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Autore: Eustass_Sara    15/06/2014    4 recensioni
DALLA STORIA
Strinsi i denti dalla rabbia, accartocciando quello che era un semplice foglietto di carta ; ne conoscevo il contenuto, era un semplice indirizzo che rilessi, inutile gesto senza senso visto che sapevo a memoria ogni singola lettera scritta.
Simpatico, davvero, un fottuto biglietto con un mero indirizzo.
Quell'idiota scrive peggio di una gallina.
°°°
'sera pupattoli, come va? ^_^ vi lascio questa dolce pupacchiata su Kidd e Law, sperando di non essere sfociata nell'OOC xD buona lettura e ditemi che ne pensate
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Insieme

Marcio. Solo questo sta attorno a me ; il marcio delle strade, vecchie e logore, decorate da mozziconi di sigaretta. Il marcio dell'aria, contaminata dal mix di odori e profumi, volti a confondere mille e più olfatti ; il marcio dell'isola, il marcio delle persone, il marcio di tutto, anche degli edifici per cui è famosa.
La locanda alla mia destra, una delle più conosciute, è ricca di gentaglia ; cacciatori di taglie, pirati, abitanti del luogo e malfattori. Niente che i miei occhi non hanno già incrociato, annoiandomi a quelle abitudinarie immagini.
La pesante felpa gialla non mi scalda a dovere, sento qualche brivido salire lungo la mia schiena ma me ne infischio ; di solito mi basta girarmi fra le coperte e abbracciare Bepo per riacquistare il calore, immergermi nel mondo dei sogni e accoccolarmi su quella bianca pelliccia che era dannatamente morbida.
Pazienza, per una notte ne avrei fatto a meno, avevo altro da fare ; qualcosa che mi teneva sveglio alle 3 di notte passate, girando per strade buie e deserte, solo come un cane e con una bottiglia di rum stretta in una mano. È sciocco cercare calore nell'alcol ma, davvero, ogni volta che butto giù un sorso di quella roba mi sento riempire dal puro fuoco ; non mi piace bere, non fino a ubriacarmi e a stare male, non mi piace nemmeno drogarmi o fumare, ma un sorso di alcolico ogni tanto me lo concedo.
Un giorno mi avrebbe fatto male il fegato, lo sapevo, ma per ora mi accontentavo di cercare fra quelle strade stritolando il collo di quella bottiglia ; dovevo sbrigarmi e non perdere tempo, presto gli altri si sarebbero svegliati e, non trovandomi nella mia stanza, avrebbero fatto i diavoli pur di ritrovarmi.
Lo sapevo già, avrebbero anche distrutto l'isola per trovarmi, poi avrebbero pianto dalla sciocca gioia di avermi trovato e infine mi avrebbero supplicato a modo loro di tornare nel sottomarino, nella mia stanza ; a volte erano sin troppo patetici, ma erano pur sempre i miei sottoposti e forse anche io avrei fatto lo stesso al loro posto. Anzi no, non lo avrei fatto.
In un moto di stizza cacciai la mano libera in tasca, sperando di darle un po di calore, ma ciò che incontrai fu solo un qualcosa di liscio e sottile ; tsk, come non riconoscere quel coso, era il motivo del mio sonno mancato.
Strinsi i denti dalla rabbia, accartocciando quello che era un semplice foglietto di carta ; ne conoscevo il contenuto, era un semplice indirizzo che rilessi, inutile gesto senza senso visto che sapevo a memoria ogni singola lettera scritta.
Simpatico, davvero, un fottuto biglietto con un mero indirizzo.
Quell'idiota scrive peggio di una gallina.
Era orrendo, aveva qualche macchia nera dell'inchiostro, le lettere mal scritte parevano quasi dei geroglifici ; a stento avevo capito il contenuto, ma mi abituai in fretta, capendo che quell'idiota aveva una scrittura tutta sua. Se faceva un obbrobrio simile a un sei era una a, le apparentemente linee curve erano le e, e così via.
Il foglio era spiegazzato, ora vantava qualche grinza in più dopo che l'ho brutalmente accartocciato ; davvero molto simpatico, suonava come il peggiore degli scherzi, specie con quel “e muovi in fretta quel culo!” finale.
Prima o poi gli avrei mozzato la testa, senza l'uso dei poteri, solo un colpo netto della mia fedele spada.
Se c'era una cosa che mi faceva incazzare, era perdere il mio abitudinario riposo notturno ; non che duri molto, dopo mezz'ora o quasi mi sveglio per poi riaddormentarmi dopo 2-3 ore, facendo altri pochi ed effimeri minuti. Ma non avrei mai rinunciato per un fottuto biglietto al mio letto caldo e morbido, al divino tepore che amavo delle lenzuola e soprattutto al mio compagno di dormite, Bepo. Era quello il bello della notte, poterlo abbracciare sapendo di non svegliarlo talmente è profondo il suo sonno, giocare con il pelo delle orecchie e vederlo muovere il nasino piccolo e nero in buffe smorfie.
