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Autore: Steffa    13/08/2008    1 recensioni
I pensieri che colpiscono poco prima della fine sono tra i più svariati, ma quello che spicca più di ogni altro è il desiderio di non deludere le persone amate.
Maledizione, anche adesso che sento le gambe cedermi, adesso che la vista mi si annebbia, le fiamme delle candele si oscurano...
Anche adesso mi guardi in quel modo.
Ho solo un desiderio...
Desidero che tu venga trattato da eroe, come meriti: sei il nostro salvatore.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Yondaime
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve lettori!
Questa fic ha partecipato al Primo concorso sull'Angst, indetto da BlackRose e Elwerien, aggiudicandosi il 4° posto!
"Non male!", ho pensato io, dato che sinceramente non mi ritenevo in grado di scrivere qualche cosa riguardante l'Angst...
Era già da qualche tempo che avevo in mente di scrivere qualche cosa che riguardasse gli ultimi attimi di vita di Minato e di Kushina.
Premetto che la storia non segue la direzione dell'anime o del manga, è completamente di mia invenzione, tranne i personaggi, ovvio! XD
Beh, vi lascio alla lettura e recensite se vi è piaciuta!




Due facce della stessa medaglia



Ricordo ancora il primo giorno in cui ti ho conosciuta ed amata, ogni momento ora sta ferendo il mio cuore.
Provo più dolore in questo modo, poichè i graffi e le ferite on sono nulla in confronto.
Dannazione, non devi guardarmi in quel modo!
Sei così fragile tra le mie braccia mentre una leggera brezza ti fa accapponare la pelle ancora sudata per la fatica, stringi più forte il piccolo al tuo petto.
Perchè piange?
Forse ha già capito cosa accadrà?
Sarebbe più facile se la smettesse con tutte quelle lagne.
Oppure... No.
Mi piacerebbe poter sentire la sua nuova vocina ogni istante, voglio assaporarne ogni sfumatura.
Non potrò mai sentire la sua prima risata, non potrò sentirlo chiamarmi papà, non lo vedrò crescere come un eroe, l'eroe di un libro.
Ti adagio a terra, ma tu tenti subito di alzarti appigliandoti alla mia veste; ti aiuto cautamente.
Hai le gambe incerte e deboli, ma sei forte, lo sei sempre stata.
Smettila di guardarmi in quel modo, è la cosa più giusta da fare.
Che cos'è quella luce nei tuoi occhi?
Posso soltanto immaginare quale ne sia la causa.

Odio?



E' per quello che sto per fare: strapparti il bimbo, il nostro bimbo dalle braccia, strapparti ciò che ami dal cuore.

Supplica?



E' per un'ultima muta preghiera, per sperare in un'altra soluzione.

Pietà?



E' perchè sono un miserabile vigliacco, affidando un peso del genere al nostro piccolo.

Dolore?



E' perchè sai che non potresti vivere in un altro modo anche se ne avessi la possibilità.

Cerchi di stringerlo a te ancora per quell'ultimo istante, come se volessi stringere assieme anche il tempo, per fermarlo o per lo meno rallentarlo mentre gli sussurri parole che non arrivo a sentire.
Non ha smesso un attimo di piangere, se ne avessi il coraggio, potrei sorriderne: diventerà davvero un eroe un frignone come lui?
Che domanda...
Sarà l'eroe più ricordato, ne sono certo.
Gli poso una mano sulla testolina bionda, sui morbidi e corti capelli, ma ognuno di essi è come un ago che si conficca nel mio cuore.
Accidenti!
Davvero non c'è un'altra via?
Davvero è la cosa più giusta?
Quei suoi occhioni azzurri, così limpidi e puri sembrano fidarsi di me.
In questo momento mi sento come il peggiore dei traditori.
Come?
Come posso tradire il suo cuoricino così innocente?
Come posso essere un padre così incapace?
Come posso essere un uomo così vigliacco?
Mi vergogno di me stesso, di tutto ciò che sono e di tutto ciò che farò tra poco.
Maledizione, anche adesso che sento le gambe cedermi, adesso che la vista mi si annebbia, le fiamme delle candele si oscurano...
Anche adesso mi guardi in quel modo.
Forse ho capito.
Non è odio, non è supplica, non è pietà e non è nemmeno dolore quello nei tuoi occhi.
Semplicemente è un arrivederci.
Se solo ne fossi capace, potrei odiarti per questo: non puoi realmente pensarlo, non puoi farlo.
Non voglio...
Sento il suo pianto farsi sempre più flebile, ma mi rimbomba ancora nelle orecchie come un'esplosione.
Non puoi sapere, piccolo mio, quanto abbia pensato ad ogni passo che mi ha condotto qui per trovare una via alternativa.
Non puoi sapere che dolore sto provando.
Non puoi sapere la vergogna che sto portando.
Ho solo un desiderio...
Posso permettermelo, o il disonore è troppo?
Desidero che tu venga trattato da eroe, come meriti: sei il nostro salvatore.
E tu, amore mio, splendente anche tra le tenebre che mi stanno trascinando via, ti prego, non odiarmi.
Ma che penso?
So che non mi odi, ma per carità, non farlo: non seguirmi in questo mio sacrificio.
Chi starà con il nostro piccolo?
Chi gli racconterà di come vi ha salvati?
Chi gli ricorderà suo padre, il vigliacco che non riuscì a salvare il villaggio e la sua famiglia?
Voi siete la mia vita, per questo non ho esitato nel sacrificarmi.
L'unica pecca è che sono stato egoista, non ho saputo andarmene da solo.
Perchè amore mio?
Perdonami.
Almeno tu, cerca di farlo.
Io non riesco a liberarmi dal senso di colpa, non ne ho la forza, o forse non voglio trovarla.
No, in effetti non merito tale liberazione.
Ecco l'ultimo sentimento della mia vita: risentimento.
Non verso quel demone, solamente verso me stesso e verso la mia limitatezza, la mia impotenza.
Perdonami bambino mio, se puoi, perdonami.


