Imprecando contro il freddo, si gettò la giacca sulle spalle, lasciandola aperta, uscì dal club dove poco prima stava festeggiando con gli amici e l'aria gelida lo colpì in pieno, facendolo rabbrividire.
Cercò di attirare l'attenzione di qualche tassista, camminando a bordo del marciapiede e stringendosi di più nel giubbotto. Stava anche nevicando. Fantastico.
Alzò gli occhi al cielo, sbuffando, e il suo respiro si condensò in una nuvoletta bianca sopra la sua testa.
Ignorò i fiocchi di neve e il fatto che, a quanto pareva, nessuno aveva la benché minima intenzione di fermarsi, e decise che avrebbe potuto benissimo camminare fino a casa. Non era poi così lontano.

Ci mise mezz'ora, ma alla fine riuscì a scorgere l'edificio nel quale aveva comprato un appartamentino per lui solo.
Accelerò il passo, assaporando già il calore del suo letto, quando, con la coda dell'occhio, intravide la propria auto mentre ci passava davanti.
Si fermò su due piedi, per poi tornare indietro e osservare meglio la macchina.
"Dovremmo parlare" diceva la scritta scavata nella neve sul suo parabrezza e oh, quella scrittura la conosceva più che bene. Chinò la testa da un lato e si guardò attorno, facendo mente locale. Cosa poteva spingere Louis a scrivergli sull'automobile, anziché mandargli un messaggio, chiamarlo o aspettare di vederlo?
Si morse inconsciamente il labbro inferiore, osservando la macchina ancora per un po', poi decise che avrebbe chiamato il ragazzo non appena si fosse fatto giorno e si avviò nuovamente verso il condominio.
Dovette fermarsi di nuovo, però, non appena mise piede nell'atrio, perché, seduto sulle scale, stretto in un maglione che era il doppio di lui, con la testa posata contro il muro, che dormiva beatamente, c'era proprio Louis.
Harry gli si avvicinò, sbattendo le palpebre sugli occhi umidi dal freddo, e sorrise un po', intenerito.
Si chinò su di lui e provò a svegliarlo, ma non ci fu verso, così lo prese in braccio e iniziò a farsi tutte le scale fino al proprio appartamento.
Louis si svegliò a metà strada e si accoccolò di più contro il suo petto, stringendo la sua camicia nel pugno chiuso.
"Ehy" mormorò il riccio, strofinando il naso fra i suoi capelli lisci e castani, che sapevano di shampoo alla fragola.
"Harreh" rispose lui, assonnato, e sbadigliò. Harry sorrise.
"Dovevi parlarmi?" chiese con voce soffice, salendo gli ultimi gradini, e Louis si mosse fra le sue braccia, svegliandosi un altro po'.
Lo mise giù, per rovistarsi fra le tasche alla ricerca delle chiavi di casa, e il castano si appoggiò a lui, scuotendo la testa.
"Non importa" mugugnò, avvolgendogli le braccia attorno al collo e baciandogli la mascella, prima di nascondere il viso nel suo collo.
Harry sorrise e lo prese nuovamente in braccio, stringendoselo contro, e si chiuse la porta dell'appartamento alle spalle, assaporando già il calore del suo letto e del corpo del suo ragazzo.


*Angolo autrice*
E poi boh, eccomi qui.
E' da secoli che non pubblico nulla (soprattutto nel fandom degli One Direction) e mi chiedo come mai? Non lo so. Però, eccomi qui, yay! ^^
Sono tornata alla carica :3
Questo prompt visivo l'ho trovato nella bellissima pagina Facebook Una Direzione Fanfiction (che ha prompt fantastici, secondo moi) e niente.
Spero che questa cosina piccina piccina vi sia piaciuta, lasciatemi un commentino, per favore :3
Un bacio,
Very