Invece no, quella notte dovevo girare come un imbecille per strade fredde e ripugnanti, una sola bottiglia di rum al seguito più il biglietto che ero sul punto di stracciare in coriandoli ; mi ero dovuto alzare dal letto, indossare gli stivali e uscire al freddo della notte per trovare un fottuto albergo in cui mi aspettava un altrettanto fottuto idiota.
Potevo ignorare tranquillamente quella pretesa di raggiungerlo, io non accetto ordini da nessuno specie in simili momenti idilliaci, ma prima mi disfo di questa noia, prima torno al caldo giaciglio della mia stanza ; sospirai calcando il cappello maculato davanti agli occhi, il passo ora fermo mentre vedevo davanti a me un edificio non troppo grande e dall'aria antiquata.
Era in procinto di cadere a pezzi, l'insegna era fatta di legno sicuramente marcito e l'intera struttura era storta. Un edificio di merda, scelto a casaccio, conoscendo quell'idiota.
Misi un piede all'interno della locanda, il pavimento scricchiolò sotto la suola del mio stivale, quasi temetti che mi cedesse sotto i i piedi ; a grandi falcate raggiunsi il bancone, un uomo piuttosto alto e dall'aria di chi la sapeva lunga mi scrutò attentamente.
Mi limitai a chiedere della stanza numero 10, notando il sorrisetto furbo del locandiere ; si, la sapeva sin troppo lunga.
Ignorai gli sguardi dei pochi presenti, più malfattori che altro, mentre a passo sicuro andavo verso le scale in legno ; ma sanno solo fare strutture in legno e con pericolo di fratture o slogature?!
-Stia attento, le scale sono un po vecchie...-
Ma non mi dire.
Cominciai a salire, gli scalini quasi si piegavano al tocco del piede, spezzandosi ; è un miracolo se anche lui è riuscito a fare queste scale, visto il peso specifico di un elefante.
Fortuna vuole che la salita non fosse troppo lunga, presto mi ritrovai nel corridoio poco illuminato con una sfilza di porte numerate alle pareti, ognuna era una camera diversa.
Hm... a destra i numeri pari e a sinistra i dispari, quindi la mia porta è l'ultima a destra.
Non avevo l'ansia e l'impellente bisogno di rivederlo, solo camminavo velocemente per concludere in fretta quella storia e tornare nel sottomarino ; in fondo l'indomani devo riprendere il viaggio.
Seccato, aprii la porta, la stanza era immersa nel buio ; ora giocava pure a nascondino, di male in peggio.
Feci qualche passo in avanti, la porta fu richiusa di colpo e una salda presa mi strattonò fino a farmi scontrare contro un qualcosa di caldo. Un classico.
Sorrisi nel buio nero, mentre delle mani si insinuavano sotto la mia felpa ; un respiro pesante si fece vivo sul mio collo, morsi e baci famelici si depositarono sulla mia pelle.
-Eustass-ya, esistono le puttane. La prossima volta chiama loro anziché scomodare me.-
-Taci.-
Sorrisi ancora, stavolta per il ringhio contrariato ; sapevo di non essergli mancato, come lui non era mancato a me, avevamo però quel bisogno di stare assieme fra le lenzuola. Di nuovo.
Assurdo come quel bisogno mi spingesse a lasciarlo fare, a sospirare di quelle carezze che sapevano di passione e violenza ; non potevo negargli il libero passaggio e non potevo negare a me stesso quel piacere che solo lui sapeva darmi.
Fra tutti, il mio corpo sceglieva sempre lui, le sue mani e i suoi modi di fare ; non era certo il primo con cui andavo, ma era il primo da cui tornavo spesso per il bisogno di un'altra notte. Era strano come mi facesse stare bene il suo calore, le sue ruvide dita bianche che passavano ovunque lasciando anche graffi pur di segnare il proprio territorio ; Eustass-ya era l'equivalente di una bestia, marca le sue proprietà e ne era possessivo sino al midollo.
-Ti voglio.-
-E allora prendimi.-
Io mi sono sempre ritenuto libero, lo sono tutt'ora, eppure mi piace sapere di essere solo suo ; mi piacevano le sue morse soffocanti, i suoi sguardi d'odio volti a capire se gli tacevo qualche segreto, i suoi ringhi che esprimevano rabbia, frustrazione, fastidio... e mi piaceva anche com'era fatto.
Carnagione bianca, occhi ocra e intensi, capelli color sangue sparati all'insù, il look ripugnante e fuori moda da più di cent'anni.
Insomma, nessuno avrebbe mai messo quei pantaloni eppure a lui donavano da dio, erano l'espressione del selvaggio quale lui era.
Quasi urlai alla nuova intrusione e non ebbi nemmeno il tempo di respirare che i movimenti divennero violenti e troppo desiderosi ; lui era fatto così, mi prendeva sempre in quel modo e ogni volta mi piaceva sempre di più. Era la mia droga, odiosa ma irrinunciabile.
Quasi mi spezzai la schiena nell'inarcarla, ma tanto non mi importava ; stavo bene solo vedendo il suo sguardo dorato e perverso, saperlo sopra di me, ghignante e soddisfatto. Se era lui, andava bene.
Sentii il materasso affianco a me affondare, era crollato al mio fianco ; manco ricordavo come ci eravamo arrivati sul letto e senza abiti, solo sapevo il piacere che ancora mi circolava nelle vene fino a farmi martellare il cuore senza motivo.
