa a prepararci!"
Improvvisamente tutti si fecero seri.
"A prepararci per che?!" domandò il ragazzo dal Giappone
" Voglio scovare tutte le informazioni possibili su quel pirata per dimostrare che la famiglia Ford del Colorado è da sempre repubblicanofoba"
"Ma esiste come termine? E comunque cosa centra col fatto che dovremmo preparaci per qualcosa?"
"Rispondo ad entrambe le domande: risposta uno, si l'ho inventato io adesso; risposta due, mi sembra che ovvio se cerchi qualcosa devi andare alla fonte, no?"
"Mmm… andare alla fonte…. cosa in…. O MIO DIO, DIMMI CHE NON HAI PENSATO A QUELLO CHE PENSO IO!!!"
"E invece si! Si va in Tennessee!!!!"
 
Stranamente l'entusiasmo per il viaggio il Tennessee era minore di quanto Willis immaginasse... anzi diciamo pure che non era mai esistito; il commento più diffuso tra Liz, Davis, Yolei e talvolta perfino Mary era "ma perché cazzo devo venire anch'io?", con un'ovvia modificazione di linguaggio per quanto riguardava Mary, che esplicava assai bene con quanta voglia i digiprescelti e Liz presero il volo da Denver a Nashville per poi arrivare fino a Memphis, dove sembrava fosse nato il sudista.
Ci sarebbe stato il problema del mezzo ma, fortunatamente, a Nashville viveva uno degli innumerevoli zii di Yolei che, dopo aver rivisto la nipotina, fu ben felice di dare alla compagnia un auto in noleggio.
Il viaggio in auto fu però solo relativamente tranquillo; fuori tutto era calmo e sulla strada non ci furono problemi ma dentro l'auto era un inferno.
"Spiegaci perché stiamo facendo questo viaggio!" chiese stizzita Liz
"Perché io sono come il tenente Frank Drebin!" replicò il biondo
"Un idiota di proporzioni galattiche?" fece Davis
"No, cretino! Uno che non vuole che questo caso venga risolto a caso, per caso"
"Quindi staremmo indagando? Allora direi che visto quanti siamo sembriamo più la "misteri e affini"; Io sono Fred, Lizzie è Daphne, Yolei è Velma e tu… no! Mary è Shaggy e tu sei Scooby, peccato solo che siamo sulla macchina a noleggio di uno degli zii di Yolei e non su un furgoncino Hippie"
"Se vuoi, quello ce l'ha mio zio e… aspetta un attimo, mi hai appena dato del cane?"
"Sbaglio o stai seguendo una pista, tra l'altro inventata da te, affidandoti unicamente al tuo fiuto; l'unica cosa buona è che stiamo andando a Memphis e la c'è Graceland!"
"Se la metti così allora sembriamo più la squadra di recupero "cugini" di "Lilo & Stitch"; Io sono Stitch, mia sorella è Lilo, Liz è Nani, tu sei Jumba e Yolei è Pleakley!"
"EHI!!!" esclamarono in contemporanea Yolei e Davis
"Qualcosa non va nella mia divisione delle parti?"
"Si!" rispose Davis "perché io sono Jumba? Io dovrei essere David oppure Stitch e tu Jumba! Sei o non sei tu il "genio di male", anche se pure la definizione "scienziato idiota" ti si addice alla perfezione"
"Ma non raccontare balle! Lo sappiamo entrambi che io qui sono il più in gamba, quindi devo obbligatoriamente essere Stitch!"
"Ma non dire cazzate! Tu sei il più imbecille, lo scienziato idiota è quello che fa per te!"
"SCUSATE!" li interruppe Yolei "CREDO CHE VI SIA SFUGGITO IL VERO PROBLEMA!!"
"Ah si, e quale sarebbe?" fecero i due all'unisono
"PER QUALE CAZZO DI MOTIVO IO SAREI PLEAKLEY!!!"
"Beh, perché non è rimasto nessuno; chi vorresti essere? Cobra Bubbles?"
"NO!"
"Gantu?"
"NOO!!!"
"625?"
"NOOO!!!!"
"Il gerbillo?"
"E'… UN… CRICETO, E COMUNQUE…NOOOO!!!"
