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Autore: fra_eater    15/06/2014    8 recensioni
dal testo:
"Zoro si avvicinò a lei, esasperato “Sei un marine, ma sei anche una donna. Sei un’abile spadaccina, ma ti preoccupi come una donna. Sai essere autoritaria, sei il braccio destro di un uomo impossibile come Smoker ma sei sensibile come una donna. Ed è proprio questo quello che mi piace di te.”
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roronoa Zoro, Tashiji
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Zoro aprì gli occhi e cominciò a massaggiarsi furiosamente la testa. Gli faceva un male cane e pensò di andare subito da Chopper per chiedergli qualcosa per farglielo passare. Poggiò le mani a terra per potersi alzare, ma invece del morbido materasso o della soffice erbetta del ponte della Sunny trovò solo un freddo e duro pavimento di pietra.
“Sei sveglio, finalmente!” lo accolse una voce femminile che pareva molto sollevata.
Zoro sollevò il capo e i suoi occhi incrociarono quelli grandi e scuri come la notte della sua salvatrice.
“Ma che diavolo …?” biascicò quando riconobbe la donna che si trovava di fronte a lui.
La donna in questione indossava un mantello bianco da Capitano di Marina, una camicia rossa con fiori blu e portava degli occhiali rossi poggiati sui capelli neri che teneva legati a mezzacoda.
Zoro si guardò intorno, entrambi si trovavano in quello che sembrava una caverna immersa nell’oscurità e la ragazza, che si vedeva lontano un miglio essere preoccupata, teneva le distanze dall’uomo
“Dove siamo?” chiese Zoro controllando velocemente che le sue katana fossero ancora al suo fianco, sapeva perfettamente che Tashigi era una fanatica delle spade e che voleva impossessarsi delle sue dal loro primo incontro.
Tashigi sbuffò, sedendosi lontana, in quel momento Zoro si accorse dello scintillio di una catena che andava dal braccio della donna al suo “Ehi!” urlò lui “Quando mi hai messo queste?” chiese sollevando il braccio e mostrando la manetta che lo legava alla marine.
“Siamo caduti qui” disse la donna “E te le ho messe quando sei svenuto”
Zoro si massaggiò la testa e si sforzò di ricordare.
Erano approdati quella mattina su quell’isola, doveva essere solo un’isola di passaggio, giusto per permettere al log pose di memorizzare il magnetismo e di fare qualche provvista, ma fu proprio quando andò al mercato insieme all’idiota del cuoco e alla mocciosa che si trovarono faccia a faccia con i marines del G-5.
Nonostante i mantelli lei, Tashigi, aveva riconosciuto Zoro anche se era senza occhiali.
Stava camminando tranquilla ed era finito per sbattere contro a quell’uomo con il mantello per colpa della sua proverbiale miopia.
“Mi scusi, signore” aveva detto sorridendo “Non l’avevo vista”
“Dovresti mettergli quei maledetti occhiali” aveva risposto lui senza neanche degnarsi di cercare di camuffare la voce e lei, dapprima sorpresa, si apprestò subito a calare le lenti sul viso e a togliere il cappuccio che celava il volto dell’uomo prima che lui potesse scappare via.
Da lì era scoppiato il putiferio.
I soldati si erano subito lanciati all’attacco dei tre pirati che erano usciti allo scoperto.
Nami cercò di prendere tempo confondendo i marines grazie alla creazione della nebbia, ma non aveva fatto i conti con Tashigi che aveva afferrato forte la veste verde dell’uomo e che non aveva la minima intenzione di lasciare.
Sanji aveva messo fuori combattimento alcuni soldati e aveva urlato al Marimo di stare attento a non fare del male ad una donna mentre lui portava Nami al riparo.
Fu in quel momento che Tashigi cercò di afferrare una delle tanto amate katana dello spadaccino.
Zoro si divincolò dalla sua presa e cercò di scappare lontano, ignorando le grida di stupore dei civili che passavano di lì e che lo riconobbero.
Corse velocemente verso quello che gli sembrava un bosco per potersi nascondere, ma dietro di lui Tashigi non demordeva. Lo seguiva urlando che quella volta l’avrebbe arrestato e proprio nel momento in cui riuscì ad afferrare nuovamente la veste di lui i due caddero rovinosamente in un crepaccio e Zoro sbatté la testa contro un masso.
 