Assurdo, con lui era sempre così ; cuore in subbuglio, stomaco sottosopra, gote sin troppo rosse e desideri strani come il voler rimanere al suo fianco e non dover mai lasciare il letto che condividiamo. È assurdo come mi abbia drogato, manco so come ci è riuscito ma me la pagherà cara ; non accetto di dipendere da lui, ne da nessun altro.
Arriverà il giorno in cui sarà lui a girarsi e cercarmi, a sentire il vuoto se non sono con lui, sentire sollievo nel sapermi bastardo come sempre e a desiderare un qualcosa di sciocco e inadatto per dei pirati del nostro calibro ; arriverà quel giorno, oh si, e non mancherò di ghignare soddisfatto a tale visione.
Per ora mi accontento di osservarlo mentre dorme e avvicinarmi al suo petto bianco ; non dovrei, ma ho freddo e sono stufo di quegli spifferi gelidi.
Mi battono i denti, ma non voglio permettermi altro che la testa appoggiata al suo petto ; non è da me abbracciare qualcuno che non sia Bepo e nemmeno voglio farlo. Ma due braccia bianche e muscolose mi afferrano ugualmente, stringendomi in un abbraccio ; e io che lo credevo addormentato.
-Hai rotto il cazzo con quei denti, Trafalgar.-
-La prossima volta scegli un posto più caldo, Eustass-ya.-
Un altro ringhio, un altro sguardo d'odio e fastidio ; al buio potevo vedere solo quelle pozze ambrate, belle e perfette, mi ci sarei perso volentieri se solo non fosse stato un gesto stupido e idiota.
Non siamo fatti per certe romanticherie, neanche ci servono visto il rapporto di solo sesso che abbiamo e questo prima o poi lo avrebbe capito anche il mio corpo. Lo spero.
Era inquietante come io, chirurgo della morte, non riuscissi ad avere il controllo sui miei battiti cardiaci o delle gote arrossate ; sembravo imbarazzato ed era disgustoso, intanto lui si era riaddormentato, come se nulla fosse.
Per quanto potesse piacermi quel calore, dovevo staccarmi e tornare dai miei ; l'alba non era poi così distante. Feci pressione sul suo petto bianco, ma niente, la sua morsa era ferrea e io troppo debole in quanto a forza fisica rispetto a lui ; impressionante quanta energia avesse nelle braccia, anche nel sonno i suoi muscoli erano una trappola d'acciaio.
Spinsi il più possibile le mie mani contro il suo petto ma nulla, ciò che ottenni fu solo stanchezza per lo sforzo ; non si era mosso di un millimetro, lo stronzo, ne aveva allentato la presa.
Che situazione di merda.
Feci vagare lo sguardo per la stanza, ormai abituato al buio che regnava sovrano ; la pallida luna illuminava il corpo nudo e bianco di Eustass, cosa a cui non rimasi indifferente.
La verità è che amo la sua pelle, anzi : amo il suo corpo. Di un bianco latteo, privo di macchie o imperfezioni varie, e muscoli scolpiti, quel corpo rasenta la perfezione, l'ho sempre saputo.
Ed essere qui, intrappolato fra le sue braccia, mi permette di sentire tutto il suo calore, di toccarlo con le mie stesse mani e... oh.
Oh.
Il suo corpo è nudo. Nudo e incollato al mio, privo di un qualunque indumento ; uno strano ma odioso calore manda in fiamme le mie guance e proprio mentre mi impunto per non fare caso ne alle nostre nudità al vento e incollate tra loro ne all'incendio presente sul mio viso, ecco che la presa si fa ancora più salda.
Santissima merda.
Se prima credevo di poter avere anche mezza possibilità di liberarmi dalle sue braccia, ora non ne ho più nessuna ; ora la punta del mio naso sfiora i suoi pettorali bianchi, il suo profumo di pini mi invade le narici stordendomi e il suo viso è completamente affondato nell'incavo del mio collo.
Come se non bastasse, il mio cuore batte più furiosamente di prima ; a dire il vero, non è la prima volta che abbraccio un uomo in un letto.
Ero piccolo e stra pieno d'orgoglio, ma nonostante ciò, Doflamingo non aveva esitato a prendermi per un braccio e stringermi contro il suo petto ; ne avevo bisogno, quella volta, solo che non mi sarei mai sognato di dirlo. Avrebbe capito che i tuoni di quella notte mi avevano spaventato.
Non si era fatto alcun problema, mi aveva preso e coperto con quell'ammasso di piume rosa che aveva il suo profumo ; ho sempre odiato il suo giubbotto, ma quella volta ho lasciato che mi coprisse le spalle.
Ora è diverso.
Io non temo più nulla, nemmeno i tuoni, e nemmeno ci sono in questa notte ; sono di nuovo abbracciato a un uomo, ma senza motivo questa volta e sono pure arrossito come una sciocca ragazzina al primo appuntamento. Che schifo.
Eppure sentire il respiro di Eustass sul mio collo, il suo calore che mi avvolge e poter respirare il suo profumo mi rilassa ; non dovrei appoggiare il capo contro il suo petto, ne mi dovrei rilassare fino a sentire le palpebre pesanti. Però succede.