"Il gerbillo di guardia?"
"Uff… ho capito, mi tengo Pleakley!"
"Questo è lo spirito giusto... ah eccoci… signore e signori siamo ormai a pochissime miglia da Memphis, la città in cui è nato il rock n'roll; per caso volete qualcosa da mangiare?"
"Sarebbe il minimo" fecero stizzite Yolei e Liz
"Perfetto, Dav per favore potresti prendere il portafoglio dal portaoggetti? E' vicino alle chiavi di casa" domandò il biondo al'amico che acconsentì
"C'è un piccolo problema" rispose il giapponese "vedo il portafoglio ma delle chiavi neanche l'ombra"
"Cosa?!" esclamò Willis voltandosi e smuovendo il groviglio di oggetti con la mano destra "oh merda, credo di aver dimenticato le chiavi a casa"
"Di nuovo?" Domandò Liz
"Come di nuovo?!" si reinserì Davis preoccupato dalla piega che stava prendendo il discorso
"Non te l'ha mai detto e pensare che all'High School in classe lo continuavamo a prendere in giro per questo suo problema" rispose la ragazza sorridente "pensa che una volta si chiuse fuori di casa per tre volte in un'unica giornata e un altro giorno invece lasciò lo zaino in classe"
"Ehi, smettila! Lo sai benissimo che c'è un certo grado di inesattezza nelle storie che hai raccontato" si difese Willis
"E a quanto ammonterebbe questo grado?" chiese il castano
"Almeno al 6/7 percento" replicò il biondo
"Wow, non esageriamo mi raccomando" ribatté ironico "e quindi? Cos'è che sarebbe sbagliato nel racconto di Liz?"
"La sua seconda informazione è sbagliata, non avevo dimenticato la cartella!" esclamò affannato e imbarazzato "non… solo almeno, avevo dimenticato anche la giacca a vento e con quella… beh, anche le chiavi di casa"
"Sei irrecuperabile!" fece la biondina "te l'abbiamo sempre detto: hai troppa algebra nel cervello e non c'è più spazio per certe quisquilie"
"Chiamala quisquilia" intervenne un preoccupato Davis "se ti succede in un paese di venti metri quadrati di estensione che conosci a memoria figuriamoci in una grande città come Memphis"
"Non fasciarti la testa prima di averla rotta fratellino, ti giuro che non perderò niente… guarda ho anche una mappa della città" disse estraendo un foglio stropicciato su cui era disegnata una pseudo-mappa tanto orribilmente stilizzata da far sembrare i dipinti di Tai dei quadri di Van Gogh.
"Questa roba fa schifo, comincio a pensare che concederti il pollice opponibile sia stato uno spreco" esclamò il Motomiya mentre cercava di tradurre i geroglifici dell'amico "e poi non hai segnato niente di utile, hai indicato solo Graceland e il FedEx forum, della biblioteca neanche l'ombra"
"Ho tutto quello che mi serve"
"A che diavolo ti serve sapere dov'è il FedEx forum?"
"Beh, è il palazzetto dei Memphis Grizzlies"
"Lo so cos'è! Ma perché dovremmo andarci? Non ci vanno nemmeno i tifosi dei Grizzlies al FedEx!"
"Smettila di discutere Dav" gli disse dolcemente Liz "è come parlare con un muro di titanio"
"Preferisco adamantio" fece il ragazzo dal Colorado
"Arriverà mai il giorno in cui ti renderai conto che non sei Wolverine?" chiese la Raiser
"Quando arriverà sarà troppo tardi" ribatte l'altro indicando poi un punto avanti a loro "ecco, fermiamoci qui a prendere qualcosa da mettere sotto i denti… Dav, penso di aver dimenticato il portafoglio, non riesco più a trovarlo"
"Ma se mi hai chiesto due secondi fa di…" si interruppe l'altro vedendo Liz che a gesti gli consigliava di non ribattere "… lascia perdere, per fortuna Yolei si è ricordata di prenderlo"
"Wow, grazie mille tesoro!" gridò l'americano alla ragazza in stato di dormiveglia mentre gli altri due si davano manate sulla fronte
"Temo che questo sarà un viaggio molto lungo" concluse rassegnato il castano scendendo dall'auto
 
Dopo la breve ma piacevole cena il gruppo raggiunse un motel gestito da un altro degli innumerevoli parenti di Yolei; il sole era al tramonto e la piccola Mary era molto stanca, la ricerca avrebbe atteso il giorno seguente.
