Capitolo Ottavo - Sfida Aperta
Sono
passati tre giorni dal mio incontro/scontro con Rin e durante tutto
questo tempo non ho fatto altro che escogitare piani per fargliela
pagare.
Nonostante il mio modo di fare piuttosto distaccato quando
si tocca l'argomento “Matsuoka”, non posso non
ammettere a me
stessa che quel ragazzo mi ha in qualche modo turbata profondamente.
Non faccio altro che pensare al suo sguardo carico di sentimenti
negativi e al suo tono strafottente!
Sospiro sconfitta mentre esco
dalla vasca da bagno e allungo la mano per raggiungere
l'accappatoio.
-Chiara-chan! La cena è quasi pronta!- mi avverte
Teresa dalla cucina.
-Va bene, dieci minuti e arrivo!- le
rispondo, mentre mi asciugo e mi osservo allo specchio.
Ancora
non riesco a riconoscere la figura che vedo riflessa nonostante abbia
i miei stessi occhi e il mio stesso viso. Quella non sono io.
A
quanto pare non sono affatto cambiata in questi ultimi due anni.. e
io che pensavo che sarebbe stato più facile dimenticare
tutto,
lontana da casa.
La
mia mano corre quasi automaticamente alla piccola cicatrice che mi
solca la tempia.
Forse
se non avessi mai deciso di iniziare a nuotare, tanti anni fa, forse
ora sarei ancora a Torino e mamma e papà sarebbero ancora
vivi..
Penso,
mentre mi vesto e mi asciugo i capelli. Che sia realmente questa la
strada che devo percorrere?
-Chiara,
ti vedo pensierosa.. c'è qualcosa che non va?- Makoto, come
al
solito, è piuttosto perspicace.
-Niente in particolare.. cioè,
insomma.. stavo pensando a com'era la mia vita prima di arrivare qui
pochi mesi fa!- rispondo io, evasiva. Non voglio svelare troppo del
mio passato anche se, mio malgrado, Gou e gli altri si stanno facendo
un po' troppe domande sul mio conto. Beh, in fondo è
naturale, visto
e considerato che di me racconto poco o niente. Per loro io sono
solamente una ragazzina che si è trasferita senza un motivo
e che
adesso nuota con loro, fine.
-Ah,
capisco. Beh se hai bisogno di parlare io ci sono sempre, eh!- mi
dice sorridendo. Certo che Makoto è un ragazzo davvero
gentile e
premuroso.. non mi stupisce affatto che l'anno scorso Nagisa lo
avesse nominato capitano della squadra!
La campanella della fine
delle lezioni mi fa destare da tutti i miei pensieri e finalmente
posso alzarmi e sgranchire le gambe.
Non passano nemmeno tre
minuti che Gou è già nella nostra classe, seguita
a ruota come al
solito da Rei e Nagisa.
-Ragazzi, ci sono grandi novità!-
annuncia, puntando le mani sul banco di fronte al mio -è
stato
anticipato l'allenamento collettivo alla Samezuka di due settimane,
non chiedetemi il motivo perché non lo so..- conclude,
suscitando la
reazione di tutti. A parte la mia.
A-allenamento alla Samezuka? Ma di cosa sta parlando?
-Di
due settimane? Ma questo vuol dire che è
mercoledì prossimo!-
esclama Nagisa, in preda all'euforia.
Anche Mako e Haru si
illuminano in volto e si scambiano occhiate d'intesa, mentre Rei si
sistema gli occhiali sul naso con fare piuttosto
inquietante.
-Finalmente avrò l'occasione di dimostrare la mia
infallibile tecnica a delfino..- dice, facendomi alzare un
sopracciglio.
Ok, non sto capendo nulla.
-Ehi,
ehi, ehi! Calmatevi. Di che allenamento state parlando?- sbotto io,
facendo sgranare gli occhi a Gou.
-C-come sarebbe? Haruka non te
ne ha parlato? Si tratta di un allenamento che la Iwatobi svolge una
volta l'anno con la Samezuka. Niente di speciale insomma...- mi
risponde Nagisa.
-Ma si tratta anche di una buona occasione per
confrontarsi con altri ragazzi, in vista delle prime competizioni!-
gli fa eco Makoto.
Un lieve sorriso incurva le mie labbra all'idea
di dovermi confrontare con quei patetici bambini viziati della
Samezuka. Si pentiranno amaramente di aver riso di me, come si
pentirà quell'arrogante di Rin di avermi messa in imbarazzo.
Entro
mercoledì farò in modo di trovarmi in forma
smagliante per far
mangiare le bollicine a chiunque osi sfidarmi.
Gou
si accorge immediatamente che a stento riesco a reprimere la mia
furia omicida e si costringe a darmi la cattiva notizia.
-Purtroppo,
però, essendo la Samezuka una scuola esclusivamente
maschile..
Chiara-chan non potrà partecipare all'allenamento!- dice
tutto d'un
fiato la ragazza, aspettandosi una sfuriata (di quelle coi fiocchi)
da parte mia.
Ma io me ne resto in silenzio a fissare il banco
davanti a me, con la testa ciondolante di chi ha visto frantumarsi le
proprie asepttative in meno di mezzo secondo.
-Cooosa? Non è giusto! Perché non
potrebbe nuotare anche lei? Scommetto che sarebbe tranquillamente in
grado di battere in velocità metà degli atleti di
Mikoshiba senza
nessun problema!- esclama Nagisa, afferrando Gou per un
braccio.
-Ehi, Nagisa lasciami! Non le ho scritte io le regole,
sia chiaro, quindi non prendetevela con me!- cerca di difendersi la
giovane dalla stretta dell'amico.
