Serie TV > Pretty Little Liars
Segui la storia  |       
Autore: fers94    14/06/2014    2 recensioni
Hanna e Caleb, due anni dopo essersi visti l'ultima volta a Ravenswood ed essersi lasciati andare pur consapevoli di amarsi ancora, si rincontrano per uno scherzo del destino alla NYU. Molte cose sono cambiate da allora, ma i sentimenti sembrano essere sempre gli stessi per entrambi. Quali saranno le loro reazioni quando si ritroveranno?
«No, non è troppo tardi, Hanna. Vivi di me e lascia che io viva di te. So che non è facile, ed io non pretendo tutto e subito, ma... Ma vale la pena tentare. Per noi, vale la pena. Dopo tutto quello che abbiamo passato...»
[Si ringrazia Gloria Bennet per il banner]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashley Marin, Caleb Rivers, Hanna Marin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



20. Taking your time
 
 
"Baby, baby, please believe me, find it in your heart to reach me, promise not to leave me behind. Take me down but take it easy, make me think but don't deceive me, torture me by taking your time."
[If I Never See Your Face Again - Maroon 5 feat. Rihanna]
 
 
Hanna entrò nell'aula dove si sarebbe tenuta la lezione di informatica. Norton e Caleb non erano ancora arrivati. Prese posto e si guardò attorno, constatando che Molly non ci fosse. D'un tratto, le vibrò il cellulare. Era Dave.
 
Dave - 08:33; Io finisco alle 2. Pranziamo insieme, ti va? :)
 
Hanna sospirò prima di rispondere.
 
Hanna - 08:35; Non posso, devo assolutamente passare da mia madre. Ci vediamo stasera.
 
Aggiunse quell'ultima frase perché avrebbe voluto parlargli, quella sera. Parlargli di tutto.
Tutte le sue riflessioni furono interrotte dall'ingresso di Caleb nell'aula, senza Norton. Subito i due trovarono uno scambio di sguardi, e si sorrisero. Caleb prese poi il microfono, si schiarì la voce e fece una comunicazione.
«Buongiorno a tutti, ragazzi. Il professor Norton è malato, perciò oggi vi dovrete accontentare unicamente di me, anche se non avendo una laurea, non posso farvi lezione da solo. Così, per coloro che vogliono, ho pensato che potremmo andare insieme nell'aula computer a provare qualche programma per il disegno di bozzetti.»
Ecco qual'era la "sorpresa" di Caleb; il fatto che a lezione ci sarebbe stato solo lui, così da poter interagire con i suoi allievi e allieve, una in particolare. I ragazzi dell'aula furono ben contenti della notizia, esultando per il fatto che Norton non ci fosse e per il fatto che finalmente ci si poteva divertire un po' con i computer. Hanna era felice unicamente per il fatto che Caleb fosse lì, nient'altro.
«Bene, andiamo.» concluse Caleb, mentre tutti si alzarono dalle loro sedute per raggiungere l'aula computer.
Hanna fece per alzarsi, ed in un battibaleno ricevette un sms proprio da Caleb.
 
Caleb - 08:40; Esci dal retro, corri in aula computer e siediti alla scrivania in fondo. Non fare domande ;)
 
Hanna ghignò, e prese l'uscita secondaria per raggiungere l'aula computer prima di tutti, che invece stavano uscendo dall'uscita principale con Caleb, così da poter impossessarsi dell'ultima scrivania in fondo, come le aveva detto lui.
E così fu.
Arrivò in aula prima di tutti, quindi si accomodò senza problemi dove le aveva indicato Caleb. Il ragazzo entrò appena dopo, notando Hanna in fondo all'aula e strizzandole l'occhio. Di lì, entrarono tutti gli altri allievi, che rapidamente presero posto alle altre scrivanie. Ad Hanna vibrò nuovamente il cellulare.
 
Caleb - 08:44; Ben fatto, principessa ;)
 
Hanna alzò lo sguardo e gli sorrise largamente, salvo poi ricordarsi che doveva ancora dirgli che Brit sapeva tutto, che Molly sapeva abbastanza, che Dave avrebbe potuto sapere e che sua madre aveva iniziato a fare troppe domande. E anche che aveva provato a parlare a Dave per lasciarlo, che non ci era riuscita, ma che intendeva farlo la sera stessa. Rispose allora al messaggio.
 
Hanna - 08:46; Dobbiamo parlare di alcune cose...
 
Caleb - 08:47; Più tardi, ora facciamo un gioco...
 
Hanna aggrottò le sopracciglia verso Caleb, seduto dall'altra parte dell'aula, al computer principale.
 
Hanna - 08:48; Cioè?
 
Caleb - 08:49; Aspetta e vedrai :P
 
Hanna scosse la testa, ridacchiando tra sé e sé. Caleb era imprevedibile, ed era chiaro che il suo "gioco" c'entrava con il fatto che l'avesse fatta sedere in fondo all'aula, lontana da occhi indiscreti.
 