Tutti i viaggiatori coatti ringraziarono mentalmente il cielo del fatto che la madre di Willis avrebbe dovuto dormire fuori per via di un corso di aggiornamento sull'uso delle nuove tecnologie (ed era la madre di Willis Ford) così non avrebbe mai potuto vedere l'atroce bigliettino che il figlio decisamente degenere le aveva lasciato sul tavolo
"Ciao mamma; io, Mary, Davis e Yolei andiamo un attimo in Tennessee; torneremo il più presto possibile"
Nessuno riusciva a concepire come avesse potuto veramente scrivere "un attimo"; come se ogni giorno uno decidesse di fare cosi su due piedi la tratta Colorado - Tennessee per motivi che…. boh, li conosceva solo lui.
E il peggio doveva ancora venire. Esclusa la storia del sudista c'è infatti un altro problema.
"Okay, le camere sono due e ci dividiamo così; Io e Liz e Willis, Mary e Yolei"
"Ehi, perché hai già deciso per tutti Dav?"
"Perché è colpa tua se ci troviamo a Memphis sabato sera senza un motivo valido, perché sono a digiuno da stamattina e perché non siamo ancora andati a vedere Graceland!"
"Non se ne parla neanche!" fece perentorio
"Ma tu non avevi rinunciato a Liz?"
"Certo, ma ricordi anche la regola del "prima della prima volta mai dormire nello stesso letto con la ragazza con cui vorresti avere la prima volta"? Ecco questo è uno di quei casi"
"Ok, vediamo di fare un po' di chiarezza: uno, non è la mia prima volta; due, non trovi che sia un po' lunga e precisina come regola; tre, ti giuro che non accadrà niente!"
Willis osservò con attenzione il volto dell'amico; sapeva riconoscere quando era sincero… e in ogni caso aveva letto e riletto già una ventina di volte la "Guida Psych alla lotta al crimine per totali incapaci" il che doveva aver fatto di lui, almeno secondo le sue idee, un discreto detective sensitivo.
"Va bene, mi fido… ma stai attento, se le salti addosso o roba simile non ci sarà nulla che io possa fare o dire per convincerla a stare con te!"
"Guarda che non sono te; vedrai che riuscirò a trattenermi"
"Ho detto che mi fido" concluse il biondo che poi aggiunse "mi raccomando fratellino, prenditi cura di lei"
"Lo farò" terminò Davis chiudendo la porta della sua camera
 
Il giorno seguente Davis Motomiya ebbe il miglior risveglio della sua vita. Durante la notte aveva iniziato a fare molto freddo e Liz ne stava soffrendo così lui l'aveva abbracciata ed erano rimasti in quella posizione fino al suddetto risveglio.
Il ragazzo sorrise e si alzò e si diede una lavata veloce alla faccia, dopodiché uscì a prendere una boccata d'aria. Una strana visione lo trattenne fuori; inizialmente, a causa del sonno, non riuscì bene a distinguere le figure ma bastarono pochi secondi di freddo pungente a fargli tornare la lucidità.
"Willis?!" domandò
"CHI? COSA?... Ah sei tu Dav" rispose quello tremolante
"Ma che diavolo ci fai qui fuori?" domandò nuovamente il giapponese "sbrinando" i capelli dell'amico
"E' u-una sto-storia lunga" fece l'altro battendo i denti "s-se mi pro-prometti d-di non ri-ridere, t-te la r-racconto"
"Okay, te lo prometto" esclamò il castano "ora racconta"
"Beh, e-eravamo ap-pena entrati in ca-camera, c'era M-mary sul letto e non v-vedevo Yo-yolei c-così ho d-deciso di f-far addormentare la m-mia sorellina, l-le ho ca-cantato una ninnananna, l'ho te-tenuta in b-braccio e do-dopo u-un quarto d'ora ci-circa era n-nel mo-mondo dei sogni"
"E quindi… vieni al punto" lo incalzò Davis
"P-proprio mentre m-mi c-chiedevo do-dove fosse f-finita Yolei e-ecco che q-quella ma-maledetta esce dal bagno a-avvolta i-in un asciugamano… S-SOLO in un a-asciugamano! Io so-sono rimasto l-letteralmente i-impietrito; a m-me Yolei piace mo-molto e non immagini n-nemmeno quante v-volte l'ho so-sognata così ma t-trovarsela di f-fronte davvero è t-tutta un'altra co-cosa… i-insomma lei è fi-fidanzata e io s-sono un suo a-amico e non potevo f-fare quello che t-tutto il mio co-corpo mi c-chiedeva di fare!"
