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Autore: M_Wonnie    14/06/2014    2 recensioni
-Bene signori... Risolverete le vostre questioni in un altro momento, adesso voglio la ragazza-
[...]
-Quindi chi si butta nella mischia?- Stark lo riportò di nuovo alla realtà -Eviterei Banner e il capitan ghiacciolo, io sono troppo famoso e riconoscibile... Rimangono i due assassini pazzi e la coppia di fratelli shakesperiani-
Il dio dell'inganno e Thor si guardarono alzando un sopracciglio.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Green Desires

3: Stupid Girl






Armida teneva il suo cellulare, che era riuscita a riavere dopo una lunga trattativa, ad una discreta distanza dal suo orecchio. Aveva chiamato Anna per rassicurarla e per dirle che quella notte non sarebbe tornata a casa ma l'amica bionda aveva cominciato a sclerare e urlare talmente tanto che Arm decise di lasciare il cellulare sul lettino accanto a dove era seduta lei.
La ragazza si mise ad osservare il gruppo di persone che adesso si trovava di nuovo al di la del vetro, con lei erano rimasti solo i due semi-dei; Loki sembrava quasi affascinato da quello che succedeva nel gruppo degli Avengers mentre Thor non le aveva staccato gli occhi di dosso.
Mentre Anna continuava ad urlare al telefono la mora si fece coraggio e decise di chiedere spiegazioni un po' più dettagliate a quei due.
-Perché pensano che possa diventare una minaccia?-
Chiese diretta.
Anche il dio dell'inganno spostò la sua attenzione su di lei. Thor si limitò a cambiare posizione.
Armida aspettò ancora qualche secondo di ricevere una risposta ma nessuno dei due sembrava intenzionato a parlare, intanto decise di concludere la telefonata con Anna rassicurandola per l'ennesima volta.
Armida sospirò cercando di formulare un nuovo discorso.
-Principi di Asgard- entrambi sembrarono sorpresi da quel inizio -Ho il diritto di sapere quello che mi sta accadendo e perché vengo trattata come una criminale-
Vide per la prima volta i due che si scambiarono uno sguardo quasi di intesa.
-Gli umani sono esseri che tendono a distruggere tutto quello che è diverso da loro-
Rispose il dio dell'inganno.
-Loki...- lo ammonì il fratello -Sono ancora tutti scossi dagli avvenimenti di pochi mesi fa-
Disse poi il dio del fulmine rivolto a lei.
Armida si accorse che Thor sembrava voler giustificare il comportamento di quegli agenti psicopatici, ma ancora non le avevano risposto.
-Hanno paura che tu possa diventare una bomba pronta ad esplodere-
La precedette Loki.
-E lo sono?-
Gli occhioni verdi di Armida si spostavano dall'uno all'altro quasi freneticamente, non che avesse paura però possibilmente voleva evitare di finire in mille pezzi per una cosa che non capiva.
-Forse è un po' troppo presto per dirlo, ma direi di no- continuò il dio dell'inganno -Questa energia che si è risvegliata ti appartiene, non ti farà del male perché è parte del tuo organismo dalla nascita... Ma non la sai controllare e forse sarà questo il vero problema alla fine-
Per la prima volta in quella giornata la ragazza era senza parole.
Poteva accettare tutto: dei e super miliardari nel suo appartamento, assassini pronti ad ucciderla, strani individui, Avengers... Ma che lei fosse in possesso di una strana energia aliena non aveva proprio senso e espresse questo ultimo dubbio ad alta voce.
-Forse hai un antenato Asgardiano-
Thor alzò le larghe spalle spostando poi lo sguardo sul fratello che invece sembrava di nuovo immerso nei suoi pensieri. Armida gli si avvicinò quasi di soppiatto e solo quando fu a pochi centimetri da Loki lui si accorse della sua presenza.
L'unica reazione visibile del dio fu un sopracciglio alzato.
-La tua vicinanza mi urta, midgardiana...-
La compostezza con cui il dio dell'inganno disse quelle parole fece ridacchiare Armida che si allontanò solo di qualche centimetro rimanendo comunque molto vicina.
Non che lo facesse apposta ma aveva a disposizione due degli dei che studiava da cinque anni e lei era sempre stata molto curiosa di natura quindi non poteva decisamente farne a meno.
Dopo quella ultima battuta del dio dell'inganno i minuti di silenzio si sommarono ai precedenti in una sequenza che alla giovane sembrò infinita.
Non avendo molto da fare decise di spostare la sua attenzione su quello che stava succedendo al di la di quella sua prigione di vetro; il resto degli Avengers stava parlando animatamente con il signor Fury che non sembrava affatto contento di come si erano svolti i fatti.
Armida notò che Stark sembrava quello più scoglionato... Non si poteva usare un altro termine per descriverlo, ovviamente lui e il dio dagli occhi verdi che le faceva compagnia in quella simil cella.
Arm cominciò ad odiare quel silenzio che si era creato e anche se i due dei norreni non avevano voglia di parlare lei invece aveva ancora domande che esigevano una risposta, magari anche decente.
-Perché non vi credono? Avete già appurato che non sono una minaccia, perché mi tengono ancora sotto chiave?-