 
Caleb iniziò a passare in rassegna ad uno a uno tutti i computer, parlando con i ragazzi e dando loro delle dritte su come usare i programmi per disegnare. Con alcuni scambiò solo un'occhiata, ad altri dedicò qualche istante di conversazione, ad altri ancora si accomodò vicino per svariati minuti per spiegare qualcosa, finché non raggiunse il computer dov'era Hanna, impegnata a fare un solitario. Caleb ridacchiò piano, per poi guardare Hanna.
«Marin, avevo detto di disegnare bozzetti, non di giocare a carte...» sussurrò, alzando le sopracciglia.
«Hai detto tu che stiamo facendo un gioco...» ribatté Hanna a bassa voce, sorridendo maliziosamente.
Caleb si morse un labbro annuendo, per poi accomodarsi sulla sedia libera al fianco della ragazza.
«Caleb, ti devo parlare...» riprese Hanna.
«Non adesso.» sentenziò lui, guardandola negli occhi.
Hanna lo guardò con aria interrogativa, quindi Caleb sollevò il capo e controllò che tutti i ragazzi fossero presi con i loro bozzetti. Era fin troppo facile distrarli e farli dimenticare del giovane assistente. Constatato che nessuno si stesse chiedendo dove fosse finito, Caleb allungò una mano sotto la scrivania per raggiungere il ginocchio di Hanna, per poi sgusciare senza troppe esitazioni sulla sua coscia nuda, lasciata scoperta dal corto vestitino verde smeraldo che la ragazza indossava quel giorno. Hanna sussultò di poco, mentre Caleb le accarezzò delicatamente la pelle.
«Ottimo bozzetto, signorina...» fece lui a voce alta, disinvolto.
Hanna lo guardò come per chiedergli di smettere, ma in realtà il suo tocco era troppo piacevole ed Hanna avrebbe voluto che non la smettesse mai. Infatti non fece nulla per fermarlo, se non chiudere gli occhi ed increspare le labbra, godendosi le piccanti carezze di Caleb. Il ragazzo si guardò nuovamente intorno; erano ancora tutti impegnati con i loro lavori. Abbassò quindi la testa in modo da essere coperto dal monitor del computer, e raggiunse il collo di Hanna, che iniziò a baciare lentamente, mentre continuava a far vagare la sua mano sulla gamba di Hanna, ora sull'interno coscia. Hanna cominciò a respirare velocemente; sarebbe voluta saltare addosso a Caleb e fregarsene di qualsiasi cosa, ma non era proprio il caso.
«Dio, quanto mi sei mancata...» bisbigliò Caleb, continuando ad estasiare Hanna come poteva.
«Come si chiama questo fottuto gioco?» chiese Hanna in un sussurro, lasciandosi sfuggire un sorrisetto di piacere.
Caleb si fece strada con una catena di piccoli baci per risalire dal suo collo, dunque le morse dolcemente il lobo dell'orecchio, per poi portarsi di fronte ai suoi occhi.
«Prova di resistenza...» sussurrò, mordendosi un labbro.
«È il tuo modo di punirmi per aver preso tempo per lasciare Dave o cosa?» rispose Hanna, sempre con un tono di voce basso.
«È il mio modo per dirti che l'attesa aumenta il desiderio...» replicò Caleb in un sussurro, lasciando esplorare alla sua mano i meandri più proibiti del perfetto corpo di Hanna.
Hanna sospirò e reclinò leggermente la testa all'indietro. Quella "prova di resistenza" per lei era quasi una tortura. Desiderava Caleb almeno quanto lui desiderava lei, ma non poteva certo abbandonarsi all'impulso che ogni cellula del suo corpo reclamava, sia perché al momento erano in un'aula colma di altri ragazzi, e sia perché aveva promesso a se stessa di non fare più torti a Dave fin quando non avesse messo le cose in chiaro con lui.
«Caleb...» sussurrò in un mugolio, sentendo di non poter più reggere la situazione.
Caleb ridacchiò piano, dandole poi un bacio sulla guancia e staccando anche le mani dal suo corpo. Si alzò quindi dalla sedia, leccandosi le labbra.
«Tutto chiaro, signorina?» disse dunque, a voce alta.
Hanna si ricompose nel giro di un attimo.
«Certo, grazie.» soggiunse seria.
Caleb annuì sorridendo, quindi si accovacciò nuovamente accanto ad Hanna.
«Questo era giusto un assaggio per farti capire cosa ti stai perdendo... Ti aspetto, amore...» le sussurrò con voce rauca in un orecchio, prima di rialzarsi e tornare al suo computer.
Hanna si morse un labbro mentre lo guardava ripercorrere l'aula disinvolto. Doveva davvero muoversi a lasciare Dave, non poteva più resistere senza di Caleb.
 
