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Autore: giady_guz_piumamagica99    15/06/2014    0 recensioni
- Dalla storia -
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<< Dimmi un po' >> disse lei curvando le labbra rosso scuro in un sorrisetto malefico << avrai pace 
solo quando mi batterai, vero? >>
<< Esatto Sherlock. E la mia pace è raggiunta, quindi... >> iniziò lui alzandosi dalla sedia.
<< Hai calcolato male. Hai lasciato uno spazio vuoto, dove o posso salvare il mio re, o mettere la mia torre in modo da salvarlo e farti scacco matto, quindi.... >> Jade spostò la torre << puoi pure aspettare seduto, sfigatello. >> si alzò dalla sedia, prese le 20£ che c’erano sul tavolino e si aggiustò il papillon uscendo di scena tra gli applausi del club di scacchi.
PREMESSA: i protagonisti NON si innamoreranno tra di loro!!!
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< AH! >> un grido di frustrazione uscì dalla bocca di Jade.
Se qualcuno l’avesse osservata per i 10 minuti che avevano seguito la sua trionfale entrata in casa, bagnata fradicia e con l’umore sotto ai piedi, l’avrebbe di sicuro spedita al manicomio. I suoi non erano ancora presenti all’appello, ma era tutto normale. Jade finiva scuola alle 4:40, e loro tornavano a casa per le 8:00 di sera, giusto in tempo per lamentarsi della cena che aveva preparato. Ma era tutto nella norma. Amava molto i suoi genitori. Nonostante il casino che aveva combinato alla Smith, l’avevano capita e aiutata, ma soprattutto, si erano fidati di nuovo di lei.
Sbatté i palmi delle mani sulla finestra, lentamente, dove mille di piccole gocce rigavano il vetro, cercando di contenere la rabbia. Doveva assolutamente calmarsi.
<< Luke Monroe! Esci dalla mia maledettissima testa!!! >> urlò arrabbiata.
Quel dannato ragazzino drogato di zucchero!!! Ci mancava solo lui! Ed ecco che in due settimane la sua lista di casi disperati era notevolmente aumentata di un 30%, se si considera ancora valida la statistica 1 su 100.
Si sedette alla scrivania e aprì il suo quadernetto. Sfogliò con gesti secchi le pagine fino ad arrivare alla sezione intitolata: gente che mi dà il tormento. Lo psicologo gli aveva detto che era un esercizio veramente utile, scrivere rispetto alla gente che non sopportava.
<< Non conosco mica il nome di tutti quelli che salgono sulla metro con zaini giganti spiaccicandoti sul vetro, o quelli che lasciano che il diavolo s’impossessi tranquillamente dei loro urlanti figlioletti, o quelli che tagliano la siepe di domenica mattina! Avrei bisogno di un elenco dettagliato della popolazione mondiale! >> aveva logicamente esposto le sue ragioni. Ma comunque, era notevolmente migliorata. La pagina riportava quanto di seguito:
 
GENTE CHE MI DÀ IL TORMENTO.
 
Caso numero 1, Harry Styles: questo sfigatello figlio di papà, deve avere preso qualche master in “alto fracassamento di parti sensibili”, visto che ci riesce persino quando è fisiologicamente impossibile! Mi piacerebbe sapere che diavolo li passa per la testa. Il primo giorno di scuola ha mandato due armadi a spaventarmi... niente m’impedisce di dichiarare alla corte suprema che gli ho riempiti di botte, insomma, era legittima difesa! Poi ha addirittura assoldato un investigatore privato! Insomma un pochina di pena me la fa... cerca sempre di mandare in porto piani assurdi per ridicolizzarmi che puntualmente falliscono miseramente. Ma sono convinta che sia colpa della sfiga che mi perseguita!
 