Il dio del tuono si staccò dalla parete a cui si era poggiato fino a quel momento e cominciò a misurare la stanza a lunghi passi.
-Non si fidano di quello che asserisce mio fratello Loki-
Rispose dopo qualche secondo e il sorriso del dio in questione accompagnò quella risposta.
il dio dell'inganno posso anche capirli...- disse Arm dopo aver riflettuto un attimo -Ma tu ti fidi di tuo fratello e loro dovrebbero fidarsi di te, no?-
Questa volta Loki rise apertamente facendo voltare il fratello e Armida verso di lui.
-I vostri amici Avengers hanno paura di me!-
-Hey hey...!- l'interruppe la ragazza -Vacci piano... Non sono miei amici...-
La giovane incrociò le braccia al petto gonfiando un po' le guance in segno di stizza.
Quel gruppo di psicopatici poteva anche aver salvato New York e il mondo intero ma l'avevano inseguita, attaccata alle spalle e poi rinchiusa in quella specie di laboratorio; va bene che non erano tutti coinvolti direttamente ma quel tizio Fury non le piaceva sul serio e a quanto pareva era lui quello che dirigeva tutta la baracca.
Armida ormai sapeva per certo che la situazione le avrebbe portato solo guai quindi voleva mettere tutte le carte in tavola.
-Ok... Sentite...- iniziò massaggiandosi le tempie -Ve lo chiedo per favore e gentilmente: potete dirmi quello che sta succedendo alla mia, una volta normale, vita?-
Il tono della giovane si era alzato di qualche tono ad ogni parola e nonostante non avesse corso aveva il fiatone.
Armida fissò i suoi occhi fiammeggianti in quelli di Thor non lasciandoli alcuna via di uscita, avrebbe dovuto rispondere alle sue domande altrimenti... Bè, altrimenti... Che diavolo poteva fare contro un dio norreno?!
Per Odino e tutti i suoi corvi...
-Lady Armida- iniziò il dio del tuono e lei incrociò le braccia sotto al seno -A quanto pare dopo l'attacco a questa città midgardiana sono diventati tutti un po' più...-
Il dio lasciò la frase in sospeso come se cercasse le parole e Arm si trovò ad alzare un sopracciglio curato e guardare l'altro fratello che fece finta di niente.
Quel tizio iniziava a darle sui nervi ma dovette riportare la sua attenzione sul dio del tuono perché sembrava in seria difficoltà nel trovare quella parola mancante.
-Come dite voi umani...?-
-Isterici?-
Lo aiutò lei e vide il viso di Thor illuminarsi come quello di un bambino che trova delle caramelle. Armida si trovò a ridacchiare divertita di quelle espressioni, in quel momento si rese conto di non poter restare molto arrabbiata con il dio norreno dei fulmini.
Come poteva resistere a quegli occhi così dolci?
-Avanti fratello, arriva al punto-
Non poteva invece dire lo stesso riguardo al fratello. Loki sembrava innervosire tutti per quello che era riuscita a capire nelle poche ore che gli era stata accanto. Ma adesso voleva veramente sapere quello le stava succedendo e il fatto che anche il dio dell'inganno premesse per avere delle risposte non era affatto male per lei.
-La vogliono usare-
Disse diretto il dio norreno dagli occhi verdi.
-Loki!-
Lo rimproverò subito Thor lanciando un'occhiata anche alla ragazza.
Armida intanto cercava di assimilare quello che aveva appena sentito, prima era una potenziale minaccia e adesso erano passati a volerla sfruttare, stava decisamente cadendo dalla padella alla brace.
-Non negare, Thor. Ci hai pensato anche tu...- sembrava quasi un rimprovero da parte di Loki -Vogliono usare la sua energia, vogliono quello che ha dentro di se perché non possono controllarlo-
Mentre diceva quelle cose il dio dell'inganno si era alzano e si era avvicinato di sua spontanea volontà alla ragazza che dovette alzare lo sguardo per poterlo guardare direttamente in quegli occhi verdi.
-Ma poco fa hai detto che questa scintilla fa parte di me...- guardò anche Thor che distolse lo sguardo in fretta non riuscendo a sopportare quegli occhioni verdi come quelli del fratello -Come possono portarmela via se...!-
-Pensaci midgardiana-
La interruppe il dio dell'inganno prendendole il mento tra le dita e obbligandola a guardarlo negli occhi, la schiena di Armida venne percorsa da qualcosa di molto simile ad una scarica elettrica, e in quello stesso momento la verità la colpì come un pugno nello stomaco.
-Uccidermi...-
Lo disse in un sussurro cercando conforto anche nello sguardo di Thor.
-Non lasceremo che accada, Lady Armida e poi è solo un'ipotesi-
Il dio del tuono aveva un tono rassicurante ma la ragazza non era molto convinta, aveva visto lo sguardo di Fury e dei suoi scagnozzi e non le era piaciuto... Come aveva già detto erano paranoici e la gente tendeva a vedere fantasmi anche dove non c'erano quando si trovavano in quello stato.
Prima che Arm potesse replicare o urlare di indignazione e anche paura il resto degli Avengers fece di nuovo il suo ingresso nella stanza.
Come se fosse stato scottato Loki le lasciò il mento e per una frazione di secondo Armida si sentì spaesata.


