Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: unknown person    14/06/2014    1 recensioni
Quel fascio di luce illuminava sempre la domenica mattina quei due corpi distesi sul letto. Erano sempre abbracciati, quasi avessero paura a separarsi, a dividersi, ma niente dura per sempre.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Our last goodbye





* beh come potete vedere questa è la mia prima storia! Sono tornato su efp, ho perso il mio profilo vecchio, mi sono preso una pausa di circa un anno, ma è dovuto tutto allo studio, architettura non è una passeggiata e ho passato settimane senza dormire, non ho mai trovato tempo per scrivere. Mi dispiace essermi allontanato, ma ho voluto ricominciare con una OS, ripresa da una mia storia, anche se cambiata sostanzialmente. Spero vi piaccia, prossimamente quando finirò dei progetti per alcuni concorsi, pubblicherò il resto delle storie già scritte! Lasciate una recensione, non fa mai male avere delle critiche. I hope u have fun! bye *



Quel fascio di luce illuminava sempre la domenica mattina quei due corpi distesi sul letto. Erano sempre abbracciati, quasi avessero paura a separarsi, a dividersi, ma purtroppo niente dura in eterno.
Quella mattina la stanza era particolarmente buia, silenziosa. La quiete della stanza era interrotta dal rumore dei tuoni.
 Il cinguettio di uccellini non c’era più da molto tempo,  era rimasto solo il rumore del silenzio sovrastato dal cadere della pioggia.
Quella mattina era iniziata come tutte le altre mattine da quando lui non c’era. Quei riccioli erano scompigliati, non avevano un senso. Le guance rigate dalle lacrime, i suoi occhi verdi smeraldo ora non luccicavano più, erano spenti, come spento oramai era il loro amore.
I cuscini erano bagnati, le lenzuola erano le stesse della settimana scorsa, non aveva avuto la forza di togliere anche l’ultima cosa che gli ricordasse quel suo profumo, quelle bianche lenzuola che coprivano quei due corpi dopo che avevano consumato il loro amore. L’aria era soffocata, ma poco importava, perché anche il suo cuore era soffocato.  Quella camera che fino a qualche giorno prima era piena d’amore, in quel momento era vuota.
Su quel letto vissuto, c’era rimasto solo lui, anche la voglia di vivere se ne era andata.
Doveva alzarsi, non gli era concesso di arrivare in ritardo, così entrò in bagno. Appena entrò, mille ricordi riaffiorarono, i ricordi di quando si facevano la doccia insieme,  quando l’altro con premura gli asciugava i capelli. Si fermò per qualche secondo, il suo cuore, al solo pensiero che tutto questo sarebbe più potuto accadere. Si cambiò con lentezza, non aveva più forza in corpo, se le era portate via il suo amato quando se ne era andato.
Indossò quel vestito nero che si comprò tempo fa per suo padre, ma che sperava di non dover più indossare. Così, prese quel poco di forze che gli erano rimaste, e dopo essersi allacciato le scarpe, scese al piano terra, per la prima volta, dopo ciò che era successo.
I suoi tre amici erano li, aspettavano che scendesse per poterlo portare al funerale. Non avevano mai osato entrare in camera, sapevano che voleva restare da solo.
Uno di loro si avvicinò ad quel corpo che sembrava nemmeno più avere quel soffio di vita, che i filosofi antichi avevano sempre identificato come l’anima,  lo prese sotto braccio e si incamminò verso la porta. Gli altri due li seguirono dietro.
Quando arrivarono la pioggia ormai era cessata, ma le nuvole non accennavano ad andarsene, rimanevano li, scure, sopra le tante persone che erano presenti in quel momento.
C’era  la sua foto, la foto che gli aveva scattato quando erano andati a Parigi sulla Torre Eiffel.
Era una sera stellata. Il loro primo viaggio insieme a Parigi. Quella sera si avevano deciso di andare su quella alta torre che sempre avevano sognato, quella stessa sera, lassù, il ragazzo gli dichiarò i suoi veri sentimenti.
Quando il ricordo terminò, si andarono a sedere.
Davanti a loro c’era la bara di quel povero ragazzo che se ne era andato, così, da un momento all’altro, senza preavviso.
Era venuto a mancare quella sera di pochi giorni fa, quando avevano consumato per l’ennesima volta il loro amore su quel letto, ma era sempre come se fosse la prima. Era sempre protettivo nei confronti di del suo amato, anche quando facevano l’amore. Quella sera c’era qualcosa di strano nell’aria però. Quando lui venne, il ragazzo poggiò la sua testa sul petto del suo amato.
- mi prometti una cosa?- disse lui.
-Dimmi amore-
-Promettimi che qualsiasi cosa accada io rimarrò immortale nel tuo pensiero. Non importa se ti innamorerai di qualcun altro, voglio che tu non mi dimentichi mai. Non voglio che tu dimentichi i nostri momenti- disse lui affannato. Quelle parole rimbombavano nell’aria e s’impadronivano del silenzio.
-Perché mi dici questo?- non riusciva a capire il perché di quelle parole.
-Non importa il perché. Promettimelo amore- disse, quando una lacrima incominciò a scendere sul suo volto, fermandosi a metà della guancia.
-Per sempre amore. Ti ricorderò per sempre. Te lo prometto- non si era accorto di quella lacrima che era scesa.
-ti amo e ti amerò per sempre. Starò con te per sempre. Ti amo- queste due parole le disse faticando.
-Anche io ti amo. Ti amerò per sempre- disse, per poi alzare il viso e lasciare un bacio casto sulle labbra del più grande. Un sorriso. Quelle parole lo avevano reso felice, prima di andarsene. Chiuse gli occhi. Smise di parlare, di respirare.
Ma quelle due parole, quel “ti amo” restò nella stanza, disperso nel silenzio. Furono le ultime parole che si dissero, prima che lui se ne andasse e lasciasse il suo amato da solo.
Il funerale finì. Quel ricordo gli aveva occupato la mente per tutto il tempo della cerimonia.
La bara incominciò a scendere in quella buca. Non sopportava l’idea di vedere lui essere sepolto sotto un mucchio di terra.
Andò a casa di corsa, non prese nemmeno la macchina.
Aveva il bisogno di sentirlo.
Andò in camera per cercare di sentire ancora quelle due ultime parole, necessitava di quelle due parole.
Ma ormai il silenzio se ne era impossessato, non le avrebbe più restituite.
Un brivido lo percosse tutto lungo la schiena.
Scese in cucina prendendo una cosa e ritornò in camera, nella loro camera.
Si sdraiò sul letto, nello stesso punto in cui il suo ragazzo se ne era andato.
Pensò a lui, ai suoi genitori, ai suoi amici, a tutti i momenti passati insieme.
Sorrise, proprio come aveva fatto l’altro, tre giorni prima, mentre stava morendo.
Impugnò il coltello e con una spinta netta se lo conficcò fra le costole, traforando i polmoni.
-Ti amo- disse con quel poco di voce che rimaneva nel suo corpo.
Disse quelle due parole, voleva che anche quelle sue parole rimanessero intrappolate nel silenzio della loro stanza.
Il sangue cominciò ad uscire macchiando quelle lenzuola bianche.
Un fascio di luce entrò nella stanza, illuminando il suo corpo, ormai morto.
Si erano ricongiunti, forse in Paradiso, o forse la loro anima era dispersa nell’universo.
Ma la cosa che importa è che loro amore, ora, è per l’eternità.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: unknown person