 
Finita la lezione, Hanna raggiunse Caleb, per dirgli tutto quello che aveva scoperto da Brit.
«Hey, ti è piaciuto il gioco?» esordì lui, spavaldo, con un sorrisetto malizioso.
Hanna alzò gli occhi al cielo, sospirando.
«Sei sadico e completamente fuori di testa...» aggiunse.
Caleb ridacchiò, rimettendo la sua roba nella sua valigetta di cuoio.
«Di cosa devi parlarmi?» riprese, con più serietà.
«Brit sa di noi.» disse Hanna, diretta.
«Oh...»
«Non sono stata io a dirglielo, l'ha fatto Molly. Io le ho solo messo in chiaro le cose, visto che pensava che mi stessi frequentando con tre ragazzi e che stessi giocando alla troietta...»
Caleb aggrottò le sopracciglia.
«Molly? Tre ragazzi?» domandò dunque, confuso.
Hanna prese un bel respiro e gli spiegò tutto per filo e per segno.
«Beh, la cosa più bella che tu mi abbia detto in tutto ciò è il fatto che mi avevi personificato con il nome con cui mi chiamavano i miei vecchi genitori affidatari... È assurdo che tu te lo sia ricordato!» soggiunse lui subito dopo, ridacchiando.
Hanna sorrise, quindi gli raccontò anche qualcos'altro.
«Sai, ieri ho provato a parlare a Dave, ma... Ma non sono riuscita a dirgli niente, però... Stasera gli racconterò tutto, te lo prometto.»
Caleb fece spallucce.
«Hanna, so che non è facile. Non ti nascondo che non vedo l'ora che tu lo faccia, ma... Ma non devi aver paura che io me ne vada perché non ancora l'hai lasciato, perché non lo farò. Sono qui e non me ne andrò stavolta, anche se non poterti toccare è alquanto difficile...»
«Mi hai toccata comunque, sbaglio?» ribatté Hanna, alzando un sopracciglio.
Caleb ghignò.
«Ho fatto un piccolo strappo alla regola, sei irresistibile...» aggiunse, facendole l'occhiolino.
Hanna arrossì leggermente, nascondendo il suo imbarazzo dietro una risata, come sempre.
«C'è ancora dell'altro che devi sapere...» continuò, tornando nuovamente seria.
Caleb la guardò con aria interrogativa, e prima che potesse dire qualcosa, ad Hanna vibrò il cellulare. Era sua madre. La ragazza rispose davanti a Caleb.
«Mamma, ho appena finito. Prendo un taxi e sono da te.» disse tutto d'un fiato.
Caleb aspettò che riattaccasse, dunque si fece avanti.
«Quello che devi dirmi c'entra con Ashley?»
Hanna sospirò e si morse un labbro.
«Te la sentiresti di venire con me da lei?» azzardò Hanna.
«Cosa?» ribatté Caleb, spiazzato.
«Ha capito che nascondo qualcosa. Lei ti conosce, sa che io non ti ho mai dimenticato, e... E per quanto voglia bene a Dave, per lei tu sei sempre stato come un figlio. È giusto che lei sappia, Caleb. Le racconterò tutto, e mi farebbe piacere che ci fossi tu al mio fianco.» 
Caleb sospirò.
«Mi assicuri che non tenterà di uccidermi?» soggiunse poi, alzando le sopracciglia.
Hanna sorrise.
«Te lo assicuro.» aggiunse, prendendogli una mano.
Caleb sorrise, per poi lanciare un'occhiata alla porta dell'aula, aperta.
«Dave finisce le lezioni alle due, non c'è pericolo che passi di qui, tranquillo.» fece Hanna, notata l'allerta di Caleb.
Il ragazzo annuì, alzando poi le loro mani unite per lasciare un bacio sul dorso di quella di Hanna.
«Sei sicura che dire a tutti di noi tranne che a Dave sia una buona idea?» chiese quindi.
«Caleb, di Brit mi fido, e qui stiamo parlando di mia madre, non di "tutti". Se le mentissi, lo capirebbe, e non mi va di nasconderle il fatto che voglio stare con te. E poi, con Dave parlerò stasera, costi quel che costi. Non voglio che quello che proviamo l'uno per l'altra sia un segreto...»
«Okay.» sorrise Caleb.
Hanna ricambiò, quindi il ragazzo lanciò un'altra occhiata alla porta dell'aula prima di dare un bacio delicato sulle labbra di Hanna, che subito si tramutò in qualcosa di meno innocente. Hanna si tirò via dopo qualche istante.
«So che non vuoi che succeda più niente alle spalle del tuo "ancora-per-poco ragazzo", ma se ti avvicini così tanto...» disse Caleb, sorridendo malizioso.
Hanna sospirò di resa.
«Per oggi abbiamo fatto fin troppi strappi alla regola, Rivers...» aggiunse.
Caleb annuì, accarezzandole una guancia.
«Allora, sei pronto per affrontare la cara vecchia signora Marin?» riprese Hanna, sorridendo.
«Per te sono pronto a tutto.»
Hanna ridacchiò, per poi accarezzarlo a sua volta.
«Adesso io esco e prendo un taxi. Tu aspetta qualche minuto per precauzione e poi raggiungimi, farò aspettare il taxi in strada, d'accordo?» aggiunse.
Caleb annuì, dunque Hanna gli sorrise e si diresse verso l'uscita dell'aula, e quindi verso l'uscita del college, mentre Caleb aspettò una manciata di minuti nell'aula. Contato qualche secondo, anche lui uscì dall'aula e successivamente dal college, entrando nel taxi dove lo stava aspettando Hanna.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Pretty Little Liars / Vai alla pagina dell'autore: fers94