-*-


-Buone notizie, tesoro!-
Quell'esibizionista di Stark fece di nuovo il suo ingresso e già Loki non lo sopportava più.
-Verrai a stare insieme a noi in un dei miei appartamenti qui a New York!-
Senza neanche pensarci e quasi contro la sua volontà il dio dell'inganno scambiò uno sguardo con il fratello, entrambi aspettavano la reazione della giovane midgardiana.
Il dio norreno dell'inganno riuscì a percepire l'immobilità della giovane anche se adesso non le stava più così vicino, i muscoli della midgardiana si erano tesi sotto il sottile strato di vestiti e le sue mani si strinsero ancora in pungni. Gli occhi verdi di Armida sembravano tradire un po' di paura e apprensione ma nelle poche ore che l'aveva osservata aveva capito una cosa su di lei e che forse quegli stupidi Avengers non avrebbero capito neanche se glie lo avesse scritto in caratteri cubitali: avrebbe lottato.
Quella ragazza avrebbe lottato per rimanere in vita e per non perdere la sua libertà.
Se avesse vinto o meno quello non era una cosa che interessava Loki ma quello che, a malincuore, lo affascina era la freddezza con la quale quella piccola midgardiana affrontava la situazione.
In quel l'istante sentì due occhi puntati su di lui.
Non fece altro che abbassare di poco lo sguardo per incontrare quello di Armida, vide le domande che vorticavano in quella sua testolina e poi vide...
Loki ebbe appena il tempo di scorgere un sorrisetto beffardo sulle labbra carnose della giovane che questa si lanciò in avanti sorprendendo tutti e, imboccando la porta, in pochissimi secondi, attraverso i vetri della stanza dove si trovavano, la videro sfrecciare lungo il corridoio.


