Insieme
Marcio. Solo questo sta attorno a me ;
il marcio delle strade, vecchie e logore, decorate da mozziconi di
sigaretta. Il marcio dell'aria, contaminata dal mix di odori e
profumi, volti a confondere mille e più olfatti ; il marcio
dell'isola, il marcio delle persone, il marcio di tutto, anche degli
edifici per cui è famosa.
La locanda alla mia destra, una
delle più conosciute, è ricca di gentaglia ; cacciatori
di taglie, pirati, abitanti del luogo e malfattori. Niente che i miei
occhi non hanno già incrociato, annoiandomi a quelle
abitudinarie immagini.
La pesante felpa gialla non mi scalda a
dovere, sento qualche brivido salire lungo la mia schiena ma me ne
infischio ; di solito mi basta girarmi fra le coperte e abbracciare
Bepo per riacquistare il calore, immergermi nel mondo dei sogni e
accoccolarmi su quella bianca pelliccia che era dannatamente
morbida.
Pazienza, per una notte ne avrei fatto a meno, avevo
altro da fare ; qualcosa che mi teneva sveglio alle 3 di notte
passate, girando per strade buie e deserte, solo come un cane e con
una bottiglia di rum stretta in una mano. È sciocco cercare
calore nell'alcol ma, davvero, ogni volta che butto giù un
sorso di quella roba mi sento riempire dal puro fuoco ; non mi piace
bere, non fino a ubriacarmi e a stare male, non mi piace nemmeno
drogarmi o fumare, ma un sorso di alcolico ogni tanto me lo
concedo.
Un giorno mi avrebbe fatto male il fegato, lo sapevo, ma
per ora mi accontentavo di cercare fra quelle strade stritolando il
collo di quella bottiglia ; dovevo sbrigarmi e non perdere tempo,
presto gli altri si sarebbero svegliati e, non trovandomi nella mia
stanza, avrebbero fatto i diavoli pur di ritrovarmi.
Lo sapevo
già, avrebbero anche distrutto l'isola per trovarmi, poi
avrebbero pianto dalla sciocca gioia di avermi trovato e infine mi
avrebbero supplicato a modo loro di tornare nel sottomarino, nella
mia stanza ; a volte erano sin troppo patetici, ma erano pur sempre i
miei sottoposti e forse anche io avrei fatto lo stesso al loro posto.
Anzi no, non lo avrei fatto.
In un moto di stizza cacciai la mano
libera in tasca, sperando di darle un po di calore, ma ciò che
incontrai fu solo un qualcosa di liscio e sottile ; tsk, come non
riconoscere quel coso, era il motivo del mio sonno mancato.
Strinsi
i denti dalla rabbia, accartocciando quello che era un semplice
foglietto di carta ; ne conoscevo il contenuto, era un semplice
indirizzo che rilessi, inutile gesto senza senso visto che sapevo a
memoria ogni singola lettera scritta.
Simpatico, davvero, un
fottuto biglietto con un mero indirizzo.
Quell'idiota scrive
peggio di una gallina.
Era
orrendo, aveva qualche macchia nera dell'inchiostro, le lettere mal
scritte parevano quasi dei geroglifici ; a stento avevo capito il
contenuto, ma mi abituai in fretta, capendo che quell'idiota aveva
una scrittura tutta sua. Se faceva un obbrobrio simile a un sei era
una a, le apparentemente linee curve erano le e, e così
via.
Il foglio era spiegazzato, ora vantava qualche grinza in più
dopo che l'ho brutalmente accartocciato ; davvero molto simpatico,
suonava come il peggiore degli scherzi, specie con quel “e
muovi in fretta quel culo!” finale.
Prima o poi gli avrei
mozzato la testa, senza l'uso dei poteri, solo un colpo netto della
mia fedele spada.
Se c'era una cosa che mi faceva incazzare, era
perdere il mio abitudinario riposo notturno ; non che duri molto,
dopo mezz'ora o quasi mi sveglio per poi riaddormentarmi dopo 2-3
ore, facendo altri pochi ed effimeri minuti. Ma non avrei mai
rinunciato per un fottuto biglietto al mio letto caldo e morbido, al
divino tepore che amavo delle lenzuola e soprattutto al mio compagno
di dormite, Bepo. Era quello il bello della notte, poterlo
abbracciare sapendo di non svegliarlo talmente è profondo il
suo sonno, giocare con il pelo delle orecchie e vederlo muovere il
nasino piccolo e nero in buffe smorfie.
