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Autore: Letz    15/06/2014    3 recensioni
Grantaire non è esattamente quello che si definirebbe un ragazzo facile. I suoi zii, decisamente esasperati dai suoi comportamenti da ribelle, decidono di mandarlo a studiare al prestigioso collegio Valjean nella speranza che un po' di disciplina riesca a raddrizzarlo. Ce la farà Grantaire a sopravvivere all'anno scolastico? Ma soprattutto, riuscirà a sopravvivere ai suoi assurdi compagni di scuola che lo obbligheranno a unirsi al club di teatro e a recitare in "Romeo e Giulietta"?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Enjolras, Grantaire, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Maggio non è mai un mese tranquillo quando ti aspettano gli esami di maturità, ma nessuno degli Amis avrebbe mai immaginato che le cose potessero andare così male. Ovviamente Joly e Bossuet non si rivolgevano più la parola, tranne che gli indispensabili convenevoli che due persone, troppo educate per ignorarsi, si scambiano. Frasi sul tempo, come stai – mentre a nessuno importava realmente la risposta – ci vediamo al club. Alle prove l’aria era decisamente pesante, visto che anche Marius aveva i suoi problemi e non faceva altro che sospirare e lamentarsi, facendo oscillare tutti tra la pietà e il desiderio di spaccargli la testa. Cosette lo aveva lasciato, ufficialmente per “incompatibilità caratteriale”, ufficiosamente – informazione che arrivava da Courfeyrac – per il nuovo arrivo della squadra di nuoto, un certo Mathieu. Marius disperato era persino peggio di Marius innamorato, visto che non riusciva a concentrarsi né sulla scuola né sul teatro e che riusciva a rendere tutti mortalmente depressi. Joly, Bossuet e Marius stavano seriamente mettendo in crisi il futuro del teatro, che dopo la brutta litigata di Enjolras e Grantaire sembrava spacciato.
Era la loro prima vera litigata da quando avevano deciso di andare a vivere insieme e nessuno dei due era realmente preparato ad uno scontro così violento. Enjolras stava organizzando una manifestazione contro la guerra e non si capacitava di come Grantaire non volesse partecipare.
“Non mi convincerai mai a venire a sventolare una bandiera arcobaleno in Place de la Bastille”, aveva sbraitato Grantaire.
“Non è quello che ho chiesto. Ti ho chiesto come pensi di non partecipare visto che stai con me e io tengo a questa cosa!”, aveva strillato Enjolras.
“Dio, cosa pensi di cambiare con uno stupido corteo? Pensi di cambiare il mondo andando a manifestare contro il governo? Finirai solo per farti spaccare la testa da qualche poliziotto”.
“Sei solo un cinico disfattista senza spina dorsale. Io voglio fare questa cosa, quindi tu dovresti appoggiarmi, dato che dici di amarmi”.
“Cristo Enjolras, hai cinque anni? Non devo sempre darti ragione su tutto. Questo è essere il tuo schiavetto, non il tuo fidanzato”.
“Forse allora non ho bisogno di un fidanzato”, aveva urlato a pieni polmoni Enjolras prima di chiudersi in camera sua.
Jehan quando lo aveva saputo aveva avuto una crisi di nervi.
“Non possiamo farcela se Romeo e Giulietta nemmeno si guardano in faccia”, aveva singhiozzato sulla spalla di Courf.
“Vedrai amore che risolveranno in fretta la cosa. Dai loro tre giorni, forse anche meno”.
 