Stupidità.
Stupidità e coraggio.
Ecco che cosa aveva visto in quel l'attimo il dio dell'inganno negli occhi della ragazza.
Era quello che leggeva tutte le volte negli occhi del suo adorato fratello, quindi anche quella giovane assomigliava allo stupido gruppo di Avengers più di quanto lei stessa si fosse accorta o volesse ammettere.
Stark iniziò a sghignazzare mentre Banner si massaggiava le tempie e sembrava fare esercizi di respirazione. Loki notò che gli unici a non essere preoccupati per la situazioni tragicomica che si era creata erano lui, Thor e Stark. O stavano sottovalutando l'intera faccenda oppure non c'era davvero niente di cui preoccuparsi.
Fury invece lanciava fulmini da quel l'unico suo occhio buono più di Thor nei suoi momenti migliori.
-Capitano!- si rivolse a Rogers -Riporti subito qui la ragazza-
Loki percepì la rabbia trattenuta a stento dall'uomo. Essere presi in giro non piaceva a nessuno ma il dio dell'inganno si divertiva nel vedere come Armida si prendeva gioco di tutti quegli idioti che credevano di poter tenere tutto sotto controllo.
Appena trenta secondi dopo sentirono prima gli insulti poco velati della ragazza e poi la videro portata in braccio dal capitano Rogers come un sacco di patate.
-'Fanculo!!-
La sentì ringhiare non appena il capitano la posò a terra.
-Signorina!!- la voce di Fury tuonò all'interno della piccola stanza facendo zittire tutti -Lei non ha ancora capito la situazione!-
Il dio dell'inganno la vide alzare un sopraccglio e incrociare le braccia al petto.
-E invece credo di averla capita questa situazione- si schiarì la voce come se fosse una professoressa di fronte ad un'aula di bambini non troppo svegli e senza neanche guardarli Loki sentì la rabbia di tutte e tre le spie e la risata di Stark.
A quanto pare al miliardario la giovane piaceva...
-Avete paura di perdere il controllo su tutta questa storia aliena, avete paura che io perda il controllo e volete sapere se potete usare questa mia energia per qualche stupido scopo-
Guardò tutti negli occhi senza tralasciare nessuno.
Il dio norreno vedeva così tanta ostinazione in quel piccolo corpo che si trovò a ghignare senza neanche rendersene conto. Non era un sorriso, non si ricordava neanche quando era stata l'ultima volta che aveva sorriso davvero ma forse quello ci andava vicino.
-Ragazzina tu non sai un bel niente!- le urlò addosso la donna rossa.
Loki vide che suo fratello stava per intervenire ma con un piccolo cenno lo esortò a rimanere dov'era. Era curioso di sapere fin dove si sarebbe spinta quella giovane midgardiana.
-Mentre noi eravamo fuori ti ho vista parlare con quell'assassino- e indicò il dio dell'inganno -Che bugie ti ha raccontato, eh?! Sai quante persone ha ucciso quando è venuto sulla terra?!-
Loki sentì gli occhi di Armida che scrutavano di nuovo la sua figura ma non perse tempo a ricambiare il suo sguardo.
-Interessante...- la sentì dire dopo qualche secondo -Tu e il tuo amico invece quanti ne avete fatti fuori nella vostra, immagino fruttuosa, carriera fino a questo momento?-
Ci fu un attimo di silenzio durante il quale nessuno osò dire niente. Neanche il capo dello S.H.I.E.L.D. si arrischiò a pronunciare una qualsiasi parola.
Ma nel momento in cui Loki vide la donna dai capelli rossi scattare in avanti il suo benamato fratello si frappose tra lei e il suo bersaglio.
Armida non sembrava neanche turbata, quella donna avrebbe potuto ucciderla e lei se ne stava apparentemente tranquilla sorridendo sorniona.
In quel momento di alta tensione Stark batté le mani insieme attirando l'attenzione di tutti.
-Si, bè... Mi dispiace interrompere questo bel teatrino da tragedia greca ma credo che siamo tutti stanchi a questo punto-
-Mi trovo a dare ragione a Tony ancora una volta-
-Grazie Banner-
-È meglio parlarne domani a mente fresca, non credete?-
Loki notò che la giovane stava sbadigliando, il miliardario e il dottore quando volevano riuscivano a convincere i propri interlocutori.
Nick Fury scambiò un veloce sguardo con le sue spie e poi annuì.
-La ragazza verrà a stare da te Stark, e tutti voi- passò in rassegna tutti gli Avengers compreso il dio dell'inganno -Ne siete responsabili, dato che non vuoi in casa l'agente Romanoff e Clint-
In quell'istante Loki vide gli occhi Armida illuminarsi per un attimo.
-Si, ho notato che la nostra giovane amica diventa isterica quando ce li ha vicino... Quindi ho pensato: hey! Perché rischiare? L'unica cosa di cui mi meraviglio è che lei abbia accettato così in fretta...-
Il miliardario lasciò volutamente la frase in sospeso. Quel dannato uomo d'acciaio amava la teatralità e sembrava crogiolarsi in essa.
Il dio norreno storse la bocca.
Stare in mezzo a tutti quei midgardiani gli avrebbe fatto venire di sicuro un'emicrania...