-Beh ma scusa non potresti usare
il tuo fascino per convincere il capitano? Eddai, Gou ti prego! Non
avevate cominciato a sentirvi voi due?- si lascia scappare il biondo,
senza minimamente rendersi conto che proprio in quel momento Gou sta
per essere incenerita da un mio sguardo.
Io la uccido e poi la spedisco a pezzetti al caro Mikoshiba. Ecco, farò proprio così.
Penso,
mentre la faccia della ragazza di fronte a me comincia ad assumere un
colorito sempre più intenso, fino a non riuscire
più a distinguere
l'esatta ubicazione dell'attaccatura dei suoi capelli.
-Beh.. no,
ecco.. io.. Seij.. cioè Mikoshiba non..- balbetta lei in
preda
all'imbarazzo e al terrore.
"Il capitano della squadra mi fa un po' paura..". Gou mi sto incazzando. Comincia a correre.
Per
fortuna la voce calma di Haruka placa la mia ira e ci fa voltare
incuriositi verso di lui.
-Se
le regole sono queste c'è poco da fare.. Chiara-chan spero
che
vorrai comunque accompagnarci, perché se non vieni tu non
verrà
nessuno di noi!- afferma, pacato come al suo solito, osservandomi con
i quegli occhi così simili ai miei ma di varie
tonalità più scuri
e profondi.
Immediatamente anche gli altri annuiscono convinti,
stupendomi. Non credevo di essere così importante per
loro... nella
mia vecchia squadra a Torino nessuno avrebbe fatto un gesto simile
per me. Forse solo Rebecca.
Che
sia riuscita finalmente a trovare il mio posto in questa squadra?
*
E
notte fonda alla Samezuka e un'improvvisa folata di vento smuove le
foglie secche del marciapiede e del cortile, producendo rumori
sinistri. L'intera struttura pare totalmente addormentata se non
fosse per un ragazzo, seduto sul bordo di un'aiuola, che si stringe
nella leggera giacca della tuta. In attesa.
Un
rumore di passi lo fa voltare.
-Ce
ne hai messo di tempo eh, Ryugazaki..- sbuffa alzandosi in piedi e
fronteggiando il giovane appena arrivato.
-Mi dispiace di averti
fatto attendere, ma non preoccuparti. Non mi tratterrò a
lungo..-
risponde Rei, senza scomporsi.
-Avanti, spara. Che vuoi?- chiede,
stizzito, lo squalo.
-Niente di impegnativo. Ti chiedo solo di
lasciare in pace Chiara-chan. Non sfidarla ancora.- risposta secca.
Diretta. Che colpisce dritto nel segno.
Rin
scoppia in una risata nervosa.
-Non
so di cosa tu stia parlando, quattrocchi. Faresti meglio a tornartene
a casa!-
-Vi ho visti, Rin. Proprio lì!- risponde Rei indicando
la piscina con un braccio -Sapevo fin dall'inizio che Chiara-chan ci
stava nascondendo qualcosa quel giorno, così ho deciso di
seguirla
con una scusa. Perciò ora te lo ripeto, lasciala in pace.-
conclude,
facendo trasalire il rosso.
-Ti assicuro che hai frainteso tutto.
Quella lì è venuta apposta per attaccare briga e
io l'ho
accontentata. Non sono stato certo io a invitarla!- risponde
Matsuoka, ricomponendosi subito.
La
leggera risata di Rei, tuttavia, riesce a disturbarlo ancora. Ma
si può sapere cosa diavolo ci trova di così
divertente?
-Matsuoka-san..
l'anno scorso hai distrutto l'autostima e la voglia di nuotare di
Haruka per i tuoi stupidi capricci e non ti permetterò di
fare lo
stesso giochetto con lei, facendo leva sulle sue debolezze- spiega il
giovane, senza troppi problemi -Chiara-chan è una ragazza
che ama le
sfide, proprio come te, dunque non si arrenderà
finché non lo farai
tu, e dubito che ciò avverrà mai. Dunque tutto
quello che ti chiedo
è di starle lontano e di non importunarla, perché
mi rifiuto di
vedere una ragazza, con un talento come il suo, ottenere i suoi
risultati solo per dimostrare a TE che vale qualcosa!- conclude,
fissandolo attraverso le lenti dei suoi occhiali.
-Senti,
Ryugazaki io non so cosa il tuo cervello ti abbia fatto intendere,
sta di fatto che se anche fosse così io non prendo
sicuramente
ordini da uno come t..- non termina la frase che la mano di Rei lo
afferra per il bavero della giacca, facendolo trasalire.
-Adesso
basta, Rin. L'anno scorso sono stato al mio posto perché ero
appena
arrivato e i problemi che avevi con Haruka e gli altri non mi
riguardavano più di tanto. Ma adesso stai cercando di
entrare in un
territorio che non ti appartiene.. Chiara-chan fa parte di una
squadra di cui tu non fai più parte, mettitelo in testa!-
esclama,
sfogando la sua frustrazione. Tuttavia la presa del giovane si
allenta poco alla volta, facendo riguadagnare un battito al cuore di
Rin.
-È
tutto..-
Dunque
era solo per difendere una sua amica che Ryugazaki lo aveva costretto
ad incontrarsi con lui a notte fonda? Che perdita di tempo.
Nonostante non si aspettasse una reazione simile da parte del
quattrocchi, lui non avrebbe lasciato perdere facilmente. Quella
Chiara aveva passato il limite con lui.
Da
quel giorno tra loro sarebbe stata sfida aperta.