"E dunque cosa hai fatto?" chiese l'incuriosito castano mentre si tratteneva dallo scoppiare a ridere
"L'unica co-cosa s-sensata che il m-mio cervello è r-riuscito a su-suggerire; ho f-finto di a-andare un attimo f-fuori e ci s-sono ri-rimasto per tutta la n-notte, c-cioè io ho p-provato a r-rientrare ma la stro-stronza aveva c-chiuso la po-porta e… ehi ma sta-stai ridendo?"
"Mmpff… F-fingi c-che… che non lo stia f-facendo!" esclamò "Ahah, v-vai avanti"
"V-vai avanti un c-cazzo; non c'è più n-niente da ra-raccontare e io i-invece sono a-ansioso di sa-sapere i-il p-perché di t-tanta ilarità"
"P-perché gli eventi degli… mmpf d-degli ultimi due giorni mi hanno fatto sorgere u-una… una domanda fondamentale"
"E q-quale?"
"Mi c-chiedevo… ahah… mi viene da chiedere se n-nel tuo c-cervello a-alberghi effettivamente un po' di materia grigia o… ahah… o se m-magari è i-il fu-fuso orario che… mmpf… che ti ha reso cosi imbecille"
"Che d-diavolo stai di-dicendo?"
"Ma… mmpf, scu-scusami se rido… ma i-in tutta la no-notte non ti ha m-mai neanche sfiorato l'idea di bussare a-alla nostra po-porta?"
Willis si irrigidì improvvisamente; effettivamente quella dell'amico era un'idea molto più sensata di tutte quelle che gli erano venute in quella notte, anche perché la maggior parte consistevano in lui che prendeva un oggetto e tentava di sfondare la porta e finivano immancabilmente con la polizia che gli sparava, ma, cosa ben più preoccupante, stava facendosi dare consigli di furbizia da Davis; il prossimo passo, verso l'inferno si intende, quale sarebbe stato? Farsi dare consigli su come superare la timidezza da TK?
Seguì Davis nella sua stanza, Liz si era appena svegliata e si gustava la colazione che il suo spasimante segreto aveva preparato per lei. Il ragazzo sorrise dolcemente a quella vista, il suo amico ci sapeva davvero fare, non per niente era suo fratello.
"Vedi amico, nulla di tutto questo accadrebbe se lei non fosse fidanzata con "Idiotoji"!" esclamò appena ripresosi dal freddo "Non riesco a capire cos'abbia lui che io non ho; sono più bello, più intelligente, ho una conoscenza di film e serie tv molto più vasta e, soprattutto sono molto meglio di lui a letto"
"Beh, in realtà non puoi saperlo" osservò Liz
"Ok, non diciamo idiozie per favore!" ribatté quasi stizzito "a differenza di ciò che molti dicono io non ho molti vanti: mi vanto della mia conoscenza cinematografico/televisivo/musicale; mi vanto della mia superiorità come videogiocatore; mi vanto della mia abilità come cosplayer ma soprattutto mi vanto, a ragione, di essere il miglior amante sulla faccia della terra; ci sono più di cinquanta ragazze che possono confermarlo!"
"Esagerato!" replicò Davis
"Esagerato un corno!" grido l'altro "questa notte sono rimasto a congelare ma ora finalmente avrò la mia vendetta, muhahahah"
"Non farlo, non ti conviene!" fece il giapponese "probabilmente questa tua notte "al fresco" sia una sorta di punizione del karma, sai per averci fatto venire fin qua per un motivo così idiota, non dargli più motivi per farti fuori; metti che poi sbaglia la mira, finisce che ci andiamo di mezzo noi"
A quelle parole un sorriso sarcastico si dipinse sul volto di Willis.