Tashigi si guardava in giro nervosamente, non le piaceva quella situazione.
Si era spaventata moltissimo quando aveva visto l’uomo steso al suo fianco che non faceva cenno di muoversi. L’aveva chiamato, urlato il suo nome disperata ma nulla. E mentre cercava di trascinarlo in una grotta che aveva visto poco distante con la speranza che il fresco gli facesse bene l’aveva sentito mormorare “Ku… i … na”.
 
La donna si massaggiò la caviglia, era un po’ gonfia, probabilmente l’aveva sbattuta da qualche parte durante la caduta e lo sforzo di trascinare Zoro al riparo l’aveva forzata troppo.
“Toglimi queste manette!” urlò l’uomo, Tashigi lo fulminò con lo sguardo “No” disse “Se dovessi liberarti tu scapperesti di sicuro”
“Come puoi essere così stupida?” le urlò lui “Siamo in una grotta in mezzo al nulla e di certo non posso abbandonarti qui da sola nonostante tutto”
“ Non mi abbandoneresti perché sono una donna debole e indifesa, vero?” lo canzonò lei incrociando le braccia sull’ampio petto.
Zoro si portò una mano al volto “Ancora con questa storia?” chiese “Io non ti considero debole perché sei una donna. Più di una volta ti ho detto che hai una buona tecnica e che sei un’ottima avversaria quindi smettila”
Tashigi distolse lo sguardo, testarda.
Zoro alzò l’occhio sano al cielo. Fra tante persone proprio con quella testarde doveva capitare? Bè, meglio lei del cuoco dongiovanni.
“Senti” fece lui avvicinandosi e cercando di rimanere il più calmo possibile “finchè non verranno a prenderci dobbiamo collaborare e stare con le manette non ci aiuta” disse “Hai la mia parola che non ti lascerò da sola”.
“Che pensi che dovremmo fare?” chiese lei rassegnata.
Zoro si alzò “Per prima cosa accendiamo un fuoco” disse “così riusciranno a trovarci”
Tashigi annuì e provò ad alzarsi per cercare le chiavi delle manette ma subito dovette risedersi essendo il dolore alla caviglia troppo lancinante.
Zoro si avvicinò e le sollevò subito la gamba destra per esaminare il gonfiore ignorando le proteste della donna. La caviglia era veramente gonfia e violacea, in quelle condizioni non poteva fare neanche un passo.
“Dammi la chiave” disse con un tono così autoritario che la ragazza obbedì senza neanche protestare.
Velocemente Zoro aprì la manetta e sparì fuori dalla caverna senza dire una parola.
 
 
Dopo diverso tempo che sembrava eterno passato da sola in quella caverna illuminata dai raggi del sole ormai al tramonto Tashigi si sentì una stupida per aver creduto alle parole di quell’uomo. Era un pirata, doveva pur aspettarsi che facesse una cosa del genere. Era sola e ferita, per colpa sua sarebbe sicuramente morta.
“Quel bastardo!” urlò in preda alla furia.
“Spero che tu non stia parlando di me”.
Tashigi si voltò, Zoro era all’entrata della caverna con in spalla un’enorme quantità di legna e quella che sembrava una bacinella di pietra stretta tra le mani.
“S-sei tornato” disse lei vergognandosi terribilmente per aver pensato male di lui.
Zoro sorrise “Avevi qualche dubbio?” e accatastò la legna ad un lato.
Velocemente riuscì ad accendere il fuoco per illuminare ancora di più la grotta e poi si avvicinò alla donna con la bacinella in mano.
“Che fai?” chiese lei, allarmata, vedendolo che provava ad armeggiare con i suoi pantaloni.
Zoro estrasse una spada e l’avvicinò alla caviglia della donna “Che fai?!?” urlò lei preoccupata, ma lui la bloccò con una mano mentre con la lama tagliò la gamba del pantalone all’altezza del ginocchio.
Dalla bacinella cacciò fuori dei pezzi di corteggia morbida imbevuta d’acqua e cominciò ad appoggiarle piano al gonfiore sulla caviglia e strinse forte intorno ad esse il pezzo del pantalone che aveva tagliato per tenerle ferme .
Subito dopo poco tempo dal contatto il dolore alla caviglia stava diminuendo”Come hai fatto?” chiese Tashigi sorpresa.
“Chopper mi ha insegnato qualcosa” rispose lui “E ora mangia queste” disse cacciando delle bacche dalla tasca della veste “Io ho già mangiato” aggiunse e la donna accettò di buon grado.
 