Caso numero 2, Anderson: Anderson è un povero rammollito paranoico. Non so veramente scegliere se è peggio lui o Styles. La prima volta che l’ho conosciuto, è stato mentre Luke organizzava uno scherzo ridicolo, ovvero, applicare della colla super resistente alle sedie del club scientifico. Considerando il fatto che siamo tutti dei piccoli geni lì dentro, abbiamo tardato esattamente due secondi a trovare una soluzione che potesse reagire con la struttura della colla e scioglierla. Anderson, invece che prendersela tranquillamente si è arrabbiato talmente tanto che ha rischiato un attacco d’asma. Ci ha riferito che aveva pagato Luke per non subire alcun tipo di scherzo da parte sua. Se fosse stato leggermente più furbo, non ce l’avrebbe raccontato, ridicolizzandosi in maniera così evidente. Mancava solo una freccia luminosa con la scritta “pirla” ad indicarlo. Appena mi ha visto, dato il mio modo eccentrico di vestire, ha subito pensato che avessi assunto io Luke. Io e Louis ci abbiamo impiegato 20 minuti a spiegarli che faccio parte del club scientifico e  non di un circolo di streghe devote a satana! È insopportabile! Continua a chiedermi se gli ho mandato una maledizione per non fargli passare l’esame di francese. C’è poco da dire, non sa na mazza di francese.
 
Prese la prima penna tra la montagna disordinata che aveva sul tavolo e scrisse furiosamente
 
Caso numero 3, Luke Monroe: NON LO SOPPORTO! Il fatto è semplice: non riesco a togliermelo dalla testa! Il che mi stupisce alquanto. Potrei trovare miriadi di motivi per il quale dovrei detestarlo. Uno è che mangia quantità disumane di caramelle strapiene di zucchero. IO ODIO LO ZUCCHERO! Un altro è che è dannatamente curioso, il che non sarebbe un problema, se non fosso che sono i miei di affari che gli importano. IO ODIO CHI FICCA IL NASO NEI MIEI AFFARI! Eppure non riesco a togliermelo dalla testa. E come se non fosse abbastanza, io gli piaccio. E questo si che è un vero disastro! Si approccia a me con un curioso metodo, paragonabile a quello dell’orso bruno. Mi gironzola in torno per un po’, e poi sparisce. Quando torna, però, è ancora più motivato di prima. Ma tutti sappiamo che è l’orsa la più aggressiva tra i due. Soprattutto se l’orso in questione, avanza proposte di accoppiamento con indirette alquanto ridicole, e spegne le sigarette che l’orsa si fuma in santissima pace, solo perché gli dà fastidio il fumo. Probabilmente l’ultima volta che si è avvicinato ad una delle mie adorate portatrici di nicotina, ci deve aver aggiunto qualche estratto estremamente pericoloso di derivazione botanica. Perché il fatto che io abbia acconsentito di uscire con lui questo sabato, non è scientificamente possibile, se non che con l’intervento di sostanze nocive ai neuroni. E qui ritroviamo somiglianze con l’orso bruno nel suo ridicolo balletto di vittoria.
 
Jade chiuse il diario con forza, rischiando di buttarlo per terra. Se fosse stata come qualsiasi altra ragazza presente sulla faccia della terra, avrebbe aperto il suo armadio, con le mani trai capelli, e si sarebbe messa a strillare che non aveva nulla di abbastanza decente per uscire con Luke. Ma Jade non era decisamente una qualsiasi ragazza normale presente sulla faccia della terra. Si avvicinò alle ante della sua libreria ed estrasse un grosso tomo. Aprì le pagine ingiallite e fragili, riempite con una scrittura fitta e minuscola che sicuramente non ne facilitava la lettura. Tirò fuori i suoi occhiali dal cassetto, e appoggiò il libro sulla scrivania rimanendo in piedi. Se Anderson l’avesse vista in quel preciso istante, con un vecchissimo libro riguardante i funghi velenosi e un sorriso sadico sul volto; decisamente avrebbe esultato vittoria, per poi fuggire terrorizzato.
<< Perfetto! >> l’esclamazione di Jade, non era altro che il risultato di mezz’ora di ricerca. Scese le scale come una furia e infilò alla bene e meglio gli stivaletti da pioggia, poi afferrò il suo impermeabile nero e si diresse fuori di casa. Guardò l’ora sul grande orologio attaccato alla parete, vicino alla porta. Le 7:30. Prese la penna incastrata sul calendario e un tovagliolo.
“Sono andata all’orto botanico per una ricerca scolastica. Non so quando torno. Baci, Jade.”
  
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