"Ah ah ah, la vostra preoccupazione nei miei confronti è encomiabile; non crucciarti Dav, il karma dovrà ammazzarmi se vorrà impedirmi di portare a termine la mia ricerca di verità"
"Non ci è andato molto lontano stanotte" osservò l'altro ridendo e chiudendo la porta "punto cento dollari su di lui!"
 
Passò un'ora circa e i ragazzi erano tutti in piedi ma definirli svegli sarebbe stato quantomeno eccessivo. La levata era arrivata infatti in modo impercettibilmente forzato, per la precisione un assordante e continuo battere di oggetti di metallo fuori dalla porta della camera di Yolei da parte di Willis che camminava avanti e indietro di fronte alla porta battendo una forchetta su di una pentola.
"Ti prego Will, stai svegliando tutto il motel" disse Davis cercando di farlo smettere "ho visto le facce degli altri inquilini e penso che vogliano farci fuori"
"Non mi interessa, la vendetta è un piatto che va consumato la mattina presto!" replicò l'altro
"Me la ricordavo un po' diversa… ahhh, ma che sto dicendo! Fratello devi smetterla, la vendetta chiama solo altra vendetta" fece il giapponese stupendosi da aver detto una cosa così hippie
"Se è per questo, la vendetta richiederebbe anche un torto iniziale per darle un senso e in questo caso, a meno che essere sexy non sia diventato un reato e in quel caso io modestamente dovrei essere sulla sedia elettrica, il suddetto torto non c'è"
"E' proprio questo ciò di cui stavo parlando" gemette Motomiya "stai riuscendo a far sembrare che tra noi due quello intelligente sia io! Questo è assurdo!"
Ma Willis non volle sentir ragioni e alla fine, nonostante qualche pomodoro, una cascata di insulti e alcuni utensili da cucina che il ragazzo schivò, vinse la sua battaglia personale… che poi l'avversario non sapesse nemmeno che stavano combattendo era una questione assolutamente irrilevante.
"Visto" disse all'amico seduto accanto al posto del conducente "alla fine ce l'ho fatta"
"Ci credo" replico l'altro "stavi duellando da solo; è come se, in "Il buono, il brutto e il cattivo", Clint Eastwood invece che un "mexican standoff" avesse dovuto affrontare due uomini già morti"
"Ti do una A per la metafora ma non riuscirai a sminuire le mie imprese, sia quella che ho affrontato sia quella che affronterò tra poco"
"Effettivamente hanno molto in comune: entrambe le sfide non esistono, le hai inventate tu; sono tutte e due profondamente idiote ed entrambe hanno attirato su di te l'ira di qualcuno" osservò Liz pulendo con un fazzoletto la manica di Willis "e non solo l'ira, sei fortunato che ti hanno beccato solo con i pomodori e non con le pentole o con i mestoli"
"Tanto nemmeno la morte nera riuscirà ad impedirmi di raggiungere l'archivio…" replicò secco il biondo "… che si trova proprio li davanti a noi"
Gli altri viaggiatori alzarono lo sguardo in direzione del punto indicato dall'autoproclamatosi capo della spedizione e notarono che, effettivamente, la loro destinazione era a portata di sguardo. Il biondino che stava alla guida parcheggiò bruscamente nel primo posto disponibile da loro incontrato… a circa due chilometri di distanza.
"Mi pare giusto" affermò sarcastico Davis "non bastava l'essere venuti in Tennessee senza un motivo logico, ovviamente dovevi anche farci camminare; a questo punto mi sta davvero venendo voglia di ammazzarti, anzi non so cosa mi trattenga"
"Il fatto che siamo fratelli di sangue eeeeee…" rispose l'altro mantenendo in sospeso la frase
"… eeeee che siamo arrivati"
"Non è che se mantieni aperta una frase per cinque minuti aspettando di arrivare a destinazione la strada sembra più corta; al massimo sembri tu più idiota"
"Va bene, sono sempre felice di ascoltare le vostre opinioni ma ora si sta in silenzio e si cerca"
Entrarono così nell'edifico in assoluto silenzio. Arrivati all'archivio il biondino accese il portatile e cominciò a scartare documenti; i suoi compagni di viaggio fecero lo stesso, del resto prima finivano prima tornavano a casa, e cominciarono a mettere insieme i vari pezzi della vita dell'uomo al fine di comporne una biografia completa da confrontare con quella che avevano già reperito… purtroppo fu tutto inutile.