-*-


-E questa è la tua stanza- Tony le aveva fatto fare un veloce giro della casa -Le tue cose sono all'interno degli scatoloni-
Armida evitò di chiedere quando e come fossero andati nell'appartamento di Anna a requisire le sue cose e soprattutto come avessero fatto ha superare le difese dell'amica bionda. Quando ci si metteva era peggio di un cane da guardia.
-Grazie signor Stark...- si guardò intorno un po' imbarazzata -Quindi mmh... Bè, buonanotte-
-Buonanotte, tesoro-
Arm non ebbe neanche la forza di ribattere a quel tesoro che odiava tanto. Dette un breve saluto a tutto il resto della combriccola e si buttò sul letto che fortunatamente era stato già fatto. Non avrebbe mai avuto la forza di mettere lenzuola e tutto il resto in quella situazione.
All'interno della stanza non arrivava nessun suono.
La giovane non avrebbe saputo dire se gli Avengers fossero già andati a dormire o se stessero confabulando tra di loro. Ma la sua attenzione adesso era concentrata sul dio dell'inganno.
Loki.
A quanto pare l'attacco a New York era stata opera sua e aveva ucciso molte persone... E allora perché non riusciva a togliersi dalla testa i suoi occhi verdi?
Dietro la barriera che Arm aveva intravisto in quello sguardo, il dio norreno dell'inganno si era sicuramente serrato dietro di essa e oltre c'era sicuramente qualcosa che Loki non voleva far conoscere al mondo.
Con le mani sulla faccia si ritrovò a ridacchiare quasi istericamente.
Tutta quella situazione era fottutamente assurda.
Armida si addormentò circondata da quei pensieri e da due solitarie lacrime che le scivolarono sulle guance lisce.

Tornare alla realtà dopo il sonno profondo nel quale era stata avvolta quella notte fu difficile. Fu come cercare di tornare a galla dopo essere discesi metri e metri sotto la superficie del mare e tornare finalmente a respirare.
La luce del sole inondava la stanza e Armida si sentì come obbligata ad alzarsi, ormai era sveglia e non sarebbe riuscita a riprendere sonno neanche se si fosse messa d'impegno.
Si tirò su a sedere e si stiracchiò, allungando le braccia per cercare di mettere in funzione qualche muscolo e mettere a fuoco la situazione.
Tutta quella luce le feriva quasi gli occhi ma una volta abituatasi, la vista che le si presentò davanti la lasciò senza fiato. Quell'appartamento era più in alto di quanto aveva creduto la sera prima e New York si stagliava in tutta la sua grandezza fino all'orizzonte.
Non si poteva certo dire che Tony Stark facesse le cose a metà, la sua stanza era grande quanto l'appartamento di Anna, e che diamine!
Da quell'altezza lasciò vagare lo sguardo per qualche secondo ritrovandosi a sospirare...
Dov'era finita la sua vita?
In poche ore era stato stravolto tutto: dalle sue origini a quello che credeva di essere, una ragazza all'ultimo anno di università con i problemi che avevano tutte le sue coetanee.
Poggiò la fronte al vetro cercando la forza di affrontare tutte le persone che sicuramente la stavano aspettando al di la della porta e vestirsi.
Trovò la porta del bagno e si fece una doccia veloce anche se la maggior parte del tempo stette a litigare per cercare di far venire l'acqua calda e non ustionarsi ma tutto sommato riuscì a domare quell'attrezzo infernale.
Riuscì a trovare lo scatolone dei vestiti solo dopo averne aperti prima altri cinque e aver imprecato per una decina di minuti. Dopo essersi infilata un paio di jeans e una maglia a maniche corte decise che era arrivato il momento di affrontare il plotone di esecuzione che l'attendeva al di la della porta.