Dopo un po’ di tempo passato in silenzio Tashigi parlò “Sei gentile, per essere un pirata”
Zoro rise “Sei simpatica, per essere una marine”
“Quando verranno i miei uomini ti porterò in prigione, ti avviso”, Zoro la guardò “Bella gratitudine” disse “Ma tanto arriveranno prima i miei compagni appena vedranno il fumo”
Tashigi gonfiò le guancie “ Tu non conosci i miei uomini, loro saranno già sulle mie tracce e vi arresteranno tutti quanti”
“Ce l’hai a morte con i pirati, vero?” disse Zoro sollevando un sopracciglio
“Voi siete il male” disse la donna “Vi contrapponete alla giustizia”
Zoro la guardò “E secondo te i Marine sono sempre nel giusto? Per quello che ne so io i marines abusano del loro potere per arricchirsi, permettono a dei pirati senza scrupoli di depredare villaggi avendo del denaro in cambio, danno la caccia ad una bambina per anni, fanno fuori persone innocenti, proteggono quelle fecce dei draghi celesti e vivono alle spese del popolo che muore di fame”
Tashigi non rispose, Zoro sbuffò “Io e te seguiamo la giustizia, ma una giustizia differente. Tu segui la via della legalità, io quella della illegalità ma è sempre la giustizia che cerchiamo”
Vedendo che lei non rispondeva Zoro aggiunse “Poi io non credo che tu sia debole perché sei una donna, io sono quello che sono proprio per la promessa fatta a una ragazza che era più forte di me”
“Kuina?” chiese subito lei, Zoro arrossì “Come lo sai?”
“L’hai nominata quando eri svenuto” disse lei guardandogli negli occhi.
Zoro annuì “Kuina era la persona che è sempre riuscita a sconfiggermi ma come te credeva che quando il suo corpo sarebbe diventato quello di una vera donna sarebbe diventata debole e quindi ci promettendo che uno di noi due sarebbe dovuto diventare il miglior spadaccino al mondo.” Poi strinse forse l’elsa bianca della spada appartenuta alla sua migliore amica “Ma lei è morta e io devo mantenere la promessa”
“E la sua spada quella?” chiese, lui annuì “Lo so che la vuoi ma non l’avrai mai”
“Quella è una spada molto rara” disse “Se ti arrestassi diventerebbe mia”
Zoro la fece scattare “Provaci”
Tashigi sorrise “Grazie a te il gonfiore sta diminuendo, non ti toccherò le tue spade”
Zoro annuì “Se ci provassi ti taglierei a fettine”
Tashigi rise “Lo sai, Roronoa? Con te mi trovo bene anche se sei un pirata” e l’uomo arrossì quando lei appoggiò la testa sulla sua spalla.
 