Invece no, quella notte
dovevo girare come un imbecille per strade fredde e ripugnanti, una
sola bottiglia di rum al seguito più il biglietto che ero sul
punto di stracciare in coriandoli ; mi ero dovuto alzare dal letto,
indossare gli stivali e uscire al freddo della notte per trovare un
fottuto albergo in cui mi aspettava un altrettanto fottuto
idiota.
Potevo ignorare tranquillamente quella pretesa di
raggiungerlo, io non accetto ordini da nessuno specie in simili
momenti idilliaci, ma prima mi disfo di questa noia, prima torno al
caldo giaciglio della mia stanza ; sospirai calcando il cappello
maculato davanti agli occhi, il passo ora fermo mentre vedevo davanti
a me un edificio non troppo grande e dall'aria antiquata.
Era in
procinto di cadere a pezzi, l'insegna era fatta di legno sicuramente
marcito e l'intera struttura era storta. Un edificio di merda, scelto
a casaccio, conoscendo quell'idiota.
Misi un piede all'interno
della locanda, il pavimento scricchiolò sotto la suola del mio
stivale, quasi temetti che mi cedesse sotto i i piedi ; a grandi
falcate raggiunsi il bancone, un uomo piuttosto alto e dall'aria di
chi la sapeva lunga mi scrutò attentamente.
Mi limitai a
chiedere della stanza numero 10, notando il sorrisetto furbo del
locandiere ; si, la sapeva sin troppo lunga.
Ignorai gli sguardi
dei pochi presenti, più malfattori che altro, mentre a passo
sicuro andavo verso le scale in legno ; ma sanno solo fare strutture
in legno e con pericolo di fratture o slogature?!
-Stia attento,
le scale sono un po vecchie...-
Ma non mi
dire.
Cominciai a salire, gli
scalini quasi si piegavano al tocco del piede, spezzandosi ; è
un miracolo se anche lui è riuscito a fare queste scale, visto
il peso specifico di un elefante.
Fortuna vuole che la salita non
fosse troppo lunga, presto mi ritrovai nel corridoio poco illuminato
con una sfilza di porte numerate alle pareti, ognuna era una camera
diversa.
Hm... a destra i numeri pari e a sinistra i
dispari, quindi la mia porta è l'ultima a destra.
Non
avevo l'ansia e l'impellente bisogno di rivederlo, solo camminavo
velocemente per concludere in fretta quella storia e tornare nel
sottomarino ; in fondo l'indomani devo riprendere il
viaggio.
Seccato, aprii la porta, la stanza era immersa nel buio ;
ora giocava pure a nascondino, di male in peggio.
Feci qualche
passo in avanti, la porta fu richiusa di colpo e una salda presa mi
strattonò fino a farmi scontrare contro un qualcosa di caldo.
Un classico.
Sorrisi nel buio nero, mentre delle mani si
insinuavano sotto la mia felpa ; un respiro pesante si fece vivo sul
mio collo, morsi e baci famelici si depositarono sulla mia
pelle.
-Eustass-ya, esistono le puttane. La prossima volta chiama
loro anziché scomodare me.-
-Taci.-
Sorrisi ancora,
stavolta per il ringhio contrariato ; sapevo di non essergli mancato,
come lui non era mancato a me, avevamo però quel bisogno di
stare assieme fra le lenzuola. Di nuovo.
Assurdo come quel bisogno
mi spingesse a lasciarlo fare, a sospirare di quelle carezze che
sapevano di passione e violenza ; non potevo negargli il libero
passaggio e non potevo negare a me stesso quel piacere che solo lui
sapeva darmi.
Fra tutti, il mio corpo sceglieva sempre lui, le sue
mani e i suoi modi di fare ; non era certo il primo con cui andavo,
ma era il primo da cui tornavo spesso per il bisogno di un'altra
notte. Era strano come mi facesse stare bene il suo calore, le sue
ruvide dita bianche che passavano ovunque lasciando anche graffi pur
di segnare il proprio territorio ; Eustass-ya era l'equivalente di
una bestia, marca le sue proprietà e ne era possessivo sino al
midollo.