~
 
Due giorni dopo la litigata Enjolras stava ancora pensando a come chiedere scusa. Si era subito pentito delle sue parole e si sarebbe volentieri ingoiato la lingua. Lui e Grantaire si erano evitati a vicenda ed Enjolras si sentiva da schifo. Quindi doveva pensare a qualcosa di grandioso per chiedere scusa a quello che, sperava, era ancora il suo ragazzo. All’improvviso ebbe un’illuminazione e si diede dell’imbecille per non averci pensato subito.
Due giorni dopo la litigata Grantaire stava lavorando ad un nuovo progetto. Si sentiva in colpa per come aveva urlato addosso ad Enjolras, che in fondo non gli stava chiedendo un grosso sacrificio e lui come fidanzato avrebbe dovuto essere più accomodante. Dopotutto Enjolras era terribilmente stressato per gli esami. Quindi stava lavorando a quella cosa, sperando che fosse un buon modo per dire “scusami se ho fatto l’imbecille”. Non era certo una scusa – Grantaire non era così innamorato di Enjolras da non capire che la colpa stava per un buon due/terzi dalla parte del biondo – ma un modo gentile per chiudere quella assurda litigata.
La mattina del terzo giorno Enjolras lasciò sul letto di Grantaire – mentre lui era in bagno - una grossa scatola. Pochi minuti prima Grantaire aveva lasciato sul letto di Enjolras – mentre lui era in soggiorno a fare colazione – un foglio.
Si accorsero dei regali circa nello stesso momento, e quasi si scontrarono nel corridoio uscendo dalle rispettive stanze.
“Mi hai comprato una scatola di Caran D’Ache”, balbettò Grantaire.
“Hai disegnato un volantino per la manifestazione”, pigolò Enjolras.
“Ti amo”, dissero insieme prima di baciarsi.
La litigata era già dimenticata – a giudicare dai rumori sospetti che per un paio d’ore provenirono dalla camera di Grantaire e che costrinsero Combeferre ad andare a studiare in biblioteca – e Jehan potè tirare un sospiro di sollievo per il futuro del teatro.
 
~
 
Bossuet non saltava mai le lezioni. Non fingeva delle emicranie per evitare le lezioni di trigonometria – come Jehan – o si faceva buttar fuori dalla classe – come Courfeyrac. O meglio, Bossuet saltava delle lezioni, ma solo quando era in infermeria per uno dei suoi infiniti incidenti. Da quando aveva litigato con Joly, Bossuet si era isolato dal gruppo e nessuno si era stupito di non averlo visto nel week end, immaginando fosse tornato a casa. Domenica sera tutti avevano avuto qualcosa da fare, quindi nessuno si era accorto che Bossuet non era rientrato nel dormitorio. Il primo a sospettare qualcosa fu Courfeyrac, che a inglese divideva il banco con Bossuet e che non vedendo arrivare l’amico, e soprattutto non ricevendo risposta ai messaggi, iniziò a chiedere a tutti – persino a Joly - cosa fosse successo questa volta. Nessuno sapeva niente, e quando l’infermeria risultò vuota e Bossuet non si presentò nemmeno alle lezioni del pomeriggio un agitatissimo Joly fece irruzione nell’ufficio del preside Valjean per informarlo che Bossuet era sparito. Dopo una serie di telefonate piuttosto concitate Valjean convocò gli Amis per informarli che, stando a quello che la madre di Bossuet era riuscita a spiegargli tra una crisi di pianto e l’altra, Bossuet era finito in ospedale dopo che suo padre lo aveva picchiato fino a fargli perdere i sensi.
 