Cado nel dormiveglia, conscio che tra poco mi addormenterò ; prima di lasciarmi andare fra le braccia di Morfeo, lo sento. Quel piccolo e lieve suono, e capisco.
Sorrido, troppo stanco per ritornare il solito ghiacciolo e chiudo gli occhi, concedendo questa vittoria a Eustass. È riuscito a giocarmi e io non faccio altro che chiudere le palpebre, arrendendomi al sonno.
Lui non si è mai addormentato, mi ha solo costretto a stare con lui nel letto, lo stronzo.
Prima o poi me la pagherai Eustass, ma per ora...
va bene così.







Angolino Eustassiano_

'Giorno cicci! Oggi ero molto ispirata a una KiddxLaw e quindi eccovela U.U Logicamente, in una DoffyxCroco accenno Law, in una KiddxLaw accenno Doffy. I'm a fucking genius (si scrive così? Bah...) :D
e niente, d'ora in poi il mio angolino sarà Eustassiano con la e maiuscola perché AMO questo cognome e il suo proprietario. U.U
purtroppo carucci miei, vado di fretta perché da domani comincia la settimana di studio, poi il 23 inizio con gli esami per cui non so nemmeno quanto riuscirò a stare al pc... al mio ritorno mi farò perdonare cercando di aggiornare sia lo show che l'altra long, promesso ;) vi lascio con questa melensata da carie estreme perché questi due sono il sesso e l'amore in contemporanea.
E come ogni volta, noi ci vediamo nell'angolo recensioni <3 <3
Kiss and Bye

Eustass_Sara

   
 
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