La notte sopraggiunse in fretta e Zoro faticava a tenere vivo il fuoco.
“La temperatura si è abbassata notevolmente” disse Tashigi, stringendosi nelle spalle “Rischiamo di morire assiderati se ci addormentiamo” aggiunse.
Zoro provò a guardare fuori dalla caverna ma constatò con tristezza che era troppo buio per poter uscire a cercare altra legna per il fuoco.
“Dobbiamo trovare un modo per risaldarci” disse e guardò la ragazza arrossendo di colpo per quello che stava pensando. Un modo per tenere i loro corpi caldi e svegli per tutta la notte c’era ma non aveva il coraggio di dirglielo. Lui non era di certo quel cascamorto del cuoco.
“Cosa c’è?” chiese Tashigi innocentemente, Zoro avvampò ancora di più.
“C’è un modo per mantenerci al caldo, ma non so se sei d’accordo”
E dal rossore sulle guance del ragazzo Tashigi capì a cosa si riferisse.
“Ma tu sei un pirata e io un marine” disse lei, arrossendo.
Zoro urlò “E non la smetti con questa storia? Marine, pirata  che importanza ha? ”
Tashigi avvampò “Io non voglio fare sesso con uno che non prova niente per me!”
Zoro divenne viola “Io non ho parlato di sesso”
“Ma era lì che volevi arrivare” sbottò subito lei, torva.
Zoro scosse il capo “Voi donne siete proprio complicate”
“Vedi che anche tu mi giudichi perché sono una donna?!?”
Zoro si avvicinò a lei, esasperato “Sei un marine, ma sei anche una donna. Sei un’abile spadaccina, ma ti preoccupi come una donna. Sai essere autoritaria, sei il braccio destro di un uomo impossibile come Smoker ma sei sensibile come una donna. Ed è proprio questo quello che mi piace di te.”
Tashigi lo guardò interrogativa, lui continuò “Per quanto tu ti sforzi, per quanto tu possa urlare o arrabbiarti tu rimarrai sempre in un corpo da donna con tutte le sue limitazioni, ma ciò non significa che tu sia inferiore agli uomini, anzi. Proprio perché sei una donna hai dovuto subire maggiori difficoltà per raggiungere il posto in cui ti trovi. Proprio perché possiedi un corpo così invitante hai dovuto affrontare idioti che sono certo hai mandato al tappeto in pochi secondi. Perché sei donna riesci a guardare con animo puro gli orrori della guerra ed è proprio per questo che hai aiutato il mio capitano ed hai salvato quei bambini e anche tu sai che è così”
Tashigi tacque, ascoltava le parole del pirata con attenzione.
“Zoro” disse dopo un po’ “cosa vuoi da me?”
“Niente” rispose subito lui “Voglio solo farti capire che per essere forti o dei bravi spadaccini non c’è bisogno di essere un uomo o una donna. Tu hai una forza che io non ho e cioè quella di sopportare dei pesi che io, essendo un uomo, non sono costretto a sopportare ”
E Tashigi scoppiò in lacrime, era la prima volta che qualcuno le faceva capire l’enorme forza che possedeva quel corpo tanto odiato perché ritenuto debole . C’era una debolezza però che teneva da quando l’aveva conosciuto che non voleva più essere tale, una debolezza che voleva trasformarsi in forza.
“Perché piangi ora?” chiese lui, allarmato.
Tashigi scosse il capo “Ho una richiesta da farti” disse guardandolo negli occhi “Fammi sentire donna e non marine”
“Che vuoi dire?” chiese Zoro che non aveva colto l’allusione ma lo slancio con cui la ragazza si era portata alle sue labbra gli chiarì molte cose.
 
Tashigi baciava Zoro con foga, spostando le sue labbra su ogni centimetro libero del corpo di lui che stava immobile, indeciso se intervenire o meno. Non era abituato a quelle situazioni e stare con lei normalmente l’avrebbe fatto scappare via per non affrontarla, ma ora non poteva scappare, non voleva farlo.
L’amava, amava quella marine fanatica di spade da quando l’aveva incontrata. Non era solo la somiglianza con Kuina ad averlo attratto, era stato quell’animo gentile, quella voglia di aiutare il prossimo, quel senso della giustizia che la rendeva diversa da tutti i marine che aveva conosciuto, quel senso del dovere, quel coraggio e quella determinazione che la rendevano diversa dalle sue compagne.
Prima che lei andasse oltre la fermò per guardarla negli occhi “Le mie spade” disse “Sono tue”
“Cosa?!?” fece lei, sorpresa, allontanandosi da lui.
Zoro sorrise malizioso “Ma devi prendere anche me con loro”
Tashigi sorrise “Roronoa Zoro sei un pazzo”
“Sono un pirata”.
 