-Ti voglio.-
-E allora prendimi.-
Io mi sono sempre
ritenuto libero, lo sono tutt'ora, eppure mi piace sapere di essere
solo suo ; mi piacevano le sue morse soffocanti, i suoi sguardi
d'odio volti a capire se gli tacevo qualche segreto, i suoi ringhi
che esprimevano rabbia, frustrazione, fastidio... e mi piaceva anche
com'era fatto.
Carnagione bianca, occhi ocra e intensi, capelli
color sangue sparati all'insù, il look ripugnante e fuori moda
da più di cent'anni.
Insomma, nessuno avrebbe mai messo
quei pantaloni eppure a lui donavano da dio, erano l'espressione del
selvaggio quale lui era.
Quasi urlai alla nuova intrusione e non
ebbi nemmeno il tempo di respirare che i movimenti divennero violenti
e troppo desiderosi ; lui era fatto così, mi prendeva sempre
in quel modo e ogni volta mi piaceva sempre di più. Era la mia
droga, odiosa ma irrinunciabile.
Quasi mi spezzai la schiena
nell'inarcarla, ma tanto non mi importava ; stavo bene solo vedendo
il suo sguardo dorato e perverso, saperlo sopra di me, ghignante e
soddisfatto. Se era lui, andava bene.
Sentii il materasso affianco
a me affondare, era crollato al mio fianco ; manco ricordavo come ci
eravamo arrivati sul letto e senza abiti, solo sapevo il piacere che
ancora mi circolava nelle vene fino a farmi martellare il cuore senza
motivo.
Assurdo, con lui era sempre così ; cuore in
subbuglio, stomaco sottosopra, gote sin troppo rosse e desideri
strani come il voler rimanere al suo fianco e non dover mai lasciare
il letto che condividiamo. È assurdo come mi abbia drogato,
manco so come ci è riuscito ma me la pagherà cara ; non
accetto di dipendere da lui, ne da nessun altro.
Arriverà
il giorno in cui sarà lui a girarsi e cercarmi, a sentire il
vuoto se non sono con lui, sentire sollievo nel sapermi bastardo come
sempre e a desiderare un qualcosa di sciocco e inadatto per dei
pirati del nostro calibro ; arriverà quel giorno, oh si, e non
mancherò di ghignare soddisfatto a tale visione.
Per ora mi
accontento di osservarlo mentre dorme e avvicinarmi al suo petto
bianco ; non dovrei, ma ho freddo e sono stufo di quegli spifferi
gelidi.
Mi battono i denti, ma non voglio permettermi altro che la
testa appoggiata al suo petto ; non è da me abbracciare
qualcuno che non sia Bepo e nemmeno voglio farlo. Ma due braccia
bianche e muscolose mi afferrano ugualmente, stringendomi in un
abbraccio ; e io che lo credevo addormentato.
-Hai rotto il cazzo
con quei denti, Trafalgar.-
-La prossima volta scegli un posto più
caldo, Eustass-ya.-
Un altro ringhio, un altro sguardo d'odio e
fastidio ; al buio potevo vedere solo quelle pozze ambrate, belle e
perfette, mi ci sarei perso volentieri se solo non fosse stato un
gesto stupido e idiota.
Non siamo fatti per certe romanticherie,
neanche ci servono visto il rapporto di solo sesso che abbiamo e
questo prima o poi lo avrebbe capito anche il mio corpo. Lo
spero.
Era inquietante come io, chirurgo della morte, non
riuscissi ad avere il controllo sui miei battiti cardiaci o delle
gote arrossate ; sembravo imbarazzato ed era disgustoso, intanto lui
si era riaddormentato, come se nulla fosse.
Per quanto potesse
piacermi quel calore, dovevo staccarmi e tornare dai miei ; l'alba
non era poi così distante. Feci pressione sul suo petto
bianco, ma niente, la sua morsa era ferrea e io troppo debole in
quanto a forza fisica rispetto a lui ; impressionante quanta energia
avesse nelle braccia, anche nel sonno i suoi muscoli erano una
trappola d'acciaio.
Spinsi il più possibile le mie mani
contro il suo petto ma nulla, ciò che ottenni fu solo
stanchezza per lo sforzo ; non si era mosso di un millimetro, lo
stronzo, ne aveva allentato la presa.