Mi sento debole, stanca per tutta la fatica di aver fatto venire alla luce quel dolce pargoletto.
Tra le tue braccia mi sento al sicuro, mentre da lontano, ma ancora troppo vicino, provengono quei ringhi rabbiosi che mi fanno rabbrividire.
Una dolce brezza mi dona un attimo di benessere, stringo al petto il mio piccolo: sembra così indifeso con quelle manine così minuscole, quegli occhioni azzurri e quei capeli biondi.
Ti assomiglia in modo impressionante: lo stesso naso, la stessa bocca, probabilmente avrà il tuo stesso sorriso.
Ti guardo, cercando nei tuoi lineamenti il futuro del nostro bambino.
Sta piangendo forte, sicuramente è in piena salute, forse ti infastidisce, ma per me è come musica, una dolce melodia.
Non capisci perchè stia piangendo?
E' il suo modo per pregarti di non lasciarlo, ha capito più di quanto tu possa immaginare: io lo so, lo sento.
Delicatamente mi adagi a terra, ma non posso restare seduta in questo momento, provo ad alzarmi, devo aggrapparmi alla tua tunica per riuscirci; con tocco leggero come al solito, mi aiuti.
Barcollo un po', ma cerco di farmi forza perchè non voglio sfigurare dinnanzi al tuo immenso coraggio.
Incrocio il tuo sguardo e sento una fitta dolorosa nel cuore.
Perchè mi fai questo?
Perchè mi porti via le due persone che amo di più al mondo? Perchè te ne vai da me?
Domande, decine di domande che mi intrecciano i pensieri, annodandoli in un grumo di impotenza.
Pensavo di essere più forte, ma tu mi superi come sempre, lasciandomi indietro in questo sentiero di rovi.
Provo disgusto per me stessa, non posso credere di essere così egoista.
Nei tuoi occhi celesti leggo una supplica di perdono, so come ti senti; ti sei dimenticato di come io riesca a comprenderti?
Stringo il nostro piccolo al petto, continua a piangere, ma non voglio che smetta, gli sussurro parole dolci per consolarlo e vezzeggiarlo.
Chissà quante altre lacrime verserà il nostro piccolo eroe.
Io non sarò là per aiutarlo, perchè ho già deciso.
Lo adagio nel freddo giaciglio, mi stringe un dito con la sua manina, sembra volermi chiedere di non lasciarlo.
Non perdo nemmeno un istante di quello che succede dopo, di ciò che fai.
E adesso ti vedo scivolare lentamente verso il terreno, mi fissi con l'ennesimo sguardo desideroso di perdono.
Amore mio, non hai niente da farti perdonare, non ti odio.
Non devi dirmi addio, non devi neanche pensarlo.
Questo è un arrivederci, presto saremo di nuovo insieme.
Temo per il nostro piccolo, per come crescerà.
Ma qui sta' il mio egoismo, non potrei riuscire a vivere semplicemente aggrappandomi al tuo ricordo.
Non sono coraggiosa come te, la mia vigliaccheria mi sorprende.
Non ti lascerò solo nel tuo sacrificio, il nostro bambino sapre vivere da eroe come merita.
Avrà il tuo coraggio, ne sono certa: solamente tu puoi riuscire a sacrificarti per tutti noi ed io non potrei vivere da fuggitiva nelle rimembranze.
Tesoro, non guradarmi con quel tuo ultimo sguardo, sento il cuore spezzarmisi.
Perchè mi poni davanti a questo bivio?
Conosco già la mia strada.
Addio bambino mio, se puoi, perdonami.
A presto amore mio, saremo di nuovo insieme, per sempre, veglieremo su nostro figlio: l'eroe di Konoha.

  
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