"I-io non po-posso crederci" sussurrò uno sconsolato Willis "sicuri che non abbiamo fatto un errore?"
Le notizie raccolte a Memphis sembravano infatti confermare in tutto e per tutto la storia che loro già conoscevano e,anzi, parevano aggiungere nuovi loschi dettagli.
"Qui dice che era anche sospettato di contrabbando" fece notare Liz
"Wow, fantastico!"esclamò sarcastico l'americano rivolgendosi poi a Yolei e Davis "non è che anche voi avete trovato qualche altra porcheria fatta da questo rifiuto umano? Tanto peggio di così non può andare"
Di fronte a tanto sconforto i ragazzi non ebbero il coraggio di rivelare le ulteriori scoperte riguardo al sudista che a quanto pare era stato anche parte dei Bushwackers e si era macchiato in Kansas, ove le bande operavano, di orribili delitti.
"Merda!" esclamò Liz "sembra di essere in quella puntata di "The Simpsons" in cui Lisa e Homer scoprono la verità su Jebediah Springfield"
"Ragazzi se non facciamo qualcosa finisce che Willis si spara" osservò Yolei in realtà abbastanza divertita dalla situazione
"Ma dannazione!" imprecò di nuovo la ragazza del Colorado "possibile che questo mostro è venuto in Colorado e la non si sia beccato nemmeno una multa per eccesso di velocità? Mi sembra molto strano"
Detto ciò la giovane prese il portatile del suo amico e ritornò alla prima pagina visitata all'inizio di quella folle avventura.
"Ecco qua, Elliot J. Ford" fece scorrendo i documenti "no, non sembra esserci nien… ASPETTATE UN ATTIMO… primo censimento: 1867 mentre il nostro amico è… non ci credo!"
"Hai scoperto qualcosa di interessante Liz?" domandò Yolei
"Ora o scoprirai" rispose lei "Willis, posso dirti due parole?"
"Certo" replicò quello "avanti, spara!"
Un destro di una violenza inaudita lo centrò nello stomaco costringendolo a piegarsi e un sinistro altrettanto pericoloso impattò con forza contro la sua guancia destra.
"Questo è per averci trascinato in un assurdo quanto evitabile viaggio brutto imbecille!"
"M-ma che c'è? Che ho fatto stavolta?" chiese il Ford in evidente affanno all'amica
"C'è che sei diventato più idiota del più idiota degli abitanti di Norat!" ribatté lei con veemenza "e sai bene quanto poco l'intelligenza abbia trovato alloggio in quella città"
"Continuo a non capire che cosa ho fatto!" si lamentò
"Ora te lo dico io che cosa hai fatto!" gridò lei "durante questa ricerca di merda non ti è mai passato nemmeno per l'anticamera del cervello di controllare, che so, le date di morte per esempio?"
"Che cosa intendi dire?"
"Intendo dire che se tu collegassi il buonsenso almeno una volta magari mi potresti spiegare come ha fatto questo sudista ad arrivare nel 1867 in Colorado se era morto nella battaglia di Stones River del 1863; cos'è, il suo fantasma voleva andare a farsi un giro dalle parti di Denver?"
Willis prese in mano il suo portatile e diede un occhiata alle date dopodiché alzò lo sguardo rivolgendosi verso i suoi sempre più incazzati amici.
"Ehm, è… v-vero" ammise arrossendo
"Cioè noi avremmo fatto questo viaggio per… un tuo errore di lettura?!" domandò una Yolei che oscillava tra l'attonito e l'incazzato nero "per caso hai incontrato qualche specie di stregone che ti ha fatto sparire i neuroni nelle ultime settimane?"