Che situazione di
merda.
Feci vagare lo sguardo per la stanza, ormai abituato al
buio che regnava sovrano ; la pallida luna illuminava il corpo nudo e
bianco di Eustass, cosa a cui non rimasi indifferente.
La verità
è che amo la sua pelle, anzi : amo il suo corpo. Di un bianco
latteo, privo di macchie o imperfezioni varie, e muscoli scolpiti,
quel corpo rasenta la perfezione, l'ho sempre saputo.
Ed essere
qui, intrappolato fra le sue braccia, mi permette di sentire tutto il
suo calore, di toccarlo con le mie stesse mani e... oh. Oh.
Il
suo corpo è nudo. Nudo e incollato al mio, privo di un
qualunque indumento ; uno strano ma odioso calore manda in fiamme le
mie guance e proprio mentre mi impunto per non fare caso ne alle
nostre nudità al vento e incollate tra loro ne all'incendio
presente sul mio viso, ecco che la presa si fa ancora più
salda.
Santissima merda.
Se
prima credevo di poter avere anche mezza possibilità di
liberarmi dalle sue braccia, ora non ne ho più nessuna ; ora
la punta del mio naso sfiora i suoi pettorali bianchi, il suo profumo
di pini mi invade le narici stordendomi e il suo viso è
completamente affondato nell'incavo del mio collo.
Come se non
bastasse, il mio cuore batte più furiosamente di prima ; a
dire il vero, non è la prima volta che abbraccio un uomo in un
letto.
Ero piccolo e stra pieno d'orgoglio, ma nonostante ciò,
Doflamingo non aveva esitato a prendermi per un braccio e stringermi
contro il suo petto ; ne avevo bisogno, quella volta, solo che non mi
sarei mai sognato di dirlo. Avrebbe capito che i tuoni di quella
notte mi avevano spaventato.
Non si era fatto alcun problema, mi
aveva preso e coperto con quell'ammasso di piume rosa che aveva il
suo profumo ; ho sempre odiato il suo giubbotto, ma quella volta ho
lasciato che mi coprisse le spalle.
Ora è diverso.
Io
non temo più nulla, nemmeno i tuoni, e nemmeno ci sono in
questa notte ; sono di nuovo abbracciato a un uomo, ma senza motivo
questa volta e sono pure arrossito come una sciocca ragazzina al
primo appuntamento. Che schifo.
Eppure sentire il respiro di
Eustass sul mio collo, il suo calore che mi avvolge e poter respirare
il suo profumo mi rilassa ; non dovrei appoggiare il capo contro il
suo petto, ne mi dovrei rilassare fino a sentire le palpebre pesanti.
Però succede.
Cado
nel dormiveglia, conscio che tra poco mi addormenterò ; prima
di lasciarmi andare fra le braccia di Morfeo, lo sento. Quel piccolo
e lieve suono, e capisco.
Sorrido, troppo stanco per ritornare il
solito ghiacciolo e chiudo gli occhi, concedendo questa vittoria a
Eustass. È riuscito a giocarmi e io non faccio altro che
chiudere le palpebre, arrendendomi al sonno.
Lui non si è
mai addormentato, mi ha solo costretto a stare con lui nel letto, lo
stronzo.
Prima o poi me la pagherai Eustass, ma per
ora...
… va
bene così.
Angolino Eustassiano_
'Giorno
cicci! Oggi ero molto ispirata a una KiddxLaw e quindi eccovela U.U
Logicamente, in una DoffyxCroco accenno Law, in una KiddxLaw accenno
Doffy. I'm a fucking genius (si scrive così? Bah...) :D
e
niente, d'ora in poi il mio angolino sarà Eustassiano con la e
maiuscola perché AMO questo cognome e il suo proprietario.
U.U
purtroppo carucci miei, vado di fretta perché da domani
comincia la settimana di studio, poi il 23 inizio con gli esami per
cui non so nemmeno quanto riuscirò a stare al pc... al mio
ritorno mi farò perdonare cercando di aggiornare sia lo
show che l'altra long, promesso ;) vi lascio con questa melensata da
carie estreme perché questi due sono il sesso e l'amore in
contemporanea.
E come ogni volta, noi ci vediamo nell'angolo
recensioni <3 <3
Kiss and Bye
Eustass_Sara