~
 
Joly conosceva bene gli ospedali e quindi sapeva benissimo che correre era assolutamente vietato. Ma se non ci fosse stato Combeferre – la guida, il punto fermo, l’unico realmente calmo del gruppo – a trattenerlo per un braccio di sicuro Joly si sarebbe messo a correre. Perché in ospedale non c’era una persona qualsiasi, ma Bossuet, che lo aveva baciato e poi cacciato, e che non gli aveva mai dato l’occasione si spiegare i suoi sentimenti, che non gli aveva permesso di dichiararsi. E poteva essere tropo tardi, per lui e per loro.
I medici non volevano parlare con loro, erano solo amici, non parenti, come se il rapporto che avevano con Bossuet fosse di serie B. Joly avrebbe voluto gridare che loro – lui – lo amavano veramente, non suo padre che lo aveva picchiato per mesi, non sua madre che aveva permesso che tutto questo continuasse.
Virginie, la madre di Bossuet, aveva spiegato loro che da qualche tempo il marito era diventato intrattabile, aveva ricominciato a bere e più volte aveva alzato le mani sia su di lei che sui figli. Quando finalmente si era decisa a denunciare il fatto, e a comunicare all’uomo la sua volontà di divorziare lui aveva semplicemente detto che l’avrebbe ammazzata. Bossuet si era messo in mezzo e il padre, dopo aver infierito con calci e pugni, lo aveva buttato contro il tavolo facendogli sbattere la testa contro lo spigolo.
“I medici dicono che ha un trauma cranico, e che fino a che non si sveglia non possono dire con certezza se ci siano dei danni permanenti”, pianse Virginie. “Il mio povero bambino”.
Joly pensò che sarebbe morto in quell’istante. “Devo vederlo, vi prego fatemelo vedere”, implorò i medici. Probabilmente stava piangendo, ma non se ne rese conto fino a che un giovane medico, probabilmente un tirocinante, gli tese un fazzoletto e iniziò a sussurrargli piano all’orecchio.
“Purtroppo non possiamo. Se solo fossi un parente stretto potresti entrare. Purtroppo per te sappiamo che non lo sei. Ma”, e lo sguardo del medico si fece cospiratorio, “per un fidanzato potremmo fare un’eccezione”.
Joly sbiancò: era davvero così ovvio quello che provava? Così evidente che persino un perfetto estraneo se ne rendeva conto?
“Una piccola bugia a fin di bene”, disse il medico sottovoce.
Joly tirò su col naso e si asciugò le ultime lacrime e si rivolse ad uno dei medici – quello con la barba nera, che sembrava piuttosto triste per la sua situazione - “So che non sono un parente stretto ma io e lui siamo fidanzati e vorrei tanto vederlo anche solo per…” – dire addio, ma non poteva dirlo ad alta voce perché avrebbe reso tutta la situazione vera – e ora tutti lo stavano fissando con tanto d’occhi, tutti tranne Grantaire che lo stava abbracciando e sussurrando parole di incoraggiamento nel suo orecchio.
La stanza era asettica, bianca e triste – Bossuet amava i colori accesi, avrebbe volentieri chiesto a R di dipingere tuto quell’assurdo bianco – e Bossuet era bianco come la benda che gli circondava la testa – “fortuna che porto i capelli così corti che nessuno si accorgerà dalla differenza” – e non si muoveva.
“Se mi senti stringimi la mano. Ti prego ti prego ti prego ti prego”, come un mantra, come una preghiera, lui che in Dio non aveva mai creduto. “Sono Joly, e tu devi svegliarti perché ti amo e sappi che non lo dico solo perché hai un buco in testa”.
I miracoli succedono, anche se alla scuola di medicina fanno di tutto per fartelo dimenticare. I miracoli esistono e Bossuet stava stringendo la sua mano e stava aprendo gli occhi e…
“Dove sono? E tu chi sei?”.
 
 





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Eccomi qui, in assurdo ritardo. Ormai sarete stufi marci delle mie scuse :’(
In questo capitolo depresso ci sono almeno un paio di cose divertenti che vorrei che notaste: Marius è stato lasciato e maltrattato da una Cosette finalmente un po’ bitch e non sono santissima santarellina e il povero Combeferre è stato personalmente vittimizzato da Grantaire ed Enjolras che hanno deciso di darsi al sesso riconciliatorio.
Non posso spendere troppe parole sull’idiozia di Enjolras e Grantaire, ormai lo sanno anche i sassi che questa coppia è formata da due perfetti rimbabiti.
Ecco perché ora tocca a Joly e Bossuet creare ansie e casini, e so di essere orribile a far finire Bossuet in ospedale – non che sia la prima volta – e a far finire il capitolo così, ma forse io adoro essere orribile XD
Grazie a voi che sopportate le attese infinite, leggete/seguite/recensite, sappiate che manca poco alla fine di questo calvario.
 
Lots of love,
Letz
  
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