"Purtroppo no!" fece Davis "altrimenti gli avrebbe fatto scomparire anche quel ridicolo pizzetto che si ritrova"
 "Ok, per prima cosa non riesco davvero a capire perché Dav odi tanto il mio pizzetto" replicò Willis rivolto a Liz "e secondo: allora vuoi spiegarmi chi diavolo era questo "Elliot J. Ford" del Colorado? Sono sicuro che non c'era nessun altro con il cognome "Ford" in questa città"
"Giusto, ma solo perché Elliot J. Ford non è un "questo", bensì una "questa" mio caro idiota!" ribatte perentoria la Raiser
"Co-cosa?" fece incredulo "Elliot J. Ford è una donna?"
"Già, nei documenti è riportata con il cognome da sposata, ovvero Elliot Joanne Latimer, ma quello di nascita è Ford. Ha anche avuto una vita molto avventurosa; stando alle cronache dell'epoca, fu violentata dal figlio di un ricco proprietario terriero, il giovane Joseph Latimer appunto, il quale, avendola messa incinta, fu costretto a sposarla"
"Stronzo di un repubblicano, come ha osato abusare della mia antenata! Se non fosse già morto da un secolo e mezzo lo ammazzerei io stesso"
"Allora sarai felice di sapere che è stata proprio lei ad ammazzarlo: ha ammazzato padre e figlio; li ha derubati ed è scappata con uno degli schiavi della famiglia, il suo amante, in Colorado. Inoltre pare che anche lo stupro che ha subito fosse una sorta di "punizione" per le sue idee antirazziste di cui la donna non faceva assolutamente mistero"
"… WOW MA E' FANTASTICO!" esclamò Willis con gli occhi che gli luccicavano "hai sentito Mary, questo pomeriggio iniziamo subito a scrivere il tuo tema; vedrai farai un figurone in classe"
Lontano dalle sperticate esultanze del ragazzo, i tre compagni di viaggio capaci di intendere e di volere,  meglio due compagni dato che il terzo era Davis, osservavano la scena con sguardo compassionevole.
"Sarei proprio curioso di vedere la reazione dei compagni di classe di Mary quando la sentiranno leggere con voce solenne "La mia antenata, Elliot Joanne Ford, è stata una ladra, adultera e assassina"!" fece divertita Liz
"Sai, ripensandoci, mi viene quasi da dire che a quei poveri bambini è andata perfino bene!" suggerì Yolei
"Dai, sei cattiva!" replicò dolcemente la bionda "però, effettivamente, se non avessimo scoperto questa assassina quei poveri ragazzi si sarebbero beccati Willis…"
I tre ragazzi diedero un ulteriore occhiata a quel matto che solo il giorno prima aveva deciso di trascinali in giro per due stati; non potevano che convenire.
"Si, gli è andata decisamente bene!"
 
 
 
ANGOLO DELL'AUTORE
 
E siamo finalmente giunti alla terza appendicite, approfitto della prima parte di questo spazio per ringraziare non solo i due recensori ma anche tutti coloro che nel frattempo hanno letto o inserito tra le preferite/seguite questa o una delle altre due mie storie.

Sulla storia credo non ci sia moltissimo da spiegare anche se devo ammettere che mi sono impegnato forse anche troppo nel tentativo di rendere credibile il racconto (dato che la storia è la mia materia preferita tendo sempre a cercare di essere più storicamente esatto possibile); nel complesso credo sia uno dei capitoli che mi è venuto meglio, uno dei più divertenti (anche se per capire le battute su "Lilo & Stitch" è necessario aver seguito, oltre che il film principale, anche la serie e visto il film "Leroy & Stitch" e in alcune altre parti faccio riferimento alla saga di libri per ragazzi della "Cintura di Deltora", che non credo che tutti conoscano) tanto che in certe parti mi sono messo a ridere perfino io scrivendole (a proposito, il povero Willis non soffre di perdita di memoria, è che deve tenere a mente, oltre che vagonate di robe scolastiche, i testi di ogni singola canzone di Springsteen e la discografia del boss conta più di 30 album).

Come sempre spero di essere riuscito nel mio intento di farvi divertire.

Arrivederci all prossima da ShawnSpenstar.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: ShawnSpenstar