Ok.... Non se li era immaginati in quel modo.
Sembravano tutti rilassati e intenti a fare qualcosa di costruttivo fino a quando, quello che doveva essere il dottor Banner, le venne incontro sorridendo quasi imbarazzato con una tazza di quello che sembrava caffè fumante in mano.
La giovane arricciò il naso cercando di capire se quello poteva essere del vero caffè e Banner seguì il suo sguardo cercando poi di non ridere.
-Vuoi del caffè, Armida?-
La ragazza spostò la sua attenzione sul viso dell'uomo sorridendo per la gentilezza inattesa del dottore. Aveva creduto che una volta sveglia tutti le sarebbero stati addosso e non riuscendo a credere a quello che si trovava davanti esternò quel dubbio ad alta voce.
-Thor ci ha spiegato la situazione mentre tu dormivi, sembra che non ci sia niente di cui preoccuparsi per adesso-
Disse il capitano Rogers mentre sfogliava un giornale.
Armida spostò lo sguardo su tutti gli altri cercando di capire quello che stavano pensando, sembravano tutti molto tranquilli, eccetto Loki, lui sembrava più schifato che altro.
-Lady Armida- il dio del fulmine attirò la sua attenzione; senza neanche accorgersene era rimasta di nuovo imprigionata negli occhi verdi del dio dell'inganno -Io e mio fratello abbiamo intenzione di tornare su Asgard per parlare con nostro padre e chiedere consiglio-
La giovane sbatté un paio di volte le palpebre sui suoi occhioni. Il suo cervello si era fermato non appena aveva sentito la parola Asgard.
Negli scritti che aveva studiato ne aveva letto così tanto che la curiosità avrebbe potuto ucciderla in quel momento.
-Non ti sta ascoltando più, fratello...-
La voce quasi divertita di Loki la fece tornare sulla terra e smettere di fantasticare su quella mitica città.
-Lady Armida?- piccola pausa -Avete sentito quello che ho detto?-
La ragazza vide che anche Thor sembrava trattenere a stento un sorriso, in quel momento doveva avere una faccia davvero divertente.
-Hem...- si guardò attorno imbarazzata -Scusa, dicevi?-
-Vogliamo tornare ad Asgard per chiedere consiglio a nostro padre, devi avere per forza un antenato asgardiano per possedere questa energia, quindi se tu potessi darci un ritratto o qualsiasi altra cosa dei tuoi antenati sarebbe d'aiuto-
-Ritratto?-
Chiese scettica. Il massimo che poteva fare era dargli le poche foto che si era portata dietro e arrivavano solo ai suoi nonni, non aveva altre cose che andassero più indietro negli anni.
-Ho delle foto-
La giovane notò la faccia confusa del dio del fulmine. Che non avesse mai sentito parlare delle foto?
-Il nostro point break vive all'epoca di Shakespeare-
Alzò gli occhi al cielo Stark facendo ridere per la prima volta Armida.
-Vado a prenderle, se riesco a trovarle all'interno di tutti gli scatoloni-
Continuò a ridacchiare la giovane mentre tornava nella sua stanza.
Fortunatamente bastò trovare l'album delle foto di famiglia da cui non si staccava mai, tornò così dagli altri con quello stretto tra le braccia.
Lo posò sul tavolo della cucina dove si erano radunati tutti e cominciò a sfogliarlo per scegliere le foto più adatte.
Suo nonno e sua nonna sorridenti mentre si tenevano per mano, i suoi genitori che si guardavano innamorati... Era molto che non lo sfogliava così attentamente e ebbe paura di scoppiare a piangere davanti a tutti i presenti; cercò di ricomporsi e ricacciò le lacrime e i ricordi in fondo al cuore sperando che nessuno si fosse accorto di quel breve cedimento.
-Non sono molte...- sospirò il dio del tuono ma non appena si accorse della faccia imbronciata che aveva fatto la giovane si affrettò a rimediare -Ma se saremo fortunati il padre degli dei riconoscerà in uno dei tuoi parenti un asgardiano-
Armida sospirò attirando l'attenzione di tutti.
-Tesoro, tutto bene?-
Le chiese Stark.
-Hai dolore da qualche parte?-
Lo seguì il dottore.
-Signorina Armida, vuoi che ti prepari qualcosa?-
Il capitano si era già alzato per trafficare in quella bella cucina.
-Lady Armida vuoi riposare ancora un po'?-
Thor le si era avvicinato con sguardo da cucciolo.
E poi sentì un suono di stizza.
-Ma che brave mammine tutti quanti- iniziò Loki -Ma vi siete, non so, accorti che la midgardiana in questione non ha cinque anni?-
Arm trovò difficile capire cosa pensasse davvero in quel momento il dio dell'inganno, i suoi occhi non lasciavano trasparire nulla, sembrava semplicemente annoiato della situazione. Era stato perfettamente immobile, poggiato con la schiena contro il muro, e zitto fino a quel momento, era stata addirittura sul punto di dimenticarsi della sua presenza, tra l'alto cosa molto difficile a farsi per il semplice fatto che aveva sentito lo sguardo del dio sempre addosso.
Ora non le restava che capire se la cosa le faceva piacere o le dava fastidio.
Alla fine un po' per tutte quelle domande e un po' per l'uscita del dio norreno, la giovane si trovò di nuovo a ridere.
-Ragazzi sto bene- si mise a sedere -Devo solo abituarmi alla situazione- ed era davvero quello che pensava -Però mangio volentieri qualcosa-
Il capitano Rogers si illuminò in volto e si mise subito ai fornelli.
Pochi minuti dopo stava già con la testa dentro al piatto incurante degli sguardi divertiti che si scambiavano gli Avengers.
-Allora, tesoro, dov'è finita tutta la tua grinta da guerriera che hai tirato fuori ieri sera?-
Le chiese Stark mentre sembrava versarsi un super alcolico. Vista l'ora del pomeriggio non sembrava un'ottima mossa.
-Che avrei dovuto fare?- rispose ancora intenta a mangiare -Se vengo attaccata rispondo, ma adesso mi sento piuttosto...- cercò la parola adatta da usare ma quella venne a galla nella sua mente mentre passò lo sguardo sui presenti -Sì, direi che mi sento al sicuro qui con voi... Fury e le sue spie non mi piacciono-
Banner accennò un sorriso capendo la reazione della giovane.
-Tutto questo è molto interessante- tutti si girarono verso il dio dell'inganno, anche Armida che aveva il boccone in bocca -Ma non credi fratello che dovremmo andare?-