Il sole illuminò i capelli muschiati del giovane che da poco si era addormentato stringendo forte il corpo nudo della ragazza accanto a sé.
“Zoro?” lo svegliò delicatamente lei “Ormai è giorno”
“Sta zitta” rispose lui “Queste sono le civette della notte, non gli uccelli del mattino. Torna a dormire”
Tashigi scosse il capo “Per quanto avrei voluto che questa notte non finisse mai, il giorno è arrivato. Dobbiamo tornare ai nostri ruoli”
Lui mise il broncio “Devi essere di nuovo la capitanuccia dei G-5?”
Tashigi gonfiò le guancie, non le piaceva quel soprannome che le avevano affibbiato i suoi uomini “Sì” rispose “devo tornare ad essere un marine e tu un pirata a cui io do la caccia” disse mentre si rivestiva.
Zoro la afferrò per un polso e la avvicinò a sé “Credevo di essere io il cacciatore” disse baciandola delicatamente.
Tashigi si scosse “Siamo nemici ora”
“Per ora” disse lui alzandosi e cominciando a vestirsi.
“Zoro, devo dirti la verità” disse lei “Io ho paura. Paura del giorno in cui mi troverò d’avanti  a te e sarò costretta a scegliere tra te e il mio ruolo di Marine”
Zoro le prese le mani “Quel giorno ci affronteremo come è giusto che sia” rispose lui “E io ti batterò e ti porterò via con me!” aggiunse ridacchiando. Tashigi lo colpì al braccio con un pugno anche se rideva divertita.
“Credo di essermi innamorata di te, pirata”
“Lo stesso vale per me, capitanuccia!”
I due si guardarono negli occhi, non c’era più bisogno di parole, in quei pochi attimi che potevano essere loro stessi, lontano dalle apparenze che riportavano i loro ruoli, li volevano vivere appieno, respirando quel’amore appena scoperto che nasceva da un odio che aveva radici lontane, ma la voce di Rufy che urlava il nome del suo vice li riportarono alla realtà.
“Ce la fai a camminare?” chiese alla ragazza, lei annuì ma prima che Zoro uscisse dalla caverna lei lo afferrò per le spalle “Aspetta”
 
 
Zoro sonnecchiava tranquillo sulla Sunny con un sorriso sulle labbra.
“Ma guarda che faccia allegra che ha” disse Sanji mentre serviva le ragazze
“E pensare che siamo dovuti andare a salvarlo dato che aveva Tashigi alle calcagna” disse Nami sorseggiando la sua bevanda fresca.
“Siete sicuri di averlo salvato?” aggiunse Robin ridacchiando.
 
Tashigi scrutava il mare sull’imbarcazione  del G-5, il medico di bordo le aveva fasciato la ferita e ora zoppicava leggermente.
Smoker la raggiunse con i suoi immancabili sigari in bocca “Ti sei lasciata sfuggire Roronoa” disse
“Era molto forte ed io ero ferita” si giustificò lei ripensando  a quello che era successo poche ore prima.
 
“Aspetta”
“Cosa c’è ora?” chiese Zoro “Non dovevamo tornare ad essere nemici? Tranquilla, non dirò che sei innamorata di un rozzo pirata. Quando usciremo di qui ti porteremo dai tuoi uomini e poi nemici come prima”
Ma Tashigi si limitò a baciarlo “Grazie” disse
“Per cosa?”
“Per avermi fatto capito che non è così male essere una donna”
 
 
Angolo dell’autrice:
Eccomi di nuovo con una ZoroXTashigi, non smetterò mai di schippare questa coppia. Li amo troppo <3
Be anche se so che sarete in pochi a leggerla spero di sapere cosa ne pensiate, anche perché ho paura che i personaggi siano un po’ OOC .
Un bacione a tutti
Fra
  
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