Si erano radunati sul tetto dell'edificio per salutare i due dei diretti su Asgard anche se la ragazza avrebbe prima voluto finire di mangiare.
-Lady Armida, torneremo il prima possibile e spero con le risposte alle domande che cerchi-
I modi antiquati di Thor la mettevano un po' in soggezione.
-E noi cercheremo di tenerla lontana dai guai-
Sospirò Stark facendo sorridere sia il dottore che il capitano.
-Hey!- protestò lei un po' indignata.
I due dei si spostarono un po' più al centro di quella terrazza e Armida seguì ogni loro movimento. Thor sembrava sprizzare arcobaleni e unicorni da ogni poro anche se attorno alla sua figura si percepiva l'aura di potere che permeava tutto il suo corpo. Il dio del tuono era un ragazzone dall'animo buono e non ci voleva molto a capirlo.
Al contrario Loki era una vera e propria incognita, di lui sapeva quello che aveva studiato e alcune cose era riuscita ad appurare che non erano vere. Non c'era modo di capire quello che pensava perché se si accorgeva che lo scrutavi con un po' più di attenzione chiudeva le porte al mondo che stava fuori.
Ma Armida, senza neanche rendersene del tutto conto, aveva iniziato a desiderare di attraversare le porte dell'anima del dio norreno dell'inganno e vedere quello che cercava di nascondere con tanta ostinazione.
-Tutte queste seghe mentali e lo conosco solo da qualche ora... Andiamo bene...-
Sussurrò a se stessa in italiano sperando che nessuno l'avesse sentita, quando alzò di nuovo gli occhi si accorse che tutti stavano guardando verso il cielo.
-Heimdall!- urlò Thor versò l'alto -Apri il portale!-
Pochi secondi dopo una scia di luce dai colori dell'arcobaleno arrivò sulla terrazza alzando una nuvola di polvere.
-Loki! Thor!- la giovane attirò la loro attenzione prima che sparissero -Grazie!-
-A presto piccola midgardiana-
In un attimo erano già spariti e Armida rimase per un po' a contemplare il cielo con quella voce che le rimbalzava nella testa.
Poteva giurare di aver visto ghignare soddisfatto Loki poco prima che venisse risucchiato da quel vortice di luce.


-*-


Si divertiva.
Ormai lo aveva ammesso anche a se stesso. Quella midgardiana lo incuriosiva a tal punto da dimenticare che odiava la sua razza.
Mentre lui e Thor percorrevano i lunghi corridoi del palazzo alcuni inservienti e guardie si voltavano a guardarlo; gli occhi pieni di odio e anche paura, diffidavano di lui, ma quella era la sua natura e non poteva fare altrimenti.
Senza preavviso i ricordi tornarono a qualche giorno prima quando avevano trovato la giovane. Lei aveva spostato lo sguardo da lui a Thor con meraviglia e poi aveva aperto bocca.
Testarda e cocciuta come suo fratello.
Ma almeno sembrava avere qualcosa in quella sua testolina.
-Figli miei!-
La voce di Frigga lo riportò alla realtà. La loro madre veniva loro incontro a braccia aperte e abbracciò entrambi.
Loki si limitò ad assaporare il profumo di sua madre, era un odore che ricordava casa, famiglia... Affetti che lui non aveva più.
-Padre è nella sala del trono?-
-Vi sta già aspettando, Thor, Loki è andato tutto bene su Midgard?-
Il dio dell'inganno lesse preoccupazione negli occhi della donna.
-Abbiamo trovato una giovane con una scintilla di Asgard dentro di se-
Loki vide sorpresa negli occhi della madre.
-Sarà meglio sbrigarci allora...-
Disse lei incamminandosi con passo svelto verso la sala del trono. Loki vedeva che era preoccupata, dietro a quel sorriso di circostanza c'era sicuramente qualcosa che turbava l'animo della dea.

Il padre degli dei stava parlando con dei funzionari quando loro entrarono nella sala del trono, non appena si accorse della loro presenza congedò gli uomini che aveva accanto.
-Figli miei!-
Divertente.
Loki trovava davvero divertente come Odino avesse cominciato di nuovo a considerarlo come parte della famiglia dopo che gli aveva inflitto quella infinita prigionia nelle celle di Asgard, straziato nell'anima e nel corpo dagli incubi gentilmente offerti dal padre degli dei in persona che era andato a scavare nelle paure più profonde del proprio figlio.
Il dio dell'inganno temeva che quel vecchio fosse riuscito a scorgere qualcosa in fondo alla sua anima per comportarsi di nuovo come un padre affettuoso.
-Che notizie giungono da Midgard?-
-Abbiamo trovato una giovane con una scintilla di Asgard dentro di se... Lady Armida ha acconsentito a darci alcune foto per permettervi di...-
Il padre degli dei alzò una mano per farlo tacere.
Adesso Loki era veramente curioso di sapere quale strano aneddoto avrebbe tirato fuori il vecchio barbuto.
-Un mio vecchio compagno d'armi mi chiese di indebolire la sua scintilla e diventare così un umano e lasciarlo vivere su Midgard-
Thor e il dio dell'inganno si scambiarono una breve occhiata. Sembrava che la loro vecchia complicità stesse tornando a galla nonostante tutti gli sforzi di Loki affinché non succedesse.
-E per quale ragione avrebbe fatto una scelta così sciocca?-
Il dio norreno dell'inganno non riuscì a fermare quel commento tagliente.
-Perché si era innamorato- rispose sua madre posandogli una mano sul braccio destro -Spero che un giorno troverai qualcuno che ti amerà così tanto da farti dimenticare anche te stesso-
Loki dovette distogliere lo sguardo da quello della dea e chiuse di nuovo tutte le porte che davano sul mondo esterno.
-Questa giovane- disse Odino prendendo una foto di Armida con i genitori -È sicuramente una discente del dio della guerra (nome), gli somiglia molto... Specialmente gli occhi- restituì la foto a Thor e guardò entrambi.
-Nelle tre generazioni che li separano la scintilla asgardiana si è piano piano indebolita ancora di più ma il vostro arrivo su Midgard l'ha riaccesa di nuova vita. E se il potere di questa giovane è anche solo la metà di quello del suo antenato dovete insegnarle ad usarlo-
Quindi non solo quella stupida midgardiana era cocciuta come suo fratello, adesso doveva farle anche da balia...
-Potrebbe diventare pericolosa?-
Chiese Thor. Quella domanda non era del tutto fuori luogo, pensò Loki, se si considerava il fatto che le spie la ritenevano davvero una minaccia per Midgard e i suoi inetti abitanti.
-Non consapevolmente- rispose stavolta Frigga -Anche voi da bambini avete avuto lo stesso problema a controllarvi-
Sorrise a quel ricordo. Evidentemente avevano combinato qualche disastro di cui il dio dell'inganno non si ricordava.
-Miei signori!-
Una delle guardie veniva loro incontro con passo svelto, lanciò una breve occhiata a Loki che si limitò a sorridere sornione costringendo quella guardia a distogliere lo sguardo.
-Heimdall mi ha mandato ad avvertire il principe Thor e il principe Loki-
Il dio norreno dell'inganno odiava quando quelle stupide guardie si dilungavano sui saluti e non andavano al punto.
-Che succede?-
Fu costretto a chiedere infatti il dio del tuono.
-Heimdall ha detto che ci sono dei problemi con la giovane ma non so altro e....!-
I due dei non gli permisero di finire la frase dato che salutati brevemente i due genitori si diressero al ponte arcobaleno per poi tornare su Midgard.
-Stupida ragazzina...-
Farfugliò a denti stretti il dio dell'inganno stupendosi al tempo stesso di come si fosse mosso in fretta per seguire il fratello e andare da Armida.




grazie mille a tutti quelli che si degnano di leggere la storia ^^
spero che continui a piacervi e, perché no, anche ad incuriosirvi
-si inchina-
ringrazio chi ha inserito la sotira nei seguiti, nelle preferite e nelle ricordate
-vi amo-
alla prossima
ciauuuuuuuu

M_Wonnie




  
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